La paralisi sopranucleare progressiva (PSP) è una malattia neurodegenerativa rara che colpisce il movimento, l’equilibrio e il controllo oculare. Attualmente sono in corso 6 studi clinici in tutto il mondo per valutare nuovi approcci diagnostici e terapeutici per questa patologia.
Studi clinici in corso sulla paralisi sopranucleare progressiva
La paralisi sopranucleare progressiva è una malattia cerebrale rara che causa problemi progressivi nel movimento, nell’equilibrio, nel controllo dei movimenti oculari e nella deglutizione. Sebbene non esista ancora una cura, la ricerca scientifica sta facendo progressi significativi. Attualmente sono attivi 6 studi clinici che stanno testando nuovi metodi diagnostici e trattamenti promettenti.
Studi diagnostici con imaging cerebrale avanzato
Studio sulla precisione della PET Tau ([18F]RO6958948) e Vizamyl (Flutemetamol 18F) nella diagnosi di sintomi cognitivi lievi e rischio di malattia di Alzheimer
Localizzazione: Svezia
Questo studio si concentra sul miglioramento della diagnosi delle malattie neurodegenerative, inclusa la paralisi sopranucleare progressiva. I ricercatori utilizzano due sostanze speciali, Vizamyl e [18F]RO6958948, iniettate nel corpo per aiutare i medici a visualizzare i cambiamenti cerebrali mediante la tomografia a emissione di positroni (PET). Lo scopo è identificare le persone a rischio di sviluppare demenza e comprendere meglio le differenze tra i pazienti con PSP e gli individui sani.
I partecipanti devono avere un’età compresa tra 20 e 100 anni, essere fluenti in svedese e acconsentire a sottoporsi ad almeno una puntura lombare, una risonanza magnetica cerebrale e test neuropsicologici. Lo studio esclude i pazienti con altre patologie neurodegenerative che coinvolgono la tau-patologia. Durante lo studio, i partecipanti riceveranno un’iniezione di uno dei traccianti e si sottoporranno a scansioni cerebrali PET, insieme a valutazioni cognitive per monitorare la salute cerebrale nel tempo. Lo studio dovrebbe concludersi nel febbraio 2028.
Studio sull’uso di 18F-PI-2620 per pazienti con paralisi sopranucleare progressiva e malattia di Parkinson
Localizzazione: Spagna
Questo studio clinico analizza l’uso di un agente di imaging speciale chiamato [18F]PI-2620 per visualizzare le proteine tau nel cervello. L’obiettivo è comprendere le differenze nell’attività cerebrale tra persone con PSP, malattia di Parkinson e individui sani. I ricercatori valuteranno come questo agente viene assorbito in diverse regioni cerebrali e come questi modelli si correlano con fattori come l’età, i sintomi clinici e altri marcatori biologici.
I partecipanti devono avere un’età compresa tra 40 e 80 anni, essere in grado di seguire i protocolli dello studio e soddisfare criteri sanitari specifici. Le donne devono essere in postmenopausa o avere un test di gravidanza negativo. Tutti i partecipanti devono sottoporsi a una risonanza magnetica cerebrale per escludere altre condizioni neurologiche. Lo studio include pazienti con diagnosi di PSP probabile o suggestiva, pazienti con malattia di Parkinson e controlli sani. Dopo l’iniezione di [18F]PI-2620, viene eseguita una scansione PET per misurare l’assorbimento del tracciante nel cervello. Lo studio continuerà fino alla fine del 2026.
Studio sull’imaging cerebrale con [18F]PI-2620 per pazienti con paralisi sopranucleare progressiva
Localizzazione: Spagna
Questo studio utilizza la tecnica PET con il tracciante [18F]PI-2620 per evidenziare la proteina tau 4R nel cervello dei pazienti con PSP. L’obiettivo principale è confrontare la quantità di questa proteina nei pazienti con PSP rispetto a quelli senza condizioni neurodegenerative. Lo studio valuterà anche i modelli di metabolismo del glucosio cerebrale e i sintomi motori e non motori.
Possono partecipare persone di età compresa tra 40 e 79 anni appartenenti a uno dei seguenti gruppi: pazienti con diagnosi clinica di PSP, pazienti con malattia di Parkinson con stato cognitivo normale (punteggio superiore a 24 al test MoCA), o individui sani con esame neurologico normale e stato cognitivo preservato. I partecipanti riceveranno un’iniezione della soluzione [18F]PI2620 come bolo lento endovenoso, seguita da imaging cerebrale. Le valutazioni di follow-up monitoreranno i modelli di metabolismo del glucosio e i sintomi motori e non motori. Lo studio è previsto fino a dicembre 2026.
Studi terapeutici con farmaci sperimentali
Studio sulla sicurezza a lungo termine di Bepranemab per adulti con paralisi sopranucleare progressiva
Localizzazione: Belgio, Germania, Spagna
Questo studio di estensione open-label valuta la sicurezza e la tollerabilità a lungo termine di Bepranemab (UCB0107), un farmaco somministrato come soluzione per infusione endovenosa. Lo studio monitora i partecipanti per identificare eventuali effetti collaterali o cambiamenti nelle loro condizioni nel tempo.
I partecipanti devono avere una diagnosi di PSP, specificamente la sindrome di Richardson, e aver completato il periodo di trattamento in uno studio precedente chiamato PSP003. I criteri includono l’uso di contraccezione efficace per uomini e donne in età fertile durante il trattamento e per almeno 6 mesi dopo l’ultima dose. Il partecipante o il suo rappresentante legale deve essere in grado di fornire il consenso informato. Lo studio esclude pazienti con altre condizioni mediche gravi, partecipazione ad altri studi clinici, interventi chirurgici recenti o programmati, storia di reazioni allergiche gravi, gravidanza, allattamento o abuso di sostanze. Lo studio continuerà fino al 30 marzo 2027.
Studio sugli effetti di AMX0035 (Fenilbutirrato e Ursodoxicoltaurina) in pazienti con paralisi sopranucleare progressiva
Localizzazione: Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Svezia
Questo ampio studio multinazionale valuta se AMX0035, una combinazione di fenilbutirrato e ursodoxicoltaurina, può rallentare la progressione della PSP. Il farmaco viene somministrato per via orale sotto forma di polvere e confrontato con un placebo per un periodo di 52 settimane.
I criteri di inclusione richiedono che i partecipanti abbiano un’età compresa tra 40 e 80 anni, un punteggio di almeno 24 all’esame Mini Mental State, e sintomi di PSP da meno di 5 anni. I partecipanti devono essere in grado di camminare autonomamente o con minimo supporto per almeno 5 passi, avere un punteggio inferiore a 40 sulla scala di valutazione PSP, e non vivere in strutture di assistenza specialistica. È richiesta la presenza di un partner di studio (caregiver o familiare) che possa partecipare alle visite e fornire informazioni sulle capacità del partecipante. Donne e uomini in età fertile devono utilizzare metodi contraccettivi efficaci durante lo studio e per 6 mesi dopo l’ultima dose.
Durante lo studio, i partecipanti avranno visite regolari per monitorare i progressi utilizzando la scala di valutazione della PSP (PSPRS), che misura la gravità dei sintomi. Verranno eseguiti anche esami fisici, test di laboratorio e risonanze magnetiche. L’endpoint primario è il cambiamento dal basale nel punteggio PSPRS alla settimana 52.
Studio su compresse di FNP-223 per rallentare la progressione della malattia in pazienti con paralisi sopranucleare progressiva
Localizzazione: Francia, Germania, Ungheria, Italia, Polonia, Portogallo, Spagna
Questo studio valuta se FNP-223, somministrato come compressa rivestita per via orale, può rallentare la progressione dei sintomi della PSP nel corso di 52 settimane. Lo studio confronta FNP-223 con un placebo in un disegno randomizzato in doppio cieco.
I partecipanti devono avere un’età compresa tra 50 e 80 anni, sintomi di PSP da 3 anni o meno, e almeno uno dei seguenti: problemi con i movimenti oculari verticali, oppure movimenti oculari verticali lenti e problemi di equilibrio con cadute entro i primi 3 anni di sintomi. Devono avere un punteggio di 40 o inferiore sulla scala di valutazione PSP, essere in grado di camminare autonomamente o con minimo aiuto (come un bastone) per almeno 10 passi, ottenere un punteggio di 23 o superiore al test MoCA, e avere un peso corporeo tra 43 kg e 120 kg. È obbligatoria la presenza di un caregiver o partner di studio che trascorra almeno 7 ore settimanali con il paziente e possa partecipare alle visite dello studio.
Durante il periodo di monitoraggio di 52 settimane, verranno effettuate valutazioni regolari utilizzando la scala di valutazione PSP, esami fisici, test di laboratorio ed ECG. Lo studio valuterà anche le attività della vita quotidiana, la qualità della vita e monitorerà la sicurezza attraverso segni vitali e valutazioni di laboratorio.
Riepilogo e considerazioni importanti
Gli studi clinici attualmente in corso sulla paralisi sopranucleare progressiva si concentrano su due approcci principali: il miglioramento della diagnosi precoce attraverso tecniche di imaging avanzate e lo sviluppo di trattamenti che possano rallentare la progressione della malattia.
Gli studi di imaging con traccianti PET come [18F]PI-2620, [18F]RO6958948 e Vizamyl rappresentano un importante passo avanti nella capacità di visualizzare le proteine anomale nel cervello, in particolare la proteina tau, che è caratteristica della PSP. Questi strumenti diagnostici potrebbero permettere una diagnosi più precoce e accurata, distinguendo la PSP da altre condizioni neurodegenerative simili.
Gli studi terapeutici stanno testando diversi approcci farmacologici: Bepranemab è un anticorpo monoclonale somministrato per infusione endovenosa, AMX0035 è una combinazione orale di due sostanze neuroprotettive, e FNP-223 è un farmaco sperimentale orale. Tutti questi studi hanno come obiettivo primario il rallentamento della progressione della malattia, misurato attraverso scale di valutazione standardizzate come la PSPRS.
È importante notare che la maggior parte degli studi richiede la presenza di un caregiver o partner di studio che possa accompagnare il paziente alle visite e fornire informazioni obiettive sull’evoluzione dei sintomi. Questo riflette la natura progressiva della malattia e l’importanza di avere un osservatore esterno affidabile.
I pazienti interessati a partecipare a uno studio clinico dovrebbero discuterne con il proprio neurologo, considerando attentamente i requisiti di ciascuno studio, la localizzazione geografica, e l’impegno temporale richiesto. La partecipazione a studi clinici non solo offre accesso a trattamenti sperimentali, ma contribuisce anche al progresso della ricerca scientifica per future generazioni di pazienti.













