Terapia enzimatica sostitutiva (ERT)
La terapia enzimatica sostitutiva (ERT) con idursulfasi è l’attuale standard di cura per i pazienti con Mucopolisaccaridosi II (MPS II). Questa terapia prevede la somministrazione di un enzima umano ricombinante, l’iduronato solfatasi (IDS), che è carente nei pazienti con MPS II. La terapia viene somministrata attraverso infusioni endovenose settimanali alla dose di 0,5 mg/kg di peso corporeo. È stato dimostrato che l’ERT migliora il movimento articolare, i parametri respiratori e riduce i livelli urinari di glicosaminoglicani (GAG), anche se non influisce sul funzionamento cognitivo e comportamentale a causa della sua incapacità di attraversare la barriera emato-encefalica[1][2].
Importanza del trattamento precoce
Iniziare l’ERT precocemente è fondamentale poiché può rallentare la progressione della MPS II e prevenire effetti irreversibili. Gli studi clinici hanno dimostrato che iniziare l’ERT entro 12 mesi può migliorare significativamente i parametri clinici nei pazienti con MPS II non neuronopatica. Il trattamento precoce può anche stabilizzare i parametri respiratori e ridurre le dimensioni del fegato e della milza[1][4].
Effetti avversi e formazione di anticorpi
Gli eventi avversi comuni associati all’idursulfasi includono reazioni correlate all’infusione, orticaria, febbre e mal di testa. Questi effetti collaterali sono generalmente da lievi a moderati. Circa il 45-55% dei pazienti sviluppa anticorpi IgG contro l’idursulfasi, ma non è stata trovata alcuna correlazione tra questi anticorpi e la frequenza degli eventi avversi[1].
Trattamenti alternativi
Oltre all’ERT, altre opzioni di trattamento includono il trapianto di cellule staminali ematopoietiche (HSCT), che prevede il trapianto di cellule donatrici sane per fornire una correzione incrociata delle carenze enzimatiche. Sebbene i primi studi abbiano mostrato benefici limitati, successive serie di casi suggeriscono una potenziale efficacia. La terapia genica è un altro trattamento emergente, che mira a offrire una soluzione permanente correggendo il difetto genetico nel gene IDS. Tuttavia, è ancora nelle prime fasi di sviluppo[2][3][4].
Cure di supporto e sintomatiche
I trattamenti di supporto sono essenziali per gestire i sintomi della MPS II. Questi includono trattamenti antinfiammatori, cure palliative e interventi chirurgici sintomatici. Si raccomanda l’uso di tubi di equalizzazione della pressione e apparecchi acustici per gestire i problemi dell’udito. Si consiglia anche la valutazione clinica delle dimensioni del fegato e della milza per valutare l’efficacia del trattamento[2][4].
Approccio multidisciplinare
Un team multidisciplinare è vitale per la cura completa dei pazienti con MPS II. Questo team dovrebbe includere pediatri, neurologi, ortopedici, otorinolaringoiatri, oftalmologi, audiologi, terapisti occupazionali e fisici, e genetisti. Un tale team garantisce cure ottimali e monitoraggio durante tutto il processo di trattamento[3].