Opzioni di trattamento per l’esofagite eosinofila
L’esofagite eosinofila (EoE) è una condizione cronica che colpisce l’esofago, richiedendo una gestione continua per controllare i sintomi e prevenire ulteriori danni. Sebbene non esista una cura, diverse strategie di trattamento possono gestire efficacemente la condizione. Queste strategie includono modifiche dietetiche e farmaci, spesso personalizzati in base alle esigenze specifiche e alle risposte del singolo paziente[1][2].
Modifiche dietetiche
I cambiamenti nella dieta sono un elemento fondamentale nella gestione dell’EoE. La dieta di eliminazione prevede la rimozione di allergeni alimentari comuni come latticini, grano, uova, soia, arachidi, frutta secca e pesce dalla dieta. Questo approccio può ridurre significativamente l’infiammazione esofagea e i sintomi[2][4]. Gli alimenti vengono gradualmente reintrodotti uno alla volta, con endoscopie di follow-up per identificare i trigger specifici[2].
Nei casi più gravi, può essere raccomandata una dieta elementare. Questa prevede il consumo di una formula di aminoacidi, eliminando tutte le proteine dalla dieta. Questo approccio rigoroso viene spesso utilizzato quando altre modifiche dietetiche sono insufficienti[3][5].
Terapia farmacologica
I farmaci svolgono un ruolo cruciale nella gestione dell’EoE. Gli inibitori di pompa protonica (PPI) sono spesso la prima linea di trattamento, poiché aiutano a ridurre la produzione di acido e l’infiammazione nell’esofago. Tuttavia, non tutti i pazienti rispondono ai PPI, necessitando di trattamenti alternativi[1][2].
I corticosteroidi, come fluticasone o budesonide, sono comunemente prescritti quando i PPI sono inefficaci. Questi steroidi vengono tipicamente somministrati in forma liquida da deglutire, permettendo loro di rivestire l’esofago e ridurre l’infiammazione senza effetti collaterali sistemici[1][3].
Recentemente, l’anticorpo monoclonale dupilumab (Dupixent) è stato approvato per il trattamento dell’EoE in pazienti di età pari o superiore a 12 anni. Questo agente biologico viene somministrato tramite iniezioni settimanali e funziona bloccando le proteine che causano l’infiammazione, migliorando la capacità di deglutizione[1][2].
Interventi procedurali
Nei casi in cui l’esofago si è ristretto significativamente, può essere necessaria una procedura nota come dilatazione. Questa comporta lo stiramento dell’esofago per facilitare la deglutizione. La dilatazione viene tipicamente considerata quando i farmaci sono insufficienti o come alternativa all’uso di farmaci a lungo termine[1][3].
Cura collaborativa
La gestione dell’EoE spesso richiede un approccio collaborativo che coinvolge un gastroenterologo e un allergologo. Questi specialisti possono aiutare a identificare specifici trigger alimentari e personalizzare i piani di trattamento alle esigenze individuali. Il monitoraggio regolare attraverso endoscopie e biopsie è essenziale per valutare l’efficacia dei trattamenti e apportare gli aggiustamenti necessari[4][5].