Il piede diabetico rappresenta una delle complicanze più gravi del diabete mellito, con ulcere che spesso faticano a guarire e possono portare a conseguenze serie. Attualmente sono in corso 11 studi clinici che stanno testando nuovi approcci terapeutici, dalle terapie cellulari avanzate ai farmaci innovativi, offrendo nuove speranze per i pazienti affetti da questa condizione debilitante.
Studi clinici in corso sul piede diabetico: nuove prospettive di trattamento
Il piede diabetico è una complicanza comune e grave del diabete mellito, caratterizzata dallo sviluppo di ulcere, ferite aperte o lesioni che si verificano sui piedi delle persone con diabete. Queste ulcere si formano tipicamente a causa di una combinazione di fattori come la ridotta circolazione sanguigna, il danneggiamento dei nervi (neuropatia) e i livelli elevati di glucosio nel sangue. Il processo di guarigione può essere molto lento, e senza un’adeguata gestione, le ulcere possono infettarsi e portare a complicazioni severe, inclusa la necessità di amputazione.
La ricerca medica sta attualmente valutando diverse terapie innovative attraverso studi clinici. In questo articolo vengono presentati 10 dei 11 studi clinici attualmente disponibili per questa condizione, focalizzati su approcci terapeutici che vanno dai nuovi farmaci alle terapie cellulari avanzate.
Terapie farmacologiche innovative
Studio sull’effetto del semaglutide nella guarigione delle ulcere del piede in pazienti con diabete di tipo 2
Localizzazione: Danimarca
Questo studio sta valutando gli effetti del semaglutide, un farmaco già utilizzato per il controllo dei livelli di glucosio nel sangue, sulla guarigione delle ulcere del piede diabetico. Il semaglutide appartiene alla classe dei cosiddetti agonisti del recettore GLP-1 e funziona imitando un ormone naturale del corpo che aiuta a regolare l’insulina e i livelli di zucchero nel sangue. Lo studio confronta l’efficacia del semaglutide con un placebo in un periodo di trattamento di 20 settimane.
I partecipanti devono avere una diagnosi di diabete di tipo 2 da almeno 6 mesi, essere di età compresa tra 18 e 90 anni, e presentare un’ulcera del piede sotto il livello delle caviglie. L’ulcera deve avere un’area di almeno 5 millimetri quadrati ma non superiore a 3000 millimetri quadrati dopo la pulizia. Il farmaco viene somministrato mediante iniezione sottocutanea una volta alla settimana, con dosaggi che variano da 0,25 mg a 1 mg.
L’obiettivo principale dello studio è determinare la proporzione di ulcere completamente guarite dopo 20 settimane di trattamento, valutando anche i cambiamenti nelle dimensioni delle ulcere dall’inizio alla fine dello studio.
Studio sulla sicurezza e sugli effetti dell’udonitrectag per il trattamento delle ulcere del piede diabetico nei pazienti
Localizzazione: Italia
L’udonitrectag (MT8) è un nuovo composto progettato per imitare le neurotrofine, proteine che supportano la crescita e la sopravvivenza delle cellule nervose. Questo studio valuta la sicurezza, la tollerabilità e l’efficacia dell’udonitrectag quando aggiunto alla cura standard per le ulcere del piede diabetico neuro-ischemiche.
Il trattamento viene applicato esternamente come soluzione direttamente sull’ulcera per un periodo di sei settimane. I pazienti devono avere un diabete di tipo 1 o 2, con livelli di emoglobina glicata (HbA1c) del 10% o inferiori, e un’ulcera del piede classificata come grado I o II secondo il sistema di classificazione TEXAS. L’ulcera deve avere un’area compresa tra 2 e 15 cm² e non deve aver guarito con la cura standard nelle ultime due settimane.
Lo studio monitora attentamente la sicurezza e la tollerabilità del trattamento, osservando la natura, la frequenza e la gravità di eventuali eventi avversi. L’obiettivo secondario è valutare l’efficacia misurando la percentuale di pazienti che raggiungono almeno una riduzione del 50% nell’area dell’ulcera rispetto al valore iniziale durante le sei settimane di trattamento.
Studio sull’ipoclorito di sodio e sulla poliesametilene biguanide per la guarigione delle ulcere del piede diabetico in pazienti con diabete
Localizzazione: Svezia
Questo studio confronta due trattamenti antimicrobici locali per le ulcere del piede diabetico: l’acido ipocloroso e la poliesametilene biguanide (PHMB). Entrambi sono agenti antimicrobici che aiutano a prevenire l’infezione nell’area della ferita, lavorando a livello molecolare per distruggere le pareti cellulari dei batteri.
I partecipanti devono avere il diabete (tipo 1, tipo 2 o dovuto a pancreatite), un’ulcera del piede presente da almeno 10 giorni con un’area superficiale di almeno 9 millimetri quadrati, ed essere di età pari o superiore a 18 anni. I pazienti vengono assegnati casualmente a ricevere uno dei due trattamenti, che vengono applicati direttamente sulla pelle dell’ulcera.
Lo studio ha una durata di 24 settimane, durante le quali viene monitorato il progresso della guarigione. A 12 settimane viene condotta una valutazione intermedia per valutare la proporzione di ulcere guarite in ciascun gruppo di trattamento. La valutazione finale, alla fine delle 24 settimane, include misurazioni del tempo di guarigione, cambiamenti nella qualità della vita utilizzando il questionario EQ5-D, e il numero di giorni in cui sono stati necessari antibiotici.
Studio sulla sicurezza e sull’efficacia del TP-102 per il trattamento delle infezioni del piede diabetico nei pazienti
Localizzazione: Polonia
Il TP-102 rappresenta un approccio innovativo al trattamento delle infezioni del piede diabetico attraverso la terapia con batteriofagi. I batteriofagi sono virus microscopici che possono mirare specificamente e distruggere determinati batteri, tra cui Acinetobacter baumannii, Pseudomonas aeruginosa e Staphylococcus aureus, comunemente coinvolti nelle infezioni del piede diabetico.
Il trattamento viene applicato direttamente sulla ferita del piede in aggiunta alla cura standard. I pazienti devono avere almeno 18 anni, una diagnosi confermata di diabete mellito (tipo I o II), con livelli di HbA1c del 12,0% o inferiori. L’infezione del piede deve essere presente da almeno 3 settimane, localizzata sotto la caviglia, con un’area della ferita di 20,0 cm² o inferiore dopo la pulizia, e classificata come infezione lieve o moderata secondo linee guida specifiche.
Lo studio valuta la sicurezza e l’efficacia del TP-102 nel ridurre il numero di batteri nocivi e migliorare la condizione generale della ferita. Durante tutto lo studio, che dura circa un mese, vengono monitorati attentamente gli effetti del trattamento sull’infezione e sulla guarigione della ferita, registrando anche eventuali effetti collaterali.
Terapie cellulari avanzate
Studio sull’AUP1602-C per il trattamento delle ulcere del piede diabetico non guarenti nei pazienti
Localizzazione: Italia
Questo studio valuta l’AUP1602-C, una terapia cellulare applicata come sospensione di cellule direttamente sulla pelle dell’ulcera. Il trattamento viene utilizzato insieme a una medicazione in schiuma per aiutare la guarigione di ulcere del piede che non migliorano con la cura standard.
I pazienti devono avere almeno 18 anni, diabete di tipo 1 o 2 con HbA1c dell’11,0% o inferiore, e almeno un’ulcera del piede diabetico che soddisfi criteri specifici. L’ulcera deve essere presente da almeno 3 mesi ma non più di 12 mesi, non deve aver guarito più del 20% dopo 2 settimane di cura standard, e deve avere dimensioni comprese tra 1,0 e 10,0 cm² dopo la pulizia. L’ulcera deve essere a spessore completo ma non deve coinvolgere ossa o articolazioni, e non deve mostrare segni di infezione attiva.
Il trattamento viene somministrato per un periodo fino a 20 settimane, durante il quale viene monitorato regolarmente il progresso della guarigione dell’ulcera. Lo studio valuta anche la sicurezza e la tollerabilità del trattamento, registrando eventuali effetti collaterali o reazioni avverse.
Studio sugli effetti delle cellule mononucleate derivate dal midollo osseo autologo per pazienti con sindrome del piede diabetico e ischemia degli arti inferiori
Localizzazione: Repubblica Ceca, Cechia
Questo studio si concentra su una terapia cellulare innovativa che utilizza cellule mononucleate derivate dal midollo osseo del paziente stesso (autologhe), note con il nome in codice REX-001. Le cellule vengono prelevate dal midollo osseo del paziente e reiniettate nel corpo attraverso iniezione intramuscolare per aiutare a migliorare il flusso sanguigno e promuovere la guarigione.
I pazienti devono avere ulcere del piede diabetico o aver subito un’amputazione minore, con ischemia cronica minacciosa per l’arto dovuta a malattia arteriosa occlusiva. L’età deve essere compresa tra 18 e 90 anni, con diabete mellito di tipo 1 o 2. I pazienti devono inoltre presentare una grave mancanza di flusso sanguigno alla gamba, dimostrata da test medici con una misurazione TcPO2 inferiore a 40 mm Hg.
Lo studio confronta gli effetti della terapia cellulare con il trattamento standard attualmente disponibile per queste condizioni. L’obiettivo principale è migliorare l’ossigenazione dei tessuti, portare a una migliore guarigione delle ulcere, ridurre il dolore e diminuire il rischio di necessità di amputazioni maggiori. I pazienti vengono monitorati regolarmente per valutare l’ossigenazione dei tessuti, la guarigione delle ferite, i cambiamenti nel dolore e il tasso di amputazioni maggiori. Lo studio è previsto concludersi entro la fine del 2027.
Studio sulla sicurezza e sull’efficacia delle cellule staminali allogeniche per il trattamento delle ulcere del piede diabetico in pazienti con diabete
Localizzazione: Polonia
Questo studio valuta l’uso di cellule staminali mesenchimali derivate dal tessuto adiposo allogenico (alloADSC-DFU-RL o CellReady) per il trattamento delle ferite croniche associate alla sindrome del piede diabetico. Le cellule staminali utilizzate provengono da donatori e vengono applicate direttamente sulla ferita come sospensione cellulare.
I criteri di inclusione richiedono che i pazienti abbiano più di 18 anni, utilizzino un tipo di cura delle ferite raccomandato dal medico dello studio, e abbiano un’ulcera del piede correlata al diabete, classificata come neuropatica o neuropatica/ischemica. L’ulcera deve essere presente da almeno 6 settimane, con dimensioni comprese tra 1 e 25 centimetri quadrati dopo la pulizia. I pazienti devono avere un buon flusso sanguigno nell’area della ferita e un livello di emoglobina glicata (HbA1c) non superiore all’11%.
Lo studio ha una durata di sei settimane, durante le quali i partecipanti vengono assegnati casualmente a ricevere il trattamento con cellule staminali o un placebo. Vengono valutati i cambiamenti nell’area superficiale della ferita, la frequenza e la gravità di eventuali eventi avversi, e parametri di qualità della vita utilizzando il questionario EQ-5D-5L. L’obiettivo è determinare se le cellule staminali possono portare a una guarigione significativa della ferita e valutare quanto bene i pazienti tollerano il trattamento.
Studio sul trattamento delle ulcere del piede diabetico utilizzando cellule della frazione vascolare stromale autologhe per pazienti con ferite non guarenti
Localizzazione: Francia
Questo studio di fase II si concentra sul trattamento delle ulcere del piede diabetico che non hanno risposto ai trattamenti standard, utilizzando cellule della frazione vascolare stromale (SVF) derivate dal tessuto adiposo del paziente stesso. Il trattamento prevede la raccolta di tessuto adiposo dal corpo del paziente, la sua elaborazione per ottenere le cellule SVF, e la loro somministrazione attraverso iniezione transdermica (attraverso la pelle) direttamente nell’area della ferita.
I pazienti devono avere almeno 18 anni, diabete di tipo 1 o 2 con HbA1c inferiore al 10% nell’ultimo mese, e un’ulcera del piede diabetico localizzata su un dito o piede che misura tra 1 e 15 centimetri quadrati dopo la pulizia. L’ulcera non deve aver migliorato con il trattamento standard per almeno 2 mesi, non deve mostrare segni di infezione, e deve avere un flusso sanguigno adeguato all’arto interessato. I pazienti devono anche avere confermato un danno ai nervi (neuropatia) nel piede e un indice di massa corporea (BMI) di almeno 18,5 kg/m².
La quantità massima di sospensione che verrà somministrata è di 15 millilitri in una singola sessione di trattamento. I pazienti vengono monitorati per 20 settimane dopo aver ricevuto il trattamento per valutare se le ferite guariscono completamente. Durante tutto il periodo di studio, i partecipanti devono essere disposti a indossare calzature prescritte per ridurre la pressione sul piede durante la camminata.
Studio sull’AUP1602-C per il trattamento delle ulcere del piede diabetico non guarenti nei pazienti
Localizzazione: Germania, Italia, Polonia
Questo studio multicentrico valuta l’AUP1602-C per il trattamento delle ulcere neuro-ischemiche del piede diabetico non guarenti. Le ulcere neuro-ischemiche sono causate da danno nervoso e scarso flusso sanguigno, complicanze comuni del diabete. Il trattamento viene applicato topicamente come sospensione cellulare direttamente sull’ulcera.
I pazienti devono avere almeno 18 anni, essere in buona salute fisica e mentale per seguire le procedure dello studio, e avere diabete di tipo 1 o 2 con HbA1c del 11,0% o inferiore. L’ulcera del piede deve soddisfare criteri specifici: non deve essere guarita più del 20% durante un periodo di 2 settimane con la cura standard, deve essere presente da almeno 4 settimane ma non più di 12 mesi, e deve avere dimensioni comprese tra 1,0 e 10,0 cm² dopo la pulizia.
Prima di iniziare il trattamento, viene osservato un periodo di run-in di due settimane per valutare la risposta dell’ulcera alla cura standard. Dopo questo periodo, i pazienti vengono assegnati casualmente a ricevere AUP1602-C o un placebo. Il dosaggio si basa sulle dimensioni dell’ulcera, specificamente 2,5 x 10^8 CFU per centimetro quadrato di area dell’ulcera. L’obiettivo principale è raggiungere la chiusura completa della ferita entro 20 settimane dall’inizio del trattamento, con valutazioni secondarie che misurano la percentuale di riduzione dell’area della ferita a vari intervalli: 4, 8, 12, 16 e 20 settimane.
Trattamenti con plasma ricco di fattori di crescita
Studio sull’uso del plasma ricco di fattori di crescita per il trattamento delle ulcere del piede in pazienti diabetici con malattia arteriosa periferica
Localizzazione: Spagna
Questo studio valuta l’efficacia del plasma ricco di fattori di crescita (PRGF) nel trattamento delle ulcere del piede in pazienti con diabete che hanno anche malattia arteriosa periferica. Il PRGF è un gel prodotto da un concentrato di piastrine, un componente del sangue che aiuta nella guarigione. I fattori di crescita sono sostanze naturali capaci di stimolare la crescita cellulare e la guarigione.
I pazienti devono avere almeno 18 anni, una diagnosi di diabete di tipo 1 o 2, e una o più ulcere localizzate sotto le ossa della caviglia (malleoli). Le dimensioni dell’ulcera devono essere comprese tra 1 e 25 centimetri quadrati. I pazienti devono avere malattia arteriosa periferica (PAD), che significa una riduzione del flusso sanguigno alle gambe e ai piedi, e soddisfare almeno due criteri relativi al flusso sanguigno e alla pressione nelle gambe e nei piedi, come l’assenza di polsi nelle gambe inferiori o specifiche misurazioni di pressione.
Lo studio ha una durata di sei mesi, durante i quali i partecipanti ricevono il trattamento PRGF o un trattamento convenzionale, e il progresso delle ulcere del piede viene monitorato e valutato utilizzando l’indice RESVECH 2.0, progettato specificamente per misurare il progresso della guarigione. Vengono effettuate valutazioni di follow-up a tre e sei mesi per valutare il progresso della guarigione dell’ulcera. Lo studio valuta anche vari aspetti come le dimensioni delle ulcere, il rischio di amputazione e la qualità della vita dei partecipanti.
Sintesi e considerazioni importanti
Gli studi clinici presentati in questo articolo rappresentano 10 dei 11 studi attualmente disponibili per il trattamento del piede diabetico, evidenziando la diversità degli approcci terapeutici in fase di valutazione. Emerge chiaramente come la ricerca si stia concentrando su diverse strategie innovative:
Terapie farmacologiche avanzate: Alcuni studi stanno valutando farmaci già noti per altre indicazioni, come il semaglutide, per nuove applicazioni nella guarigione delle ulcere del piede diabetico. Altri stanno testando composti completamente nuovi come l’udonitrectag, che imita le neurotrofine, proteine essenziali per la crescita e la sopravvivenza delle cellule nervose.
Approcci antimicrobici: Diversi studi si concentrano sul controllo delle infezioni attraverso agenti antimicrobici tradizionali come l’acido ipocloroso e la poliesametilene biguanide, o attraverso approcci innovativi come la terapia con batteriofagi (TP-102), che utilizza virus specifici per distruggere i batteri patogeni.
Terapie cellulari e medicina rigenerativa: Una porzione significativa degli studi sta esplorando l’uso di cellule staminali e terapie cellulari, sia autologhe (derivate dal paziente stesso) che allogeniche (da donatori). Questi approcci mirano a sfruttare il potenziale rigenerativo delle cellule per promuovere la guarigione dei tessuti e migliorare il flusso sanguigno.
Trattamenti con fattori di crescita: Il plasma ricco di fattori di crescita rappresenta un approccio che utilizza i componenti naturali del sangue del paziente per stimolare la guarigione, offrendo una strategia potenzialmente sicura ed efficace.
È importante notare che la maggior parte di questi studi richiede che i pazienti abbiano un controllo adeguato del diabete, con livelli di HbA1c generalmente non superiori all’11-12%. Questo sottolinea l’importanza fondamentale del controllo glicemico nella gestione del piede diabetico. Inoltre, molti studi escludono pazienti con infezioni gravi, malattie epatiche o renali severe, gravidanza o allattamento, sottolineando la necessità di una valutazione medica completa prima della partecipazione.
La durata degli studi varia considerevolmente, da poche settimane a diversi mesi, con periodi di follow-up che possono estendersi fino a un anno o più. Questo riflette la complessità del processo di guarigione delle ulcere del piede diabetico e la necessità di monitoraggio a lungo termine per valutare l’efficacia duratura dei trattamenti.
Per i pazienti interessati a partecipare a questi studi clinici, è essenziale consultare il proprio medico diabetologo o specialista in piede diabetico per valutare l’idoneità e discutere i potenziali benefici e rischi. La partecipazione a uno studio clinico può offrire l’accesso a terapie innovative non ancora disponibili nella pratica clinica standard, contribuendo al contempo all’avanzamento della conoscenza medica in questo campo critico.

















