Il carcinoma a cellule squamose dell’ipofaringe è una forma aggressiva di tumore della gola. Attualmente sono in corso 4 studi clinici che valutano nuove strategie terapeutiche per questa patologia, inclusi trattamenti immunoterapici, chemioterapie combinate e terapie mirate. Questi studi offrono speranza ai pazienti con malattia avanzata o ricorrente.
Studi Clinici in Corso sul Carcinoma a Cellule Squamose dell’Ipofaringe
Il carcinoma a cellule squamose dell’ipofaringe rappresenta una forma particolarmente aggressiva di tumore che colpisce la parte inferiore della gola. Questa patologia si sviluppa nelle cellule squamose che rivestono l’ipofaringe, l’area dove la laringe e l’esofago si incontrano. Attualmente sono disponibili 4 studi clinici che stanno valutando nuove opzioni terapeutiche per pazienti affetti da questa malattia.
Studi Clinici Disponibili
Studio su Pembrolizumab e Combinazione Farmacologica per Pazienti con Tumore della Testa e del Collo Ricorrente
Localizzazione: Germania
Questo studio clinico si concentra sul carcinoma a cellule squamose della testa e del collo localmente ricorrente (HNSCC), una condizione in cui il tumore ritorna nell’area della testa e del collo dopo il trattamento iniziale. Lo studio esplora l’efficacia di un piano terapeutico che include una combinazione di terapie. Il trattamento principale testato è il pembrolizumab, un tipo di immunoterapia che aiuta il sistema immunitario a combattere il cancro.
Lo studio confronterà questo trattamento con la terapia standard, che può includere pembrolizumab con o senza chemioterapia. I farmaci coinvolti includono fluorouracile, carboplatino e cisplatino, che sono chemioterapici utilizzati per arrestare la crescita delle cellule tumorali. Lo scopo è verificare se il nuovo piano terapeutico possa migliorare la sopravvivenza globale dei pazienti.
I partecipanti riceveranno i trattamenti attraverso infusione endovenosa. Lo studio seguirà un percorso specifico che include una valutazione iniziale, l’assegnazione al gruppo di trattamento, la fase terapeutica con re-radiochemioterapia seguita da pembrolizumab, monitoraggio regolare e valutazione finale.
Per essere eleggibili, i pazienti devono avere un HNSCC localmente ricorrente confermato, un punteggio PD-L1 CPS di 1 o superiore, funzione normale di organi e midollo osseo, e avere ricevuto precedente radio(chemio)terapia del collo con almeno 6 mesi di intervallo dall’ultimo trattamento.
Studio sulla Preservazione della Laringe in Pazienti con Carcinoma Avanzato della Laringe o dell’Ipofaringe Utilizzando Terapia con Cisplatino, Fluorouracile e Docetaxel
Localizzazione: Francia
Questo studio clinico è focalizzato su trattamenti per il carcinoma a cellule squamose della laringe o dell’ipofaringe localmente avanzato. L’obiettivo principale è confrontare due approcci terapeutici diversi per determinare quale sia più efficace nel preservare la funzione della laringe (la scatola vocale) e dell’area faringoesofagea.
I trattamenti testati includono una combinazione di farmaci chemioterapici: cisplatino, 5-fluorouracile e docetaxel. Questi farmaci vengono somministrati attraverso infusione endovenosa. I partecipanti riceveranno la combinazione di questi chemioterapici seguita da radioterapia, oppure un trattamento in cui il cisplatino viene somministrato contemporaneamente alla radioterapia.
La radioterapia utilizza raggi ad alta energia per colpire e distruggere le cellule tumorali. Lo scopo dello studio è determinare quale metodo terapeutico sia migliore nell’aiutare i pazienti a sopravvivere senza perdere la funzione della laringe o necessitare di interventi chirurgici maggiori come la laringectomia totale.
Per partecipare, i pazienti devono avere un carcinoma a cellule squamose della laringe o dell’ipofaringe confermato istologicamente, classificato come T2 o T3, senza metastasi a distanza, e non devono aver ricevuto trattamenti precedenti per questo tumore. È richiesto un Performance Status di 0 o 1.
Studio di Pembrolizumab con Lenvatinib dopo Trattamento Chemioradioterapico in Pazienti con Carcinoma della Testa e del Collo Localmente Avanzato PD-L1 Positivo
Localizzazione: Germania
Questo studio si concentra su pazienti con carcinoma a cellule squamose della testa e del collo localmente avanzato. La ricerca esamina due farmaci: pembrolizumab e lenvatinib, somministrati dopo che i pazienti hanno completato il trattamento iniziale con chemioterapia e radioterapia.
Lo scopo è determinare se l’utilizzo combinato di pembrolizumab e lenvatinib funzioni meglio rispetto al solo pembrolizumab nel prevenire la ricomparsa del tumore. Il pembrolizumab viene somministrato attraverso infusione endovenosa, mentre il lenvatinib viene assunto sotto forma di capsule orali. Il periodo di trattamento può durare fino a 47 settimane.
Lo studio includerà pazienti le cui cellule tumorali presentano una caratteristica specifica chiamata PD-L1, una proteina presente su alcune cellule tumorali. I pazienti riceveranno controlli medici regolari durante tutto il periodo dello studio per monitorare la loro salute e valutare l’efficacia del trattamento. I farmaci studiati sono progettati per aiutare il sistema immunitario del corpo a combattere le cellule tumorali.
I criteri di inclusione richiedono che i pazienti siano adulti (18 anni o più), abbiano un tumore in stadio III-IVB confermato istologicamente, positivo per PD-L1 con punteggio di 1 o superiore, e abbiano completato radioterapia con dose di almeno 68 Gray combinata con almeno 200mg/m² di cisplatino.
Studio sulla Sicurezza ed Efficacia di Afatinib per Pazienti con Anemia di Fanconi e Carcinoma a Cellule Squamose Avanzato nella Cavità Orale, Orofaringe, Ipofaringe o Laringe
Localizzazione: Germania, Spagna
Questo studio clinico si concentra sugli effetti del farmaco afatinib in pazienti con anemia di Fanconi, una rara patologia genetica che può portare al carcinoma a cellule squamose che colpisce aree come la bocca, la gola e la scatola vocale. Lo studio mira a comprendere quanto sia sicuro ed efficace l’afatinib nel trattare questi tumori, specialmente quando non possono essere rimossi chirurgicamente o si sono diffusi ad altre parti del corpo.
Il trattamento prevede l’assunzione di afatinib sotto forma di compresse rivestite con film, da assumere per via orale. Lo studio confronterà gli effetti di diverse dosi di afatinib per verificare quanto bene funzioni nel controllare il tumore e nel migliorare la qualità della vita dei pazienti. I partecipanti saranno monitorati per eventuali effetti collaterali e per la risposta del tumore al trattamento.
L’afatinib agisce inibendo determinate proteine che promuovono la crescita delle cellule tumorali, colpendo specificamente il recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR) e altre vie correlate. È classificato come inibitore della tirosin-chinasi, un tipo di terapia oncologica mirata.
I criteri di inclusione richiedono che i pazienti abbiano 18 anni o più, una diagnosi confermata di anemia di Fanconi e di carcinoma a cellule squamose non resecabile o localmente avanzato, con funzione adeguata di organi e midollo osseo, e un Performance Status ECOG inferiore a 2.
Riepilogo
Gli studi clinici attualmente in corso per il carcinoma a cellule squamose dell’ipofaringe rappresentano importanti opportunità per pazienti con malattia avanzata o ricorrente. Questi studi esplorano diverse strategie terapeutiche innovative:
- Immunoterapia: Il pembrolizumab è presente in tre dei quattro studi, riflettendo l’importanza crescente dell’immunoterapia nel trattamento di questi tumori, particolarmente per pazienti con tumori PD-L1 positivi.
- Terapie combinate: Diversi studi valutano combinazioni di chemioterapia, radioterapia e immunoterapia per massimizzare l’efficacia terapeutica.
- Preservazione funzionale: Un focus importante è sulla preservazione della funzione della laringe, fondamentale per mantenere la capacità di parlare e deglutire.
- Terapie mirate: L’afatinib e il lenvatinib rappresentano approcci di terapia mirata per sottogruppi specifici di pazienti.
- Popolazioni speciali: Uno studio si concentra specificamente su pazienti con anemia di Fanconi, una rara condizione genetica che aumenta il rischio di sviluppare questi tumori.
È importante che i pazienti interessati a partecipare a questi studi discutano con il proprio oncologo per valutare l’idoneità e comprendere i potenziali benefici e rischi. La partecipazione a uno studio clinico può offrire accesso a trattamenti innovativi e contribuire al progresso della ricerca medica per questa patologia.












