Il linfoma a cellule mantellari refrattario è una forma rara di linfoma non-Hodgkin che richiede terapie specializzate quando non risponde ai trattamenti convenzionali. Attualmente sono in corso 6 studi clinici che testano nuovi approcci terapeutici, tra cui terapie mirate, immunoterapie e innovative terapie cellulari CAR-T, offrendo nuove speranze ai pazienti con questa condizione difficile da trattare.
Studi clinici per il linfoma a cellule mantellari refrattario: nuove opzioni terapeutiche in fase di sperimentazione
Il linfoma a cellule mantellari è una forma particolare di linfoma non-Hodgkin che origina dalle cellule B, un tipo di globuli bianchi del sistema immunitario. Quando la malattia ritorna dopo il trattamento (recidiva) o non risponde alle terapie standard (refrattaria), i pazienti necessitano di approcci terapeutici innovativi. Fortunatamente, la ricerca medica sta facendo progressi significativi e attualmente sono disponibili diversi studi clinici che testano nuove terapie promettenti.
Questa guida presenta 6 studi clinici attualmente in corso per il linfoma a cellule mantellari refrattario o recidivante. Ogni studio offre l’accesso a terapie innovative che potrebbero rappresentare nuove opportunità per i pazienti che hanno esaurito le opzioni terapeutiche convenzionali.
Studi clinici disponibili
Studio di BGB-16673 in combinazione con terapia farmacologica per pazienti con neoplasie a cellule B recidivanti o refrattarie
Sedi dello studio: Germania, Italia, Polonia
Questo studio clinico sta valutando diverse combinazioni di farmaci per trattare le neoplasie a cellule B che sono ritornate o non hanno risposto ai trattamenti precedenti. Il farmaco principale testato è BGB-16673, un nuovo tipo di molecola chiamata BTK-degrader che funziona distruggendo una proteina specifica (BTK) importante nelle cellule tumorali.
Il trattamento prevede l’utilizzo di BGB-16673 in combinazione con altri farmaci quali zanubrutinib, sonrotoclax, mosunetuzumab, obinutuzumab e glofitamab. Alcuni farmaci vengono somministrati per via orale sotto forma di compresse, mentre altri vengono somministrati tramite infusione endovenosa (direttamente in vena) o iniezione sottocutanea.
Lo studio è suddiviso in due fasi: la prima determinerà la dose corretta delle combinazioni farmacologiche, mentre la seconda valuterà l’efficacia di queste dosi e gli eventuali effetti collaterali. Durante tutto lo studio, i medici monitoreranno attentamente la salute dei pazienti, verificheranno l’efficacia del trattamento e registreranno eventuali effetti collaterali.
Criteri di inclusione principali: diagnosi confermata di neoplasia a cellule B recidivante o refrattaria, buona funzionalità degli organi, stato di prestazione ECOG di 0-1, e funzionalità renale adeguata (eGFR ≥30-50 mL/min a seconda del sottostudio).
Studio di Ibrutinib e Rituximab per pazienti con linfoma a cellule mantellari recidivante o refrattario
Sedi dello studio: Repubblica Ceca, Polonia, Spagna
Questo studio clinico si concentra specificamente sul linfoma a cellule mantellari e valuta l’efficacia di diverse combinazioni terapeutiche. I trattamenti studiati includono Ibrutinib combinato con Rituximab, oppure una scelta tra Lenalidomide più Rituximab o Bortezomib più Rituximab.
Ibrutinib e Lenalidomide sono farmaci che aiutano a fermare la crescita delle cellule tumorali, mentre Rituximab è un tipo di terapia anticorpale che colpisce specificamente le cellule tumorali. Bortezomib è un farmaco che interferisce con la crescita delle cellule tumorali e viene somministrato tramite iniezione.
I partecipanti vengono assegnati casualmente a uno dei gruppi di trattamento e ricevono i farmaci sotto forma di capsule da assumere per bocca o tramite iniezioni. Lo studio monitora la risposta dei pazienti al trattamento per determinare quale combinazione sia più efficace nella gestione della malattia.
Criteri di inclusione principali: diagnosi confermata di linfoma a cellule mantellari, almeno un trattamento precedente (ma non con inibitori BTK), progressione documentata della malattia, malattia nodal misurabile, stato di prestazione ECOG 0-1, e funzionalità adeguata degli organi.
Studio su Loncastuximab Tesirine per pazienti con linfoma a cellule mantellari recidivante o refrattario dopo immunochemioterapia con Rituximab, Bendamustina e Citarabina
Sede dello studio: Italia
Questo studio italiano sta investigando l’efficacia di un trattamento chiamato loncastuximab tesirine (noto anche come ADCT-402) in pazienti precedentemente trattati con inibitori della tirosin-chinasi di Bruton (BTKi) o intolleranti a questi farmaci.
Il trattamento prevede prima una breve terapia di combinazione con Rituximab, Bendamustina e Citarabina (chiamata R-BAC), seguita dalla terapia di consolidamento con loncastuximab tesirine. Tutti i farmaci vengono somministrati per via endovenosa.
L’obiettivo principale è valutare per quanto tempo i pazienti possano rimanere senza progressione della malattia dopo il trattamento. Lo studio monitora anche la sopravvivenza complessiva e il tasso di miglioramento o stabilizzazione delle condizioni dei pazienti.
Criteri di inclusione principali: diagnosi confermata di linfoma a cellule mantellari secondo la classificazione WHO 2017, stato di prestazione ECOG/WHO ≤2, funzionalità adeguata degli organi, malattia recidivante o refrattaria dopo 1-4 trattamenti precedenti, precedente trattamento con BTKi, e età compresa tra 18 e 84 anni.
Studio sulla terapia cellulare CAR-T KTE-X19 per pazienti con linfoma a cellule mantellari recidivante o refrattario che rispondono parzialmente a Ibrutinib
Sede dello studio: Italia
Questo innovativo studio italiano valuta una terapia cellulare chiamata KTE-X19, un tipo di terapia CAR-T. Questa terapia prevede la modifica delle cellule immunitarie del paziente stesso per renderle più efficaci nell’attaccare le cellule tumorali.
Lo studio è rivolto a pazienti che hanno ottenuto una risposta parziale al trattamento con Ibrutinib. Il processo prevede che i pazienti continuino prima con Ibrutinib fino a raggiungere una risposta parziale. Successivamente, ricevono una chemioterapia preparatoria con Ciclofosfamide e Fludarabina, seguita dall’infusione delle cellule CAR-T modificate.
L’obiettivo è valutare l’efficacia di questa combinazione nel migliorare i risultati del trattamento. I pazienti vengono monitorati attentamente per valutare la risposta completa a 90 giorni dall’infusione, con follow-up successivi a 180 e 365 giorni.
Criteri di inclusione principali: diagnosi confermata di linfoma a cellule mantellari, malattia recidivante o refrattaria dopo almeno un trattamento precedente, attualmente in trattamento con Ibrutinib con risposta parziale confermata dopo almeno 6 mesi, età 18-75 anni, stato di prestazione ECOG 0-1, e funzionalità adeguata degli organi.
Studio di BGB-11417 per pazienti con linfoma a cellule mantellari recidivante o refrattario
Sedi dello studio: Belgio, Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna
Questo ampio studio multinazionale sta testando un nuovo farmaco chiamato BGB-11417, somministrato sotto forma di compresse rivestite da assumere per via orale. Il farmaco agisce bloccando una proteina che aiuta le cellule tumorali a sopravvivere, con l’obiettivo di ucciderle o fermarne la crescita.
Lo studio è diviso in due parti: la prima determina la sicurezza e la tollerabilità del farmaco e identifica la dose migliore; la seconda valuta quanto efficacemente funziona il trattamento alla dose raccomandata. Durante tutto lo studio, i ricercatori raccolgono informazioni sugli effetti collaterali e su come il farmaco viene processato dall’organismo.
Un aspetto importante di questo studio è che BGB-11417 viene somministrato da solo, senza altri trattamenti oncologici, per valutarne l’efficacia intrinseca.
Criteri di inclusione principali: diagnosi confermata di linfoma a cellule mantellari, precedenti trattamenti con terapia anti-CD20 e con inibitore BTK, malattia recidivante o refrattaria, malattia misurabile, campioni di tessuto disponibili o disponibilità a sottoporsi a biopsia, e stato di prestazione ECOG 0-2.
Studio di Brexucabtagene Autoleucel in pazienti con linfoma a cellule mantellari recidivante o refrattario
Sedi dello studio: Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna
Questo studio valuta un’altra terapia cellulare CAR-T chiamata Brexucabtagene Autoleucel (nota anche come KTE-X19). Come nell’altro studio CAR-T, questo trattamento prevede la modifica delle cellule T del paziente per renderle più efficaci nel riconoscere e attaccare le cellule tumorali.
Prima della somministrazione della terapia CAR-T, i pazienti ricevono una chemioterapia preparatoria con Ciclofosfamide e Fludarabina fosfato tramite infusione endovenosa. Successivamente viene somministrato il Brexucabtagene Autoleucel attraverso un’infusione endovenosa, monitorata attentamente dai professionisti sanitari.
Dopo il trattamento principale, sono previste visite di follow-up regolari per monitorare la salute e la risposta alla terapia. Possono essere forniti farmaci aggiuntivi come tocilizumab e difenidramina cloridrato per gestire eventuali effetti collaterali.
Criteri di inclusione principali: diagnosi di linfoma a cellule mantellari recidivante o refrattario, massimo 5 trattamenti precedenti (inclusi chemioterapia con antracicline o bendamustina e terapia anti-CD20), nessun trattamento precedente con BTKi, almeno una lesione misurabile, conta piastrinica ≥75.000/µL, clearance della creatinina ≥60 cc/min, frazione di eiezione cardiaca ≥50%, e età ≥18 anni.
Considerazioni importanti sugli studi clinici
Tutti questi studi clinici rappresentano opportunità importanti per i pazienti con linfoma a cellule mantellari refrattario o recidivante. È fondamentale comprendere che la partecipazione a uno studio clinico è volontaria e richiede il rispetto di specifici criteri di inclusione ed esclusione.
Prima di decidere di partecipare a uno studio clinico, i pazienti dovrebbero:
- Discutere approfonditamente con il proprio oncologo i potenziali benefici e rischi
- Comprendere completamente le procedure dello studio e gli impegni richiesti
- Valutare la disponibilità delle sedi di studio e la fattibilità degli spostamenti necessari
- Considerare l’impatto sulla qualità della vita durante il periodo di trattamento
- Informarsi su eventuali costi associati non coperti dallo studio
Riepilogo e prospettive
Gli studi clinici attualmente in corso per il linfoma a cellule mantellari refrattario rappresentano una varietà di approcci terapeutici innovativi. Si possono identificare tre categorie principali di trattamenti in fase di sperimentazione:
Terapie mirate a piccole molecole: Farmaci come BGB-16673 e BGB-11417 rappresentano una nuova generazione di inibitori che agiscono su bersagli molecolari specifici coinvolti nella sopravvivenza delle cellule tumorali. Questi farmaci hanno il vantaggio di essere somministrati per via orale e possono essere utilizzati in combinazione con altre terapie.
Terapie di combinazione: Lo studio che combina Ibrutinib con Rituximab e altre opzioni terapeutiche riflette l’approccio moderno di utilizzare più farmaci con meccanismi d’azione complementari per migliorare l’efficacia del trattamento.
Terapie cellulari CAR-T: Due studi stanno valutando terapie CAR-T (KTE-X19 e Brexucabtagene Autoleucel), che rappresentano uno degli approcci più innovativi in oncologia. Queste terapie personalizzate utilizzano il sistema immunitario del paziente stesso per combattere il cancro e hanno mostrato risultati promettenti in varie neoplasie a cellule B.
È incoraggiante notare che diversi di questi studi sono disponibili anche in Italia, offrendo ai pazienti italiani l’opportunità di accedere a terapie innovative senza doversi spostare all’estero. La presenza di studi multinazionali in vari paesi europei dimostra inoltre l’impegno della comunità scientifica internazionale nello sviluppo di nuove opzioni terapeutiche per questa malattia rara.
Per i pazienti interessati a partecipare a uno di questi studi, il primo passo è discuterne con il proprio ematologo o oncologo curante, che potrà valutare l’idoneità e fornire informazioni dettagliate sui centri partecipanti più vicini.













