La malattia di Alzheimer familiare a esordio precoce è una forma ereditaria di demenza che colpisce individui più giovani, tipicamente prima dei 65 anni. Attualmente sono in corso diversi studi clinici per sviluppare nuove terapie e migliorare le possibilità diagnostiche per questa patologia devastante.
Studi clinici sulla malattia di Alzheimer familiare a esordio precoce
La malattia di Alzheimer familiare a esordio precoce rappresenta una sfida significativa sia per i pazienti che per i loro familiari. Questa forma della malattia, che si manifesta in età relativamente giovane, ha un impatto profondo sulla qualità della vita e sulle capacità cognitive. Fortunatamente, la ricerca scientifica sta facendo progressi importanti attraverso studi clinici innovativi che esplorano nuovi trattamenti e metodi diagnostici. Attualmente ci sono 4 studi clinici attivi focalizzati su questa condizione, che offrono speranza per il futuro dei pazienti affetti.
Gli studi in corso comprendono vari approcci terapeutici, dalle terapie sperimentali che mirano a rallentare la progressione della malattia alle tecniche di imaging avanzate che permettono una diagnosi più accurata. Questi trial clinici sono fondamentali per comprendere meglio i meccanismi della malattia e per sviluppare strategie di trattamento più efficaci.
Studi clinici attualmente disponibili
Studio sugli effetti di AD04 e placebo in pazienti con malattia di Alzheimer precoce
Localizzazione: Austria, Polonia
Questo studio clinico si concentra sulla valutazione degli effetti di un trattamento chiamato AD04 in pazienti con malattia di Alzheimer in fase iniziale. AD04 è una soluzione per iniezione che contiene idrossido di alluminio, somministrata per via sottocutanea (sotto la pelle). L’obiettivo principale è verificare se AD04 possa rallentare la progressione della malattia valutando i miglioramenti nelle capacità cognitive, nel funzionamento quotidiano e nella salute generale nell’arco di sei mesi.
I partecipanti devono avere un’età compresa tra 50 e 85 anni, con un punteggio tra 22 e 30 al Mini-Mental State Examination (MMSE). È necessario avere un partner o caregiver che conosca bene il paziente e possa accompagnarlo alle visite, con almeno 10 ore di contatto settimanale. Lo studio richiede anche evidenza di atrofia cerebrale alla risonanza magnetica o specifici pattern nel liquido cerebrospinale correlati alla malattia di Alzheimer.
Durante lo studio, i partecipanti verranno sottoposti a varie valutazioni per monitorare la funzione cognitiva, le attività quotidiane e il benessere generale. Le valutazioni includeranno test cognitivi e imaging cerebrale tramite risonanza magnetica per verificare i cambiamenti nella struttura cerebrale. Lo studio è condotto in modo che né i partecipanti né i ricercatori sappiano chi riceve il trattamento reale o il placebo, garantendo risultati imparziali.
Studio sull’accuratezza della PET tau ([18F]RO6958948) e Vizamyl (Flutemetamolo 18F) nella diagnosi di sintomi cognitivi lievi e rischio di malattia di Alzheimer
Localizzazione: Svezia
Questo studio mira a migliorare la diagnosi dei disturbi neurodegenerativi utilizzando tecniche di imaging avanzate. Vengono impiegate due sostanze specializzate, Vizamyl e [18F]RO6958948, iniettate nel corpo per visualizzare i cambiamenti cerebrali attraverso la tomografia a emissione di positroni (PET). Vizamyl aiuta a rilevare le placche amiloidi, mentre la PET tau rileva la proteina tau nel cervello, entrambe associate alla malattia di Alzheimer.
I partecipanti devono avere un’età compresa tra 20 e 100 anni ed essere fluenti in svedese. Devono acconsentire ad almeno una puntura lombare, una risonanza magnetica cerebrale e test neuropsicologici. Lo studio include tre categorie di partecipanti: anziani sani senza sintomi cognitivi, persone con deterioramento cognitivo lieve e persone con demenza. L’obiettivo è confrontare le scansioni cerebrali di persone con questi disturbi con quelle di individui sani.
Nel corso dello studio, i partecipanti saranno sottoposti a vari test, incluse scansioni cerebrali e valutazioni cognitive, per monitorare la salute cerebrale e la funzione cognitiva. Lo studio raccoglierà informazioni nel tempo per comprendere come progrediscono questi disturbi e come le sostanze utilizzate possano aiutare nella diagnosi precoce. La ricerca spera di fornire informazioni preziose sulle fasi iniziali di questi disturbi e migliorare il modo in cui vengono diagnosticati e compresi.
Studio sui benefici dell’imaging PET amiloide con Florbetaben (18F) e Flutemetamolo (18F) per pazienti con vari tipi di demenza
Localizzazione: Germania
Questo trial clinico studia i benefici dell’utilizzo di un particolare tipo di scansione cerebrale chiamata imaging PET amiloide per persone con diversi tipi di demenza. Lo studio include varie forme di demenza, come la malattia di Alzheimer, la demenza vascolare e la demenza correlata ad altre condizioni come il morbo di Parkinson e l’HIV. L’obiettivo è verificare se l’imaging PET amiloide possa fornire informazioni migliori rispetto ai metodi standard senza questo tipo di imaging.
I partecipanti devono avere almeno 50 anni, possedere un’assicurazione sanitaria tedesca valida e avere una demenza da lieve a moderata. Devono avere un punteggio alla Clinical Dementia Rating Scale (CDR) superiore a 0,5 e inferiore a 3,0, e un punteggio al Mini-Mental-Status Test (MMSE) superiore a 10. È necessaria anche una diagnosi poco chiara di demenza o una diagnosi incerta di malattia di Alzheimer, con una certezza diagnostica inferiore all’85%.
L’imaging prevede l’uso di una soluzione per iniezione, come Neuraceq o VIZAMYL, che contiene sostanze come florbetaben (18F) o flutemetamolo (18F). Queste sostanze aiutano a evidenziare determinate aree del cervello durante la scansione. Lo studio osserverà come questo tipo di imaging influisca sulla gestione delle attività quotidiane e sulla qualità complessiva della vita per coloro che soffrono di demenza. I partecipanti saranno monitorati per diverse settimane con valutazioni di follow-up per controllare i cambiamenti nelle prestazioni cognitive, nella qualità della vita e negli eventuali effetti collaterali.
Studio sulla sicurezza e sugli effetti di ABBV-916 e MK-6240 per pazienti con malattia di Alzheimer precoce
Localizzazione: Italia, Portogallo, Spagna
Questo studio clinico valuta un trattamento chiamato ABBV-916, un tipo speciale di proteina nota come anticorpo monoclonale. Questa proteina è progettata per colpire e ridurre determinate sostanze nocive nel cervello associate alla malattia di Alzheimer. Il trial prevede anche un confronto con un placebo per valutare l’efficacia del trattamento.
I partecipanti devono essere adulti maschi o femmine, di età compresa tra 50 e 90 anni, con un punteggio MMSE tra 20 e 28 all’inizio dello studio. Devono avere un risultato del test ematico che suggerisca la presenza di amiloide e una scansione cerebrale che mostri accumulo di amiloide, con un valore centiloid di 37 o superiore. Il trattamento viene somministrato attraverso un’iniezione in vena, nota come iniezione endovenosa.
Lo studio monitorerà come il trattamento influisca sul cervello nel tempo, in particolare osservando i cambiamenti nelle sostanze cerebrali legate alla malattia di Alzheimer. Un altro farmaco, MK-6240, verrà utilizzato per aiutare a misurare questi cambiamenti nel cervello. Durante tutto lo studio, i partecipanti avranno controlli regolari e scansioni cerebrali per monitorare i loro progressi. Una valutazione chiave sarà condotta alla settimana 24 per misurare i cambiamenti nella deposizione di placche amiloidi cerebrali utilizzando una scansione PET amiloide specializzata.
Riepilogo
Gli studi clinici attualmente in corso sulla malattia di Alzheimer familiare a esordio precoce rappresentano un importante passo avanti nella comprensione e nel trattamento di questa condizione devastante. I quattro trial descritti utilizzano approcci diversi ma complementari:
Terapie innovative: Gli studi con AD04 e ABBV-916 esplorano nuovi farmaci che potrebbero rallentare la progressione della malattia agendo su meccanismi specifici legati all’accumulo di proteine anomale nel cervello.
Diagnosi avanzata: Gli studi di imaging con PET tau e PET amiloide stanno perfezionando la capacità di diagnosticare precocemente la malattia e di differenziare la malattia di Alzheimer da altre forme di demenza. Questi strumenti diagnostici sono fondamentali per identificare i pazienti che potrebbero beneficiare maggiormente di terapie specifiche.
Approccio multidisciplinare: Tutti gli studi combinano valutazioni cognitive dettagliate, imaging cerebrale avanzato e monitoraggio della qualità della vita, offrendo una visione completa dell’impatto dei trattamenti sui pazienti.
Un aspetto importante da notare è che la maggior parte di questi studi richiede la presenza di un caregiver o partner che possa accompagnare il paziente alle visite e fornire informazioni sulla sua condizione. Questo sottolinea l’importanza del supporto familiare nella gestione della malattia di Alzheimer precoce.
Per i pazienti e le famiglie che affrontano questa diagnosi, questi studi clinici rappresentano non solo un’opportunità di accedere a trattamenti potenzialmente innovativi, ma anche di contribuire attivamente alla ricerca scientifica che potrebbe beneficiare le future generazioni. È importante consultare il proprio medico per discutere se la partecipazione a uno di questi studi possa essere appropriata per la propria situazione specifica.












