Il linfoma follicolare è una forma di linfoma non-Hodgkin a crescita lenta che colpisce il sistema linfatico. Attualmente sono in corso numerose sperimentazioni cliniche in tutto il mondo per valutare nuovi trattamenti e combinazioni terapeutiche per questa patologia. In questo articolo presentiamo 10 studi clinici attivi che offrono opportunità di trattamento per pazienti con linfoma follicolare in diverse fasi della malattia.
Studi clinici sul linfoma follicolare: panoramica delle sperimentazioni attive in Europa
Il linfoma follicolare rappresenta uno dei tipi più comuni di linfoma non-Hodgkin, caratterizzato da una crescita generalmente lenta delle cellule tumorali. Negli ultimi anni, la ricerca ha compiuto progressi significativi nello sviluppo di nuove terapie mirate e approcci immunoterapici. Attualmente sono disponibili 29 studi clinici per questa patologia, di cui presentiamo qui i 10 più rilevanti.
Studi per pazienti con linfoma follicolare in fase iniziale
Studio su mosunetuzumab e lenalidomide per pazienti con linfoma follicolare non trattato
Localizzazione: Belgio
Questo studio valuta l’efficacia di una nuova combinazione terapeutica che utilizza mosunetuzumab, un anticorpo monoclonale bi-specifico, insieme a lenalidomide, un farmaco immunomodulante. La sperimentazione confronta questa combinazione innovativa con il trattamento standard che prevede l’uso di un anticorpo monoclonale anti-CD20 associato alla chemioterapia.
Possono partecipare pazienti di età compresa tra 18 e 65 anni, sia uomini che donne, che non abbiano ancora ricevuto trattamenti per il linfoma follicolare. Lo studio mira a determinare quale approccio terapeutico offra maggiori benefici in termini di risposta al trattamento e tollerabilità. Il mosunetuzumab viene somministrato tramite iniezione sottocutanea, mentre il trattamento di confronto viene somministrato per via endovenosa.
Studio su epcoritamab, rituximab e lenalidomide per adulti con linfoma follicolare non trattato
Localizzazione: Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Spagna, Svezia
Questa ampia sperimentazione internazionale sta valutando una tripla combinazione terapeutica che include epcoritamab, un anticorpo bispecifico di nuova generazione, rituximab, un anticorpo monoclonale chimerico già ampiamente utilizzato, e lenalidomide, un farmaco immunomodulante.
Lo studio è rivolto a pazienti adulti con linfoma follicolare che non hanno ancora ricevuto trattamenti specifici per questa patologia. L’obiettivo principale è valutare se questa nuova combinazione possa migliorare il tasso di risposta completa rispetto alla chemioimmuniterapia standard. I pazienti devono presentare malattia in stadio III o IV, oppure stadio II con massa tumorale di almeno 7 cm di diametro. Durante lo studio, i partecipanti riceveranno epcoritamab tramite iniezione sottocutanea, rituximab per via endovenosa e lenalidomide per via orale in capsule. Il monitoraggio prevede valutazioni regolari con scansioni PET-TC per misurare la risposta al trattamento.
Studio sul linfoma follicolare in stadio precoce: valutazione della radioterapia con rituximab o obinutuzumab
Localizzazione: Germania
Questo studio si concentra specificamente sui pazienti con linfoma follicolare in stadio precoce (I o II) e valuta due approcci terapeutici diversi. Il primo prevede l’utilizzo di radioterapia a dose standard (24 Gy) combinata con rituximab, mentre il secondo utilizza radioterapia a basso dosaggio (4 Gy) associata a obinutuzumab.
Possono partecipare pazienti di età pari o superiore a 18 anni con linfoma follicolare CD20-positivo di grado 1/2 o 3a, confermato da revisione centrale. La malattia deve essere in stadio clinico I o II e la lesione più grande non deve superare i 7 cm di diametro. Lo studio richiede che i pazienti non abbiano ricevuto alcun trattamento precedente per il linfoma e che abbiano un punteggio ECOG di performance tra 0 e 2. Durante lo studio, i partecipanti riceveranno la radioterapia combinata con l’anticorpo monoclonale assegnato, somministrato per via endovenosa. L’obiettivo è determinare quale combinazione offra la migliore risposta completa a 18 settimane, valutata mediante esami di imaging.
Studi per pazienti con linfoma follicolare recidivante o refrattario
Studio su rituximab e lenalidomide per pazienti con linfoma follicolare recidivante o refrattario non eleggibili per trapianto
Localizzazione: Italia
Questa sperimentazione è dedicata a pazienti il cui linfoma follicolare è ricomparso o non ha risposto ai trattamenti precedenti e che non sono candidati a un trapianto autologo di cellule staminali. Lo studio confronta la combinazione di rituximab e lenalidomide (chiamata R2) con il solo rituximab come terapia di mantenimento dopo il trattamento iniziale con rituximab e chemioterapia.
I criteri di inclusione prevedono pazienti con linfoma follicolare di grado I, II o IIIa che abbiano avuto una prima o seconda recidiva dopo precedente trattamento con R-chemioterapia. L’età minima è di 18 anni e i pazienti devono avere almeno 65 anni o presentare condizioni di salute che non permettono un trapianto intensivo. Lo studio richiede che la malattia sia in stadio II, III o IV al momento della recidiva e che necessiti di trattamento secondo specifiche linee guida. Durante lo studio, che può durare fino a 24 mesi, i partecipanti riceveranno rituximab per via endovenosa o sottocutanea, mentre lenalidomide viene assunto per via orale. L’obiettivo principale è valutare se la combinazione R2 possa prolungare il tempo in cui i pazienti vivono senza progressione della malattia.
Studio di axicabtagene ciloleucel per pazienti con linfoma non-Hodgkin indolente recidivante o refrattario
Localizzazione: Francia
Questo studio innovativo valuta l’efficacia di axicabtagene ciloleucel, una forma avanzata di terapia cellulare CAR T, per pazienti con linfoma non-Hodgkin indolente, incluso il linfoma follicolare e il linfoma della zona marginale, che sono recidivati o non hanno risposto ad almeno due trattamenti precedenti con una combinazione di chemioterapia e immunoterapia.
Axicabtagene ciloleucel è una terapia personalizzata che utilizza le cellule immunitarie del paziente stesso, modificate in laboratorio per riconoscere e attaccare meglio le cellule tumorali. Il trattamento richiede inizialmente una procedura chiamata leucaferesi per raccogliere i globuli bianchi del paziente. Prima dell’infusione delle cellule modificate, i pazienti ricevono una terapia di preparazione con fludarabina e ciclofosfamide per alcuni giorni. Successivamente, viene somministrata l’infusione endovenosa di axicabtagene ciloleucel. Possono partecipare pazienti di età pari o superiore a 18 anni che abbiano una malattia misurabile, nessuna storia di coinvolgimento del sistema nervoso centrale e un punteggio ECOG di 0-1. Lo studio prevede un monitoraggio a lungo termine fino a 15 anni per valutare gli effetti del trattamento.
Studio di confronto tra axicabtagene ciloleucel e trattamento standard per pazienti con linfoma follicolare recidivante o refrattario
Localizzazione: Francia, Germania, Italia, Spagna
Questa importante sperimentazione multicentrica confronta direttamente la terapia CAR T con axicabtagene ciloleucel rispetto ai trattamenti standard attualmente utilizzati per il linfoma follicolare recidivante o refrattario. I trattamenti standard di confronto includono diverse combinazioni di farmaci come vincristina solfato, ciclofosfamide, doxorubicina cloridrato, lenalidomide, prednisolone, rituximab e bendamustina cloridrato.
Possono partecipare pazienti con linfoma follicolare di grado 1, 2 o 3a, confermato da test diagnostici, che abbiano sperimentato una recidiva entro 24 mesi dal primo trattamento o dopo almeno due linee di terapia precedenti. I pazienti devono avere almeno un tumore misurabile secondo la Classificazione di Lugano e una funzionalità adeguata di reni, fegato, polmoni e cuore. I partecipanti vengono assegnati casualmente a ricevere axicabtagene ciloleucel o uno dei trattamenti standard. L’obiettivo principale è determinare quale approccio offra una migliore sopravvivenza libera da progressione, ovvero il tempo in cui i pazienti vivono senza peggioramento della malattia. Lo studio si concluderà nel 2030 e fornirà dati importanti sul potenziale delle terapie CAR T rispetto ai trattamenti convenzionali.
Studio di loncastuximab tesirine e epcoritamab per pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B, linfoma a cellule B ad alto grado o linfoma follicolare grado 3B recidivante o refrattario
Localizzazione: Germania
Questa sperimentazione valuta la combinazione di due trattamenti innovativi: loncastuximab tesirine, un coniugato anticorpo-farmaco che rilascia una sostanza tossica direttamente nelle cellule tumorali, e epcoritamab, un anticorpo bispecifico che aiuta il sistema immunitario a riconoscere e distruggere le cellule cancerose.
Lo studio è rivolto a pazienti con linfoma follicolare di grado 3B, oltre che ad altri tipi di linfoma aggressivo come il linfoma diffuso a grandi cellule B e il linfoma a cellule B ad alto grado, che sono recidivati o non hanno risposto ai trattamenti precedenti. I pazienti devono avere almeno 18 anni e una malattia misurabile confermata da una scansione PET/CT o risonanza magnetica. Durante lo studio, loncastuximab tesirine viene somministrato per via endovenosa, mentre epcoritamab viene somministrato tramite iniezione sottocutanea. I trattamenti vengono somministrati in cicli regolari e i pazienti vengono monitorati per valutare la risposta al trattamento, con l’obiettivo di raggiungere una remissione completa o parziale entro 12 mesi. Lo studio prevede anche un periodo di follow-up per monitorare eventuali effetti a lungo termine.
Studi su nuove combinazioni terapeutiche
Studio di tazemetostat con R-CHOP per pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B di nuova diagnosi o linfoma follicolare ad alto rischio
Localizzazione: Belgio, Francia
Questo studio innov ativo valuta l’aggiunta di tazemetostat, un inibitore epigenetico, al regime chemioterapico standard R-CHOP per pazienti con linfoma follicolare ad alto rischio e linfoma diffuso a grandi cellule B di nuova diagnosi. Tazemetostat agisce inibendo l’enzima EZH2, che svolge un ruolo nella regolazione dell’espressione genica nelle cellule tumorali.
Possono partecipare pazienti di età compresa tra 18 e 80 anni (60-80 per il linfoma diffuso a grandi cellule B) con linfoma follicolare che richiede trattamento o linfoma diffuso a grandi cellule B non trattato. I pazienti devono avere una frazione di eiezione ventricolare sinistra di almeno il 50% e una funzionalità renale adeguata con clearance della creatinina superiore a 40 mL/min. Lo studio è diviso in due fasi: la prima mira a determinare la dose ottimale di tazemetostat, mentre la seconda valuta l’efficacia della combinazione nel raggiungere una risposta completa. Il trattamento prevede 6 cicli di R-CHOP (ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina e rituximab per via endovenosa, più prednisolone per via orale) seguiti da 2 cicli di tazemetostat e rituximab. Tazemetostat viene assunto per via orale. Lo studio si concluderà alla fine del 2026.
Studi per la protezione cardiaca durante il trattamento
Studio di dapagliflozin per prevenire complicanze cardiache durante il trattamento del linfoma in pazienti che ricevono terapia di prima linea
Localizzazione: Danimarca
Questo studio unico si concentra sulla protezione del cuore durante il trattamento chemioterapico del linfoma. La sperimentazione valuta se dapagliflozin, un farmaco appartenente alla classe degli inibitori SGLT2 tradizionalmente utilizzato per il diabete, possa proteggere il cuore dai potenziali danni causati dalla chemioterapia standard.
Lo studio include pazienti con diversi tipi di linfoma, tra cui linfoma follicolare, linfoma diffuso a grandi cellule B e linfomi a cellule T, che si apprestano a ricevere 6 cicli di chemioterapia standard chiamata (R-)CHOP o (R-)CHOEP. I partecipanti devono avere un’età compresa tra 18 e 80 anni e una frazione di eiezione cardiaca di almeno il 50%. Durante lo studio, i pazienti riceveranno casualmente dapagliflozin o placebo per via orale una volta al giorno per 6 mesi, mentre seguono il loro normale trattamento antitumorale. La funzione cardiaca verrà monitorata regolarmente attraverso vari test, inclusi ecocardiogrammi, esami del sangue per marcatori cardiaci ed elettrocardiogrammi. Lo studio valuterà anche la capacità respiratoria e fisica dei partecipanti. L’obiettivo è determinare se dapagliflozin possa prevenire gli effetti collaterali cardiaci che talvolta si verificano durante la terapia del linfoma, in particolare quelli causati dalla doxorubicina, uno dei farmaci della chemioterapia CHOP.
Studi di accesso a lungo termine
Accesso a lungo termine a ibrutinib per pazienti con linfoma, leucemia e altre condizioni
Localizzazione: Repubblica Ceca, Francia, Ungheria, Italia, Polonia, Spagna, Svezia
Questo studio di estensione offre un’opportunità importante per i pazienti che hanno già partecipato a precedenti studi clinici con ibrutinib e continuano a trarne beneficio. Ibrutinib è un inibitore della tirosin-chinasi di Bruton (BTK) utilizzato nel trattamento di vari tipi di linfoma, incluso il linfoma follicolare.
Possono partecipare pazienti che hanno preso parte a uno studio clinico precedente con ibrutinib e che, secondo il parere del medico curante, continuano a beneficiare del trattamento o potrebbero beneficiare della sua ripresa. Un criterio fondamentale è che ibrutinib non sia disponibile commercialmente o facilmente accessibile nella regione del paziente. I partecipanti devono aver completato tutte le valutazioni nello studio precedente e desiderare di continuare il trattamento. Il farmaco viene somministrato per via orale sotto forma di capsule, con dosaggio e frequenza determinati dal medico curante sulla base delle esigenze individuali. Lo studio prevede un monitoraggio continuo per valutare la sicurezza e l’efficacia del trattamento a lungo termine, con particolare attenzione a eventuali eventi avversi gravi. Questo tipo di studio è particolarmente importante per garantire l’accesso continuativo ai farmaci sperimentali che si sono dimostrati efficaci ma non sono ancora disponibili sul mercato.
Riepilogo e considerazioni finali
Gli studi clinici presentati mostrano la varietà di approcci terapeutici attualmente in fase di valutazione per il linfoma follicolare. Le sperimentazioni spaziano da nuove combinazioni di anticorpi monoclonali e farmaci immunomodulanti per pazienti di nuova diagnosi, a terapie cellulari avanzate come le CAR T per pazienti con malattia recidivante o refrattaria.
Un elemento degno di nota è l’attenzione crescente verso la qualità di vita dei pazienti, come dimostrato dallo studio sulla cardioprotezione con dapagliflozin, che cerca di prevenire gli effetti collaterali cardiovascolari della chemioterapia. Inoltre, la disponibilità di studi di accesso a lungo termine garantisce che i pazienti che traggono beneficio da terapie sperimentali possano continuare a riceverle anche quando non sono ancora commercialmente disponibili.
È importante sottolineare che questi studi hanno criteri di inclusione ed esclusione specifici, e la partecipazione deve essere sempre discussa con il proprio medico curante. I pazienti interessati dovrebbero consultare il proprio oncologo per valutare se possano essere candidati appropriati per una di queste sperimentazioni cliniche.
La ricerca sul linfoma follicolare continua ad avanzare rapidamente, con l’obiettivo di migliorare sia l’efficacia dei trattamenti che la qualità di vita dei pazienti. Questi 10 studi rappresentano solo una parte delle 29 sperimentazioni cliniche attualmente disponibili per questa patologia, offrendo speranza e nuove opportunità terapeutiche per i pazienti in diverse fasi della malattia.











