La Malattia del trapianto contro l’ospite (Graft versus Host Disease, GvHD) è una complicanza che può verificarsi dopo un trapianto di cellule staminali o di midollo osseo. Attualmente sono in corso 7 studi clinici in tutto il mondo per sviluppare nuovi trattamenti per questa condizione. Questi studi stanno valutando diverse terapie innovative, dalla terapia cellulare con cellule regolatorie alle nuove combinazioni di farmaci immunosoppressori.
Studi clinici in corso sulla Malattia del trapianto contro l’ospite
La Malattia del trapianto contro l’ospite rappresenta una delle complicanze più significative dopo un trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche. Questa condizione si verifica quando le cellule immunitarie del donatore riconoscono i tessuti del ricevente come estranei e iniziano ad attaccarli. Gli studi clinici attualmente in corso stanno esplorando nuovi approcci terapeutici per prevenire e trattare questa condizione complessa.
Studi clinici disponibili per la Malattia del trapianto contro l’ospite
Studio delle cellule iG-Tregs per la prevenzione della Malattia del trapianto contro l’ospite in adulti sottoposti a trapianto di cellule staminali da donatore fratello HLA-compatibile
Localizzazione: Grecia
Questo studio clinico si concentra su pazienti che stanno per ricevere un trapianto di cellule staminali ematopoietiche da un donatore fratello completamente compatibile. Lo studio sta valutando un trattamento innovativo che utilizza cellule regolatorie T speciali chiamate iG-Tregs (cellule T regolatorie HLAG+ inducibili). Queste cellule vengono somministrate ai pazienti tramite infusione endovenosa per aiutare a prevenire lo sviluppo della GvHD acuta.
I criteri di inclusione richiedono che i pazienti abbiano un donatore fratello HLA-compatibile e un indice di performance di Karnofsky del 60% o superiore. È necessaria una funzione adeguata di sangue e organi, con parametri specifici come conta assoluta dei neutrofili superiore a 1 x 10⁹/L e creatinina sierica inferiore o uguale a 2 mg/dL. I pazienti devono essere in trattamento continuo con ciclosporina a livelli terapeutici prima di entrare nello studio.
Lo studio prevede un monitoraggio attento per valutare la sicurezza delle iG-Tregs e determinare la dose massima tollerabile. I pazienti vengono seguiti per un massimo di 52 settimane per valutare l’efficacia nella prevenzione della GvHD e monitorare lo stato di salute generale.
Studio sulla sicurezza ed efficacia dell’inibitore della alfa1-proteinasi umana per la prevenzione della Malattia del trapianto contro l’ospite nei pazienti sottoposti a trapianto di cellule ematopoietiche
Localizzazione: Germania, Italia, Spagna
Questo studio valuta l’uso dell’Alfa-1 Antitripsina (AAT), commercializzata come Respreeza, per prevenire la GvHD acuta in pazienti sottoposti a trapianto di cellule ematopoietiche. Il farmaco viene somministrato come soluzione per infusione endovenosa e viene confrontato con un placebo per determinarne la sicurezza e l’efficacia.
Possono partecipare pazienti di almeno 12 anni di età (18 anni in Germania) che stanno per ricevere un trapianto per tumori del sangue come leucemia, linfoma, mieloma multiplo, sindrome mielodisplastica o neoplasie mieloproliferative. È richiesto un regime di condizionamento mieloablativo pianificato prima del trapianto.
Lo studio monitora i pazienti per lo sviluppo di GvHD acuta di Grado II-IV o infezioni gravi fino a 180 giorni dopo il trapianto. Il follow-up a lungo termine continua fino a 730 giorni dopo il trapianto per valutare risultati come la sopravvivenza senza recidiva di GvHD e la sospensione delle terapie di immunosoppressione.
Studio sulla sicurezza delle cellule stromali deciduali per pazienti con Malattia del trapianto contro l’ospite acuta grave resistente agli steroidi
Localizzazione: Danimarca, Norvegia, Svezia
Questo studio si rivolge a pazienti con GvHD acuta grave che non risponde al trattamento con steroidi ad alte dosi. Lo studio confronta tre diverse formulazioni di terapia cellulare chiamate Cellule Stromali Deciduali (DSC 1.0, DSC 1.4 e DSC 2.0) con le migliori opzioni di trattamento disponibili.
I criteri di inclusione richiedono che i pazienti abbiano 18 anni o più, abbiano ricevuto un trapianto di cellule staminali ematopoietiche da donatore imparentato o non imparentato, e abbiano una diagnosi confermata di GvHD acuta refrattaria agli steroidi di Grado II-IV. La condizione refrattaria agli steroidi è definita come peggioramento dopo almeno 3 giorni di trattamento con steroidi ad alte dosi, o mancanza di miglioramento dopo 5-7 giorni di trattamento.
Le cellule stromali deciduali derivano dalla decidua (il rivestimento dell’utero durante la gravidanza) e vengono somministrate tramite infusione endovenosa. Lo studio valuterà la sicurezza e la tollerabilità del trattamento, oltre al tasso di risposta complessivo a 56 giorni. Il monitoraggio continua fino al 31 dicembre 2030.
Confronto tra ciclofosfamide post-trapianto e immunoglobulina anti-linfociti T per la prevenzione della Malattia del trapianto contro l’ospite in pazienti che ricevono trapianto da donatore non imparentato
Localizzazione: Germania
Questo studio confronta due diversi approcci per prevenire la GvHD in pazienti con vari disturbi del sangue tra cui leucemia mieloide acuta, sindrome mielodisplastica e leucemia mielomonocitica cronica. I partecipanti ricevono cellule staminali da sangue periferico da un donatore non imparentato compatibile o parzialmente compatibile.
I criteri di inclusione richiedono un’età minima di 18 anni e la presenza di specifiche condizioni come leucemia mieloide acuta in prima remissione completa con caratteristiche genetiche a rischio intermedio o alto, AML recidivante o refrattaria, o sindrome mielodisplastica con caratteristiche a rischio da intermedio a molto alto. È richiesta una funzione cardiaca con frazione di eiezione ventricolare sinistra del 40% o superiore.
Lo studio confronta la ciclofosfamide post-trapianto (PTCY) con l’immunoglobulina anti-timociti (ATG Grafalon). Entrambi i gruppi ricevono anche farmaci aggiuntivi come acido micofenolico e tacrolimus per via orale per aiutare a prevenire il rigetto. Il follow-up dei pazienti continuerà fino al 31 marzo 2027.
Studio di itolizumab con corticosteroidi per il trattamento iniziale della Malattia del trapianto contro l’ospite acuta in pazienti dopo trapianto di midollo osseo
Localizzazione: Belgio, Francia, Germania, Italia, Portogallo, Spagna
Questo studio valuta se l’aggiunta di itolizumab al trattamento con corticosteroidi funziona meglio del placebo con corticosteroidi come terapia iniziale per la GvHD acuta. L’itolizumab è un anticorpo monoclonale che prende di mira la proteina CD6 sulle cellule T, contribuendo a modulare la risposta immunitaria.
Possono partecipare pazienti di almeno 12 anni di età con peso superiore a 40 kg che hanno ricevuto un trapianto allogenico iniziale di cellule staminali. È necessaria una diagnosi di GvHD acuta di Grado III-IV o Grado II con coinvolgimento del tratto digestivo inferiore. I pazienti devono aver iniziato il trattamento con corticosteroidi ad almeno 1 mg/kg/giorno entro 72 ore prima di iniziare il farmaco dello studio.
Il farmaco viene somministrato tramite infusione endovenosa per un periodo di 84 giorni. Lo studio utilizza un disegno in doppio cieco, il che significa che né i medici né i pazienti sanno quale trattamento viene ricevuto. L’obiettivo principale è valutare la risposta completa al trattamento al giorno 29, con osservazione prolungata fino al giorno 99 per valutare la durata della risposta.
Accesso a lungo termine a ibrutinib per pazienti con linfoma, leucemia e altre condizioni
Localizzazione: Repubblica Ceca, Francia, Italia, Polonia, Spagna, Svezia, Ungheria
Questo studio fornisce un trattamento prolungato con ibrutinib per pazienti che hanno precedentemente partecipato a studi clinici con ibrutinib e continuano a beneficiarne. Sebbene lo studio includa varie condizioni come linfoma follicolare, leucemia linfocitica cronica e linfoma mantellare, tra le indicazioni è inclusa anche la Malattia del trapianto contro l’ospite.
Per partecipare, i pazienti devono aver partecipato a un precedente studio clinico che coinvolgeva ibrutinib e continuare a beneficiare o dover riavviare il trattamento secondo il parere del medico. È necessario che l’ibrutinib commerciale non sia disponibile o facilmente accessibile nella loro regione. I pazienti devono aver completato tutte le valutazioni necessarie nello studio precedente e desiderare di continuare il trattamento.
L’ibrutinib viene somministrato sotto forma di capsule rigide per uso orale. Lo studio monitora gli eventi avversi gravi a lungo termine e gli eventi avversi di particolare interesse. Il dosaggio e la frequenza specifici sono determinati dal medico curante in base alle esigenze individuali e ai protocolli dello studio precedente. La data di fine stimata dello studio è il 10 maggio 2027.
Confronto tra tacrolimus da solo e combinazione di tacrolimus, micofenolato mofetile e prednisone in pazienti anziani trapiantati di rene per ridurre le infezioni
Localizzazione: Paesi Bassi
Sebbene questo studio si concentri principalmente su pazienti anziani trapiantati di rene, è rilevante per la GvHD poiché valuta strategie di immunosoppressione che possono influenzare il rischio di complicanze correlate al trapianto. Lo studio confronta l’uso di tacrolimus da solo con la terapia standard che combina tacrolimus, micofenolato mofetile e prednisone.
Possono partecipare pazienti di 60 anni o più che ricevono un trapianto di rene da donatore deceduto o vivente e non hanno anticorpi anti-HLA donatore-specifici al momento del trapianto. Tutti i farmaci vengono assassunti per via orale secondo il programma prescritto.
L’obiettivo è determinare se l’uso di un minor numero di farmaci può ridurre il rischio di infezioni e migliorare la qualità della vita nei riceventi di trapianto anziani. Lo studio seguirà i partecipanti per tre anni dopo il trapianto di rene, monitorando l’incidenza di infezioni, la funzione del rene trapiantato e il benessere generale dei pazienti attraverso test medici regolari.
Riepilogo degli studi clinici
Gli studi clinici attualmente in corso sulla Malattia del trapianto contro l’ospite rappresentano approcci innovativi e diversificati alla prevenzione e al trattamento di questa complicanza grave. Emergono diverse osservazioni importanti da questa panoramica:
Terapie cellulari innovative: Due studi stanno esplorando l’uso di terapie cellulari specializzate – le cellule iG-Tregs in Grecia e le cellule stromali deciduali nei paesi scandinavi. Questi approcci rappresentano strategie completamente nuove che mirano a modulare la risposta immunitaria in modo più mirato rispetto ai farmaci tradizionali.
Nuovi agenti biologici: L’alfa-1 antitripsina e l’itolizumab rappresentano nuove classi di farmaci biologici che potrebbero offrire alternative ai trattamenti immunosoppressivi convenzionali. Questi studi stanno valutando non solo l’efficacia ma anche i profili di sicurezza a lungo termine di questi agenti.
Ottimizzazione delle strategie esistenti: Lo studio tedesco che confronta la ciclofosfamide post-trapianto con l’immunoglobulina anti-timociti riflette gli sforzi continui per ottimizzare i regimi di profilassi utilizzando farmaci già noti, ma in nuove combinazioni o sequenze.
Focus sui casi resistenti: Lo studio scandinavo sulle cellule stromali deciduali si concentra specificamente sui pazienti con GvHD refrattaria agli steroidi, una popolazione con opzioni terapeutiche limitate e prognosi sfavorevole, evidenziando la necessità di trattamenti per questi casi difficili.
Distribuzione geografica: Gli studi sono distribuiti in tutta Europa, dall’Europa meridionale (Grecia, Italia, Spagna) all’Europa settentrionale (Scandinavia) e centrale (Germania, Francia, Belgio), offrendo opportunità di partecipazione a pazienti in diverse regioni.
Questi studi clinici rappresentano speranze concrete per migliorare i risultati dei pazienti che affrontano la Malattia del trapianto contro l’ospite. La diversità degli approcci terapeutici in fase di studio suggerisce che nei prossimi anni potrebbero diventare disponibili molteplici nuove opzioni di trattamento per questa condizione complessa.













