Introduzione: Chi dovrebbe sottoporsi ai test per l’ipogonadismo primitivo
Non tutti gli uomini hanno bisogno di essere testati per l’ipogonadismo primitivo, ma alcuni segnali dovrebbero spingere a consultare un medico. Gli uomini che sperimentano una diminuzione evidente del desiderio sessuale, difficoltà nel raggiungere o mantenere l’erezione, stanchezza inspiegabile o cambiamenti d’umore come depressione o irritabilità potrebbero beneficiare di una valutazione.[1] Questi sintomi possono comparire a qualsiasi età, anche se diventano più comuni con l’avanzare degli anni.
Anche i cambiamenti fisici rappresentano indizi importanti. Se un uomo nota che la sua massa muscolare sta diminuendo nonostante l’attività fisica regolare, un aumento del grasso corporeo, perdita di peli sul corpo o sul viso, o sviluppo di tessuto mammario, questi potrebbero segnalare una bassa produzione di testosterone.[7] Gli uomini con testicoli più piccoli del previsto o coloro che hanno subito traumi testicolari, infezioni o esposizione a chemioterapia o radioterapia dovrebbero anche considerare una valutazione, poiché questi fattori danneggiano direttamente gli organi responsabili della produzione ormonale.[3]
Negli uomini più giovani, la pubertà ritardata è un segnale d’allarme. Se un ragazzo non ha iniziato a sviluppare le caratteristiche maschili tipiche—come l’approfondimento della voce, la crescita muscolare o lo sviluppo genitale—entro l’età prevista, i test diagnostici possono aiutare a determinare se i testicoli stanno funzionando correttamente.[4] Gli uomini con determinate condizioni genetiche, come la sindrome di Klinefelter (una condizione in cui un maschio nasce con un cromosoma X in più), sono ad alto rischio e dovrebbero sottoporsi a screening anche se i sintomi sono lievi.[2]
È anche importante riconoscere che alcune condizioni mediche aumentano la probabilità di ipogonadismo. Gli uomini con obesità, diabete di tipo 2, malattia renale cronica, cirrosi epatica o HIV/AIDS sono a maggior rischio e potrebbero beneficiare di screening di routine, anche se non riportano sintomi evidenti.[12] I medici possono suggerire test per questi individui come parte della gestione continua della loro condizione principale.
Metodi diagnostici: Come viene identificato l’ipogonadismo primitivo
Esami del sangue per i livelli di testosterone
La base per diagnosticare l’ipogonadismo primitivo è la misurazione del testosterone nel sangue. Poiché i livelli di testosterone fluttuano naturalmente durante il giorno—raggiungendo il picco nelle prime ore del mattino e diminuendo nel corso della giornata—i campioni di sangue vengono tipicamente raccolti tra le 8 e le 10 del mattino.[9] Questo orario garantisce il riflesso più accurato della produzione di testosterone di un uomo.
L’esame misura il testosterone totale, che include sia l’ormone legato alle proteine nel sangue sia la piccola quantità che circola liberamente. Secondo l’American Urology Association, un livello di testosterone totale inferiore a 300 nanogrammi per decilitro (ng/dL) è generalmente considerato basso, anche se alcuni esperti ritengono che i livelli inferiori a 250 ng/dL dovrebbero essere la soglia.[7] Poiché un singolo risultato del test può essere influenzato da fattori temporanei come malattia, stress o sonno insufficiente, la diagnosi non dovrebbe essere fatta basandosi su una sola misurazione.
È raccomandato un secondo esame del sangue mattutino per confermare il risultato.[2] Solo quando due test separati mostrano testosterone basso e il paziente riporta sintomi coerenti con l’ipogonadismo, la diagnosi dovrebbe essere considerata affidabile. Alcuni laboratori possono anche misurare il testosterone libero—la porzione dell’ormone non legata alle proteine—che fornisce ulteriori informazioni su quanto testosterone è effettivamente disponibile per l’uso da parte del corpo.[19]
Distinguere l’ipogonadismo primitivo da quello secondario
Una volta confermato il testosterone basso, il passo successivo è determinare se il problema ha origine nei testicoli (ipogonadismo primitivo) o nei centri di controllo del cervello (ipogonadismo secondario). Questa distinzione è cruciale perché influisce sia sulle decisioni terapeutiche sia sulla ricerca delle cause sottostanti.[2]
I medici misurano i livelli di ormone luteinizzante (LH), un ormone rilasciato dalla ghiandola pituitaria nel cervello che segnala ai testicoli di produrre testosterone. Nell’ipogonadismo primitivo, i testicoli sono danneggiati o non funzionano correttamente, quindi il cervello cerca di compensare producendo più LH. Di conseguenza, i livelli di LH sono tipicamente elevati—spesso superiori a 10 ng/mL.[14] Questo schema conferma che i testicoli stessi sono la fonte del problema.
Se i livelli di LH sono bassi o normali nonostante il testosterone basso, questo suggerisce che il problema risiede nel sistema di segnalazione del cervello, indicando ipogonadismo secondario piuttosto che primitivo.[3] Questa differenza ha implicazioni importanti: l’ipogonadismo primitivo di solito non può essere invertito e richiede terapia sostitutiva ormonale per tutta la vita, mentre le cause secondarie possono talvolta essere trattabili o reversibili.
Esame fisico
Un esame fisico completo fornisce informazioni preziose che i soli test di laboratorio non possono rivelare. I medici valutano le dimensioni e la consistenza dei testicoli, poiché testicoli più piccoli o più morbidi spesso indicano disfunzione testicolare.[9] L’esame valuta anche la distribuzione dei peli sul corpo e sul viso, la massa muscolare e la presenza di ingrossamento del tessuto mammario, noto come ginecomastia.[1]
Negli adolescenti, l’esame fisico aiuta a determinare se la pubertà è progredita normalmente. I medici osservano se la voce si è approfondita, se il pene e i testicoli si sono sviluppati in modo appropriato e se i modelli di crescita sono tipici per l’età del paziente.[22] Una crescita eccessiva delle braccia e delle gambe rispetto al tronco, ad esempio, può indicare che la pubertà non si è verificata al momento giusto.
Test ormonali aggiuntivi
Oltre al testosterone e all’LH, potrebbero essere necessarie altre misurazioni ormonali per completare il quadro diagnostico. L’ormone follicolo-stimolante (FSH), che stimola la produzione di spermatozoi, viene spesso misurato insieme all’LH. Livelli elevati di FSH, come livelli elevati di LH, suggeriscono insufficienza testicolare primaria.[3]
I medici possono anche controllare i livelli di prolattina, poiché la prolattina alta può interferire con la produzione di testosterone e può indicare un tumore pituitario.[3] Se si sospetta un tumore, possono essere ordinati studi di imaging come una risonanza magnetica del cervello per visualizzare la ghiandola pituitaria.
In alcuni casi, misurare i livelli di estrogeni può essere utile, specialmente negli uomini con obesità. Il tessuto adiposo converte il testosterone in estrogeni e gli estrogeni alti possono sopprimere la produzione di testosterone, creando un circolo vizioso.[19] Identificare questo squilibrio può guidare le strategie terapeutiche.
Test genetici
Quando si sospetta l’ipogonadismo primitivo negli uomini più giovani o nei ragazzi, o quando la causa non è chiara, può essere eseguito un test genetico. Condizioni come la sindrome di Klinefelter, in cui un ragazzo nasce con un cromosoma X in più, sono tra le cause genetiche più comuni di ipogonadismo primitivo.[6] Un semplice esame del sangue per analizzare i cromosomi, noto come cariotipo, può confermare questa diagnosi.[3]
Altri test genetici possono essere utilizzati per identificare disturbi ereditari rari che influenzano lo sviluppo o la funzione testicolare. I risultati genetici non solo confermano la diagnosi, ma forniscono anche informazioni importanti per la pianificazione familiare e la comprensione dei rischi per la salute a lungo termine.
Analisi del liquido seminale
Se la fertilità è una preoccupazione, viene eseguita un’analisi del liquido seminale per valutare il numero e la qualità degli spermatozoi. L’ipogonadismo primitivo spesso influisce gravemente sulla produzione di spermatozoi perché le stesse cellule testicolari responsabili del testosterone supportano anche lo sviluppo degli spermatozoi.[2] Un uomo con ipogonadismo primitivo può avere un numero di spermatozoi molto basso o nullo, il che conferma la diagnosi e aiuta a guidare le discussioni sulle opzioni di fertilità.
L’esame comporta la raccolta di un campione di seme, di solito dopo alcuni giorni di astinenza, e la sua analisi in laboratorio. I tecnici valutano il numero di spermatozoi, la loro forma e la loro capacità di muoversi. I risultati aiutano a determinare se il concepimento naturale è possibile o se potrebbero essere necessarie tecniche di riproduzione assistita.[9]
Test della densità ossea
Poiché il testosterone svolge un ruolo critico nel mantenimento della forza ossea, gli uomini con ipogonadismo di lunga data sono a rischio di osteoporosi (perdita di massa ossea) e fratture. I medici possono raccomandare un test di densità ossea, di solito eseguito utilizzando una tecnica radiografica specializzata chiamata assorbimetria a raggi X a doppia energia (DEXA), per valutare la salute delle ossa.[3]
Questo test è particolarmente importante negli uomini più anziani o in coloro che hanno avuto ipogonadismo non trattato per molti anni. Identificare una bassa densità ossea consente misure preventive, come l’integrazione di calcio e vitamina D, l’esercizio con carico di peso e talvolta farmaci per ridurre il rischio di fratture.
Studi di imaging
In determinate situazioni, i test di imaging forniscono ulteriore chiarezza diagnostica. Un’ecografia dei testicoli può aiutare a identificare anomalie strutturali, tumori o segni di traumi o infezioni passate.[3] Se si sospetta ipogonadismo secondario—ad esempio, se LH e FSH sono bassi—può essere eseguita una risonanza magnetica o una TAC del cervello per esaminare la ghiandola pituitaria e l’ipotalamo alla ricerca di tumori o altre anomalie.[9]
Questi studi di imaging sono particolarmente importanti negli uomini che hanno anche mal di testa, cambiamenti della vista o secrezioni mammarie inspiegabili, poiché questi sintomi possono indicare un tumore pituitario che influisce sulla produzione ormonale.
Diagnostica per la qualificazione agli studi clinici
Gli uomini interessati a partecipare a studi clinici per trattamenti dell’ipogonadismo in genere si sottopongono a un processo diagnostico più rigoroso e standardizzato. Gli studi hanno criteri di ingresso rigorosi per garantire che i partecipanti abbiano veramente la condizione studiata e per consentire una misurazione accurata degli effetti del trattamento.[13]
La maggior parte degli studi richiede livelli di testosterone documentati come bassi in almeno due occasioni separate, misurati nelle prime ore del mattino. Il valore limite specifico varia in base allo studio, ma le soglie comunemente utilizzate sono inferiori a 300 ng/dL o inferiori a 250 ng/dL.[15] I partecipanti devono anche riportare sintomi coerenti con l’ipogonadismo, come riduzione della libido, disfunzione erettile, affaticamento o disturbi dell’umore. Gli studi generalmente escludono gli uomini il cui testosterone basso è causato da fattori temporanei come malattia acuta o recente perdita di peso.
Test di screening aggiuntivi spesso includono misurazioni di LH, FSH e prolattina per classificare il tipo di ipogonadismo ed escludere cause secondarie. Emocromi, test di funzionalità epatica, test di funzionalità renale e profili lipidici sono comunemente eseguiti per valutare la salute generale e identificare eventuali condizioni che potrebbero complicare il trattamento o l’interpretazione dei risultati.[13]
Poiché alcuni studi testano trattamenti volti a migliorare la fertilità, l’analisi del liquido seminale è spesso richiesta. Gli uomini con determinate condizioni mediche—come cancro alla prostata attivo, grave malattia cardiaca o conteggio di globuli rossi significativamente elevato—sono tipicamente esclusi dagli studi per motivi di sicurezza.[9]
La salute della prostata viene attentamente valutata prima dell’iscrizione. Questo include la misurazione dell’antigene prostatico specifico (PSA), un esame del sangue che può indicare ingrossamento o cancro della prostata, e talvolta un esame rettale digitale per valutare fisicamente la prostata.[15] Queste precauzioni sono necessarie perché la terapia con testosterone può potenzialmente peggiorare condizioni prostatiche preesistenti.
Il test della densità ossea è talvolta incluso nei protocolli di studio per valutare se i trattamenti sperimentali migliorano la salute delle ossa, una complicazione nota dell’ipogonadismo. Studi di imaging come risonanza magnetica o ecografia possono anche essere eseguiti, a seconda delle specifiche domande di ricerca dello studio.
Prima dell’iscrizione, i potenziali partecipanti vengono sottoposti al consenso informato, un processo che garantisce che comprendano pienamente lo scopo, le procedure, i rischi e i benefici dello studio. Questo requisito etico protegge i partecipanti e garantisce che prendano decisioni volontarie e informate sulla loro partecipazione.[9]











