Terapia genica: Un faro di speranza
I recenti progressi nella terapia genica hanno portato nuova speranza alle persone affette da retinite pigmentosa (RP), una rara malattia ereditaria degli occhi per la quale non esiste una cura nota. La FDA ha approvato voretigene neparvovec-ryzl (Luxturna), un prodotto di terapia genica specificamente per pazienti con mutazioni in entrambe le copie del gene RPE65. Questa terapia prevede un’iniezione singola che fornisce una copia sana del gene RPE65 direttamente alla retina, ripristinando la sua capacità di rispondere alla luce e potenzialmente migliorando la visione notturna e la navigazione in condizioni di scarsa luminosità[1][2]. Inoltre, sono in corso studi clinici che esplorano la terapia genica per altri tipi di RP e malattie retiniche ereditarie (IRD)[1].
Trattamenti emergenti e studi clinici
Diversi nuovi trattamenti sono all’orizzonte, mirando a beneficiare una più ampia gamma di pazienti con RP. GenSight Therapeutics sta testando una terapia optogenetica che combina un’iniezione oculare con occhiali ad alta tecnologia, potenzialmente aiutando i pazienti indipendentemente dalla loro mutazione genetica[2]. ProQR Therapeutics sta sviluppando QR-421a, una terapia genica mirata alla mutazione del gene USH2A, attualmente in studi clinici di fase 1-2[2]. Un altro approccio promettente è la terapia MCO-010 di Nanoscope Therapeutics, che utilizza una strategia agnostica alle mutazioni per contrastare i danni retinici causati da varie mutazioni genetiche[5].
Antiossidanti e integratori
Sebbene non esista una cura per la RP, alcuni integratori possono aiutare a rallentare la perdita della vista. La Vitamina A ha dimostrato di rallentare la progressione delle forme comuni di RP, ma deve essere assunta con cautela a causa della potenziale tossicità epatica[3][7]. Gli integratori di olio di pesce e luteina possono essere anch’essi benefici[3]. Esami oculistici regolari sono cruciali per monitorare i sintomi e adeguare i trattamenti secondo necessità[3].
Visione artificiale e impianti retinici
Per i pazienti con RP avanzata, soluzioni di visione artificiale come l’occhio bionico Argus II offrono qualche speranza. Questa protesi retinica può fornire una vista parziale convertendo le immagini in impulsi elettrici inviati alla retina, aiutando i pazienti a localizzare luci e finestre e persino a leggere lettere grandi[1][8]. Inoltre, gli impianti retinici vengono esplorati come mezzo per sostituire cellule o tessuti danneggiati con altri sani[8].
Ricerca innovativa e direzioni future
La ricerca continua a esplorare nuovi trattamenti per la RP. Gli scienziati dell’Università della California, Irvine, hanno sviluppato nanoanticorpi che stabilizzano i mutanti della rodopsina associati alla malattia retinica, potenzialmente portando a nuove opzioni terapeutiche[4]. Nel frattempo, la N-acetilcisteina (NAC) è in fase di sperimentazione in uno studio clinico di Fase 3 per le sue proprietà antiossidanti, che potrebbero proteggere le cellule retiniche dallo stress ossidativo[6]. Questi sforzi riflettono un significativo investimento nella ricerca di trattamenti efficaci per la RP, guidato dall’urgente necessità di prevenire la perdita della vista e migliorare la qualità della vita delle persone colpite[4][6].