Comprendere la Sindrome SAPHO
La Sindrome SAPHO è una rara e complessa malattia autoinfiammatoria caratterizzata da una combinazione di disturbi dermatologici e lesioni infiammatorie osteoarticolari. L’acronimo sta per Sinovite, Acne, Pustolosi, Iperostosi e Osteite. A causa del suo coinvolgimento multi-sistemico e dell’elevata eterogeneità, la Sindrome SAPHO pone sfide diagnostiche e terapeutiche significative[1]. Non esiste un test di laboratorio specifico per la SAPHO, rendendo la sua diagnosi principalmente clinica[4].
Opzioni di trattamento di prima linea
L’approccio iniziale alla gestione della Sindrome SAPHO spesso coinvolge i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), che sono considerati il trattamento di prima linea. Questi farmaci aiutano a controllare il dolore e l’infiammazione associati alla sindrome[5]. In alcuni casi, vengono utilizzati anche antibiotici come la clindamicina, specialmente quando si sospetta un coinvolgimento batterico[2].
Trattamenti di seconda linea e alternativi
Quando i FANS sono inefficaci, si considerano i farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARD) come metotrexato, sulfasalazina e ciclosporina A. Questi farmaci mirano a modificare il corso della malattia e fornire sollievo dai sintomi[1]. I glucocorticoidi sono un’altra opzione, sia come medicinali orali sistemici che come iniezioni intra-articolari, anche se il loro uso a lungo termine è limitato dai potenziali effetti avversi[1].
Farmaci biologici e terapie avanzate
Per i pazienti che non rispondono ai trattamenti convenzionali, i farmaci biologici hanno mostrato risultati promettenti. Questi includono i bloccanti del fattore di necrosi tumorale (TNF) come infliximab e adalimumab, che sono efficaci per i sintomi osteoarticolari ma meno per le manifestazioni cutanee[1]. Vengono utilizzati anche gli inibitori dell’interleuchina (IL)-1 e gli inibitori dell’IL-17, con gli inibitori dell’IL-17 come secukinumab che mostrano potenziale nel trattamento dei sintomi cutanei[6]. Gli inibitori della Janus chinasi (JAK), come tofacitinib e baricitinib, sono emersi come opzioni promettenti, in particolare per i casi refrattari[4][5].
Terapia combinata e altre opzioni
La terapia combinata, che prevede l’uso di più farmaci, viene spesso impiegata per affrontare i diversi sintomi della Sindrome SAPHO. I bisfosfonati sono raccomandati come parte della terapia combinata, specialmente per i pazienti con sintomi osteoarticolari significativi, grazie alla loro capacità di inibire il riassorbimento osseo e ridurre l’infiammazione[3]. Altri trattamenti includono il Tripterygium wilfordii Hook F e l’apremilast, che hanno mostrato efficacia in casi limitati[1].
Conclusione
Sebbene non esista un singolo trattamento che affronti tutti i sintomi della Sindrome SAPHO, una combinazione di FANS, DMARD, farmaci biologici e altre terapie può fornire un sollievo significativo. La scelta del trattamento dovrebbe essere personalizzata in base ai sintomi del singolo paziente e alla risposta alle terapie precedenti. La ricerca continua e gli studi clinici sono essenziali per perfezionare e migliorare ulteriormente le strategie di trattamento per questa condizione complessa[3].