Il cancro della prostata recidivante rappresenta una sfida terapeutica significativa per i pazienti che hanno già ricevuto un trattamento iniziale. Attualmente sono in corso 4 studi clinici che stanno esplorando nuove opzioni di trattamento, dalle terapie radioligando alle combinazioni innovative di farmaci e radioterapia. Questi studi offrono ai pazienti l’opportunità di accedere a trattamenti all’avanguardia e contribuire al progresso della ricerca oncologica.
Studi clinici in corso per il cancro della prostata recidivante
Il cancro della prostata recidivante si verifica quando la malattia ritorna dopo il trattamento iniziale. Questa condizione può manifestarsi con un aumento dei livelli di PSA (antigene prostatico specifico) nel sangue o con la ricomparsa di cellule tumorali nella prostata o in altre parti del corpo. Attualmente sono disponibili 4 studi clinici che stanno testando nuove strategie terapeutiche per questa condizione.
Panoramica degli studi clinici disponibili
Gli studi clinici attualmente in corso per il cancro della prostata recidivante esplorano diverse strategie di trattamento, tra cui terapie radioligando innovative, combinazioni di radioterapia e terapia ormonale, trattamenti mirati guidati da imaging avanzato e terapie fotodinamiche. Questi approcci mirano a migliorare i risultati per i pazienti e a ritardare la progressione della malattia.
Dettagli degli studi clinici
Studio sulla sicurezza del Lutezio (177Lu) Zadavotide Guraxetan e del Radio Ra 223 Dicloruro per pazienti con cancro della prostata metastatico osseo
Localizzazione: Paesi Bassi
Questo studio clinico si concentra su pazienti con cancro della prostata che si è diffuso alle ossa ed è sensibile al trattamento ormonale. Lo studio esplora l’uso alternato di due terapie radioligando: l’iniezione di Lutezio Lu-177 PSMA I&T e Xofigo (Radio Ra 223 Dicloruro). Questi trattamenti utilizzano sostanze radioattive per colpire e trattare le cellule tumorali in modo mirato.
I pazienti eleggibili devono avere un adenocarcinoma della prostata confermato istologicamente, con metastasi ossee visibili alla PET-PSMA (da 2 a 5 metastasi ossee). È richiesto che abbiano precedentemente ricevuto una terapia curativa, come la prostatectomia radicale o la radioterapia esterna, e che presentino una recidiva biochimica con livelli di PSA superiori a 0,5 μg/l o superiori di 2,0 rispetto al valore più basso raggiunto. Il tempo di raddoppiamento del PSA deve essere inferiore a 6 mesi.
Lo studio esclude i pazienti che hanno già ricevuto terapia ormonale o chemioterapia a base di taxani. Durante lo studio, i partecipanti riceveranno valutazioni regolari per monitorare la loro salute, inclusi test dei livelli di PSA e scansioni PET/CT per valutare la risposta al trattamento. L’obiettivo è fornire informazioni preziose sui potenziali benefici e rischi dell’uso di queste terapie radioligando nel trattamento del cancro della prostata metastatico osseo.
Studio sull’aggiunta di Apalutamide alla radioterapia e agonista LHRH per pazienti ad alto rischio con cancro della prostata ormono-sensibile
Localizzazione: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Cechia, Danimarca, Finlandia, Germania, Ungheria, Italia, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Spagna, Svezia
Questo studio internazionale sta valutando l’efficacia e la sicurezza dell’aggiunta di Apalutamide a una combinazione di radioterapia e agonista LHRH per il trattamento del cancro della prostata ormono-sensibile ad alto rischio. L’obiettivo è determinare se questa combinazione può ritardare la diffusione del cancro o il decesso rispetto all’uso della sola radioterapia e agonista LHRH.
I partecipanti devono avere almeno 18 anni e una diagnosi confermata di cancro della prostata recidivante ad alto rischio precedentemente trattato con prostatectomia radicale. È richiesta un’adeguata funzione degli organi, con livelli di enzimi epatici (AST e ALT) non superiori a 2,5 volte il limite normale, bilirubina totale non superiore a 1,5 volte il limite normale, creatinina sierica inferiore a 1,8 mg/dL, piastrine di almeno 75.000 per microlitro ed emoglobina di almeno 10,0 g/dL.
Lo studio utilizza una tecnica di imaging speciale chiamata PET-PSMA per valutare la progressione del cancro. L’Apalutamide viene somministrata sotto forma di compresse per via orale, mentre la radioterapia utilizza raggi ad alta energia per colpire le cellule tumorali. L’agonista LHRH è un tipo di terapia ormonale somministrata tramite iniezione sottocutanea. I partecipanti saranno monitorati nel tempo per osservare gli effetti dei trattamenti, con l’obiettivo principale di raggiungere la sopravvivenza libera da progressione metastatica valutata tramite PET-PSMA.
Studio comparativo tra radioterapia convenzionale e trattamento mirato con PET/CT-PSMA utilizzando 18F-PSMA-1007 e Gozetotide per la recidiva del cancro della prostata dopo chirurgia
Localizzazione: Svezia
Questo studio si concentra su pazienti che hanno sperimentato una recidiva biochimica dopo l’intervento chirurgico per cancro della prostata. La recidiva biochimica si riferisce al ritorno dei segni di cancro della prostata, indicato dall’aumento dei livelli di PSA dopo il trattamento iniziale. Lo studio confronta due approcci diversi: la radioterapia “di salvataggio” convenzionale e un trattamento più personalizzato basato sui risultati della PET/CT-PSMA.
I pazienti eleggibili devono essere maschi precedentemente trattati con prostatectomia radicale per cancro della prostata, che presentano una recidiva biochimica con livelli di PSA compresi tra 0,2 e 2,0 ng/mL in aumento, confermati da due test. Una conferenza multidisciplinare deve aver deciso di offrire al paziente la radioterapia di salvataggio.
Il trattamento individualizzato prevede l’uso di una soluzione speciale chiamata 18F-PSMA-1007, che viene iniettata nel corpo per evidenziare le cellule tumorali durante la scansione PET/CT-PSMA. Un altro prodotto utilizzato nello studio è il kit Locametz da 25 microgrammi per la preparazione radiofarmaceutica, che contiene una sostanza chiamata gozetotide. Entrambi i trattamenti vengono somministrati tramite iniezione in vena.
Lo scopo dello studio è determinare quale approccio terapeutico sia più efficace nel prevenire la progressione del cancro della prostata, misurata attraverso i livelli di PSA. I partecipanti saranno monitorati nel tempo per valutare la loro risposta al trattamento, incluso il tempo necessario affinché il cancro si diffonda, la sopravvivenza complessiva e la qualità della vita. I partecipanti completeranno un questionario sulla qualità della vita chiamato PSMA-PROM al baseline e a 6, 12, 36 e 60 mesi dopo il completamento del trattamento.
Studio sulla sicurezza ed efficacia del sistema SpectraCure P18 e Verteporfina per il trattamento del cancro della prostata recidivante
Localizzazione: Germania, Svezia
Questo studio clinico sta testando un approccio innovativo per il trattamento del cancro della prostata recidivante utilizzando il sistema SpectraCure P18, che include laser a diodi multipli e un software chiamato IDOSE®, in combinazione con un farmaco chiamato verteporfina per iniezione (VFI). Questo trattamento rappresenta una forma di terapia fotodinamica.
I pazienti eleggibili sono uomini di età superiore a 18 anni che hanno ricevuto radioterapia per il cancro della prostata e presentano una recidiva confermata nella prostata. Per la Fase 1, l’area del cancro da trattare deve essere inferiore a 50 centimetri cubici, misurata mediante ecografia speciale. Per la Fase 2, l’area del cancro deve essere anch’essa inferiore a 50 centimetri cubici.
I partecipanti devono avere uno stato di performance di 0 o 1, che significa essere completamente attivi o avere alcuni sintomi ma non aver bisogno di rimanere a letto per più della metà della giornata. È richiesta una sopravvivenza prevista di almeno 8 mesi per la Fase 1 e di almeno 12 mesi per la Fase 2. I pazienti devono inoltre avere un midollo osseo sano, con una conta di granulociti di almeno 1500 per millimetro cubo e una conta piastrinica di almeno 100.000 per millimetro cubo.
Il trattamento prevede l’iniezione di verteporfina nel corpo, che viene poi attivata dalla luce emessa dal sistema SpectraCure P18. Questa combinazione mira a distruggere le cellule tumorali nella prostata utilizzando la luce per attivare il farmaco, che poi lavora per uccidere le cellule cancerose. L’efficacia del trattamento sarà valutata utilizzando tecniche di imaging come la risonanza magnetica per vedere quanto bene il cancro risponde. Lo studio monitorerà i partecipanti nel tempo per valutare l’impatto del trattamento sul cancro e eventuali effetti collaterali che possono verificarsi.
Considerazioni importanti per i pazienti
Prima di considerare la partecipazione a uno studio clinico, è fondamentale discutere con il proprio medico curante le opzioni disponibili e valutare attentamente i potenziali benefici e rischi. Ogni studio ha criteri di inclusione ed esclusione specifici che determinano l’idoneità del paziente.
La partecipazione a uno studio clinico offre l’opportunità di accedere a trattamenti innovativi che non sono ancora disponibili al di fuori del contesto della ricerca. Inoltre, i pazienti che partecipano agli studi clinici contribuiscono in modo significativo al progresso della scienza medica e al miglioramento delle opzioni di trattamento future per altri pazienti con la stessa condizione.
È importante notare che tutti i pazienti negli studi clinici ricevono un monitoraggio attento e regolare da parte di équipe mediche specializzate. I protocolli di studio includono valutazioni frequenti per garantire la sicurezza dei partecipanti e per rilevare precocemente eventuali effetti collaterali o complicazioni.
Sintesi e osservazioni
Gli studi clinici attualmente in corso per il cancro della prostata recidivante rappresentano un importante passo avanti nella ricerca di trattamenti più efficaci per questa condizione. Le quattro sperimentazioni descritte esplorano approcci terapeutici diversi, ciascuno con caratteristiche uniche.
Una tendenza emergente è l’uso di terapie radioligando, come dimostrato dallo studio olandese che utilizza Lutezio-177 PSMA e Radio-223. Questi trattamenti mirano specificamente alle cellule tumorali utilizzando sostanze radioattive che si legano a proteine presenti sulla superficie delle cellule del cancro della prostata, riducendo potenzialmente il danno ai tessuti sani circostanti.
Un altro approccio promettente è l’integrazione di imaging avanzato, come la PET-PSMA, nella pianificazione del trattamento. Lo studio svedese che confronta la radioterapia convenzionale con il trattamento mirato guidato da PET/CT-PSMA rappresenta un esempio di medicina personalizzata, dove le decisioni terapeutiche sono basate su informazioni specifiche sulla localizzazione e sull’estensione del tumore in ciascun paziente.
Lo studio multicentrico europeo sull’Apalutamide dimostra l’interesse crescente per le combinazioni di terapia ormonale di nuova generazione con trattamenti standard come la radioterapia. Questo approccio mira a bloccare multiple vie attraverso le quali il cancro della prostata può crescere e diffondersi.
Infine, lo studio sulla terapia fotodinamica con il sistema SpectraCure P18 rappresenta un approccio completamente diverso, utilizzando la luce per attivare un farmaco fotosensibilizzante che distrugge selettivamente le cellule tumorali. Questo metodo potrebbe offrire un’alternativa meno invasiva per alcuni pazienti.
È importante sottolineare che la distribuzione geografica di questi studi varia considerevolmente, con alcuni disponibili solo in paesi specifici e altri accessibili in multiple nazioni europee. I pazienti interessati dovrebbero consultare i propri oncologi per determinare quali studi potrebbero essere adatti alla loro situazione specifica e accessibili nella loro area geografica.
Complessivamente, questi studi riflettono un panorama di ricerca dinamico e promettente per il cancro della prostata recidivante, con l’obiettivo comune di migliorare gli esiti per i pazienti e la loro qualità di vita.












