Comprendere gli obiettivi del trattamento
La gestione dell’edema polmonare cardiogeno (CPE) si concentra su diversi obiettivi chiave. Questi includono la riduzione del ritorno venoso polmonare (riduzione del precarico), la diminuzione della resistenza vascolare sistemica (riduzione del postcarico) e il supporto inotropo quando necessario[2]. La riduzione del precarico è cruciale poiché diminuisce la pressione idrostatica capillare polmonare, riducendo così la trasudazione di liquidi nell’interstizio polmonare e negli alveoli[2]. La riduzione del postcarico, d’altra parte, migliora la gittata cardiaca e la perfusione renale, facilitando la diuresi nei pazienti con sovraccarico di liquidi[2].
Farmaci nel trattamento
Nel trattamento del CPE vengono impiegati diversi farmaci. La nitroglicerina (NTG) è riconosciuta come il farmaco più efficace e ad azione rapida per la riduzione del precarico[2]. Ha dimostrato una maggiore efficacia e sicurezza rispetto alla furosemide o al solfato di morfina[2]. I diuretici dell’ansa, in particolare la furosemide, sono stati per molti anni un pilastro nel trattamento del CPE[2]. Tuttavia, l’uso del solfato di morfina, sebbene comune per la riduzione del precarico, manca di forti evidenze che supportino i suoi effetti emodinamici benefici[2].
Opzioni di trattamento avanzate
Nei casi in cui le strategie tradizionali sono insufficienti, possono essere considerate opzioni di trattamento avanzate. L’ultrafiltrazione è una procedura di rimozione dei fluidi benefica per i pazienti con disfunzione renale e prevista resistenza ai diuretici[2]. Lo studio UNLOAD ha dimostrato che l’ultrafiltrazione era superiore ai diuretici per via endovenosa nel controllo della perdita netta di liquidi e nella riduzione dei ricoveri nei pazienti ipervolemici con insufficienza cardiaca[2]. Inoltre, il supporto inotropo viene tipicamente utilizzato quando le strategie di riduzione del precarico e del postcarico non hanno successo o quando l’ipotensione ne limita l’uso[2].
Ruolo degli ACE inibitori
Gli ACE inibitori sono generalmente considerati essenziali nel trattamento dell’insufficienza cardiaca congestizia cronica (CHF) e hanno mostrato eccellenti risultati nella gestione della CHF acuta scompensata e del CPE[2]. Questi farmaci aiutano a ridurre la resistenza vascolare sistemica e migliorano la gittata cardiaca, aspetto cruciale nella gestione del sovraccarico di liquidi e nel miglioramento degli esiti dei pazienti[2].
Considerazioni nel trattamento
Sebbene vi sia una mancanza di evidenze di alta qualità per guidare il trattamento dell’edema polmonare acuto, le pratiche attuali favoriscono l’uso di nitrati e ventilazione non invasiva come gestione di prima linea[1]. Nonostante l’uso diffuso di alcuni farmaci, come i diuretici e la morfina, persistono preoccupazioni sulla loro efficacia e sicurezza[1]. Pertanto, il trattamento dovrebbe essere adattato alle esigenze individuali del paziente, considerando i potenziali benefici e rischi di ciascuna opzione terapeutica[1].