Ansietà procedurale
L’ansietà procedurale è una paura intensa, preoccupazione o stress che si manifesta prima o durante le procedure mediche, interferendo con la capacità di una persona di iniziare, completare o affrontare efficacemente le cure mediche necessarie. Questa condizione comune può colpire chiunque si sottoponga a esami di screening, procedure diagnostiche o trattamenti, e può iniziare giorni prima dell’appuntamento programmato e persistere anche dopo.
Indice dei contenuti
- Comprendere l’ansietà procedurale
- Cause dell’ansietà procedurale
- Fattori di rischio
- Sintomi dell’ansietà procedurale
- Come viene identificata l’ansietà procedurale
- Strategie di prevenzione
- Gestire l’ansietà procedurale: approcci non farmacologici
- Interventi medici per l’ansietà procedurale
- Come l’ansietà procedurale influisce sul corpo
- Comprendere la prognosi e le prospettive a lungo termine
- Progressione naturale senza trattamento
- Possibili complicazioni e sviluppi imprevisti
- Impatto sulla vita quotidiana
- Supporto per i familiari
- Studi clinici in corso
Comprendere l’ansietà procedurale
L’ansietà procedurale è molto più del semplice nervosismo prima di un appuntamento medico. Rappresenta una paura eccessiva delle procedure mediche, dentistiche o chirurgiche che provoca un disagio acuto o impedisce a qualcuno di completare passaggi sanitari necessari. Questo tipo di ansia può verificarsi in previsione o durante procedure utilizzate per lo screening, come la mammografia, per la diagnosi, come l’endoscopia o l’amniocentesi, o per il trattamento, incluse l’angioplastica o la chirurgia maggiore.[1]
Il corpo segnala naturalmente quando qualcosa è nuovo, inaspettato, potenzialmente dannoso o scomodo come modo per aiutarci a mantenerci al sicuro e in salute. Tuttavia, a volte questo segnale diventa troppo forte, il che può portare l’ansia a crescere e sfuggire al controllo. Questi sentimenti possono iniziare persino giorni prima della procedura e durare anche dopo che è stata completata.[2]
Quando l’ansietà procedurale diventa grave, interferisce con la capacità di una persona di iniziare o completare una procedura, può portarla ad evitare completamente la procedura, o le impedisce di affrontare efficacemente prima, durante o dopo la procedura. Questo evitamento o difficoltà può avere conseguenze gravi per la gestione della salute e i risultati del trattamento.[2]
Cause dell’ansietà procedurale
Diversi fattori contribuiscono allo sviluppo dell’ansietà procedurale. Le preoccupazioni riguardo al dolore sono tra i fattori scatenanti più comuni, poiché molte persone temono di provare disagio durante gli interventi medici. La paura di complicazioni durante la procedura o le preoccupazioni riguardo al processo di recupero successivo possono anche alimentare l’ansia.[3]
La paura di perdere il controllo durante una procedura medica è un’altra causa significativa. I pazienti possono preoccuparsi di non essere in grado di gestire l’esperienza, il che aumenta il loro disagio. Questa paura di perdere il controllo o di svenire durante le procedure mediche può essere psicologicamente travolgente e può portare all’evitamento delle cure mediche necessarie.[4]
Le esperienze negative passate con l’assistenza sanitaria svolgono un ruolo sostanziale nell’ansietà procedurale. Quando qualcuno ha precedentemente subito una procedura scomoda o spaventosa, può sviluppare un’ansia elevata riguardo ai futuri interventi medici. Ricordare queste esperienze negative può scatenare risposte di paura intensa anche prima che inizi la procedura successiva.[4]
Anche gli aspetti sconosciuti generali che circondano le procedure mediche scatenano ansia. Non sapere esattamente cosa accadrà prima, durante e dopo una procedura può creare incertezza e paura significative. Questo è il motivo per cui l’ansia si manifesta facilmente quando i pazienti mancano di informazioni chiare riguardo alle cure mediche imminenti.[3]
Fattori di rischio
Alcuni gruppi di persone sono più vulnerabili a sviluppare l’ansietà procedurale. Gli individui con condizioni di salute croniche, come la fibrosi cistica (una malattia genetica che colpisce principalmente i polmoni e il sistema digestivo), sono particolarmente a rischio perché spesso si sottopongono a procedure mediche frequenti durante tutta la loro vita. Questa esposizione ripetuta può aumentare la paura e l’evitamento nel tempo, rendendo ogni procedura successiva più difficile da affrontare.[4]
Anche le persone che hanno vissuto procedure mediche traumatiche in passato sono a rischio più elevato. Il ricordo del dolore, del disagio o di circostanze angoscianti può creare un pattern di ansia che si intensifica con ogni nuovo incontro medico. Questa storia può far sembrare minacciose anche le procedure di routine.[4]
Alcune persone soffrono di quella che è nota come “ipertensione da camice bianco”, che è un aumento della pressione sanguigna causato semplicemente dall’essere in un ambiente medico. Questa risposta fisica dimostra come la sola vista di ambienti medici, incluse divise, aghi, camici ospedalieri e monitor cardiaci, possa scatenare risposte ansiose negli individui suscettibili.[3]
Sintomi dell’ansietà procedurale
L’ansietà procedurale si manifesta attraverso sintomi sia fisici che psicologici che possono essere piuttosto angoscianti. I sintomi fisici includono sudorazione, mancanza di respiro, tremore, battito cardiaco accelerato e palpitazioni cardiache (la sensazione che il cuore batta in modo irregolare o troppo forte). I pazienti potrebbero anche sperimentare perdita di appetito, difficoltà a parlare o pensare chiaramente, e sensazioni di distacco dall’ambiente circostante.[4]
Ulteriori sintomi fisici possono includere nausea, altri problemi gastrointestinali e difficoltà a dormire. Questi sintomi sono risposte tipiche allo stress che possono intensificarsi se non affrontate. Tendono a raggiungere il picco il giorno della procedura o della visita, ma i pazienti possono sperimentarli per giorni prima.[3]
L’ansia grave può portare a cambiamenti fisici più seri nel corpo, inclusi livelli ormonali aumentati, ipertensione (pressione sanguigna alta), squilibrio dei fluidi, aumento della temperatura corporea e aritmie cardiache (battiti cardiaci irregolari). Queste risposte fisiche all’ansia possono ritardare una procedura o influenzare il tempo di recupero, rendendo cruciale riconoscere e affrontare l’ansia prima che raggiunga questo livello.[3]
Come viene identificata l’ansietà procedurale
L’ansietà procedurale viene identificata riconoscendo uno schema di sentimenti e comportamenti relativi alle procedure mediche. A differenza di molte condizioni mediche che richiedono esami del sangue o scansioni, l’ansietà procedurale viene riconosciuta principalmente attraverso l’osservazione e la conversazione sui sintomi e sui comportamenti.[1]
I medici e gli altri operatori sanitari valutano l’ansietà procedurale principalmente attraverso la conversazione e l’osservazione. In genere ti chiederanno delle tue paure e preoccupazioni riguardo alla procedura imminente, delle tue esperienze passate con le cure mediche (specialmente eventuali esperienze negative), e di come ti sei sentito fisicamente ed emotivamente nei giorni precedenti la procedura. Essere onesti riguardo alla tua ansietà aiuta il tuo team sanitario a sviluppare strategie per sostenerti.[1]
Il tuo operatore sanitario potrebbe porre domande specifiche su quali aspetti della procedura ti preoccupano di più. Per alcune persone, è la paura del dolore. Per altri, potrebbero essere preoccupazioni sul non sapere cosa aspettarsi, preoccupazioni sulla perdita di controllo, paura di essere confinati in uno spazio piccolo, o ansietà riguardo agli aghi. Comprendere i trigger specifici aiuta gli operatori sanitari ad adattare il loro approccio alle tue esigenze.[1]
In alcuni casi, in particolare quando l’ansietà è grave o è stata un problema di lunga data, gli operatori sanitari possono raccomandare una consulenza con un professionista della salute mentale. Psicologi o assistenti sociali formati in psicoterapia possono condurre valutazioni più dettagliate e aiutare a identificare se l’ansietà procedurale fa parte di un disturbo d’ansia più ampio che potrebbe beneficiare di un trattamento specializzato.[1]
Strategie di prevenzione
Esistono numerose strategie che possono aiutare a prevenire o ridurre l’ansietà procedurale prima che diventi travolgente. Imparare di più sulla procedura è uno degli approcci più efficaci. Sentirsi più in controllo comprendendo chi eseguirà la procedura, dove avrà luogo, perché è necessaria e come dovresti sentirti dopo può ridurre significativamente la paura. Fare tutte le domande che hai aiuta a minimizzare gli aspetti sconosciuti che scatenano l’ansia.[2]
Esprimere le tue paure al tuo medico è un altro importante passo preventivo. Informare il tuo team sanitario delle tue preoccupazioni li aiuta a suggerire modi per ridurre l’ansia o fornire le informazioni necessarie per aiutarti a sentirti meglio. Ad esempio, se sei preoccupato per il dolore, il tuo medico può lavorare con te per determinare le migliori opzioni per la gestione del dolore.[3]
Praticare regolarmente tecniche di rilassamento, anche prima di avere una procedura programmata, può sviluppare abilità che saranno utili quando si manifesta l’ansia. Tecniche come la meditazione, lo yoga, la respirazione a scatola (una tecnica di respirazione in cui inspiri, trattieni, espiri e trattieni di nuovo per conteggi uguali) e altri metodi di rilassamento possono essere efficaci. Anche se questi potrebbero non far scomparire completamente l’ansia, possono aiutare a calmare la mente e regolare i tuoi pensieri e il tuo corpo.[3]
Trovare modi per ridurre lo stress in generale può anche prevenire lo sviluppo dell’ansietà procedurale. Dormire una notte intera, pensare a modi per divertirsi e rilassarsi mentre ti rechi in clinica, e portare un oggetto che ti conforta da casa, come una coperta o una foto, possono tutti aiutare. Scrivere i tuoi sentimenti può aiutarti a descrivere l’esperienza agli altri e a elaborare le tue emozioni.[2]
Sviluppare e condividere un “piano di comfort” che elenca ciò di cui hai bisogno per aiutarti a rilassarti e affrontare la situazione è un’eccellente strategia preventiva. Questo piano può includere i tuoi metodi di coping preferiti, le persone che desideri presenti e richieste specifiche che ti aiuteranno a sentirti più a tuo agio durante le procedure.[2]
Gestire l’ansietà procedurale: approcci non farmacologici
Esistono molte strategie efficaci per gestire l’ansietà procedurale senza farmaci. L’uso di tecniche di distrazione è uno dei metodi più accessibili. Ascoltare musica, giocare ai videogiochi o guardare video divertenti può aiutare a deviare l’attenzione dai pensieri angoscianti. Alcuni studi suggeriscono che la musica può ridurre l’ansia prima dell’intervento chirurgico, quindi creare una playlist delle tue canzoni preferite da ascoltare prima o anche durante la procedura può essere utile.[2]
I professionisti della salute mentale possono insegnare e aiutare i pazienti a praticare varie tecniche per gestire pensieri difficili o forti reazioni da stress. Questi includono esercizi di respirazione profonda, rilassamento muscolare (tensione e rilassamento sistematico di diversi gruppi muscolari), immaginazione guidata (visualizzare scene pacifiche), mindfulness (concentrare l’attenzione sul momento presente), terapia di esposizione (affrontare gradualmente le situazioni temute) e dialogo positivo con se stessi, come ricordare a se stessi “L’ho già fatto prima ed è andato bene”.[2]
La ricerca sugli interventi di realtà virtuale ha mostrato effetti ampiamente positivi, in particolare in contesti pediatrici dove i bambini sottoposti a procedure sperimentano riduzioni significative sia dell’ansia che del dolore. La natura immersiva della realtà virtuale fornisce distrazione, educazione sulla procedura o esposizione controllata a situazioni temute, aiutando i pazienti a sentirsi meno ansiosi.[5]
Portare un amico o una persona cara per supporto durante le procedure può fornire conforto emotivo e assistenza pratica. Avere qualcuno di familiare nelle vicinanze può aiutare i pazienti a sentirsi più sicuri e più capaci di gestire la loro ansia. Per adolescenti e adulti, il supporto di altri che hanno avuto esperienze simili può essere particolarmente vantaggioso.[2]
Chiedere informazioni sulle scelte che puoi fare riguardo alla procedura può aumentare i sentimenti di controllo. Le opzioni potrebbero includere guardare o non guardare la procedura, scegliere dove sul tuo corpo ricevere un’iniezione, o programmare la procedura all’inizio o alla fine di una visita in clinica. Queste piccole scelte possono fare una differenza significativa nei livelli di ansia.[2]
Identificare un’attività o un oggetto da aspettare con impazienza dopo che la procedura è finita può fornire motivazione e qualcosa di positivo su cui concentrarsi. Questo approccio orientato al futuro aiuta a spostare l’attenzione dalla paura verso una ricompensa o un’esperienza piacevole.[2]
Interventi medici per l’ansietà procedurale
Quando gli approcci non farmacologici non sono sufficienti, i farmaci possono essere utilizzati per aiutare a gestire l’ansietà procedurale. Le benzodiazepine (farmaci che aiutano a ridurre l’ansia e promuovono il rilassamento) sono i farmaci più comunemente prescritti per questo scopo. Questi farmaci agiscono potenziando l’effetto di una sostanza chimica naturale del cervello che promuove calma e rilassamento.[6]
Per le procedure ambulatoriali, il diazepam è spesso preferito perché ha un rapido inizio d’azione, breve durata degli effetti clinici e buone evidenze di efficacia. La dose tipica varia da 2 a 10 milligrammi assunti per via orale circa 20 minuti prima della procedura.[6]
Per i contesti ospedalieri, il midazolam è generalmente preferito, tranne per i pazienti con problemi al fegato, per i quali il lorazepam è una scelta migliore. È fondamentale che i pazienti abbiano qualcuno che li accompagni da e verso la procedura quando assumono questi farmaci, poiché possono causare sonnolenza e compromettere la capacità di guidare in sicurezza. Alcuni pazienti possono sperimentare sintomi lievi come nausea, stordimento, affaticamento, instabilità o coordinazione compromessa fino a 24 ore dopo aver assunto farmaci sedativi.[6]
Per i pazienti che non tollererebbero le benzodiazepine, hanno ragioni mediche che ne impediscono l’uso o le hanno trovate inefficaci, la melatonina somministrata sotto la lingua è raccomandata come alternativa. Altre opzioni farmacologiche includono anestetici topici per intorpidire la pelle prima delle procedure con ago, sedativi (farmaci che calmano e rilassano), protossido d’azoto (chiamato anche “gas esilarante”, un gas inalato che riduce l’ansia e il dolore), o persino una lieve anestesia (farmaci che causano perdita di sensazione o coscienza) per ridurre il disagio.[6]
Come l’ansietà procedurale influisce sul corpo
L’ansietà procedurale crea cambiamenti significativi nel normale funzionamento del corpo. Quando una persona sperimenta paura intensa o preoccupazione riguardo a una procedura medica, si attiva il sistema di risposta allo stress del corpo. Questo sistema, progettato per proteggerci dal pericolo, rilascia ormoni che preparano il corpo per “combattere o fuggire”. Tuttavia, nel contesto delle procedure mediche, questa risposta può creare problemi piuttosto che soluzioni.[3]
Gli ormoni dello stress rilasciati durante l’ansia fanno battere il cuore più velocemente e con più forza, portando a palpitazioni cardiache e talvolta a battiti cardiaci irregolari. La pressione sanguigna aumenta, a volte a livelli che possono richiedere il rinvio di una procedura. Il sistema digestivo può essere influenzato, causando nausea e altri problemi gastrointestinali. La respirazione può diventare rapida e superficiale, portando a sensazioni di mancanza di respiro.[3]
Il sistema nervoso diventa iperattivo durante l’ansietà procedurale, il che può causare tremore, sudorazione e difficoltà con la coordinazione. Questo stato di allerta elevato può rendere più difficile per i pazienti rimanere fermi durante le procedure o seguire le istruzioni dei fornitori di assistenza sanitaria. La capacità del cervello di elaborare informazioni e prendere decisioni può essere temporaneamente compromessa, rendendo difficile parlare chiaramente o pensare logicamente.[4]
Quando l’ansia non viene gestita, queste risposte fisiche possono interferire con la procedura stessa e con il recupero successivo. La paura e lo stress possono causare reazioni fisiche che rendono le procedure più scomode o persino non sicure. Dopo una procedura, l’ansia continua può ostacolare i processi naturali di guarigione del corpo, ridurre la capacità di una persona di affrontare il disagio e ritardare il ritorno alle normali attività. Gestire questi sintomi è essenziale per garantire un trattamento efficace e risultati sanitari ottimali.[4]
Gestire proattivamente l’ansietà procedurale migliora la cooperazione durante le procedure, diminuisce il disagio e porta a risultati sanitari migliori. I pazienti che si sentono meno ansiosi hanno maggiori probabilità di completare test e trattamenti necessari senza ritardi o evitamenti, favorendo un’esperienza sanitaria complessivamente più positiva.[4]
Comprendere la prognosi e le prospettive a lungo termine
L’ansietà procedurale non è una condizione con una prognosi fissa nel senso tradizionale, perché non progredisce come una malattia. Rappresenta invece uno schema di risposta che può migliorare con una gestione adeguata o peggiorare se non viene affrontato. Le prospettive per le persone che sperimentano ansietà procedurale dipendono in gran parte da come loro e il loro team sanitario affrontano il problema.[2]
Per molte persone, l’ansietà procedurale può diventare una sfida persistente, specialmente se devono affrontare procedure mediche ricorrenti. Questo è particolarmente vero per le persone con condizioni di salute croniche come la fibrosi cistica o il cancro, che possono sottoporsi a test, scansioni o trattamenti frequenti nel corso di mesi o anni. Ogni incontro con l’ansietà che non viene gestita bene può rafforzare la paura, rendendo le procedure future ancora più spaventose.[4]
Tuttavia, la prognosi è generalmente positiva quando l’ansietà viene riconosciuta e affrontata precocemente. Molte persone imparano strategie di gestione efficaci e possono completare le procedure necessarie con un disagio ridotto. Coloro che si rivolgono a professionisti della salute mentale, utilizzano tecniche di rilassamento e comunicano apertamente con i loro operatori sanitari spesso vedono miglioramenti significativi nella loro capacità di gestire l’ansia nel tempo.[2]
Progressione naturale senza trattamento
Quando l’ansietà procedurale non viene affrontata, tende a seguire uno schema di escalation e rafforzamento. Quello che può iniziare come un lieve nervosismo prima di un prelievo di sangue di routine o di una scansione può trasformarsi in una paura intensa che influisce sulla capacità di una persona di funzionare normalmente in contesti medici.[3]
La progressione spesso inizia con l’ansietà anticipatoria (preoccupazione o paura che inizia giorni o addirittura settimane prima di una procedura programmata). Durante questo periodo, una persona può sperimentare sintomi fisici come difficoltà a dormire, perdita di appetito, battito cardiaco accelerato, sudorazione, tremore o disturbi gastrointestinali. Questi sintomi sono il sistema di allarme naturale del corpo che risponde a una minaccia percepita, ma possono diventare estenuanti e interferire con le attività quotidiane.[3][4]
Man mano che si avvicina il giorno della procedura, l’ansia spesso si intensifica. Alcune persone possono sperimentare sintomi simili al panico quando entrano nella struttura medica o vedono attrezzature mediche. Questo può includere sensazioni di distacco dall’ambiente circostante, difficoltà a parlare o pensare chiaramente e un impulso travolgente di fuggire. Queste reazioni non sono un segno di debolezza ma piuttosto la risposta di attacco o fuga del corpo che viene innescata in modo inappropriato.[4]
Se una persona riesce a sottoporsi alla procedura nonostante l’alta ansietà, l’esperienza può essere traumatica ed estenuante. Il ricordo del disagio può rendere le procedure future ancora più spaventose, creando un ciclo in cui ogni incontro medico rafforza la paura. Nel tempo, questo può portare a comportamenti di evitamento, in cui le persone cancellano appuntamenti, rifiutano test o ritardano completamente la ricerca di cure.[2][4]
Possibili complicazioni e sviluppi imprevisti
L’ansietà procedurale può portare a una serie di complicazioni che si estendono oltre l’immediato disagio emotivo. Queste complicazioni possono influenzare la salute fisica, i risultati del trattamento e la qualità della vita complessiva.[3][4]
Una delle complicazioni fisiche più significative è l’impatto che l’ansietà può avere sul corpo durante le procedure mediche. L’ansietà grave può causare cambiamenti fisici come pressione sanguigna elevata, ritmi cardiaci irregolari, aumento dei livelli ormonali, squilibri di fluidi e temperatura corporea elevata. Queste risposte fisiologiche non sono solo scomode, ma possono effettivamente ritardare o complicare le procedure. Per esempio, una persona con pressione sanguigna molto alta a causa dell’ansietà potrebbe dover riprogrammare un intervento chirurgico per motivi di sicurezza.[3]
L’ansietà può anche interferire con il completamento delle procedure. In casi estremi, i pazienti possono sperimentare attacchi di panico che rendono impossibile rimanere fermi per test di imaging come le risonanze magnetiche, oppure possono essere incapaci di tollerare procedure che richiedono di essere coscienti e collaborativi. Questo può risultare in test incompleti, nella necessità di sedazione che non era originariamente pianificata o nella cancellazione di procedure diagnostiche importanti.[4]
Il recupero dopo le procedure può essere ostacolato anche dall’ansietà. Alti livelli di stress possono rallentare la guarigione, aumentare la percezione del dolore e ridurre la capacità del corpo di affrontare le esigenze fisiche del recupero. Le persone con ansietà procedurale grave possono avere tempi di recupero più lunghi e maggiori difficoltà nella gestione dei sintomi post-procedurali.[4]
Forse la complicazione più seria è l’evitamento delle cure mediche necessarie. Quando la paura diventa travolgente, le persone possono saltare screening per il cancro, ritardare test diagnostici per sintomi preoccupanti, rifiutare biopsie o evitare cure di follow-up. Questo può portare a diagnosi in fase avanzata di condizioni gravi, progressione di malattie trattabili e risultati di salute complessivamente peggiori. In alcuni casi, l’evitamento può essere pericoloso per la vita.[2][4]
Impatto sulla vita quotidiana
Vivere con l’ansietà procedurale influisce su molto più del solo tempo trascorso in contesti medici. La condizione può gettare un’ombra sulla vita quotidiana, influenzando come le persone si sentono, funzionano e si relazionano con gli altri.[3][2]
Emotivamente, il peso dell’ansietà procedurale può essere estenuante. La preoccupazione anticipatoria che inizia giorni o settimane prima di una procedura programmata può consumare energia mentale e creare uno sfondo costante di stress. Le persone possono trovarsi incapaci di concentrarsi sul lavoro, godere di attività ricreative o essere pienamente presenti con famiglia e amici perché la loro mente è preoccupata dalla paura del prossimo appuntamento medico.[3]
I disturbi del sonno sono comuni per coloro che hanno ansietà procedurale. Man mano che si avvicina una procedura, addormentarsi o rimanere addormentati diventa più difficile. Questa mancanza di riposo può influenzare l’umore, la concentrazione e la salute fisica, creando stress aggiuntivo che aggrava l’ansia. Alcune persone riferiscono di sentirsi esauste nei giorni precedenti le procedure, il che può influire sulla loro capacità di lavorare o adempiere alle responsabilità quotidiane.[3]
I sintomi fisici associati all’ansietà procedurale possono anche intromettersi nelle attività quotidiane. Nausea, tremore, battito cardiaco accelerato e problemi gastrointestinali possono verificarsi non solo il giorno della procedura ma nei giorni precedenti. Questi sintomi possono rendere difficile mangiare normalmente, fare esercizio o impegnarsi in attività di routine. Alcune persone potrebbero aver bisogno di prendere congedi dal lavoro o cancellare piani sociali a causa degli effetti fisici della loro ansietà.[3][4]
Creare un piano di comfort (un documento scritto che delinea cosa aiuta a sentirsi calmi e al sicuro durante le procedure mediche) può dare un senso di controllo e rendere più facile comunicare le proprie esigenze agli operatori sanitari. Questo potrebbe includere preferenze come avere una persona di supporto presente, ascoltare musica, usare crema anestetizzante prima di procedure con aghi o essere informati passo dopo passo su ciò che sta accadendo.[2]
Supporto per i familiari
I familiari e le persone care svolgono un ruolo cruciale nell’aiutare qualcuno con ansietà procedurale a navigare le cure mediche. Comprendere come fornire supporto efficace può fare una differenza significativa nell’esperienza e nei risultati della persona.[2]
Uno dei modi più importanti in cui i familiari possono aiutare è prendere sul serio l’ansietà della persona. Liquidare le paure come “sciocche” o dire a qualcuno di “calmarsi semplicemente” è raramente utile e può aumentare i sentimenti di vergogna o isolamento. Invece, riconosci che la paura è reale e che sei lì per supportarli attraverso di essa.[2]
L’assistenza pratica può essere molto preziosa. Offriti di accompagnare la persona agli appuntamenti o alle procedure. Avere una persona di supporto fidata presente può ridurre significativamente l’ansietà e fornire conforto durante i momenti difficili. Puoi aiutare ponendo domande che la persona ansiosa potrebbe dimenticare di fare, prendendo appunti su istruzioni o informazioni e fornendo distrazione o supporto emotivo durante la procedura stessa.[2]
Il trasporto è un’altra preoccupazione pratica. Se la persona riceverà sedazione o farmaci per l’ansietà come parte della gestione della procedura, avrà bisogno di qualcuno che la accompagni a casa in sicurezza. Assicurati che questo sia organizzato con largo anticipo per evitare stress aggiuntivo il giorno della procedura.[6]
I familiari possono incoraggiare la persona a comunicare apertamente con gli operatori sanitari sulla loro ansietà. A volte le persone si sentono imbarazzate ad ammettere la loro paura, ma i team sanitari hanno esperienza nel lavorare con pazienti ansiosi e hanno molte strategie disponibili per aiutare. Incoraggiare questa comunicazione può aprire porte ad accorgimenti e supporto che altrimenti potrebbero essere persi.[3][2]
È anche importante per le famiglie riconoscere quando è necessario il supporto professionale di salute mentale. Se l’ansietà è abbastanza grave da causare l’evitamento di cure necessarie, se sta impattando significativamente sulla qualità della vita o se la persona sta sperimentando attacchi di panico o altri sintomi intensi, incoraggiale a parlare con uno psicologo, un assistente sociale o uno psichiatra specializzato nella gestione dell’ansietà.[2]
Studi clinici in corso sull’ansietà procedurale
L’ansietà procedurale, in particolare quella perioperatoria nei bambini, è una condizione che merita particolare attenzione medica. Si manifesta con sentimenti di nervosismo, paura o disagio che i bambini possono provare prima, durante e dopo un intervento chirurgico. Questa ansia può manifestarsi con pianto, irrequietezza o comportamenti non collaborativi durante l’induzione dell’anestesia, rendendo l’esperienza chirurgica più difficile sia per i piccoli pazienti che per i loro genitori.
Attualmente è in corso uno studio clinico in Belgio che confronta l’efficacia del midazolam con tecniche di distrazione mediante tablet per ridurre l’ansietà perioperatoria nei bambini. Questo studio si concentra sulla gestione dell’ansietà perioperatoria nei bambini che devono sottoporsi a interventi chirurgici in regime di day-care, come circoncisione, cure dentali o tonsillectomia/adenoidectomia.[7]
L’obiettivo principale è confrontare due metodi per ridurre l’ansia: l’utilizzo di un dispositivo multimediale portatile come un iPad e la somministrazione di midazolam, un farmaco ansiolitico somministrato come soluzione oromucosale. Durante lo studio, i bambini vengono assegnati casualmente a uno dei due gruppi: alcuni riceveranno un iPad da utilizzare come strumento di distrazione, mentre altri riceveranno il midazolam.[7]
Lo studio prevede diverse fasi: dopo l’arruolamento, il bambino viene valutato per i livelli di ansietà utilizzando scale specifiche. Durante l’induzione dell’anestesia, viene monitorato il livello di ansietà e l’anestesista valuta il processo, osservando eventuali segni di stress. Nel periodo postoperatorio, il bambino viene monitorato per eventuali complicazioni respiratorie e viene valutata la soddisfazione dei genitori riguardo alla gestione dell’ansietà.
L’obiettivo finale dello studio è determinare quale metodo sia più sicuro ed efficace nell’aiutare i bambini a sentirsi meno ansiosi durante l’esperienza chirurgica, migliorando così il benessere dei piccoli pazienti e riducendo lo stress per i genitori.











