Terapia breve per la CVV non complicata
Per la candidiasi vulvovaginale (CVV) non complicata, le formulazioni topiche a breve durata, come la dose singola o i regimi della durata di 1-3 giorni, sono altamente efficaci. Questi trattamenti, che coinvolgono principalmente antifungini azolici, portano al sollievo dei sintomi e a colture negative nell’80-90% dei pazienti che completano la terapia[1]. I Centers for Disease Control and Prevention (CDC) raccomandano queste preparazioni topiche a breve durata per i casi non complicati[2].
Trattamento per la CVV ricorrente
La CVV ricorrente, spesso causata da C. albicans, risponde generalmente bene alla terapia azolica orale o topica di breve durata. Tuttavia, per mantenere il controllo, si raccomanda una durata iniziale della terapia più lunga. Questo può includere 7-14 giorni di terapia topica o una dose orale di fluconazolo da 100 mg, 150 mg o 200 mg ogni tre giorni per un totale di tre dosi[1]. La terapia di mantenimento è cruciale, con opzioni come il fluconazolo orale settimanale per sei mesi[4].
Trattamento della CVV grave
La CVV grave, caratterizzata da esteso eritema vulvare, edema, escoriazione e formazione di fissure, richiede un trattamento più intensivo. I regimi raccomandati includono 7-14 giorni di terapia azolica topica o 150 mg di fluconazolo in due dosi orali sequenziali, con la seconda dose assunta 72 ore dopo la dose iniziale[1]. Per i sintomi gravi, potrebbero essere necessarie terapie vaginali a lungo termine o dosi orali multiple[3].
CVV non-Albicans
Il trattamento ottimale per la CVV non-albicans rimane incerto, ma si raccomanda una terapia di durata più lunga di 7-14 giorni con un regime azolico non-fluconazolo[1]. In caso di recidiva, è indicato l’uso di acido borico 600 mg in una capsula di gelatina somministrata per via vaginale una volta al giorno per tre settimane, raggiungendo tassi di eradicazione clinica e micologica di circa il 70%[1].
Nuove opzioni di trattamento
I recenti progressi nel trattamento della CVV includono l’introduzione di oteseconazolo e ibrexafungerp. L’oteseconazolo, approvato dalla FDA, è efficace sia contro C. albicans che C. glabrata, offrendo una maggiore efficacia con meno effetti collaterali[2]. L’ibrexafungerp, un antifungino triterpenoide, indebolisce la parete cellulare fungina, portando alla morte cellulare[2]. Questi nuovi farmaci forniscono alternative promettenti per i casi resistenti ai trattamenti azolici tradizionali[3].
Mantenimento e prevenzione
Per le donne con infezioni ricorrenti, la terapia di mantenimento è essenziale. Le opzioni includono fluconazolo orale, ketoconazolo, itraconazolo e clotrimazolo, con regimi della durata fino a sei mesi[4]. Modifiche dello stile di vita, come limitare gli zuccheri nella dieta e indossare abiti larghi, possono anche aiutare a prevenire le recidive[4].