Per i pazienti che hanno subito un infarto miocardico, sono attualmente in corso numerosi studi clinici che testano nuovi approcci terapeutici. Queste ricerche si concentrano sulla riduzione dell’infiammazione cardiaca, sulla gestione della carenza di ferro, sull’ottimizzazione della terapia antiaggregante e sulla prevenzione di ulteriori complicanze cardiovascolari.
Studi clinici in corso per l’infarto miocardico
L’infarto miocardico, comunemente chiamato attacco cardiaco, si verifica quando il flusso sanguigno verso una parte del cuore viene bloccato per un tempo sufficientemente lungo da causare danni o morte del tessuto muscolare cardiaco. Attualmente sono disponibili 9 studi clinici che testano diversi approcci terapeutici per i pazienti che hanno subito un infarto miocardico. Questi studi esaminano vari aspetti del trattamento, dalla riduzione dell’infiammazione coronarica alla gestione della terapia antiaggregante piastrinica.
Studi clinici disponibili
Studio su Orticumab in adulti con precedente infarto e alta infiammazione coronarica misurata mediante TC
Località: Repubblica Ceca, Cechia, Ungheria, Italia, Polonia, Romania, Spagna, Svezia
Questo studio si concentra su pazienti con malattia cardiovascolare aterosclerotica che hanno precedentemente sperimentato un infarto miocardico e mostrano segni di infiammazione nelle arterie coronarie. Lo studio testerà un farmaco chiamato orticumab, somministrato tramite iniezione, per determinarne gli effetti sulla riduzione dell’infiammazione nei vasi sanguigni del cuore.
La ricerca esaminerà l’efficacia di orticumab rispetto al placebo nel trattamento dell’infiammazione delle arterie coronarie. L’infiammazione sarà misurata utilizzando una tecnica speciale chiamata punteggio Fat Attenuation Index, determinato attraverso angiografia TC coronarica (una scansione cardiaca dettagliata). Lo studio analizzerà tre principali vasi sanguigni del cuore: l’arteria coronaria destra, l’arteria discendente anteriore sinistra e l’arteria circonflessa sinistra.
Criteri di inclusione principali: Devi essere in grado di fornire il consenso informato; devi trovarti ad almeno 180 giorni dopo aver avuto un infarto miocardico; devi essere in terapia stabile con farmaci cardiaci secondo le linee guida, inclusi farmaci per abbassare il colesterolo (statine o inibitori PCSK9), farmaci anticoagulanti (antiaggreganti) e farmaci per la pressione sanguigna; devi avere una scansione cardiaca speciale (CCTA) che mostri livelli specifici di infiammazione intorno alle arterie cardiache; devi avere almeno 18 anni.
Studio sull’effetto del vaccino antinfluenzale sull’infiammazione cardiaca dopo infarto per pazienti con infarto miocardico
Località: Danimarca, Svezia
Questo studio clinico si concentra sugli effetti del vaccino antinfluenzale, noto come VaxigripTetra, su pazienti che hanno avuto un infarto miocardico. Lo studio mira a comprendere come il vaccino antinfluenzale possa influenzare l’infiammazione nel cuore dopo un infarto. Il vaccino utilizzato contiene ceppi inattivati del virus dell’influenza, inclusi il virus dell’influenza A/Darwin/9/2021 (H3N2) e l’influenza A/Victoria/4897/2022 (H1N1).
Lo scopo dello studio è confrontare gli effetti del vaccino antinfluenzale con un placebo nella riduzione dell’infiammazione nel cuore dopo un infarto. I partecipanti riceveranno il vaccino antinfluenzale o un placebo. Lo studio monitorerà i cambiamenti nell’infiammazione cardiaca per un periodo di otto settimane utilizzando una tecnica di imaging speciale chiamata tomografia computerizzata (TC).
Criteri di inclusione principali: I pazienti devono avere una diagnosi di infarto miocardico senza sopraslivellamento del tratto ST; i pazienti devono aver completato una PCI coronarica (procedura per aprire i vasi sanguigni); i partecipanti possono essere soggetti maschi o femmine non fertili di età pari o superiore a 18 anni; una scansione CCTA deve poter essere programmata entro 7 giorni dalla procedura PCI.
Studio sugli effetti del ferro carbossimaltosio sulla salute cardiaca e qualità della vita in pazienti con recente infarto e carenza di ferro
Località: Polonia
Questo studio clinico si concentra su pazienti che hanno recentemente avuto un infarto miocardico e soffrono anche di carenza di ferro. Lo studio sta esaminando gli effetti di un trattamento chiamato ferro carbossimaltosio, una forma di ferro somministrata attraverso infusione endovenosa, direttamente nel flusso sanguigno. Lo scopo è valutare come questo trattamento influenzi il rischio di morte, i problemi di salute correlati al cuore e la qualità complessiva della vita in questi pazienti.
I partecipanti riceveranno il trattamento con ferro carbossimaltosio o un placebo. Lo studio monitorerà i partecipanti per un periodo fino a 36 mesi. Durante questo tempo, i ricercatori seguiranno vari esiti di salute, incluso il numero di eventi di insufficienza cardiaca e cambiamenti in un marcatore ematico specifico chiamato NT-proBNP, che è spesso elevato nell’insufficienza cardiaca.
Criteri di inclusione principali: Età minima di 18 anni; infarto recente (STEMI o NSTEMI) nelle ultime 4 settimane; carenza di ferro confermata da saturazione della transferrina (TSAT) inferiore al 20%; presenza di almeno 3 tra i seguenti fattori: LVEF del 50% o inferiore, livelli di NT-proBNP di 400 pg/mL o superiori, necessità di diuretici dell’ansa per via endovenosa, diagnosi di diabete mellito, fibrillazione atriale, malattia coronarica multivasale o altri fattori specifici.
Studio sulla sicurezza di ticagrelor e aspirina in pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST dopo procedura cardiaca
Località: Paesi Bassi
Questo studio clinico si concentra su una condizione cardiaca nota come infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI), un tipo grave di infarto. Lo studio sta esaminando la sicurezza dell’uso di un farmaco chiamato ticagrelor da solo dopo una procedura nota come intervento coronarico percutaneo primario (PCI), utilizzata per trattare lo STEMI. Lo studio confronterà due strategie terapeutiche: una in cui i pazienti assumono solo ticagrelor per 12 mesi e un’altra in cui assumono sia ticagrelor che aspirina per lo stesso periodo.
Lo scopo è verificare se l’uso di ticagrelor da solo sia altrettanto sicuro quanto l’uso di entrambi i farmaci insieme in termini di prevenzione di ulteriori problemi cardiaci. Lo studio monitorerà anche l’occorrenza di eventi correlati al cuore e l’estensione del sanguinamento nel muscolo cardiaco, noto come emorragia intramiocardica (IMH), durante la prima settimana dopo la procedura.
Criteri di inclusione principali: Il paziente deve avere una diagnosi clinica ed elettrocardiografica di STEMI; deve aver avuto una PCI di successo del vaso correlato all’infarto; deve aver ricevuto uno stent medicato (DES) moderno; deve essere nella fascia di età compresa tra 18 e 80 anni.
Studio sugli effetti di carvedilolo, metoprololo tartrato e bisoprololo fumarato in pazienti dopo infarto con funzione di pompaggio cardiaco normale
Località: Danimarca
Questo studio clinico si concentra sullo studio degli effetti dei farmaci beta-bloccanti in pazienti che hanno avuto un infarto miocardico ma non hanno una frazione di eiezione ridotta. La frazione di eiezione è una misura di quanto bene il cuore pompa il sangue. I farmaci oggetto dello studio includono carvedilolo, metoprololo, bisoprololo e nebivololo, assunti per via orale sotto forma di compresse.
Lo scopo dello studio è comprendere come questi farmaci possano aiutare a prevenire ulteriori problemi cardiaci come un altro infarto, ictus o insufficienza cardiaca. I partecipanti saranno assegnati casualmente a ricevere uno dei farmaci beta-bloccanti o un placebo. Lo studio durerà fino a 77 giorni, durante i quali i partecipanti assumeranno il farmaco quotidianamente.
Criteri di inclusione principali: Età minima di 18 anni; frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF) superiore al 40%; diagnosi di infarto miocardico che soddisfa criteri specifici, inclusi aumento o diminuzione dei marcatori cardiaci nel sangue insieme ad almeno uno tra: sintomi di ischemia, nuovi cambiamenti significativi nell’ECG, sviluppo di onde Q patologiche nell’ECG o evidenze di imaging di nuova perdita di muscolo cardiaco.
Studio su prasugrel e acido acetilsalicilico per pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST sottoposti a diverse tecniche di rivascolarizzazione
Località: Belgio, Repubblica Ceca, Cechia, Germania, Italia, Paesi Bassi
Questo studio clinico si concentra sull’infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI). Lo studio sta esaminando gli effetti di due farmaci: acido acetilsalicilico, comunemente noto come aspirina, e prasugrel, un farmaco antiaggregante che aiuta a prevenire i coaguli di sangue. Lo scopo è confrontare un piano di trattamento che inizia con una combinazione di farmaci, incluso prasugrel, per un breve periodo, seguito da prasugrel da solo, rispetto a un piano di trattamento standard.
Lo studio durerà circa un anno, durante il quale verrà monitorata la salute dei partecipanti per vedere quanto bene funzionano i trattamenti. Lo studio esaminerà anche diversi modi per completare una procedura chiamata rivascolarizzazione, che aiuta a ripristinare il flusso sanguigno al cuore, utilizzando la tomografia a coerenza ottica (OCT) o l’angiografia standard.
Criteri di inclusione principali: I pazienti devono aver sperimentato uno STEMI; devono avere disagio toracico che suggerisce un problema con l’apporto di sangue al cuore, della durata di 20 minuti o più a riposo; devono mostrare cambiamenti specifici nell’ECG; per i pazienti con malattia multivasale, solo l’area problematica principale dovrebbe essere trattata durante la procedura iniziale.
Studio su metilprednisolone e cloruro di sodio per pazienti con infarto (STEMI)
Località: Non specificata
Questo studio clinico si concentra sugli effetti di un trattamento per pazienti che hanno avuto un infarto, specificamente un tipo noto come infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI). Il trattamento testato è un farmaco chiamato metilprednisolone, somministrato come soluzione per iniezione. Lo studio mira a scoprire se la somministrazione di 250 mg di metilprednisolone prima dell’arrivo in ospedale può ridurre l’entità del danno cardiaco in questi pazienti.
I partecipanti riceveranno il trattamento attraverso un’infusione endovenosa. Lo studio monitorerà gli effetti del trattamento nel tempo, con particolare attenzione alle condizioni del cuore tre mesi dopo l’infarto iniziale. Questo sarà valutato utilizzando una tecnica di imaging speciale chiamata risonanza magnetica cardiaca (CMR), che fornisce immagini dettagliate del cuore.
Criteri di inclusione principali: Età minima di 18 anni, incluse donne in età fertile; dolore toracico improvviso iniziato meno di 12 ore prima; diagnosi di STEMI identificata da specifici cambiamenti nell’attività elettrica del cuore, visibili sull’ECG.
Studio sulla riduzione del rischio emorragico in pazienti con infarto utilizzando clopidogrel, ticagrelor e prasugrel dopo procedura di stent
Località: Danimarca
Questo studio clinico si concentra su pazienti che hanno avuto un infarto miocardico. Lo studio sta esplorando un nuovo approccio al trattamento per coloro che sono ad alto rischio di sanguinamento. Il trattamento comporta una combinazione di farmaci nota come terapia antiaggregante doppia (DAPT), che aiuta a prevenire i coaguli di sangue. I farmaci oggetto dello studio includono ticagrelor (Brilique), prasugrel (Efient), clopidogrel e acido acetilsalicilico (aspirina).
Lo scopo dello studio è verificare se i pazienti con infarto ad alto rischio di sanguinamento possano passare in sicurezza a una strategia DAPT personalizzata e meno intensa, utilizzando clopidogrel e una durata più breve di DAPT, guidata da un test genetico chiamato genotipizzazione del citocromo P2C19. L’obiettivo è ridurre il sanguinamento senza aumentare il rischio di ulteriori problemi cardiaci.
Criteri di inclusione principali: Infarto miocardico causato da malattia coronarica aterotrombotica trattato con PCI; l’infarto deve soddisfare criteri specifici; punteggio PRECISE-DAPT di 25 o superiore; età minima di 18 anni.
Studio su prasugrel o ticagrelor per pazienti con fibrillazione atriale e sindrome coronarica acuta sottoposti a intervento coronarico percutaneo
Località: Austria, Germania
Questo studio clinico si concentra su pazienti con fibrillazione atriale e un tipo di infarto noto come sindrome coronarica acuta, che include STEMI e NSTEMI. Questi pazienti sono sottoposti a una procedura chiamata intervento coronarico percutaneo (PCI), che aiuta ad aprire le arterie cardiache bloccate. Lo studio mira a esplorare se l’uso di una forma più forte di farmaco anticoagulante, specificamente un inibitore P2Y12 come prasugrel o ticagrelor, per un breve periodo di quattro settimane possa aiutare a ridurre il rischio di ulteriori problemi cardiaci senza causare più problemi di sanguinamento.
I partecipanti riceveranno prasugrel o ticagrelor, farmaci che aiutano a prevenire i coaguli di sangue impedendo alle piastrine di aderire tra loro. Questi farmaci saranno confrontati con altri trattamenti, inclusi acido acetilsalicilico (aspirina) e clopidogrel.
Criteri di inclusione principali: Fornire consenso informato scritto; età minima di 18 anni; avere fibrillazione atriale che richiede trattamento con anticoagulazione orale; aver sperimentato STEMI o NSTEMI; aver completato con successo una PCI con grado di flusso sanguigno di 2 o superiore, con randomizzazione entro 5 giorni dalla procedura.
Riepilogo
Gli studi clinici attualmente disponibili per l’infarto miocardico coprono diversi approcci terapeutici innovativi. Una parte significativa degli studi si concentra sull’ottimizzazione della terapia antiaggregante piastrinica, esplorando strategie personalizzate che bilanciano il rischio di eventi ischemici con quello di complicanze emorragiche. Diversi studi esaminano l’uso di farmaci come prasugrel, ticagrelor e clopidogrel in varie combinazioni e durate.
Un altro filone importante riguarda la riduzione dell’infiammazione post-infartuale, con studi che testano orticumab per ridurre l’infiammazione coronarica e il vaccino antinfluenzale per modulare la risposta infiammatoria sistemica. La gestione della carenza di ferro nei pazienti post-infarto rappresenta un’area emergente di ricerca, con lo studio sul ferro carbossimaltosio che potrebbe offrire benefici significativi per questa popolazione di pazienti.
È interessante notare che diversi studi utilizzano tecnologie di imaging avanzate come la tomografia a coerenza ottica (OCT) e la risonanza magnetica cardiaca per valutare con precisione l’estensione del danno miocardico e guidare le decisioni terapeutiche. Questi studi coinvolgono pazienti in numerosi paesi europei, garantendo una diversità nella popolazione studiata e una maggiore applicabilità dei risultati.














