Profilassi e trattamento precoce
La profilassi svolge un ruolo cruciale nella gestione delle infezioni nei riceventi di trapianto di organo solido (SOT). Durante il primo mese dopo il trapianto, la profilassi è principalmente diretta contro le infezioni nosocomiali legate al donatore e all’intervento chirurgico[1]. Questo approccio ha ridotto significativamente l’incidenza delle infezioni opportunistiche[5]. Il trattamento precoce è essenziale per migliorare la prognosi nei riceventi di SOT con infezioni gravi[1]. La terapia empirica deve essere decisa tempestivamente, considerando l’epidemiologia, la presentazione clinica e le procedure diagnostiche emergenti, tenendo conto della possibile tossicità, farmacocinetica e interazioni con la terapia immunosoppressiva[5].
Approcci innovativi
La gestione delle complicanze infettive nei riceventi di trapianto richiede approcci innovativi a causa dell’alto rischio di infezioni difficili da trattare e degli effetti collaterali associati agli agenti anti-infettivi[2]. I programmi di gestione antimicrobica (AMS) sono progettati per migliorare la qualità delle pratiche prescrittive, inclusi la scelta dell’antibiotico, il dosaggio, la durata, la via di somministrazione e la de-escalation[2]. Sono state sviluppate nuove molecole per combattere i batteri resistenti ai carbapenemi, fornendo diverse opzioni per trattare le infezioni causate da KPC e ossacilinasi OXA-48[2].
Agenti immunosoppressivi e infezioni
L’uso di agenti immunosoppressivi è obbligatorio per prevenire il rigetto d’organo ma può portare a varie infezioni[3]. Questi agenti rappresentano una spada a doppio taglio, potenzialmente predisponendo i riceventi di SOT alle infezioni compromettendo le difese dell’ospite[3]. Sono stati sviluppati nuovi agenti immunomodulanti, aumentando il numero di terapie che prevengono il rigetto d’organo, ma creando anche opportunità per i patogeni di causare complicanze infettive[3].
Gestione del Citomegalovirus
L’infezione da Citomegalovirus (CMV) è una preoccupazione significativa post-trapianto. Ci sono due approcci principali alla gestione del CMV: la profilassi CMV e il monitoraggio CMV con terapia pre-emptiva[4]. Il valganciclovir viene utilizzato per la profilassi nei gruppi ad alto rischio, mentre il ganciclovir IV è il farmaco di scelta per la malattia da CMV grave[4].
Infezioni del tratto urinario
La gestione delle infezioni del tratto urinario (UTI) nei riceventi di trapianto renale è una grande opportunità per la gestione antimicrobica[2]. Studi recenti hanno dimostrato che lo screening e il trattamento della batteriuria asintomatica non sono benefici nei riceventi di trapianto renale stabili[2]. Sono necessari approcci innovativi non basati su antibiotici per prevenire meglio le UTI sintomatiche[2].
Malattia fungina invasiva
La malattia fungina invasiva (IFD) è associata a morbilità, ridotta sopravvivenza dell’innesto e mortalità nei riceventi di SOT[5]. La candidiasi invasiva rappresenta una parte significativa dei casi di IFD. La diagnosi si basa sulle emocolture e il trattamento tipicamente coinvolge echinocandine o fluconazolo[5].