Vasoplegic syndrome

Strategie di trattamento efficaci per la Sindrome vasoplegica

La sindrome vasoplegica è una condizione critica che può verificarsi dopo un intervento cardio-toracico, causando sfide significative nella gestione del paziente a causa della sua somiglianza con lo shock settico. I trattamenti tradizionali si sono basati principalmente su vasopressori catecolaminici come la noradrenalina, ma le terapie emergenti stanno esplorando opzioni non catecolaminiche come la vasopressina e il blu di metilene. Questo articolo approfondisce le complessità della sindrome vasoplegica, esaminando sia le strategie di trattamento consolidate che quelle innovative, e sottolinea l’importanza degli studi clinici in corso nel perfezionamento di questi approcci. Comprendere le sfumature di questi trattamenti è fondamentale per migliorare i risultati dei pazienti nel contesto della chirurgia cardiaca.

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    Comprendere la Sindrome vasoplegica

    La sindrome vasoplegica è una complicanza significativa che spesso si manifesta dopo un intervento cardio-toracico, caratterizzata da uno stato di shock ad alta gittata con scarsa resistenza vascolare sistemica. Questa condizione è notevolmente diffusa e colpisce fino alla metà di tutti i pazienti sottoposti a tali interventi chirurgici[1]. La sindrome presenta similitudini con lo shock settico, che ha portato all’adattamento delle strategie di trattamento dello shock settico alla sindrome vasoplegica[1].

    Approcci tradizionali al trattamento

    Il cardine della gestione della sindrome vasoplegica è stato tradizionalmente l’uso di vasopressori, in particolare le catecolamine come la norepinefrina. La norepinefrina è preferita per la sua capacità di aumentare la pressione arteriosa media (MAP) senza aumentare significativamente la frequenza cardiaca, riducendo così il consumo di ossigeno miocardico[4]. Tuttavia, alte dosi di catecolamine possono portare a effetti avversi come ischemia periferica e aumentato stress ossidativo[4].

    Opzioni di trattamento emergenti

    I recenti progressi hanno introdotto vasopressori non catecolaminici come alternative promettenti. Questi includono vasopressina, blu di metilene (MB), angiotensina II e idrossocobalamina. La vasopressina è particolarmente benefica grazie alla sua capacità di ripristinare il tono vascolare agendo su recettori non adrenergici, riducendo così il fabbisogno di norepinefrina[2]. Il blu di metilene, noto per il suo ruolo nel trattamento della metaemoglobinemia, ha mostrato potenzialità nel invertire la vasoplegia inibendo l’eccessiva produzione di ossido nitrico (NO)[5].

    Terapia combinata

    Le più recenti linee guida suggeriscono un approccio multimodale, combinando più vasopressori per gestire efficacemente l’iporeattività vascolare. Questa strategia include la prescrizione precoce di vasopressina insieme alla norepinefrina[2]. Inoltre, è stata proposta una combinazione di acido ascorbico (vitamina C), tiamina e corticosteroidi per mitigare la vasoplegia attraverso vari meccanismi, tra cui la riduzione dello stress ossidativo e il potenziamento della sintesi delle catecolamine[1].

    Nuovi agenti in fase di studio

    La ricerca è in corso su nuovi agenti come la selepressina e l’angiotensina II, che sono in fase di valutazione per la loro efficacia nel trattamento della vasoplegia[2]. L’angiotensina II, un peptide coinvolto nel sistema renina-angiotensina-aldosterone, ha mostrato promesse nel ripristinare il tono vascolare agendo sui recettori dell’angiotensina[3].

    Conclusione

    Mentre la norepinefrina rimane il trattamento di prima linea per la sindrome vasoplegica, la crescente comprensione della condizione ha portato all’esplorazione di varie terapie non catecolaminiche. Questi trattamenti emergenti offrono speranza per una gestione più efficace della vasoplegia, in particolare nei casi in cui le terapie tradizionali falliscono. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi clinici su larga scala per stabilire i ruoli definitivi di questi nuovi agenti nella pratica clinica[1].

    Farmaci correlati nel nostro database

    Studi clinici nella gestione della Sindrome vasoplegica

    Find matching clinical trials
    for Vasoplegic syndrome disease

    Trial no. 1

    Double-blind Placebo-Controlled Randomized Clinical…

    #1

    Copper is a chemical element with symbol Cu (from Latin: cuprum) and atomic number 29. It is a soft, malleable, and ductile metal with very high thermal and electrical conductivity.

    More info

    Trial no. 2

    Prospective evaluation of potential effects of repeated…

    #2

    Silver is the metallic element with the atomic number 47. Its symbol is Ag, from the Latin argentum, derived from the Greek ὰργὀς, and ultimately from a Proto-Indo-European language root reconstructed as *h2erǵ-, “grey” or “shining”.

    More info

    Trial no. 3

    A study to learn about how itraconazole affects the level…

    #3

    Gold is a chemical element with symbol Au and atomic number 79. In its purest form, it is a bright, slightly reddish yellow, dense, soft, malleable, and ductile metal. Chemically, gold is a transition metal and a group 11 element.

    More info

    Trial no. 4

    Randomized, double-blind, parallel group clinical trial…

    #4

    Roentgenium is a chemical element with symbol Rg and atomic number 111. It is an extremely radioactive synthetic element (an element that can be created in a laboratory but is not found in nature).

    More info

    Panoramica degli studi clinici

    Gli studi clinici sono essenziali per far progredire le conoscenze mediche e migliorare la cura dei pazienti. Vengono condotti per valutare l’efficacia e la sicuro dispositivi medici. Nel contesto della sindrome vasoplegica, una condizione caratterizzata da bassa pressione sanguigna e ridotta resistenza vascolare, gli studi clinici sono cruciali per sviluppare strategie di gestione efficaci. Questo articolo si concentra su uno specifico studio clinico che indaga l’uso della vasopressina rispetto alla noradrenalina nella gestione dei pazienti sottoposti a chirurgia cardiaca con circolazione extracorporea.

    Studi clinici di Fase III

    Lo studio intitolato “Studio prospettico randomizzato in doppio cieco per valutare la superiorità della Vasopressina rispetto alla Noradrenalina nella gestione del paziente a rischio renale sottoposto a chirurgia cardiaca con circolazione extracorporea” è uno studio di conferma terapeutica di Fase III. Questa fase è cruciale poiché coinvolge una popolazione più ampia di pazienti per confermare l’efficacia e monitorare le reazioni avverse del trattamento. Lo studio viene condotto in Francia e mira a determinare la superiorità della vasopressina rispetto alla noradrenalina nella gestione della sindrome vasoplegica, concentrandosi in particolare sulle complicazioni renali e sulla mortalità entro 90 giorni dall’insorgenza[6].

    Endpoint e misurazioni

    L’endpoint primario dello studio è l’insorgenza di una complicazione renale o morte dall’inizio della sindrome vasoplegica fino a sette giorni dopo. Le complicazioni renali sono definite dai criteri KDIGO, che includono l’insufficienza renale acuta e l’inizio della terapia sostitutiva renale. Gli endpoint secondari includono:

    • Mortalità entro 90 giorni dall’insorgenza della sindrome vasoplegica.
    • Complicazioni cardiache come aritmia, infarto miocardico e arresto cardiorespiratorio a 7, 30 e 90 giorni.
    • Complicazioni digestive come ischemia mesenterica e colite ischemica.
    • Complicazioni cerebrali tra cui ictus e delirio entro sette giorni.
    • Il numero di pazienti che richiedono norepinefrina di salvataggio e la dose totale utilizzata.
    • Il punteggio vasoattivo inotropo (VIS) in vari momenti.
    • Durata della degenza in terapia intensiva e ospedaliera, e costi associati.
    • Rapporti incrementali di costo-efficacia tra le strategie con vasopressina e noradrenalina.
    • Insorgenza di iponatremia e ipoperfusione delle estremità[6].

    Aree terapeutiche e prodotti

    Lo studio rientra nell’area terapeutica di Anestesia e Analgesia, concentrandosi sulle tecniche e le attrezzature utilizzate in questi campi. I prodotti testati sono REVERPLEG 40 U.I./2 mL, una soluzione per infusione, e NORADRENALINA RENAUDIN 2 mg/ml, anch’essa una soluzione per infusione. Questi prodotti vengono valutati per la loro efficacia nella gestione della sindrome vasoplegica durante la chirurgia cardiaca[6].

    Sommario

    La gestione della sindrome vasoplegica, una condizione spesso osservata dopo interventi cardio-toracici, si sta evolvendo con l’introduzione di nuove strategie di trattamento. Mentre la norepinefrina rimane un trattamento primario, i suoi limiti hanno spinto all’esplorazione di vasopressori non catecolaminici come la vasopressina e il blu di metilene. Queste alternative offrono diversi meccanismi per ripristinare il tono vascolare e ridurre la dipendenza dalle catecolamine tradizionali. Le terapie di combinazione, incluso l’uso di acido ascorbico, tiamina e corticosteroidi, sono oggetto di studio per il loro potenziale nel migliorare l’efficacia del trattamento. Inoltre, nuovi agenti come la selepressina e l’angiotensina II sono in fase di valutazione clinica. Gli studi clinici in corso, in particolare quelli che si concentrano sul confronto tra vasopressina e noradrenalina, sono fondamentali per determinare le strategie di gestione più efficaci per la sindrome vasoplegica, con particolare attenzione alla riduzione delle complicanze renali e al miglioramento dei risultati nei pazienti.

    Fonti

    1. https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC7001322/
    2. https://ccforum.biomedcentral.com/articles/10.1186/s13054-018-1967-3
    3. https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC9634875/
    4. https://journal.houstonmethodist.org/articles/10.14797/mdcvj.1245
    5. https://academic.oup.com/ejcts/article/28/5/705/502264
    6. Trial id 2022-500419-38-00
    Gestione della Sindrome Vasoplegica
    Trattamenti Tradizionali Trattamenti Emergenti
    Vasopressori Catecolaminici Vasopressori Non-Catecolaminici
    Terapie Combinate
    Norepinefrina Vasopressina, Blu di Metilene, Angiotensina II, Idrossocobalamina
    Effetti Avversi: Ischemia Periferica, Stress Ossidativo Riduzione del Fabbisogno di Norepinefrina, Meccanismi Alternativi
    Studi Clinici: Valutazione della Vasopressina vs. Noradrenalina
    Panoramica dello Studio Clinico
    Fase Endpoint Aree Terapeutiche
    Fase III
    • Complicanze Renali
    • Mortalità
    • Complicanze Cardiache, Digestive, Cerebrali
    • Uso di Norepinefrina di Salvataggio
    • Punteggi VIS
    • Degenza in Terapia Intensiva e Ospedaliera
    • Costo-Efficacia
    Anestesia e Analgesia
    Località: Francia Prodotti: REVERPLEG, NORADRENALINA RENAUDIN
    Focus: Efficacia e Sicurezza nella Gestione della Sindrome Vasoplegica

    Glossario

    • Vasoplegic syndrome: Una condizione caratterizzata da bassa pressione sanguigna e ridotta resistenza vascolare sistemica, che si verifica spesso dopo chirurgia cardio-toracica.
    • Vasopressors: Farmaci che costringono i vasi sanguigni e aumentano la pressione sanguigna, utilizzati per trattare la sindrome vasoplegica.
    • Catecholamines: Una classe di farmaci, inclusa la norepinefrina, utilizzati per aumentare la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna.
    • Norepinephrine: Un vasopressore catecolaminico utilizzato per aumentare la pressione sanguigna attraverso la costrizione dei vasi sanguigni.
    • Vasopressin: Un vasopressore non-catecolaminico che aiuta a ripristinare il tono vascolare agendo sui recettori non-adrenergici.
    • Methylene blue: Un composto utilizzato per trattare la metaemoglobinemia e ha potenziale nel invertire la vasoplegia inibendo la produzione di ossido nitrico.
    • Angiotensin II: Un peptide coinvolto nel sistema renina-angiotensina-aldosterone, utilizzato per ripristinare il tono vascolare nella sindrome vasoplegica.
    • Hydroxocobalamin: Una forma di vitamina B12 studiata per il suo potenziale nel trattamento della sindrome vasoplegica.
    • Ascorbic acid: Vitamina C, proposta per ridurre lo stress ossidativo e migliorare la sintesi delle catecolamine nella gestione della sindrome vasoplegica.
    • Thiamine: Vitamina B1, utilizzata in combinazione con altri agenti per mitigare la vasoplegia.
    • Corticosteroids: Una classe di ormoni steroidei utilizzati per ridurre l’infiammazione e supportare la sintesi delle catecolamine nella sindrome vasoplegica.
    • Selepressin: Un nuovo agente in fase di studio per la sua efficacia nel trattamento della vasoplegia.
    • Extracorporeal circulation: Una tecnica utilizzata durante la chirurgia cardiaca in cui il sangue viene fatto circolare all’esterno del corpo attraverso una macchina cuore-polmone.
    • KDIGO criteria: Linee guida per la diagnosi e la gestione del danno renale acuto, utilizzate per definire le complicanze renali negli studi clinici.
    • Vasoactive Inotropic Score (VIS): Un sistema di punteggio utilizzato per quantificare il livello di supporto cardiovascolare che un paziente sta ricevendo.

    Studi clinici in corso con Vasoplegic syndrome