Questo studio riguarda pazienti adulti ricoverati in terapia intensiva a causa di intossicazione da sostanze tossiche. Le sostanze tossiche coinvolte sono di tipo funzionale, cioรจ farmaci che agiscono sul sistema nervoso o sul cuore, e possono essere assorbite da un particolare tipo di carbone. I pazienti devono essere intubati, cioรจ collegati a un respiratore meccanico, a causa degli effetti gravi dell’intossicazione come problemi respiratori o cardiaci. Lo studio utilizza due trattamenti: carbone attivo, che รจ una sostanza in grado di legare e trattenere le tossine nell’intestino impedendone l’assorbimento nel sangue, e una soluzione per la pulizia intestinale chiamata macrogol insieme ad altri sali minerali come sodio bicarbonato, cloruro di potassio, cloruro di sodio e solfato di sodio anidro. Questa soluzione serve a svuotare l’intestino e rimuovere le sostanze tossiche ancora presenti.
Lo scopo dello studio รจ verificare se l’uso combinato di carbone attivo e pulizia intestinale riduce maggiormente la quantitร di sostanze tossiche nel sangue rispetto al trattamento abituale. I ricercatori vogliono misurare quanto diminuisce la concentrazione delle sostanze tossiche nel sangue dopo ventiquattro ore dall’inizio del trattamento. Durante lo studio, i pazienti vengono divisi in modo casuale in due gruppi: un gruppo riceve il trattamento combinato con carbone attivo e pulizia intestinale, mentre l’altro gruppo riceve il trattamento standard. I medici prelevano campioni di sangue in diversi momenti per misurare la quantitร di sostanze tossiche presenti.
Nel corso dello studio vengono raccolte informazioni sulla concentrazione delle sostanze tossiche nel sangue a diverse ore dall’inizio del trattamento, fino a novantasei ore. Vengono inoltre osservati altri aspetti come il numero di giorni in cui il paziente non ha bisogno del respiratore meccanico, il numero di giorni trascorsi fuori dalla terapia intensiva, e la presenza di eventuali effetti indesiderati come vomito, polmonite associata al respiratore, dolore addominale, diarrea o reazioni allergiche. Lo studio prevede di iniziare l’arruolamento dei pazienti nel 2025 e di concludersi nel 2027.











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