Crisi epilettiche parziali – Trattamento

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Le crisi epilettiche parziali sono episodi di attività elettrica anomala che iniziano in un’area specifica del cervello, interessando solo un lato alla volta. Le opzioni di trattamento spaziano dai farmaci che aiutano a controllare l’attività convulsiva agli approcci chirurgici per coloro che non rispondono ai medicinali, con l’obiettivo di ridurre la frequenza delle crisi, prevenire le complicazioni e aiutare le persone a mantenere la migliore qualità di vita possibile.

Come si affrontano le crisi epilettiche parziali: obiettivi della cura

Quando una persona sperimenta crisi epilettiche parziali, gli obiettivi principali del trattamento si concentrano sul controllare l’attività elettrica insolita nel cervello e ridurre la frequenza degli episodi convulsivi. L’approccio terapeutico è altamente personalizzato, tenendo conto della frequenza delle crisi, della loro gravità, dell’età del paziente, dello stato di salute generale e della storia clinica. Per molte persone che convivono con questa condizione, un trattamento adeguato può ridurre significativamente il numero di crisi che sperimentano, e in alcuni casi fortunati le persone possono non avere più crisi per il resto della loro vita.[1]

Le decisioni terapeutiche non sono mai uguali per tutti. Dipendono dal fatto che una persona abbia crisi parziali semplici (che non influenzano la consapevolezza) o crisi parziali complesse (che invece compromettono la consapevolezza e la coscienza). Le crisi parziali semplici, conosciute anche come aure, coinvolgono una piccola porzione del cervello e permettono alla persona di rimanere completamente consapevole durante l’episodio. Le crisi parziali complesse, d’altra parte, iniziano in un’area e possono spostarsi in un’altra, causando uno stato di confusione o mancanza di risposta nella persona, talvolta durando tra i 30 secondi e i 2 minuti.[1][11]

I professionisti medici seguono linee guida terapeutiche consolidate provenienti da organizzazioni come la Lega Internazionale Contro l’Epilessia, che ha sviluppato sistemi di classificazione per aiutare i medici a identificare il tipo di crisi e scegliere la strategia di trattamento più appropriata. Le crisi parziali e le crisi generalizzate (che interessano entrambi i lati del cervello) sono spesso trattate in modo diverso, motivo per cui una diagnosi accurata è così cruciale prima di iniziare qualsiasi piano di trattamento.[2]

Approcci terapeutici standard

I farmaci come trattamento di prima linea

La pietra angolare del trattamento per le crisi epilettiche parziali è rappresentata dai farmaci anticrisi, chiamati anche farmaci antiepilettici. Questi medicinali funzionano calmando l’eccessiva attività elettrica nel cervello che causa le crisi. Per i pazienti con diagnosi recente di crisi a esordio focale (un altro termine per le crisi parziali), diversi farmaci sono considerati efficaci come trattamenti di prima linea.[3]

Tra i farmaci più comunemente raccomandati ci sono la lamotrigina e il levetiracetam, entrambi offerti come opzioni di monoterapia primaria per le crisi a esordio focale nei bambini e negli adulti. Se nessuno di questi farmaci è disponibile, la carbamazepina serve come trattamento alternativo di prima linea. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda questi farmaci sulla base della loro comprovata efficacia e dei profili di sicurezza. Se il primo farmaco provato non riesce a controllare con successo le crisi, i medici raccomandano tipicamente di provare un farmaco alternativo di prima linea prima di passare ad altre opzioni.[15]

Altri farmaci ampiamente considerati efficaci per controllare le crisi parziali includono il fenobarbital, la fenitoina, il gabapentin e il topiramato. Ognuno di questi farmaci funziona in modo leggermente diverso nel cervello, e ciò che funziona bene per una persona potrebbe non funzionare altrettanto bene per un’altra. Questo è il motivo per cui trovare il farmaco giusto spesso comporta qualche prova e aggiustamento.[1][14]

Per le crisi parziali complesse in particolare, farmaci come levetiracetam, lamotrigina (Lamictal), lacosamide, zonegram e Depakote sono comunemente prescritti. La lamotrigina è spesso preferita perché tende ad avere meno effetti collaterali rispetto ad alcune altre opzioni, anche se potrebbe essere leggermente meno efficace in alcuni casi. Molti bambini che iniziano ad avere crisi entro i 9 anni di età possono superare completamente la condizione quando raggiungono i 18 anni.[11]

⚠️ Importante
Trovare il farmaco e la dose giusti richiede spesso tempo e pazienza. Potrebbero essere necessari diversi tentativi per identificare il trattamento che funziona meglio per ogni individuo. I medici monitorano attentamente i pazienti per gli effetti collaterali durante tutto questo processo per trovare il trattamento più efficace con il minor numero di problemi. Si raccomanda un approccio “inizia piano, vai lentamente” nell’aumentare le dosi del farmaco nel corso di settimane o mesi per ridurre il rischio di effetti collaterali.[9]

Comprendere gli effetti collaterali dei farmaci

Sebbene i farmaci anticrisi possano essere molto utili, comportano potenziali effetti collaterali che pazienti e medici devono considerare. Tra i pazienti che assumono il loro primo farmaco antiepilettico, fino al 30 percento può sperimentare effetti avversi. Questa percentuale può salire fino al 90 percento nelle persone che assumono più farmaci contemporaneamente (una pratica chiamata politerapia).[9]

Gli effetti collaterali più comuni includono vertigini, sonnolenza e rallentamento del pensiero o delle capacità cognitive. Questi effetti possono dipendere dalla dose di farmaco assunta. Alcuni farmaci, in particolare fenitoina, carbamazepina e lamotrigina, possono anche causare eruzioni cutanee e, in rari casi, reazioni gravi come la sindrome di Stevens-Johnson. Altri farmaci possono portare a cambiamenti nel peso corporeo: gabapentin e valproato sono associati all’aumento di peso, mentre topiramato e zonisamide tendono a causare perdita di peso.[9]

Per le donne in gravidanza o in età fertile, la scelta del farmaco richiede una considerazione speciale a causa del potenziale rischio di difetti congeniti e problemi di sviluppo nei bambini. La lamotrigina e il levetiracetam hanno il profilo di rischio più basso per malformazioni congenite. Al contrario, l’acido valproico (sodio valproato) non è raccomandato per donne e ragazze in età fertile perché comporta un alto rischio di difetti alla nascita e disturbi del neurosviluppo nei bambini che sono stati esposti ad esso nel grembo materno.[9][15]

Durata del trattamento e monitoraggio

Per quanto tempo una persona debba rimanere sotto farmaci anticrisi varia considerevolmente da persona a persona. Per coloro che sono stati liberi da crisi per almeno due anni durante il trattamento, c’è una decisione importante da considerare: se continuare il farmaco o tentare la sospensione. La ricerca mostra che tra le persone con epilessia parziale o generalizzata che tentano di interrompere il loro farmaco dopo due anni senza crisi, quasi il 60 percento rimarrà libero da crisi. In confronto, quasi l’80 percento di coloro che continuano il farmaco rimarrà libero da crisi.[14]

Se un paziente è libero da crisi per due anni, il medico può ridurre lentamente la quantità di farmaco che sta assumendo fino a quando, in alcuni casi, non è più necessario alcun farmaco. Questo processo deve essere fatto gradualmente e sotto stretta supervisione medica per ridurre al minimo il rischio di ritorno delle crisi.[11]

Quando i farmaci da soli non funzionano

Per le persone le cui crisi non rispondono adeguatamente a un singolo farmaco, i medici possono raccomandare l’aggiunta di un secondo farmaco. Questo approccio, chiamato terapia aggiuntiva o di supporto, può essere benefico. Se il primo farmaco fallisce a causa degli effetti collaterali, i medici tipicamente lo sostituiscono con un diverso farmaco singolo. Se il primo farmaco è stato ben tollerato ma solo parzialmente efficace, l’aggiunta di un secondo farmaco può essere preferibile.[9]

Quando si combinano farmaci, i medici cercano di scegliere farmaci con diversi meccanismi d’azione, poiché l’uso di farmaci che funzionano in modi ridondanti può aumentare la probabilità di effetti collaterali senza migliorare il controllo delle crisi. La ricerca ha dimostrato che l’aggiunta di farmaci di seconda linea al trattamento abituale riduce effettivamente la frequenza delle crisi nelle persone con epilessia parziale farmacoresistente, anche se aumenta anche gli effetti avversi come vertigini e sonnolenza.[14]

Se la monoterapia non ha successo e anche la terapia farmacologica combinata non controlla adeguatamente le crisi, si raccomanda un rapido riferimento a uno specialista per esplorare altre opzioni di trattamento, che possono includere la chirurgia o modifiche dietetiche.[15]

Chirurgia per le crisi farmacoresistenti

La chirurgia diventa un’opzione quando i farmaci non possono controllare le crisi. C’è un ampio consenso tra i professionisti medici sul fatto che alcune procedure chirurgiche, in particolare la lobectomia temporale o l’amigdaloippocampectomia, possono migliorare il controllo delle crisi e la qualità della vita nelle persone con epilessia del lobo temporale farmacoresistente, una forma specifica di epilessia parziale. Questi interventi chirurgici comportano la rimozione della parte del cervello da cui originano le crisi.[14]

Tuttavia, la chirurgia non è priva di rischi. Queste procedure possono causare effetti avversi neurologici, motivo per cui sono tipicamente riservate alle persone che non hanno risposto a molteplici tentativi farmacologici. Un’altra opzione chirurgica chiamata lesionectomia può essere considerata per alcuni pazienti con epilessia del lobo temporale farmacoresistente, anche se c’è meno certezza sulla sua efficacia.[14]

Il personale dei programmi specializzati in epilessia lavora con ogni paziente individualmente per determinare il miglior approccio terapeutico, che si tratti di farmaci, chirurgia o una combinazione di strategie.[1]

Modifiche dello stile di vita e della dieta

Oltre ai farmaci e alla chirurgia, certi cambiamenti dello stile di vita e approcci dietetici possono svolgere un ruolo importante nella gestione delle crisi. Uno di questi approcci è la dieta chetogenica, un piano alimentare speciale ad alto contenuto di grassi e basso contenuto di carboidrati che ha mostrato promesse nel controllare certi tipi di epilessia. Questa dieta è utilizzata più spesso per i bambini che non hanno risposto bene ai farmaci, e può anche essere efficace per controllare certi tipi di epilessia negli adulti.[1][11][12]

Altre modifiche dello stile di vita che possono aiutare a ridurre la frequenza delle crisi includono dormire molto ed evitare fattori scatenanti noti. Alcune persone scoprono che certi stimoli, come le luci lampeggianti, possono scatenare le loro crisi, quindi evitare queste esposizioni è raccomandato. L’esercizio fisico regolare e moderato come camminare e andare in bicicletta può anche supportare la salute generale, anche se le persone dovrebbero assicurarsi che le loro crisi siano sotto controllo prima di iniziare qualsiasi programma di esercizio per diminuire il rischio di lesioni.[1][16]

Stimolazione del nervo vago

Per alcune persone con crisi parziali farmacoresistenti, un dispositivo chiamato stimolatore del nervo vago può essere un’opzione. La stimolazione ad alto livello del nervo vago ha dimostrato di ridurre la frequenza delle crisi nelle persone le cui crisi non rispondono adeguatamente ai farmaci. Tuttavia, questo approccio può causare effetti collaterali tra cui raucedine e difficoltà respiratorie (dispnea), e gli effetti a lungo termine non sono ancora completamente compresi.[14]

Trattamenti emergenti nella ricerca clinica

Sebbene le fonti fornite non contengano informazioni dettagliate su farmaci specifici attualmente in fase di test negli studi clinici per le crisi parziali, vale la pena notare che la ricerca su nuovi trattamenti continua. Circa due terzi delle persone con epilessia risponderanno alla terapia con un singolo farmaco o alla terapia combinata con i farmaci attualmente disponibili. Tuttavia, per il restante terzo le cui crisi sono farmacoresistenti, la ricerca in corso è cruciale.[9]

I farmaci di seconda linea per le crisi parziali continuano ad essere studiati e perfezionati. Per le crisi a esordio focale, il lacosamide è offerto come opzione di monoterapia di seconda linea se nessuno dei farmaci di prima linea si dimostra efficace. La ricerca continua a valutare diversi programmi di dosaggio, interazioni farmacologiche, formulazioni disponibili e rapporto costo-efficacia di vari farmaci anticrisi.[9][15]

Gli studi clinici per nuovi farmaci antiepilettici sono stati condotti nei bambini, anche se relativamente pochi studi controllati con placebo o comparativi di farmaci antiepilettici di prima generazione e più recenti sono stati eseguiti specificamente nelle popolazioni pediatriche. Questo riflette le sfide etiche nel condurre studi controllati con placebo nei bambini con epilessia, così come il fatto che le linee guida regolatorie per testare i farmaci per l’epilessia nei bambini sono state stabilite solo relativamente di recente.[12]

Metodi di trattamento più comuni

  • Farmaci anticrisi (prima linea)
    • La lamotrigina e il levetiracetam sono raccomandati come opzioni di trattamento primarie per le crisi a esordio focale sia nei bambini che negli adulti
    • La carbamazepina serve come scelta alternativa di prima linea quando lamotrigina o levetiracetam non sono disponibili
    • Altri farmaci efficaci includono fenobarbital, fenitoina, gabapentin e topiramato
    • Il trattamento è personalizzato in base al tipo di crisi, frequenza, gravità, età del paziente, salute generale e storia medica
  • Farmaci anticrisi (seconda linea e aggiuntivi)
    • Il lacosamide è offerto come monoterapia di seconda linea per le crisi a esordio focale quando le opzioni di prima linea falliscono
    • L’aggiunta di farmaci di seconda linea al trattamento esistente può ridurre la frequenza delle crisi nei casi farmacoresistenti
    • La terapia combinata può aumentare gli effetti collaterali tra cui vertigini e sonnolenza
    • I medici preferiscono combinare farmaci con diversi meccanismi d’azione
  • Interventi chirurgici
    • La lobectomia temporale o l’amigdaloippocampectomia possono migliorare il controllo delle crisi e la qualità della vita nell’epilessia del lobo temporale farmacoresistente
    • La chirurgia è considerata quando i farmaci non possono controllare adeguatamente le crisi
    • Le procedure possono causare effetti avversi neurologici e sono riservate ai casi resistenti ai farmaci
    • La lesionectomia può essere considerata per alcuni pazienti con epilessia del lobo temporale farmacoresistente
  • Terapia dietetica
    • La dieta chetogenica è un piano alimentare speciale ad alto contenuto di grassi e basso contenuto di carboidrati utilizzato per il controllo delle crisi
    • È utilizzata più spesso nei bambini che non hanno risposto bene ai farmaci
    • Può essere efficace anche per certi tipi di epilessia negli adulti
  • Terapia basata su dispositivi
    • La stimolazione del nervo vago può ridurre la frequenza delle crisi nelle crisi parziali farmacoresistenti
    • Può causare effetti collaterali tra cui raucedine e difficoltà respiratorie
    • Gli effetti a lungo termine non sono ancora completamente compresi
  • Modifiche dello stile di vita
    • Dormire molto aiuta a ridurre il rischio di crisi
    • Evitare fattori scatenanti noti come le luci lampeggianti
    • L’esercizio fisico regolare e moderato come camminare e andare in bicicletta supporta la salute generale
    • I programmi di esercizio dovrebbero essere iniziati solo quando le crisi sono sotto controllo

Studi clinici in corso su Crisi epilettiche parziali

  • Data di inizio: 2024-02-14

    Studio sull’Epilessia con Azetukalner per Pazienti con Crisi a Esordio Focale o Crisi Tonicocloniche Generalizzate Primarie

    Reclutamento in corso

    3 1 1

    Lo studio clinico si concentra sullepilessia, in particolare sulle crisi a esordio focale e sulle crisi tonico-cloniche generalizzate primarie. L’obiettivo è valutare la sicurezza e la tollerabilità del trattamento a lungo termine con il farmaco XEN1101. Questo farmaco è somministrato sotto forma di capsule e appartiene alla categoria degli antiepilettici. Durante lo studio, i partecipanti…

    Spagna Portogallo Repubblica Ceca Ungheria Polonia Italia +10
  • Data di inizio: 2024-12-18

    Studio sulla sicurezza di BHV-7000 in adulti con epilessia focale a esordio refrattario

    Reclutamento in corso

    2 1 1

    Lo studio clinico si concentra sullepilessia focale a esordio refrattario, una forma di epilessia che non risponde bene ai trattamenti standard. L’obiettivo principale è valutare la sicurezza e la tollerabilità di un nuovo farmaco chiamato BHV-7000. Questo farmaco viene somministrato sotto forma di compresse a rilascio prolungato, il che significa che il principio attivo viene…

    Malattie indagate:
    Farmaci indagati:
    Portogallo Italia Polonia Francia Belgio Spagna +12
  • Data di inizio: 2024-09-25

    Studio sull’Efficacia e Sicurezza di BHV-7000 in Adulti con Epilessia Focale a Esordio Refrattario

    Reclutamento in corso

    2 1

    Lo studio si concentra sullepilessia focale resistente, una forma di epilessia in cui le crisi non rispondono bene ai trattamenti standard. Questo tipo di epilessia può essere difficile da gestire, poiché i farmaci comuni non riescono a controllare efficacemente le crisi. Lo scopo dello studio è valutare l’efficacia e la sicurezza di un nuovo farmaco…

    Malattie indagate:
    Farmaci indagati:
    Finlandia Portogallo Spagna Germania Italia Danimarca +3
  • Data di inizio: 2024-10-10

    Studio sull’Efficacia e Sicurezza di BHV-7000 in Adulti con Epilessia Focale a Esordio Refrattario

    Reclutamento in corso

    2 1

    Lo studio clinico si concentra sullepilessia focale a esordio refrattario, una forma di epilessia in cui le crisi iniziano in una parte specifica del cervello e non rispondono bene ai trattamenti standard. L’obiettivo è valutare l’efficacia e la sicurezza di un nuovo farmaco chiamato BHV-7000. Questo farmaco viene somministrato sotto forma di compresse a rilascio…

    Malattie indagate:
    Farmaci indagati:
    Belgio Ungheria Slovenia Austria Paesi Bassi Francia +3
  • Data di inizio: 2023-09-27

    Studio sull’Efficacia di XEN1101 nei Pazienti con Crisi Focali

    Reclutamento in corso

    3 1

    Lo studio clinico si concentra sulle crisi epilettiche a esordio focale, un tipo di epilessia in cui le crisi iniziano in una specifica area del cervello. L’obiettivo è valutare l’efficacia e la sicurezza di un farmaco chiamato XEN1101, somministrato come terapia aggiuntiva per ridurre la frequenza delle crisi. Il farmaco viene confrontato con un placebo,…

    Malattie indagate:
    Bulgaria Italia Spagna Croazia Portogallo Repubblica Ceca +8
  • Lo studio non è ancora iniziato

    Studio sull’efficacia di ENX-101 nei pazienti con epilessia focale

    Non ancora in reclutamento

    2 1

    Lo studio clinico si concentra sullepilessia focale (nota anche come epilessia a esordio parziale), una condizione in cui le crisi iniziano in una parte specifica del cervello. Il trattamento in esame è un farmaco chiamato ENX-101, che viene somministrato in aggiunta ad altri farmaci antiepilettici già in uso dai pazienti. L’obiettivo principale dello studio è…

    Malattie indagate:
    Farmaci indagati:
    Germania Belgio Paesi Bassi Spagna
  • Data di inizio: 2025-02-27

    Studio sull’Efficacia e Sicurezza di PRAX-628 in Adulti con Crisi Epilettiche Focali o Generalizzate Tonicocloniche

    Non in reclutamento

    2 1 1

    Questo studio clinico si concentra su pazienti adulti che soffrono di crisi epilettiche focali o crisi tonico-cloniche generalizzate primarie. Le crisi epilettiche focali iniziano in una parte specifica del cervello, mentre le crisi tonico-cloniche generalizzate coinvolgono tutto il cervello e sono caratterizzate da movimenti muscolari rigidi e convulsioni. Lo studio utilizza un farmaco chiamato PRAX-628,…

    Farmaci indagati:
    Germania Spagna
  • Data di inizio: 2025-02-26

    Studio sull’Aumento della Dose di Cenobamate nei Bambini con Crisi Parziali

    Non in reclutamento

    1 1 1

    Lo studio clinico si concentra su bambini e adolescenti di età compresa tra 2 e meno di 18 anni che soffrono di epilessia con crisi parziali. Queste crisi, note anche come crisi focali, iniziano in una parte specifica del cervello. Il trattamento in esame è un farmaco chiamato Cenobamate, noto anche con il codice YKP3089,…

    Malattie indagate:
    Farmaci indagati:
    Spagna Ungheria
  • Data di inizio: 2023-03-22

    Studio sulla Sicurezza ed Efficacia di Cenobamate nei Bambini con Crisi Parziali (Focali)

    Non in reclutamento

    3 1 1

    Lo studio clinico si concentra su bambini e adolescenti con crisi epilettiche parziali. Queste crisi, note anche come crisi focali, iniziano in una parte specifica del cervello e possono causare vari sintomi, come movimenti involontari o sensazioni strane. L’obiettivo dello studio è valutare la sicurezza e la tollerabilità di un farmaco chiamato Cenobamate (conosciuto anche…

    Malattie indagate:
    Farmaci indagati:
    Germania Ungheria Polonia Spagna
  • Data di inizio: 2019-05-28

    Studio sull’efficacia e sicurezza di Azetukalner in adulti con epilessia focale

    Non in reclutamento

    2 1

    Lo studio clinico si concentra sullepilessia focale negli adulti, una condizione in cui le crisi iniziano in una parte specifica del cervello. L’obiettivo è valutare la sicurezza, la tollerabilità e l’efficacia di un farmaco chiamato XEN1101. Questo farmaco viene somministrato in aggiunta ai trattamenti standard già in uso per l’epilessia focale. Durante lo studio, i…

    Malattie indagate:
    Farmaci indagati:
    Spagna Germania Italia

Riferimenti

https://www.cedars-sinai.org/health-library/diseases-and-conditions/s/simple-partial-seizures.html

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK564376/

https://www.cedars-sinai.org/health-library/diseases-and-conditions/p/partial-seizures.html

https://my.clevelandclinic.org/health/diseases/22893-focal-seizure

https://www.cdc.gov/epilepsy/about/types-of-seizures.html

https://www.veteranshealthlibrary.va.gov/3,85013

https://www.briviact.com/partial-onset-seizures

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https://emedicine.medscape.com/article/1186635-treatment

https://my.clevelandclinic.org/health/diseases/22893-focal-seizure

https://www.cedars-sinai.org/health-library/diseases-and-conditions/c/complex-partial-seizures.html

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/14871158/

https://www.cedars-sinai.org/health-library/diseases-and-conditions/s/simple-partial-seizures.html

https://www.aafp.org/pubs/afp/issues/2011/0215/p461.html

https://www.who.int/teams/mental-health-and-substance-use/treatment-care/mental-health-gap-action-programme/evidence-centre/epilepsy-and-seizures/antiseizure-medicines-for-management-of-epilepsy-in-adults-and-children

https://www.ummhealth.org/health-library/partial-seizures-staying-healthy

https://www.cedars-sinai.org/health-library/diseases-and-conditions/s/simple-partial-seizures.html

https://www.cdc.gov/epilepsy/first-aid-for-seizures/index.html

https://www.healthline.com/health/epilepsy/having-seizure-alone

https://www.summahealth.org/flourish/entries/2023/04/firstaid-dos-and-donts-when-helping-someone-having-a-seizure

https://www.efepa.org/living-with-epilepsy/

https://medlineplus.gov/diagnostictests.html

https://www.questdiagnostics.com/

https://www.healthdirect.gov.au/diagnostic-tests

https://www.who.int/health-topics/diagnostics

https://www.yalemedicine.org/clinical-keywords/diagnostic-testsprocedures

https://www.nibib.nih.gov/science-education/science-topics/rapid-diagnostics

https://www.health.harvard.edu/diagnostic-tests-and-medical-procedures

https://www.roche.com/stories/terminology-in-diagnostics

Domande frequenti

Qual è la differenza tra crisi parziali semplici e complesse?

Le crisi parziali semplici non influenzano la consapevolezza o la coscienza di una persona, permettendole di rimanere completamente vigile durante l’episodio. Le crisi parziali complesse, d’altra parte, influenzano la consapevolezza e la coscienza, causando uno stato di confusione, mancanza di risposta o sguardo fisso nella persona. Le crisi parziali complesse includono anche tipicamente un periodo post-ictale (tempo di recupero dopo la crisi), mentre le crisi parziali semplici generalmente non lo includono.[2][3]

Quanto tempo ci vuole per trovare il farmaco giusto per le crisi parziali?

Trovare il farmaco giusto richiede spesso pazienza, poiché potrebbero essere necessari diversi tentativi per identificare il farmaco e la dose che funzionano meglio per ogni individuo. I medici utilizzano tipicamente un approccio “inizia piano, vai lentamente”, aumentando gradualmente le dosi del farmaco nel corso di settimane o mesi per ridurre il rischio di effetti collaterali. Durante tutto questo processo, i medici monitorano attentamente i pazienti per trovare il trattamento più efficace con il minor numero di problemi.[9][1]

Posso mai smettere di prendere i farmaci per le crisi?

Se sei stato libero da crisi per almeno due anni mentre assumevi farmaci, il tuo medico può considerare di ridurre lentamente la dose del farmaco. La ricerca mostra che tra le persone che tentano di sospendere il farmaco dopo due anni senza crisi, quasi il 60 percento rimane libero da crisi, rispetto a quasi l’80 percento di coloro che continuano il trattamento. La decisione di interrompere il farmaco dovrebbe sempre essere presa con il proprio medico, e qualsiasi riduzione deve essere fatta gradualmente sotto stretta supervisione medica.[14][11]

Ci sono cambiamenti dietetici che possono aiutare a controllare le crisi?

Sì, la dieta chetogenica—un piano alimentare speciale ad alto contenuto di grassi e basso contenuto di carboidrati—ha mostrato promesse nel controllare certi tipi di epilessia. Questa dieta è utilizzata più comunemente nei bambini che non hanno risposto bene ai farmaci, ma può essere efficace anche per alcuni adulti. Altre modifiche dello stile di vita che possono aiutare includono dormire molto, evitare fattori scatenanti noti come le luci lampeggianti e mantenere un esercizio fisico regolare e moderato quando le crisi sono ben controllate.[1][11][16]

Quali sono gli effetti collaterali più comuni dei farmaci anticrisi?

Gli effetti collaterali più comuni dei farmaci anticrisi includono vertigini, sonnolenza e rallentamento del pensiero o delle capacità cognitive, e questi possono essere dose-dipendenti. Alcuni farmaci possono anche causare eruzioni cutanee e, raramente, reazioni gravi come la sindrome di Stevens-Johnson. Inoltre, alcuni farmaci possono portare a cambiamenti di peso—gabapentin e valproato sono associati all’aumento di peso, mentre topiramato e zonisamide tendono a causare perdita di peso. Fino al 30 percento dei pazienti che assumono il loro primo farmaco sperimenta effetti avversi, mentre questo può aumentare al 90 percento nelle persone che assumono più farmaci.[9]

🎯 Punti chiave

  • Le crisi parziali interessano solo un’area del cervello alla volta, a differenza delle crisi generalizzate che interessano entrambi i lati simultaneamente, rendendole tipicamente meno gravi ma richiedendo comunque un trattamento adeguato.[4]
  • La lamotrigina e il levetiracetam sono i farmaci di prima linea preferiti per le crisi a esordio focale, con la carbamazepina come alternativa efficace quando questi non sono disponibili.[15]
  • Trovare il farmaco giusto richiede spesso diversi tentativi, e i medici utilizzano un attento approccio “inizia piano, vai lentamente” per minimizzare gli effetti collaterali mentre si costruisce una dose efficace.[9]
  • La chirurgia può essere un’opzione che cambia la vita per le persone le cui crisi non rispondono ai farmaci, in particolare la lobectomia temporale per l’epilessia del lobo temporale farmacoresistente.[14]
  • La dieta chetogenica—ad alto contenuto di grassi e basso contenuto di carboidrati—offre un’opzione non farmacologica per il controllo delle crisi, particolarmente benefica per i bambini che non hanno risposto ai farmaci.[11]
  • Semplici cambiamenti dello stile di vita come dormire adeguatamente, evitare le luci lampeggianti e mantenere un esercizio fisico moderato possono supportare significativamente la gestione delle crisi insieme ai trattamenti medici.[1]
  • Per le donne in età fertile, la selezione del farmaco è particolarmente importante poiché alcuni farmaci comportano rischi maggiori di difetti alla nascita, con lamotrigina e levetiracetam che hanno i profili più sicuri.[9]
  • Con un trattamento adeguato, molte persone possono ridurre significativamente la frequenza delle loro crisi, e alcune potrebbero non avere più crisi per il resto della loro vita, offrendo una reale speranza di libertà dalle crisi a lungo termine.[1]