La sclerosi multipla progressiva è una forma di sclerosi multipla caratterizzata da un peggioramento graduale dei sintomi nel tempo. Attualmente sono in corso 7 studi clinici che stanno testando diversi approcci terapeutici, tra cui farmaci immunomodulatori, terapie cellulari innovative e il riutilizzo di farmaci già noti. Questi studi rappresentano una speranza importante per i pazienti che convivono con questa condizione neurologica complessa.
Studi Clinici in Corso sulla Sclerosi Multipla Progressiva
La sclerosi multipla progressiva è una forma particolarmente impegnativa di sclerosi multipla, in cui i sintomi neurologici peggiorano gradualmente nel tempo senza periodi chiari di remissione. A differenza delle forme recidivanti-remittenti, questa variante della malattia presenta una progressione costante che può influenzare significativamente la mobilità, le funzioni cognitive e la qualità della vita dei pazienti. Attualmente, la ricerca medica sta esplorando diverse strategie terapeutiche attraverso studi clinici che coinvolgono farmaci immunomodulatori, terapie innovative con cellule staminali e il riutilizzo di farmaci già esistenti.
In questo articolo presentiamo 7 studi clinici attualmente in corso, che stanno testando trattamenti promettenti per rallentare la progressione della malattia, ridurre l’infiammazione cerebrale e migliorare i sintomi nei pazienti con sclerosi multipla progressiva.
Studi Clinici Disponibili
Studio sull’Efficacia e la Sicurezza di Ocrelizumab per Pazienti con Sclerosi Multipla Progressiva
Localizzazione: Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia
Questo studio si concentra sulla valutazione dell’efficacia e della sicurezza di ocrelizumab, un anticorpo monoclonale somministrato per infusione endovenosa, nel trattamento della sclerosi multipla progressiva. Lo studio ha una durata di quattro anni e mira a determinare se il trattamento può rallentare o arrestare la progressione della malattia.
I partecipanti riceveranno ocrelizumab a dosi di 300 mg attraverso infusioni endovenose a intervalli regolari. Durante lo studio, i ricercatori monitoreranno attentamente la progressione della malattia, le funzioni cognitive, la mobilità e l’impatto sulla vita quotidiana. Verranno utilizzate risonanze magnetiche per valutare i cambiamenti nel volume cerebrale e nelle caratteristiche delle lesioni.
Criteri di inclusione: Lo studio è aperto a pazienti con diagnosi confermata di sclerosi multipla progressiva, con un punteggio EDSS (Scala dello Stato di Disabilità Espansa) pari o inferiore a 6,5. I candidati devono mostrare evidenza documentata di progressione della disabilità negli ultimi due anni, indipendentemente dalle ricadute. È richiesta esperienza nell’uso di smartphone e connessione Wi-Fi. Le donne in età fertile devono impegnarsi a utilizzare metodi contraccettivi efficaci durante lo studio e per almeno 6 mesi dopo l’ultima dose del farmaco.
Il trattamento prevede anche l’uso di farmaci accessori come difenidramina cloridrato, paracetamolo e metilprednisolone per gestire eventuali reazioni legate all’infusione. L’obiettivo principale è valutare la proporzione di pazienti che non mostrano evidenza di progressione e non presentano malattia attiva per almeno 24 settimane.
Studio su Istradefillina per Ridurre l’Infiammazione Cerebrale in Pazienti con Sclerosi Multipla Progressiva
Localizzazione: Finlandia
Questo studio innovativo sta testando istradefillina, un farmaco assunto per via orale in forma di compressa, per valutare la sua capacità di ridurre l’infiammazione cerebrale nei pazienti con sclerosi multipla progressiva. In particolare, il farmaco mira a ridurre l’attivazione della microglia, cellule cerebrali coinvolte nel processo infiammatorio.
I partecipanti assumeranno istradefillina alla dose di 40 mg una volta al giorno per un periodo fino a sei mesi. Lo studio è controllato con placebo, il che significa che alcuni partecipanti riceveranno il farmaco attivo mentre altri riceveranno una compressa dall’aspetto identico ma priva del principio attivo.
Criteri di inclusione: Possono partecipare uomini e donne di età compresa tra 18 e 67 anni con diagnosi di sclerosi multipla progressiva primaria o sclerosi multipla secondariamente progressiva non attiva (senza ricadute negli ultimi 2 anni). I candidati devono avere un punteggio EDSS tra 3,5 e 7,5 e mostrare segni di peggioramento della malattia negli ultimi due anni. È richiesta una conoscenza fluente della lingua finlandese e il completamento almeno dell’ottavo anno di scuola.
Durante lo studio verranno eseguiti test di imaging cerebrale avanzati, tra cui scansioni PET con traccianti TSPO e risonanze magnetiche, per monitorare i cambiamenti nell’attività cerebrale e nell’infiammazione. Verranno inoltre valutati parametri come la velocità di camminata, la destrezza manuale, le funzioni cognitive e la qualità della vita.
Studio sugli Effetti di Siponimod sui Marcatori di Imaging e Immunologici in Pazienti con Sclerosi Multipla Progressiva
Localizzazione: Italia
Questo studio italiano esamina gli effetti di siponimod (commercializzato come Mayzent) su specifiche lesioni cerebrali visibili alla risonanza magnetica in pazienti con sclerosi multipla secondariamente progressiva. Il farmaco viene somministrato per via orale in forma di compresse rivestite.
L’obiettivo principale è valutare come siponimod influenzi le lesioni cerebrali paramagnetiche con anello (rim lesions), che sono aree di danno tissutale che indicano infiammazione cronica attiva. Lo studio durerà fino a due anni e prevede valutazioni regolari attraverso risonanze magnetiche e analisi di marcatori specifici nel sangue e nel liquido cerebrospinale.
Criteri di inclusione: Lo studio è aperto a pazienti di età compresa tra 18 e 65 anni con diagnosi di sclerosi multipla secondariamente progressiva attiva, caratterizzata da un aumento di almeno 1 punto nel punteggio EDSS, con storia di ricadute o nuovi segni di attività della malattia alla risonanza magnetica negli ultimi 2 anni. I partecipanti devono avere un punteggio EDSS compreso tra 3,0 e 6,0 ed essere nella fase progressiva della malattia da meno di 5 anni. È necessario disporre di una risonanza magnetica 3T eseguita negli ultimi 2 anni. Le donne non devono essere in gravidanza o allattamento e devono utilizzare metodi contraccettivi efficaci.
Durante lo studio verranno monitorate le variazioni nelle lesioni cerebrali, nei marcatori di infiammazione e neurodegenerazione, nelle funzioni cognitive e nella qualità della vita dei pazienti.
Studio sugli Effetti di Vidofludimus Calcio (IMU-838) in Pazienti con Sclerosi Multipla Progressiva
Localizzazione: Bulgaria, Repubblica Ceca, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Romania
Questo ampio studio internazionale sta valutando l’efficacia di IMU-838 (vidofludimus calcio), un nuovo farmaco somministrato in forma di compressa, nel rallentare l’atrofia cerebrale (riduzione del volume cerebrale) nei pazienti con sclerosi multipla progressiva. Lo studio confronta gli effetti di IMU-838 con un placebo per determinarne l’efficacia e la sicurezza.
I partecipanti verranno assegnati casualmente a ricevere IMU-838 a dosaggi di 22,5 mg o 45 mg, oppure un placebo. Il periodo di trattamento principale durerà fino a 120 settimane, seguito da una possibile fase di estensione in cui tutti i pazienti riceveranno il farmaco attivo.
Criteri di inclusione: Possono partecipare adulti di età compresa tra 18 e 65 anni senza segni di ricadute negli ultimi 24 mesi. I candidati devono avere una diagnosi di sclerosi multipla secondariamente progressiva o sclerosi multipla progressiva primaria (diagnosticata da non più di 10 anni). È richiesto un punteggio EDSS tra 3,0 e 6,5 ed evidenza di peggioramento della disabilità negli ultimi 24 mesi, confermata da un aumento del punteggio EDSS, peggioramento del 20% o più nei test di deambulazione o funzione manuale, oppure documentazione medica di peggioramento. Le partecipanti femminili in età fertile devono avere un test di gravidanza negativo e accettare di utilizzare metodi contraccettivi efficaci. I partecipanti maschili devono impegnarsi a non concepire figli e a utilizzare contraccettivi di barriera.
Lo studio utilizzerà risonanze magnetiche avanzate per misurare con precisione i cambiamenti nel volume cerebrale nel tempo, insieme a valutazioni della progressione della disabilità, delle funzioni cognitive e di vari marcatori biologici.
Studio su Cellule Precursori Neurali Fetali Umane e Tacrolimus per Pazienti con Sclerosi Multipla Progressiva
Localizzazione: Italia
Questo studio all’avanguardia esplora un approccio terapeutico innovativo basato sul trapianto di cellule precursori neurali fetali umane (hfNPCs) nei pazienti con sclerosi multipla progressiva. Le cellule vengono somministrate direttamente nel liquido cerebrospinale attraverso iniezioni intratecali, cioè nello spazio che circonda il midollo spinale.
I partecipanti riceveranno due dosi di 200 milioni di cellule ciascuna, a distanza di sei mesi l’una dall’altra. In combinazione con la terapia cellulare, i pazienti assumeranno tacrolimus, un farmaco immunosoppressore per via orale, per prevenire il rigetto delle cellule trapiantate. Lo studio durerà complessivamente 96 settimane.
Criteri di inclusione: Possono partecipare uomini e donne di età compresa tra 18 e 65 anni con diagnosi di sclerosi multipla progressiva secondo i criteri McDonald rivisti del 2017. I candidati devono avere un punteggio EDSS tra 3,0 e 8,0 e devono aver sperimentato il fallimento, l’intolleranza o l’ineleggibilità alle terapie approvate. Ciò significa che la loro condizione è peggiorata nonostante il trattamento, non hanno potuto tollerare la terapia a causa di effetti collaterali, oppure non sono adatti ai trattamenti disponibili. I partecipanti devono essere in grado di assumere farmaci per via orale e di seguire le procedure dello studio. Le donne in età fertile devono utilizzare metodi contraccettivi altamente efficaci per almeno un mese prima dello screening e durante lo studio. Gli uomini fertili devono utilizzare metodi contraccettivi efficaci e accettare di non donare sperma per tutta la durata dello studio.
L’obiettivo è valutare se queste cellule staminali neurali possono aiutare a riparare o rigenerare i tessuti nervosi danneggiati, migliorare o stabilizzare le condizioni dei pazienti. Durante lo studio verranno eseguiti esami di risonanza magnetica regolari per monitorare i cambiamenti nel volume cerebrale e altri indicatori di salute.
Studio sugli Effetti di Siponimod per Pazienti con Sclerosi Multipla Secondariamente Progressiva
Localizzazione: Italia
Questo studio italiano si concentra sulla valutazione degli effetti di siponimod (Mayzent) sull’infiammazione cronica del cervello e del midollo spinale in pazienti con sclerosi multipla secondariamente progressiva. Il farmaco viene somministrato per via orale in forma di compresse rivestite.
Durante i due anni di trattamento, i ricercatori raccoglieranno e analizzeranno campioni di sangue e liquido cerebrospinale per comprendere come il farmaco influenzi l’infiammazione. Lo studio prevede valutazioni neurologiche regolari e risonanze magnetiche per monitorare i cambiamenti nel cervello e nel midollo spinale.
Criteri di inclusione: Lo studio è aperto a pazienti di età compresa tra 18 e 65 anni con un decorso progressivo attivo della sclerosi multipla, caratterizzato da una progressione di almeno 1 punto nella scala EDSS, storia di ricadute o nuovi segni di attività della malattia alla risonanza magnetica negli ultimi 2 anni. I partecipanti devono aver effettuato una risonanza magnetica 3T negli ultimi 2 anni con specifiche sequenze di immagini. Sono necessari dettagliati documenti di storia clinica, incluse almeno due valutazioni neurologiche negli ultimi due anni o una nell’ultimo anno. Il punteggio EDSS deve essere compreso tra 3,0 e 6,0 e la fase progressiva della malattia deve essere presente da meno di 5 anni. Le partecipanti femminili non devono essere in gravidanza o allattamento e devono utilizzare metodi contraccettivi altamente efficaci durante lo studio e per almeno 10 giorni dopo la sospensione del trattamento. I partecipanti maschili devono utilizzare preservativi se le loro partner possono rimanere incinte, e la partner femminile deve anche utilizzare un metodo contraccettivo altamente efficace.
Lo studio valuterà vari marcatori di salute legati all’infiammazione e al danno nervoso, oltre ai cambiamenti nelle funzioni cognitive e nelle capacità fisiche, confrontando i risultati con un gruppo di controllo che riceve placebo.
Studio su Metformina per Ritardare la Progressione in Pazienti con Sclerosi Multipla Progressiva Non Attiva
Localizzazione: Belgio
Questo studio belga esplora un approccio innovativo utilizzando metformina, un farmaco comunemente utilizzato per il trattamento del diabete di tipo 2, come potenziale terapia aggiuntiva per rallentare la progressione della sclerosi multipla progressiva non attiva. La metformina viene somministrata per via orale sotto forma di compresse rivestite da 850 mg.
Lo studio durerà 96 settimane e confronterà gli effetti della metformina con un placebo per determinare se il farmaco può migliorare la velocità di camminata e altri parametri di salute. L’obiettivo principale è valutare se la metformina può ritardare la progressione della malattia, misurata attraverso la velocità di deambulazione.
Criteri di inclusione: Possono partecipare pazienti di età compresa tra 18 e 70 anni con diagnosi di sclerosi multipla progressiva non attiva, il che significa che la malattia sta peggiorando ma non ci sono stati nuovi attacchi o nuove lesioni cerebrali nell’ultimo 1-2 anni. I candidati devono avere un punteggio EDSS compreso tra 2,0 e 6,5. È necessario essere in grado di fornire il consenso informato, cioè comprendere lo studio e accettare di parteciparvi firmando un modulo. I partecipanti devono parlare olandese/fiammingo o francese, poiché i materiali dello studio sono disponibili in queste lingue. Devono aver utilizzato una terapia modificante la malattia stabile o nessun trattamento per almeno l’ultimo anno. Le donne in età fertile devono utilizzare misure contraccettive adeguate per prevenire la gravidanza durante lo studio.
Lo studio è progettato come “triplo cieco”, il che significa che né i partecipanti, né i professionisti sanitari, né i ricercatori sanno chi sta ricevendo la metformina o il placebo. Questo approccio garantisce risultati imparziali e affidabili. Verranno valutate anche le funzioni cognitive, la funzione manuale e la qualità della vita, insieme a risonanze magnetiche per monitorare i cambiamenti nel volume cerebrale e in altre caratteristiche cerebrali nel tempo.
Riepilogo e Considerazioni Importanti
Gli studi clinici attualmente in corso per la sclerosi multipla progressiva rappresentano diverse strategie terapeutiche promettenti. Gli approcci includono:
- Terapie immunomodulatrici: Ocrelizumab e siponimod mirano a modulare la risposta immunitaria per ridurre l’infiammazione e rallentare la progressione della malattia.
- Farmaci antinfiammatori innovativi: Istradefillina e vidofludimus calcio (IMU-838) rappresentano nuove classi di farmaci con meccanismi d’azione specifici per ridurre l’infiammazione cerebrale.
- Terapie cellulari rigenerative: L’uso di cellule precursori neurali fetali rappresenta un approccio completamente nuovo, mirato alla riparazione diretta dei tessuti nervosi danneggiati.
- Riposizionamento di farmaci esistenti: La metformina, già nota per il trattamento del diabete, viene studiata per i suoi potenziali effetti neuroprotettivi.
È importante notare che la maggior parte di questi studi si concentra su pazienti con punteggi EDSS specifici (generalmente tra 3,0 e 6,5 o 7,5), il che riflette un equilibrio tra l’inclusione di pazienti con disabilità significativa e la necessità di poter misurare cambiamenti clinicamente rilevanti. Molti studi richiedono anche evidenza documentata di progressione della malattia negli ultimi due anni, assicurando che i partecipanti abbiano effettivamente una forma progressiva attiva della malattia.
La durata degli studi varia da 6 mesi a 4 anni, riflettendo la natura cronica e lentamente progressiva della condizione. Gli studi più lunghi sono essenziali per valutare accuratamente l’impatto dei trattamenti sulla progressione della disabilità a lungo termine.
Un aspetto notevole è l’uso diffuso di tecnologie di imaging avanzate, in particolare risonanze magnetiche ad alto campo (3T), che permettono di visualizzare con maggiore precisione le lesioni cerebrali e i cambiamenti nel volume cerebrale. Alcuni studi utilizzano anche tecniche di imaging ancora più sofisticate, come le scansioni PET, per valutare l’infiammazione cerebrale a livello molecolare.
Per i pazienti interessati a partecipare a uno di questi studi, è fondamentale discutere le opzioni con il proprio neurologo, che potrà valutare l’idoneità individuale e fornire informazioni dettagliate sui potenziali benefici e rischi di ciascuno studio.














