Protezione solare: Il cardine della gestione dell’EPP
L’aspetto più cruciale nella gestione della Protoporfiria eritropoietica (EPP) è la protezione solare. Si consiglia ai pazienti di evitare o limitare l’esposizione alla luce solare e a certi tipi di luce fluorescente per prevenire e controllare i sintomi[6]. Questo implica l’uso di indumenti protettivi e schermi solari opachi[7]. Nonostante l’assenza di una cura definitiva, queste misure sono essenziali per minimizzare le manifestazioni cutanee della malattia[3].
Afamelanotide: Miglioramento della tolleranza al sole
L’Afamelanotide, commercializzata come SCENESSE, è un analogo sintetico dell’ormone stimolante i melanociti alfa (MSH) che è stato approvato dalla FDA per il trattamento dell’EPP[6]. Questo farmaco funziona aumentando i livelli di eumelanina nella pelle, che fornisce un effetto protettivo contro le radiazioni UV e la luce visibile[2]. Viene somministrato come impianto ogni due mesi e ha dimostrato di aumentare la tolleranza alla luce solare senza effetti collaterali significativi[5].
Supplementazione di Vitamina D e Calcio
A causa della necessità di evitare la luce solare, i pazienti con EPP sono a rischio di carenza di vitamina D. Pertanto, si raccomanda l’integrazione con vitamina D e calcio per mantenere la salute delle ossa[1]. Si suggerisce un’assunzione giornaliera di 1000mg di calcio e 800 UI di vitamina D[2].
Monitoraggio e gestione della salute epatica
In alcuni casi, l’EPP può portare a complicazioni epatiche, rendendo necessario un monitoraggio regolare della funzionalità epatica. Questo include test annuali per la protoporfirina totale eritrocitaria, la porfirina plasmatica, l’emocromo completo, la ferritina e la funzionalità epatica[2]. Per coloro che hanno una grave malattia epatica, i trattamenti possono includere emina endovenosa, plasmaferesi e farmaci come l’acido ursodesossicolico e la vitamina E[1]. In casi estremi, può essere necessario il trapianto di fegato, anche se non cura l’EPP[4].
Trapianto di midollo osseo: Una potenziale cura
Il trapianto di midollo osseo è considerato un trattamento definitivo per l’EPP, specialmente quando combinato con il trapianto di fegato[4]. Questo approccio può potenzialmente invertire o trattare sia la fotosensibilità che l’epatopatia protoporfirinica[1]. Tuttavia, non viene eseguito di routine a causa dei rischi associati[7].
Trattamenti emergenti e studi clinici
La ricerca è in corso per trovare nuovi trattamenti per l’EPP. Lo studio AURORA sta valutando il bitopertin come potenziale trattamento modificante la malattia[2]. Inoltre, uno studio di Fase 3 sta testando l’efficacia di MT-7117, un farmaco che aumenta la pigmentazione della pelle[5]. Queste terapie emergenti potrebbero modificare significativamente il panorama terapeutico per l’EPP in futuro[3].
Cure di supporto e modifiche dello stile di vita
Le cure di supporto sono cruciali per la gestione dell’EPP. Questo include il mantenimento di un peso salutare, l’astensione dall’alcol e l’evitare medicinali epatotossici[3]. La consulenza genetica può essere anche benefica per i pazienti e le loro famiglie[2]. Le consultazioni regolari con gli operatori sanitari sono importanti per monitorare la malattia e adeguare i piani di trattamento secondo necessità[7].