Il trapianto allogenico di cellule staminali è una procedura complessa utilizzata per trattare diverse malattie del sangue e tumori ematologici. Attualmente sono in corso 6 studi clinici che esplorano nuovi trattamenti per prevenire e gestire le complicanze associate a questa procedura, incluse le infezioni, la malattia del trapianto contro l’ospite e il recupero del sistema immunitario.
Studi Clinici in Corso sul Trapianto Allogenico di Cellule Staminali
Il trapianto allogenico di cellule staminali rappresenta una terapia salvavita per molti pazienti affetti da leucemie acute, linfomi e altre patologie ematologiche. Tuttavia, questa procedura comporta rischi significativi, tra cui infezioni gravi e la malattia del trapianto contro l’ospite (GVHD). Gli studi clinici attualmente in corso mirano a migliorare i risultati del trapianto attraverso nuove strategie di prevenzione e trattamento delle complicanze.
Studi Clinici Disponibili
Studio di confronto tra fosfomicina e ciprofloxacina per la prevenzione della febbre in pazienti con leucemia acuta dopo chemioterapia o trapianto di cellule staminali
Località: Spagna
Questo studio clinico si concentra sulla neutropenia febbrile, una condizione grave caratterizzata da febbre e basso numero di neutrofili che si verifica frequentemente nei pazienti con leucemia acuta sottoposti a chemioterapia intensiva o trapianto di cellule staminali ematopoietiche. Lo studio confronta l’efficacia e la sicurezza di due antibiotici, fosfomicina e ciprofloxacina, nella prevenzione di questa condizione.
I partecipanti vengono assegnati casualmente a ricevere fosfomicina o ciprofloxacina, entrambi somministrati per via orale. Lo studio monitora i pazienti per valutare l’efficacia di ciascun farmaco nella prevenzione delle infezioni e garantire la sicurezza dei partecipanti. L’obiettivo è determinare se la fosfomicina sia altrettanto efficace della ciprofloxacina nel prevenire le infezioni in pazienti con sistema immunitario indebolito.
Criteri di inclusione principali:
- Adulti di età pari o superiore a 18 anni con diagnosi di leucemia acuta
- Pazienti in procinto di ricevere il primo trattamento chemioterapico o candidati al primo trapianto di cellule staminali
- Livelli attesi di neutrofili bassi per almeno sette giorni
- Funzionalità epatica e renale adeguate
- Aspettativa di vita superiore a 3 mesi
Studio sulla sicurezza ed efficacia di SMART101 per pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali per tumori del sangue
Località: Francia, Italia
Questo studio valuta SMART101, una nuova terapia cellulare che utilizza precursori di cellule T allogeniche preparate in laboratorio. La terapia viene somministrata attraverso infusione endovenosa per migliorare i risultati del trapianto di cellule staminali da donatore con compatibilità tissutale parziale.
Lo studio si svolge in due fasi: la prima determina la dose ottimale di SMART101, mentre la seconda valuta la sicurezza e l’efficacia del trattamento nel favorire il recupero del sistema immunitario, concentrandosi in particolare sulla ricostituzione delle cellule T CD4+, fondamentali per combattere le infezioni.
I partecipanti ricevono SMART101 dopo il trapianto di cellule staminali, insieme a ciclofosfamide, un farmaco utilizzato per prevenire complicanze. Lo studio monitora eventuali effetti collaterali imprevisti e misura il recupero del sistema immunitario nel tempo.
Criteri di inclusione principali:
- Età minima di 18 anni
- Diagnosi di leucemia mieloide acuta (LMA), leucemia linfoblastica acuta (LLA) o sindrome mielodisplastica (SMD)
- Eleggibilità per trapianto allogenico con donatore HLA non completamente compatibile
- Indice di Karnofsky pari o superiore al 70%
- Funzionalità cardiaca, polmonare, epatica e renale adeguate
Studio di confronto tra metilprednisolone e metossalene per il trattamento della malattia acuta del trapianto contro l’ospite di grado II in pazienti adulti sottoposti a trapianto di cellule staminali
Località: Francia
Questo studio si concentra sulla malattia acuta del trapianto contro l’ospite (GVHD) di grado II, che può manifestarsi dopo un trapianto di cellule staminali da donatore. La condizione colpisce frequentemente la pelle e può coinvolgere anche la parte superiore del sistema digestivo.
Lo studio confronta due approcci terapeutici: un gruppo riceve trattamento con corticosteroidi da soli, mentre l’altro gruppo riceve corticosteroidi in combinazione con fotoferesi extracorporea (ECP), una procedura in cui il sangue viene trattato all’esterno del corpo per gestire la malattia. I farmaci utilizzati includono metilprednisolone emisuccinato (SOLUMEDROL), prednisone (CORTANCYL) e metossalene (Uvadex) utilizzato nella procedura ECP.
L’obiettivo dello studio è determinare quale approccio terapeutico sia più efficace nel prevenire il fallimento del trattamento nell’arco di sei mesi, migliorando così la qualità della vita dei pazienti.
Criteri di inclusione principali:
- Età superiore a 18 anni
- Trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche già effettuato
- GVHD acuta di grado II con coinvolgimento cutaneo, entro 3 mesi dal trapianto
- Necessità di trattamento di prima linea per GVHD acuta
- Conta leucocitaria superiore a 1,5 G/L
- Accesso venoso adeguato per le sedute di trattamento settimanali
Studio di itolizumab con corticosteroidi per il trattamento iniziale della malattia acuta del trapianto contro l’ospite in pazienti dopo trapianto di midollo osseo
Località: Belgio, Francia, Germania, Italia, Portogallo, Spagna
Questo studio valuta un nuovo farmaco chiamato itolizumab utilizzato insieme ai corticosteroidi come trattamento iniziale per la malattia acuta del trapianto contro l’ospite, una complicanza che può verificarsi dopo trapianti di midollo osseo.
Lo studio verifica se l’aggiunta di itolizumab al trattamento con corticosteroidi funzioni meglio rispetto all’aggiunta di placebo ai corticosteroidi. Il farmaco viene somministrato attraverso infusione endovenosa per un periodo di 84 giorni, con dosaggio basato sul peso del paziente.
Durante lo studio, i partecipanti ricevono itolizumab (somministrato come soluzione per infusione EQ001) o placebo insieme al trattamento corticosteroideo. Né i medici né i pazienti sanno quale trattamento viene somministrato (studio in doppio cieco). L’obiettivo principale è valutare la risposta al trattamento, particolarmente nelle fasi precoci della malattia.
Criteri di inclusione principali:
- Età minima di 12 anni e peso superiore a 40 kg
- Trapianto allogenico di cellule staminali iniziale già effettuato
- Attecchimento delle cellule staminali dimostrato da conta neutrofila di almeno 500 per millimetro cubo
- Diagnosi di GVHD acuta di grado III-IV o grado II con coinvolgimento del tratto digestivo inferiore
- Inizio del trattamento con corticosteroidi nelle 72 ore precedenti
Studio sui tempi di vaccinazione HPV per pazienti dopo trapianto di cellule staminali utilizzando Gardasil 9
Località: Svezia
Questo studio clinico analizza gli effetti del vaccino Gardasil 9 in individui che hanno subito un trapianto allogenico di cellule staminali. Il vaccino è progettato per proteggere contro nove tipi di Papillomavirus umano (HPV), un virus che può causare alcuni tumori e altri problemi di salute.
Lo scopo dello studio è confrontare la risposta dell’organismo al vaccino Gardasil 9 quando somministrato in due momenti diversi dopo il trapianto: a partire da 9 mesi o da 15 mesi post-trapianto. I partecipanti ricevono il vaccino come serie di iniezioni e lo studio monitora la risposta del sistema immunitario nel tempo.
I partecipanti ricevono tre dosi del vaccino e i livelli di anticorpi vengono misurati a diversi intervalli per comprendere l’efficacia del vaccino quando somministrato in momenti diversi dopo il trapianto. L’obiettivo è determinare il momento ottimale per la vaccinazione per garantire la massima protezione contro l’HPV.
Criteri di inclusione principali:
- Aver ricevuto un trapianto allogenico di cellule staminali
- Adulti, uomini e donne, di età compresa tra 18 e 45 anni
- Possibile partecipazione indipendentemente dalla precedente vaccinazione HPV
Studio su MaaT033 per prevenire complicanze in pazienti con tumore del sangue sottoposti a trapianto di cellule staminali
Località: Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna
Questo studio è focalizzato su pazienti con neoplasie ematologiche (tumori del sangue) sottoposti a trapianto allogenico di cellule ematopoietiche. Lo studio testa un nuovo trattamento chiamato MaaT033, un farmaco orale sotto forma di capsula a rilascio prolungato che contiene microbiota fecale allogenico, progettato per prevenire complicanze dopo il trapianto.
Lo scopo dello studio è confrontare l’efficacia di MaaT033 con un placebo nel migliorare i tassi di sopravvivenza globale a 12 mesi dall’inizio del trattamento. I partecipanti vengono assegnati casualmente a ricevere MaaT033 o placebo, con uno studio condotto in doppio cieco per garantire risultati imparziali.
Durante lo studio, i partecipanti assumono il farmaco per via orale e la loro salute viene monitorata per valutare l’impatto del trattamento sulla sopravvivenza e eventuali effetti collaterali. Lo studio mira a fornire informazioni preziose sull’efficacia di MaaT033 nel prevenire complicanze, portando potenzialmente a migliori risultati per i pazienti con tumori del sangue.
Criteri di inclusione principali:
- Età pari o superiore a 50 anni
- Neoplasia ematologica per cui è necessario trapianto allogenico con regime di condizionamento a intensità ridotta
- Neutrofili polinucleati superiori a 0,5 G/L
- Uso di antibiotici ad ampio spettro nei 90 giorni precedenti
- Indice di Karnofsky pari o superiore al 70%
- Donatore compatibile disponibile (fratello, donatore non correlato o familiare aploidentico)
Riepilogo e Considerazioni
Gli studi clinici attualmente in corso sul trapianto allogenico di cellule staminali affrontano diverse aree critiche per migliorare i risultati dei pazienti. La prevenzione delle infezioni rimane una priorità, con studi che confrontano diverse strategie antibiotiche profilattiche. La gestione della malattia del trapianto contro l’ospite rappresenta un altro focus importante, con nuove terapie come itolizumab e approcci combinati con fotoferesi extracorporea in fase di valutazione.
Un aspetto innovativo riguarda l’utilizzo di terapie cellulari come SMART101 per migliorare la ricostituzione immunitaria post-trapianto, riducendo potenzialmente le complicanze infettive. Inoltre, l’attenzione al microbioma intestinale attraverso terapie come MaaT033 rappresenta un approccio promettente per prevenire complicanze sistemiche.
La vaccinazione post-trapianto, in particolare contro l’HPV, viene studiata per determinare i tempi ottimali di somministrazione, considerando il graduale recupero del sistema immunitario dei pazienti trapiantati.
Questi studi offrono speranza per trattamenti più efficaci e personalizzati, con l’obiettivo finale di ridurre la mortalità e migliorare la qualità della vita dei pazienti sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali. I pazienti interessati a partecipare a questi studi dovrebbero consultare il proprio ematologo per verificare l’eleggibilità e discutere i potenziali benefici e rischi della partecipazione.













