La sindrome dell’intestino corto è una condizione complessa che richiede supporto nutrizionale a lungo termine. Attualmente sono in corso 7 studi clinici che stanno valutando nuovi trattamenti per migliorare l’assorbimento dei nutrienti e ridurre la dipendenza dalla nutrizione parenterale in questi pazienti.
Studi clinici in corso sulla sindrome dell’intestino corto
La sindrome dell’intestino corto (SBS) si verifica quando una porzione significativa dell’intestino tenue è assente o è stata rimossa chirurgicamente, causando difficoltà nell’assorbimento di nutrienti e fluidi. I pazienti con questa condizione spesso necessitano di supporto nutrizionale parenterale a lungo termine, ovvero la somministrazione di nutrienti direttamente nel flusso sanguigno. Gli studi clinici attualmente in corso stanno esplorando diverse opzioni terapeutiche per migliorare la qualità di vita di questi pazienti.
Panoramica degli studi disponibili
Attualmente sono disponibili 7 studi clinici per la sindrome dell’intestino corto. Di seguito viene presentata una descrizione dettagliata di ciascuno studio, con informazioni sui criteri di partecipazione, i trattamenti studiati e le località in cui si svolgono.
Studio sugli effetti di Apixaban e Teduglutide nei pazienti con sindrome dell’intestino corto in nutrizione parenterale a lungo termine
Località: Belgio
Questo studio si concentra sulla valutazione degli effetti del farmaco Apixaban in pazienti con sindrome dell’intestino corto che necessitano di supporto nutrizionale per via endovenosa a lungo termine. Lo studio coinvolge anche il farmaco Teduglutide, utilizzato per migliorare l’assorbimento dei nutrienti. L’obiettivo principale è comprendere come il corpo elabora l’Apixaban in pazienti con e senza sindrome dell’intestino corto.
I partecipanti saranno suddivisi in diversi gruppi: alcuni includeranno pazienti con SBS che non hanno mai assunto questi farmaci, altri pazienti già in trattamento, e un gruppo di volontari sani senza problemi gastrointestinali. Lo studio confronterà i livelli ematici di Apixaban dopo diverse dosi del farmaco per identificare eventuali differenze nell’assorbimento.
Criteri di inclusione principali:
- Diagnosi di sindrome dell’intestino corto con lunghezza dell’intestino tenue inferiore a 2 metri
- Nutrizione parenterale o fluidi da più di 3 mesi
- Età adulta
- Consenso informato firmato
Studio sulla sicurezza a lungo termine di apraglutide (iniezioni settimanali) nei pazienti con sindrome dell’intestino corto
Località: Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Norvegia, Polonia, Spagna, Svezia
Questo studio valuta la sicurezza e la tollerabilità a lungo termine di apraglutide, un nuovo peptide sintetico che imita un ormone naturale che favorisce la funzione intestinale. Il farmaco viene somministrato tramite iniezione sottocutanea utilizzando una siringa preriempita contenente polvere e liquido da miscelare prima dell’uso.
Durante questo studio a lungo termine, i partecipanti riceveranno il trattamento per un massimo di 312 settimane (circa 6 anni). I medici monitoreranno vari aspetti della salute dei partecipanti, tra cui la necessità di supporto nutrizionale parenterale, il peso corporeo, la qualità del sonno e la qualità della vita generale.
Criteri di inclusione principali:
- Partecipazione a precedenti studi clinici su apraglutide (TA799-007 o TA799-013)
- Completamento di almeno il 70% delle dosi programmate nello studio precedente
- Età superiore ai 18 anni
- Utilizzo di metodi contraccettivi efficaci per le donne in età fertile
Criteri di esclusione principali:
- Ostruzione intestinale negli ultimi 6 mesi
- Malattia infiammatoria intestinale attiva
- Cancro in corso o in trattamento
- Grave malattia epatica o renale
- Condizioni cardiache instabili
Studio sulla sicurezza e l’efficacia a lungo termine di Glepaglutide per pazienti con sindrome dell’intestino corto
Località: Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi, Polonia
Questo studio si concentra sulla valutazione della sicurezza e dell’efficacia a lungo termine di Glepaglutide, una soluzione iniettabile progettata per migliorare l’assorbimento dei nutrienti nei pazienti con sindrome dell’intestino corto. Lo studio è strutturato come uno studio di estensione per i pazienti che hanno completato uno studio precedente.
I partecipanti riceveranno iniezioni sottocutanee di Glepaglutide alla dose di 20,0 mg/mL e saranno monitorati regolarmente per valutare la sicurezza del trattamento e la sua capacità di ridurre il volume di supporto parenterale necessario. Lo studio include controlli regolari dei segni vitali, elettrocardiogrammi e vari esami del sangue e delle urine.
Criteri di inclusione principali:
- Completamento dello studio principale EASE SBS 2
- Diagnosi di sindrome dell’intestino corto
- Consenso informato firmato
Lo studio mira a valutare se Glepaglutide può ridurre di almeno il 20% il volume settimanale di supporto parenterale rispetto al basale o permettere la completa sospensione del supporto parenterale.
Studio sulla sicurezza a lungo termine di Glepaglutide per adulti con sindrome dell’intestino corto
Località: Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Paesi Bassi, Polonia
Questo è un altro studio di estensione a lungo termine su Glepaglutide che valuta la sicurezza del farmaco per un periodo di 104 settimane (circa 2 anni). Il farmaco viene somministrato come soluzione per iniezione sottocutanea alla dose di 20,0 mg/mL.
Durante lo studio, i ricercatori monitoreranno attentamente eventuali eventi avversi, cambiamenti nei segni vitali, risultati dell’elettrocardiogramma, parametri ematici e urinari. Lo studio valuterà anche la presenza di anticorpi contro glepaglutide e sostanze correlate, un aspetto importante per comprendere la risposta immunitaria al farmaco.
L’obiettivo principale è determinare se Glepaglutide può ridurre in modo sicuro ed efficace il volume di supporto parenterale necessario settimanalmente, con una riduzione significativa definita come almeno il 20% rispetto al basale o la completa sospensione del supporto parenterale.
Studio su Crofelemer per adulti con sindrome dell’intestino corto e insufficienza intestinale senza colon in continuità
Località: Germania, Italia
Questo studio clinico valuta Crofelemer, fornito come polvere per soluzione orale, in pazienti adulti con sindrome dell’intestino corto e insufficienza intestinale che non hanno un colon in continuità. Lo studio ha una durata di 24 settimane ed è condotto in doppio cieco, il che significa che né i partecipanti né i ricercatori sapranno chi sta ricevendo il farmaco attivo o il placebo.
L’obiettivo è valutare la sicurezza e l’efficacia preliminare di Crofelemer nel ridurre la necessità di supporto parenterale e migliorare la consistenza delle feci. Il farmaco agisce regolando la secrezione di fluidi nell’intestino, il che può aiutare a ridurre i sintomi associati alla SBS-IF.
Criteri di inclusione principali:
- Supporto parenterale per almeno tre giorni alla settimana e un minimo di 2 litri settimanali
- Pazienti con morbo di Crohn in remissione clinica da almeno 12 settimane
- Capacità di mangiare cibi solidi o semisolidi e bere liquidi
- Età uguale o superiore a 18 anni
- Storia di SBS con almeno 100 cm di intestino tenue rimanente
- Diarrea cronica non infettiva con almeno una evacuazione liquida al giorno per più di 4 settimane consecutive
Studio di HM15912 per adulti con insufficienza intestinale associata a sindrome dell’intestino corto
Località: Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Polonia
Questo studio valuta HM15912, una proteina speciale progettata per migliorare la condizione dei pazienti con SBS-IF. Si tratta di un analogo del peptide-2 glucagone-simile umano legato a un frammento FC di immunoglobulina umana, somministrato come soluzione per iniezione mediante siringa preriempita.
Lo studio valuterà la sicurezza e la tollerabilità di HM15912 quando somministrato mediante iniezioni sottocutanee multiple per un periodo di 24 settimane. I partecipanti saranno monitorati attentamente per eventuali effetti collaterali o reazioni nel sito di iniezione, con controlli regolari dei segni vitali ed elettrocardiogrammi.
Criteri di inclusione principali:
- Età pari o superiore a 18 anni
- Diagnosi di sindrome dell’intestino corto con insufficienza intestinale
- Nutrizione parenterale o endovenosa stabile
- Ultima chirurgia intestinale almeno 6 mesi prima dello studio
- Peso corporeo di almeno 30 kg e indice di massa corporea superiore a 18 kg/m²
- Peso corporeo stabile nei 6 mesi precedenti lo studio
Studio sugli effetti di Rivaroxaban nei pazienti con sindrome dell’intestino corto in nutrizione parenterale a lungo termine
Località: Paesi Bassi
Questo studio valuta gli effetti di Rivaroxaban (nome commerciale Xarelto) in pazienti con sindrome dell’intestino corto che dipendono dalla nutrizione parenterale a lungo termine. Rivaroxaban è un farmaco anticoagulante utilizzato per prevenire i coaguli di sangue, somministrato sotto forma di compresse rivestite con film da 20 mg.
Lo studio osserverà gli effetti del farmaco per un periodo di almeno un anno, monitorando gli esiti clinici come l’insorgenza di coaguli di sangue o eventi emorragici, e confrontandoli con i test di laboratorio che misurano i livelli di rivaroxaban nel sangue. Lo studio valuterà anche la qualità della vita dei partecipanti utilizzando il questionario standardizzato SF-36.
Criteri di inclusione principali:
- Diagnosi di sindrome dell’intestino corto o malassorbimento intestinale
- Utilizzo corrente di nutrizione parenterale totale
- Età pari o superiore a 18 anni
- Necessità di terapia anticoagulante prima di iniziare la nutrizione parenterale
L’obiettivo è fornire informazioni preziose su come rivaroxaban influisce sui pazienti con SBS dipendenti dalla nutrizione parenterale a lungo termine e migliorare le strategie di trattamento per questi pazienti.
Riepilogo e considerazioni importanti
Gli studi clinici attualmente in corso sulla sindrome dell’intestino corto si concentrano principalmente su farmaci innovativi appartenenti alla classe degli analoghi del GLP-2 (peptide-2 glucagone-simile), come apraglutide, glepaglutide e HM15912. Questi farmaci mirano a stimolare la crescita dell’epitelio intestinale e migliorare l’assorbimento dei nutrienti nell’intestino rimanente.
Un aspetto importante di questi studi è la valutazione della riduzione della dipendenza dalla nutrizione parenterale. Gli endpoint primari nella maggior parte degli studi includono la riduzione di almeno il 20% del volume settimanale di supporto parenterale o la completa sospensione della nutrizione parenterale. Questo rappresenta un obiettivo terapeutico significativo per migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Gli studi hanno durate variabili: alcuni sono studi di estensione a lungo termine che durano fino a 6 anni (apraglutide), mentre altri sono studi di fase più breve di 24-104 settimane. Questa varietà permette di valutare sia la sicurezza a breve termine che gli effetti a lungo termine dei trattamenti.
Un’area di ricerca emergente riguarda lo studio dei farmaci anticoagulanti (Apixaban e Rivaroxaban) nei pazienti con SBS. Questi studi sono importanti perché i pazienti con nutrizione parenterale a lungo termine possono avere un rischio aumentato di trombosi e presentare un assorbimento alterato dei farmaci orali.
È importante notare che la maggior parte degli studi richiede che i pazienti abbiano una lunghezza intestinale residua minima (tipicamente almeno 100 cm o meno di 2 metri dal legamento di Treitz) e che siano trascorsi almeno 6 mesi dall’ultima chirurgia intestinale. Questo permette una certa stabilizzazione della condizione prima di iniziare la terapia sperimentale.
I pazienti interessati a partecipare a questi studi dovrebbero discutere con il proprio medico specialista per determinare l’idoneità e valutare i potenziali benefici e rischi della partecipazione a un trial clinico.












