Approccio multidisciplinare alla polineuropatia amiloide familiare
Il trattamento della polineuropatia amiloide familiare (PAF) richiede un approccio multidisciplinare completo, che coinvolge principalmente competenze neurologiche e cardiologiche. Questa strategia è essenziale per arrestare la progressione dell’amiloidogenesi sistemica, gestire i sintomi della neuropatia periferica e autonomica e affrontare il coinvolgimento di organi critici come cuore, occhi e reni[1][2].
Trapianto di fegato come trattamento di prima linea
Il trapianto di fegato (TF) è considerato il trattamento specifico di prima linea per la PAF met30 da transtiretina (TTR). Questa procedura sopprime efficacemente la fonte primaria di TTR mutante, arrestando la progressione della neuropatia in circa il 70% dei casi a lungo termine e raddoppiando il tasso di sopravvivenza mediana[1][2]. Tuttavia, l’impatto del TF sulla sopravvivenza per la PAF TTR non-met30 è meno chiaro[1].
Tafamidis e altri stabilizzatori TTR
Il Tafamidis (Vyndaqel) è un nuovo stabilizzatore TTR che rallenta la progressione della neuropatia periferica nelle fasi iniziali della PAF TTR met30. È raccomandato per la polineuropatia sintomatica di stadio 1[1][2]. Altri stabilizzatori, come il diflunisal, hanno mostrato risultati promettenti nella riduzione della progressione della disabilità e della neuropatia periferica[3][6]. Questi farmaci agiscono stabilizzando i tetrameri TTR, prevenendone la dissociazione in monomeri, che è una fase critica nella formazione delle fibrille amiloidi[4][5].
Terapie di silenziamento genico
Le terapie di silenziamento genico, inclusi gli oligonucleotidi antisenso (ASO) e l’RNA interferente piccolo (siRNA), sono emerse come strategie efficaci per il trattamento dell’ATTR. Queste terapie riducono significativamente la produzione di TTR, portando alla stabilizzazione o a un lieve miglioramento della neuropatia periferica e della disfunzione cardiaca[4]. Patisiran e inotersen sono i due principali composti di silenziamento genico che hanno subito una valutazione clinica approfondita e sono stati approvati per il trattamento dell’ATTRv di stadio 1 e 2[4].
Trattamento sintomatico
I trattamenti sintomatici sono cruciali per migliorare la qualità della vita dei pazienti con PAF. Questi trattamenti si concentrano sulla gestione della polineuropatia sensomotoria e autonomica, nonché delle lesioni cardiache e renali[1][2]. Si raccomanda l’inizio immediato della gestione sintomatica dopo la diagnosi, indipendentemente dai sintomi presentati[5].
Terapie emergenti e direzioni future
Oltre ai trattamenti esistenti, si stanno sviluppando nuove strategie terapeutiche. Queste includono il miglioramento della clearance dei depositi di amiloide con anticorpi monoclonali contro il componente P dell’amiloide sierica umana (hu-SAPMab)[1]. La ricerca in corso e gli studi clinici continuano a esplorare l’efficacia e la sicurezza di queste terapie emergenti, offrendo speranza per una migliore gestione della PAF nel futuro[3].