Il carcinoma a cellule squamose dell’orofaringe è un tumore che colpisce la parte centrale della gola. Attualmente sono in corso 5 studi clinici che stanno testando nuove combinazioni di trattamenti, incluse immunoterapie e terapie mirate, per migliorare i risultati per i pazienti affetti da questa malattia.
Studi Clinici in Corso per il Carcinoma a Cellule Squamose dell’Orofaringe
Il carcinoma a cellule squamose dell’orofaringe è un tipo di cancro che si sviluppa nella parte centrale della gola, nota come orofaringe. Questa malattia inizia tipicamente nelle cellule squamose piatte che rivestono la gola e può essere associata a fattori di rischio come il fumo, il consumo di alcol e l’infezione da papillomavirus umano (HPV). Attualmente sono disponibili diversi studi clinici che stanno esplorando nuove opzioni terapeutiche per questa condizione.
Studi Clinici Disponibili
Studio che Confronta Cisplatino e Radioterapia con Durvalumab e Radioterapia per Pazienti con Carcinoma Orofaringeo HPV-Positivo a Rischio Intermedio
Località: Belgio, Italia, Spagna
Questo studio clinico si concentra su pazienti con carcinoma a cellule squamose dell’orofaringe associato al papillomavirus umano (HPV) e considerato a rischio intermedio. Lo studio confronta diverse combinazioni di trattamento per determinare quale sia più efficace nel prevenire la ricomparsa o la diffusione del tumore.
I partecipanti riceveranno uno dei seguenti piani di trattamento: radioterapia combinata con cisplatino, radioterapia combinata con durvalumab seguita da ulteriore durvalumab, oppure radioterapia combinata con durvalumab seguita da una combinazione di tremelimumab e durvalumab. Il cisplatino è un farmaco chemioterapico che danneggia il DNA delle cellule tumorali, mentre il durvalumab e il tremelimumab sono farmaci immunoterapici che aiutano il sistema immunitario a riconoscere e attaccare le cellule tumorali.
Per partecipare, i pazienti devono avere una diagnosi confermata di carcinoma a cellule squamose dell’orofaringe localmente avanzato ma non metastatico, con positività per HPV confermata da test specifici. Devono avere almeno 18 anni e un buono stato di salute generale. Lo studio prevede controlli regolari per monitorare l’efficacia del trattamento e eventuali effetti collaterali, e continuerà fino al 2026.
Studio su Niraparib e Dostarlimab per Pazienti con Carcinoma a Cellule Squamose della Testa e del Collo HPV-Negativo
Località: Italia
Questo studio si concentra sui pazienti con carcinoma a cellule squamose della testa e del collo HPV-negativo, che include l’orofaringe. Lo studio valuta l’efficacia di una combinazione di due trattamenti: niraparib, un farmaco assunto in compresse, e dostarlimab, somministrato tramite infusione endovenosa.
Il niraparib è un inibitore PARP, un tipo di farmaco che blocca un enzima utilizzato dalle cellule per riparare i danni al loro DNA, impedendo così alle cellule tumorali di ripararsi. Il dostarlimab è un farmaco immunoterapico che stimola il sistema immunitario del corpo a combattere le cellule tumorali in modo più efficace.
Lo studio prevede tre fasi principali: una fase di induzione con entrambi i farmaci, seguita da un intervento chirurgico per rimuovere il tumore, e infine una fase di mantenimento con niraparib per prevenire la recidiva del cancro. Durante tutto lo studio, i pazienti saranno sottoposti a controlli regolari e test di imaging per valutare l’efficacia del trattamento.
I criteri di inclusione richiedono che i pazienti abbiano un carcinoma a cellule squamose in specifiche aree come la bocca, la gola o la laringe, che sia possibile rimuovere chirurgicamente. Per il cancro dell’orofaringe, deve essere HPV-negativo. I pazienti devono avere un buono stato di salute generale e una normale funzione degli organi.
Studio sulla Riduzione della Chemioradioterapia per il Cancro Orofaringeo Correlato all’HPV Utilizzando Cisplatino per Pazienti con Carcinoma a Cellule Squamose
Località: Slovacchia
Questo studio clinico si concentra sul carcinoma a cellule squamose dell’orofaringe associato al papillomavirus umano (HPV) e sta testando se è possibile ridurre l’intensità del trattamento standard mantenendo comunque un efficace controllo del tumore. Il trattamento studiato prevede l’uso di cisplatino, un farmaco chemioterapico somministrato per via endovenosa, in combinazione con la radioterapia.
L’obiettivo principale è verificare se questo approccio terapeutico ridotto possa controllare efficacemente il cancro nell’area locale per due anni, riducendo al contempo gli effetti collaterali tardivi e migliorando la qualità della vita dei pazienti. Lo studio valuterà anche la sopravvivenza globale, la sopravvivenza specifica per malattia e l’eventuale diffusione del cancro ad altre parti del corpo.
Per partecipare, i pazienti devono avere un carcinoma a cellule squamose dell’orofaringe con positività per p16 (un marker dell’infezione da HPV), uno stadio clinico specifico, e una storia di fumo che non supera i 20 pacchetti-anno. Devono avere almeno 18 anni, una funzione renale adeguata e conteggi ematici normali. Lo studio continuerà fino al 2029.
Studio di Pembrolizumab con Lenvatinib dopo Trattamento Chemioradioterapico in Pazienti con Cancro della Testa e del Collo Localmente Avanzato che sono PD-L1 Positivi
Località: Germania
Questo studio si rivolge a pazienti con carcinoma a cellule squamose della testa e del collo localmente avanzato, incluso l’orofaringe, che hanno completato il trattamento iniziale con chemioterapia e radioterapia. La ricerca esamina due farmaci: pembrolizumab e lenvatinib.
Il pembrolizumab è un farmaco immunoterapico somministrato tramite infusione endovenosa che aiuta il sistema immunitario a combattere le cellule tumorali bloccando una proteina chiamata PD-L1. Il lenvatinib è una terapia mirata assunta in capsule orali che blocca la crescita e la diffusione delle cellule tumorali interferendo con determinate proteine necessarie per la crescita del cancro e la formazione di nuovi vasi sanguigni.
Lo scopo della ricerca è determinare se l’utilizzo di pembrolizumab e lenvatinib insieme funzioni meglio rispetto all’uso del solo pembrolizumab nel prevenire la ricomparsa del cancro. Il periodo di trattamento può durare fino a 47 settimane, durante le quali i pazienti riceveranno controlli medici regolari per monitorare la loro salute e valutare l’efficacia del trattamento.
I criteri di inclusione richiedono che i pazienti abbiano almeno 18 anni, un cancro della testa e del collo localmente avanzato (stadio III-IVB) confermato tramite esame tissutale, con positività per PD-L1. Devono aver completato la radioterapia (almeno 68 Gray) combinata con chemioterapia a base di cisplatino, e il cancro non deve essere cresciuto o diffuso durante tale trattamento.
Studio sulla Sicurezza e l’Efficacia di Afatinib per Pazienti con Anemia di Fanconi con Carcinoma a Cellule Squamose Avanzato nella Cavità Orale, Orofaringe, Ipofaringe o Laringe
Località: Germania, Spagna
Questo studio clinico si concentra su pazienti con una rara malattia genetica chiamata anemia di Fanconi che hanno sviluppato un carcinoma a cellule squamose avanzato in aree come la bocca, la gola e la laringe, inclusa l’orofaringe. L’anemia di Fanconi è un disturbo che colpisce il midollo osseo e aumenta il rischio di sviluppare determinati tipi di cancro.
Il trattamento studiato prevede l’uso di afatinib, un farmaco assunto in compresse rivestite con film per via orale. L’afatinib è un inibitore della tirosin-chinasi, un tipo di terapia mirata contro il cancro che blocca determinate proteine che promuovono la crescita delle cellule tumorali, in particolare il recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR) e altre vie correlate.
Lo studio confronterà gli effetti di diverse dosi di afatinib per valutare quanto bene il farmaco funzioni nel controllare il cancro e nel migliorare la qualità della vita dei pazienti. I partecipanti saranno monitorati per eventuali effetti collaterali e per la risposta del cancro al trattamento nel tempo. L’obiettivo è raccogliere informazioni sull’efficacia di afatinib nel trattamento dei tumori associati all’anemia di Fanconi, soprattutto quando non possono essere rimossi chirurgicamente o si sono diffusi ad altre parti del corpo.
Per partecipare, i pazienti devono avere almeno 18 anni, una diagnosi confermata di anemia di Fanconi e un carcinoma a cellule squamose non asportabile o localmente avanzato. Devono avere una funzione adeguata degli organi e del midollo osseo, e uno stato di performance che permetta loro di svolgere le attività quotidiane con minima assistenza.
Riepilogo
Gli studi clinici attualmente in corso per il carcinoma a cellule squamose dell’orofaringe rappresentano un importante passo avanti nella ricerca di trattamenti più efficaci e personalizzati per questa malattia. Una caratteristica significativa di questi studi è la distinzione tra tumori HPV-positivi e HPV-negativi, che richiedono approcci terapeutici diversi.
Per i tumori HPV-positivi, gli studi stanno esplorando la possibilità di ridurre l’intensità del trattamento (de-escalation terapeutica) mantenendo l’efficacia, con l’obiettivo di ridurre gli effetti collaterali a lungo termine. Al contempo, si stanno testando nuove combinazioni di immunoterapie come durvalumab e tremelimumab in combinazione con la radioterapia.
Per i tumori HPV-negativi, la ricerca si concentra su combinazioni innovative di terapie mirate e immunoterapie, come niraparib con dostarlimab, che potrebbero offrire nuove opzioni per pazienti che attualmente hanno limitate possibilità terapeutiche.
Un aspetto particolarmente interessante è lo studio dedicato ai pazienti con anemia di Fanconi, una popolazione vulnerabile con esigenze terapeutiche specifiche. Questo dimostra un’attenzione crescente verso approcci personalizzati basati sulle caratteristiche genetiche e biologiche individuali.
Tutti questi studi condividono l’obiettivo comune di migliorare non solo la sopravvivenza, ma anche la qualità della vita dei pazienti, un aspetto fondamentale nella cura del cancro. I pazienti interessati a partecipare a uno di questi studi dovrebbero discutere con il proprio oncologo per valutare l’idoneità e i potenziali benefici.













