L’ipertensione portale è una condizione caratterizzata dall’aumento della pressione sanguigna nel sistema venoso portale, che può portare a complicanze gravi nei pazienti con malattie epatiche. Attualmente sono in corso 6 studi clinici che stanno valutando nuovi approcci terapeutici per gestire questa condizione, utilizzando farmaci come il telmisartan, il carvedilolo, la norfloxacina e molecole sperimentali innovative. Questi studi offrono speranza per migliorare la qualità di vita e prevenire le complicanze nei pazienti affetti da ipertensione portale.
Studi clinici sull’ipertensione portale: nuove opportunità terapeutiche per i pazienti
L’ipertensione portale è una complicanza frequente e grave della cirrosi epatica, caratterizzata da un aumento della pressione nel sistema venoso portale. Questa condizione può portare allo sviluppo di varici esofagee e gastriche, ascite, splenomegalia e altre complicanze potenzialmente letali. Attualmente sono disponibili 6 studi clinici che stanno valutando diverse strategie terapeutiche per ridurre la pressione portale e migliorare gli esiti clinici nei pazienti con malattie epatiche croniche.
Panoramica degli studi clinici disponibili
Gli studi clinici attualmente in corso si concentrano su diverse popolazioni di pazienti, dalla cirrosi compensata avanzata alla cirrosi scompensata, e utilizzano approcci farmacologici diversi. Alcuni studi valutano farmaci già utilizzati in altre indicazioni, come antiipertensivi e antibiotici, mentre altri stanno testando molecole sperimentali completamente nuove.
Studi clinici in dettaglio
Studio sul telmisartan per ridurre l’ipertensione portale in pazienti con malattia epatica cronica avanzata
Localizzazione: Austria
Questo studio clinico valuta l’efficacia del telmisartan, un farmaco comunemente utilizzato per trattare l’ipertensione arteriosa, nel ridurre la pressione nelle vene epatiche di pazienti con malattia epatica cronica avanzata compensata e ipertensione portale. Lo studio confronta gli effetti del telmisartan con un placebo in un disegno in doppio cieco della durata di 12 settimane.
I criteri di inclusione richiedono che i pazienti abbiano una malattia epatica cronica avanzata compensata, età compresa tra 18 e 79 anni, stadio Child-Pugh A o B, punteggio MELD di 15 o inferiore, e ipertensione portale clinicamente significativa con gradiente di pressione venosa epatica di 10 mmHg o superiore. I pazienti devono essere disposti a fornire il consenso informato scritto.
Sono esclusi i pazienti con ipertensione arteriosa non controllata, problemi cardiaci gravi, problemi renali non stabilizzati, trapianto di fegato pregresso, infezioni attive, gravidanza o allattamento, partecipazione ad altri studi clinici, storia di abuso di alcol o droghe nell’ultimo anno, condizioni di salute mentale che potrebbero interferire con lo studio, e allergie al farmaco dello studio.
L’obiettivo principale è valutare se il telmisartan può ridurre il gradiente di pressione venosa epatica dopo 12 settimane di trattamento. Durante lo studio, vengono monitorati regolarmente anche i cambiamenti nella rigidità epatica e splenica, che sono indicatori della salute del fegato.
Studio sull’effetto del carvedilolo per pazienti con ipertensione portale cirrotica
Localizzazione: Francia
Questo studio francese valuta l’efficacia del carvedilolo, un beta-bloccante non selettivo, nella prevenzione del sanguinamento digestivo in pazienti con ipertensione portale cirrotica. Il carvedilolo viene somministrato alla dose di 12,5 mg al giorno per una durata di circa tre mesi.
I criteri di inclusione richiedono che i pazienti abbiano 18 anni o più con sospetta ipertensione portale cirrotica, che soddisfino i criteri Baveno VII (elasticità epatica di 25 kPa o superiore, oppure tra 20-25 kPa con piastrine inferiori a 150 G/L, oppure tra 15-20 kPa con piastrine inferiori a 110 G/L, o presenza di varici gastroesofagee ad alto rischio di rottura), nessun trattamento precedente con beta-bloccanti non cardioselettivi, e affiliazione a un regime di sicurezza sociale.
Lo studio monitora attentamente la risposta emodinamica, definita come una riduzione di almeno il 10% del gradiente portosistemico rispetto alla misurazione iniziale. Vengono anche registrati gli effetti collaterali dei beta-bloccanti e valutata l’incidenza di sanguinamento digestivo legato alla rottura di varici esofagee o gastriche a tre mesi dall’inizio del trattamento.
Studio sulla norfloxacina per ridurre l’ipertensione portale in pazienti con cirrosi scompensata
Localizzazione: Austria
Questo studio austriaco indaga gli effetti della norfloxacina, un antibiotico fluorochinolonico, sull’ipertensione portale in pazienti con cirrosi scompensata. La norfloxacina viene somministrata alla dose di 400 mg al giorno in compresse rivestite con film per una durata di 12 settimane, confrontata con un placebo in un disegno in doppio cieco.
I criteri di inclusione richiedono che i pazienti abbiano cirrosi scompensata, siano sottoposti a cateterizzazione della vena epatica, abbiano età compresa tra 18 e 80 anni, e forniscano il consenso informato scritto.
L’obiettivo principale è determinare se il trattamento con norfloxacina può ridurre l’ipertensione portale in pazienti con cirrosi scompensata. Durante lo studio vengono monitorati l’insorgenza di complicanze epatiche, biomarcatori della traslocazione batterica e infiammazione sistemica, nonché parametri relativi alla qualità di vita riferiti dai pazienti. Questo approccio mira a valutare se la riduzione della carica batterica intestinale attraverso la profilassi antibiotica possa avere effetti benefici sulla pressione portale.
Studio sugli effetti del BI 685509 per pazienti con cirrosi epatica e ipertensione portale dopo il primo evento di scompenso
Localizzazione: Austria, Francia, Germania, Romania, Spagna
Questo studio multicentrico europeo valuta una nuova molecola sperimentale chiamata BI 685509 in pazienti con ipertensione portale clinicamente significativa e cirrosi epatica che hanno sperimentato un primo evento di scompenso (come sanguinamento da varici esofagee o accumulo di liquido addominale) e sono ora stabilizzati.
I criteri di inclusione richiedono età tra 18 e 75 anni, diagnosi di cirrosi dovuta a malattia epatica non colestatica (incluse epatite C, epatite B, steatoepatite non alcolica, malattia epatica alcol-correlata, epatite autoimmune, malattia di Wilson, emocromatosi o deficit di alfa-1 antitripsina), storia di un evento di scompenso significativo risolto almeno 4 settimane prima dello screening, disponibilità a sottoporsi a misurazioni del gradiente di pressione venosa epatica, e uso stabile di statine o beta-bloccanti se applicabile.
Sono esclusi pazienti con altri tipi di malattia epatica non correlata a malattia epatica non colestatica, o che non hanno ipertensione portale clinicamente significativa o cirrosi scompensata.
Il trattamento con BI 685509 viene somministrato oralmente sotto forma di compresse rivestite con film per 8 settimane, con titolazione graduale della dose. L’obiettivo principale è misurare la variazione percentuale del gradiente di pressione venosa epatica dal basale alla fine delle 8 settimane di trattamento, valutando anche la sicurezza e tollerabilità del farmaco.
Studio sugli effetti della metformina in pazienti con cirrosi e ipertensione portale già trattati con carvedilolo
Localizzazione: Francia
Questo studio francese valuta se l’aggiunta di metformina, un farmaco comunemente utilizzato per il diabete di tipo 2, possa avere effetti benefici aggiuntivi sull’ipertensione portale in pazienti già trattati con carvedilolo. Lo studio confronta metformina con placebo per un periodo di 28 giorni.
I criteri di inclusione richiedono età di almeno 18 anni, assenza di carcinoma epatocellulare (eccetto limitati noduli), consenso informato scritto, assicurazione medica, uso di contraccettivi efficaci per le donne in età fertile, diagnosi di cirrosi confermata da biopsia epatica o altre evidenze mediche, causa di cirrosi attiva o risolta da almeno 6 mesi, punteggio Child-Pugh A o B, alta probabilità di avere un gradiente di pressione venosa epatica di 12 mm Hg o superiore, e trattamento stabile con carvedilolo alla dose di almeno 6,25 mg al giorno da almeno un mese.
Sono esclusi pazienti con ipertensione portale con complicanze da cirrosi, che non sono già in trattamento con carvedilolo, o con gradiente di pressione venosa epatica inferiore a 12 mm Hg.
L’obiettivo è valutare come la metformina influenzi il gradiente di pressione venosa epatica in pazienti già trattati con carvedilolo. Durante il periodo di trattamento di 28 giorni, la salute del paziente e la risposta al farmaco vengono monitorate attentamente.
Studio su BI 685509 ed empagliflozin per pazienti con ipertensione portale nella cirrosi compensata
Localizzazione: Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Romania, Spagna
Questo ampio studio multicentrico europeo valuta la molecola sperimentale BI 685509, sia da sola che in combinazione con empagliflozin (un farmaco utilizzato per il diabete di tipo 2), in pazienti con ipertensione portale clinicamente significativa e cirrosi compensata causata da epatite B, epatite C o steatoepatite non alcolica (NASH).
I criteri di inclusione richiedono consenso informato scritto firmato e datato, età tra 18 e 75 anni, segni clinici di ipertensione portale clinicamente significativa (dimostrati da evidenza endoscopica di varici esofagee o gastriche o trattamento endoscopico preventivo delle varici esofagee), gradiente di pressione venosa epatica basale di 10 mmHg o superiore, diagnosi di cirrosi compensata dovuta a HCV, HBV o NASH con o senza diabete di tipo 2, disponibilità a sottoporsi a misurazioni del gradiente di pressione venosa epatica, e uso stabile di statine o beta-bloccanti se applicabile.
Sono esclusi pazienti con ipertensione portale non correlata a cirrosi compensata dovuta a HBV, HCV o NASH, o pazienti con diabete di tipo 2 non correlato alle condizioni dello studio.
Il trattamento viene somministrato oralmente sotto forma di compresse rivestite con film per una durata di 8 settimane. L’obiettivo principale è osservare le variazioni del gradiente di pressione venosa epatica dalla misurazione basale. Gli obiettivi secondari includono l’osservazione di una riduzione del gradiente superiore al 10% e il monitoraggio di eventuali effetti collaterali come ipotensione o sincope.
Considerazioni importanti per i pazienti
Tutti questi studi richiedono che i pazienti soddisfino criteri specifici di inclusione ed esclusione per garantire la sicurezza e l’affidabilità dei risultati. È fondamentale che i pazienti interessati a partecipare discutano con il proprio medico curante la possibilità di arruolamento, valutando attentamente i potenziali benefici e rischi.
La partecipazione a uno studio clinico rappresenta un’opportunità per accedere a trattamenti innovativi non ancora disponibili nella pratica clinica standard, contribuendo al contempo al progresso della ricerca medica. Tuttavia, è importante comprendere che si tratta di trattamenti sperimentali di cui non si conoscono ancora completamente l’efficacia e la sicurezza a lungo termine.
Conclusioni
Gli studi clinici attualmente in corso sull’ipertensione portale rappresentano un’importante opportunità per migliorare la gestione di questa condizione complessa. Le diverse strategie terapeutiche in valutazione spaziano dal riposizionamento di farmaci già esistenti (come telmisartan, carvedilolo, norfloxacina e metformina) a molecole completamente nuove (come BI 685509), sia in monoterapia che in combinazione.
Particolarmente interessante è l’approccio che valuta combinazioni di farmaci con meccanismi d’azione complementari, come nel caso dello studio che combina BI 685509 con empagliflozin. Questo approccio potrebbe offrire benefici aggiuntivi rispetto alla monoterapia, soprattutto in pazienti con condizioni concomitanti come il diabete di tipo 2.
La disponibilità di studi in diverse fasi della malattia epatica (dalla cirrosi compensata alla scompensata) e in diverse popolazioni di pazienti (con o senza eventi di scompenso precedenti, con o senza diabete) testimonia l’impegno della comunità scientifica nel trovare soluzioni terapeutiche personalizzate per questa condizione.
I pazienti interessati a partecipare a questi studi dovrebbero contattare i centri clinici coinvolti nei rispettivi paesi per verificare l’eleggibilità e ricevere informazioni dettagliate sulle modalità di arruolamento e svolgimento dello studio.












