La sindrome della vasoplegia è una complicanza grave che può verificarsi dopo un intervento di cardiochirurgia con circolazione extracorporea. Attualmente è in corso uno studio clinico che confronta l’efficacia di due farmaci vasopressori, la vasopressina e la noradrenalina, nel gestire la pressione arteriosa e prevenire complicanze renali e mortalità nei pazienti affetti da questa sindrome.
Studi clinici in corso sulla sindrome della vasoplegia
La sindrome della vasoplegia rappresenta una complicanza potenzialmente grave che può manifestarsi in pazienti sottoposti a interventi di cardiochirurgia. Questa condizione è caratterizzata da una grave ipotensione arteriosa dovuta all’incapacità dei vasi sanguigni di contrarsi adeguatamente, portando a una vasodilatazione diffusa e a un flusso sanguigno insufficiente agli organi vitali. Attualmente è disponibile uno studio clinico dedicato a migliorare la gestione di questa condizione.
Studio clinico disponibile
Studio comparativo tra vasopressina e noradrenalina per pazienti con sindrome della vasoplegia sottoposti a cardiochirurgia con circolazione extracorporea
Località: Francia
Questo studio clinico si concentra sulla sindrome della vasoplegia che può verificarsi in pazienti sottoposti a interventi di cardiochirurgia con l’ausilio di una macchina che sostituisce temporaneamente le funzioni del cuore e dei polmoni, nota come circolazione extracorporea. Lo scopo principale dello studio è confrontare due diversi trattamenti farmacologici per la gestione della pressione arteriosa in questi pazienti: la vasopressina (nota anche con il nome in codice REVERPLEG) e la noradrenalina.
La vasopressina è un farmaco che aiuta ad aumentare la pressione arteriosa restringendo i vasi sanguigni. La noradrenalina agisce in modo simile, contraendo i vasi sanguigni per aumentare la pressione arteriosa. L’obiettivo dello studio è determinare quale di questi due farmaci sia più efficace nel prevenire problemi renali e la mortalità entro sette giorni dall’insorgenza della sindrome della vasoplegia nei pazienti sottoposti a cardiochirurgia.
Criteri di inclusione principali:
- Pazienti adulti che hanno fornito consenso informato scritto
- Pazienti che necessitano di cardiochirurgia programmata con almeno 24 ore di anticipo, con circolazione extracorporea
- Interventi chirurgici che includono rivascolarizzazione miocardica (bypass coronarico), correzione chirurgica di valvulopatie (problemi delle valvole cardiache come aortica, mitrale, polmonare o tricuspide), chirurgia dell’aorta ascendente, rimozione di tumori intracardiaci o chiusura di difetti settali
- Pazienti con almeno 3 fattori di rischio per insufficienza renale acuta, tra cui: età superiore a 70 anni, chirurgia combinata, anemia preoperatoria, insufficienza respiratoria cronica, arteriopatia obliterante degli arti inferiori, diabete, velocità di filtrazione glomerulare inferiore a 60 ml/min, frazione di eiezione ventricolare sinistra inferiore al 40%, reintervento, presenza di contropulsatore aortico, durata prevista del bypass superiore a 100 minuti o albuminuria
- Test di gravidanza negativo per le donne in età fertile
Criteri di esclusione principali:
- Pazienti che non presentano sindrome della vasoplegia
- Pazienti che non vengono sottoposti a cardiochirurgia con circolazione extracorporea
- Pazienti che appartengono a popolazioni vulnerabili con capacità limitata di fornire consenso informato
Svolgimento dello studio:
I partecipanti allo studio riceveranno la vasopressina o la noradrenalina tramite infusione endovenosa, il che significa che il farmaco viene somministrato direttamente nel flusso sanguigno attraverso una vena. Lo studio monitorerà i partecipanti per eventuali complicanze renali o altri problemi di salute fino a 90 giorni dall’insorgenza della sindrome della vasoplegia. Questo include il controllo di problemi cardiaci, disturbi digestivi e complicanze cerebrali. Lo studio valuterà anche i costi complessivi e l’efficacia dei trattamenti, inclusa la durata della degenza ospedaliera e i costi associati alle cure.
Fasi dello studio:
- Fase 1 – Adesione allo studio: Al momento dell’adesione allo studio, sarà necessario fornire un consenso informato scritto che confermi la comprensione e l’accettazione a partecipare allo studio
- Fase 2 – Preparazione all’intervento: I pazienti saranno sottoposti a cardiochirurgia che prevede l’uso della macchina cuore-polmone, nota come circolazione extracorporea
- Fase 3 – Somministrazione del trattamento: Durante lo studio, i partecipanti riceveranno uno dei due farmaci: vasopressina o noradrenalina, somministrati tramite infusione endovenosa per aiutare a gestire la pressione arteriosa durante e dopo l’intervento
- Fase 4 – Monitoraggio e follow-up: La salute dei pazienti sarà monitorata attentamente per individuare eventuali segni di complicanze renali o altri problemi di salute fino a 7 giorni dall’insorgenza della sindrome della vasoplegia. Ulteriori controlli saranno effettuati a 30 e 90 giorni
- Fase 5 – Conclusione dello studio: Lo studio si concluderà dopo il follow-up finale a 90 giorni
Informazioni sui farmaci studiati
Vasopressina: La vasopressina è un farmaco utilizzato in questo studio clinico per aiutare a gestire la pressione arteriosa nei pazienti sottoposti a cardiochirurgia. Agisce restringendo i vasi sanguigni, contribuendo ad aumentare la pressione arteriosa. Questo è importante durante l’intervento perché mantenere una pressione arteriosa stabile può ridurre il rischio di complicanze, come problemi renali o anche la morte, specialmente nei pazienti a rischio di ipotensione. A livello molecolare, la vasopressina agisce legandosi ai recettori nei vasi sanguigni, causandone la costrizione e l’aumento della pressione arteriosa. È classificata come vasopressore, un tipo di farmaco che aumenta la pressione arteriosa.
Noradrenalina: La noradrenalina è un altro farmaco testato in questo studio per la sua capacità di gestire la pressione arteriosa durante la cardiochirurgia. Come la vasopressina, la noradrenalina aiuta ad aumentare la pressione arteriosa contraendo i vasi sanguigni. Questo può essere cruciale per i pazienti che potrebbero sperimentare una pressione arteriosa pericolosamente bassa durante l’intervento, poiché aiuta a garantire che gli organi vitali, come i reni, ricevano sangue e ossigeno sufficienti, riducendo potenzialmente il rischio di complicanze. A livello molecolare, la noradrenalina agisce stimolando i recettori nel cuore e nei vasi sanguigni, portando a un aumento della frequenza cardiaca e alla costrizione dei vasi sanguigni, che aumenta la pressione arteriosa. È classificata come vasopressore, simile alla vasopressina.
Comprendere la sindrome della vasoplegia
La sindrome della vasoplegia è una condizione caratterizzata da grave ipotensione arteriosa dovuta all’incapacità dei vasi sanguigni di contrarsi adeguatamente. Si verifica spesso dopo interventi di cardiochirurgia che prevedono la circolazione extracorporea. La sindrome porta a una vasodilatazione diffusa, con conseguente flusso sanguigno inadeguato agli organi. Questo può causare complicanze come insufficienza renale acuta e può richiedere interventi per stabilizzare la pressione arteriosa. La condizione può anche portare a complicanze cardiache come aritmie e danni miocardici. Inoltre, può causare complicanze digestive e cerebrali, inclusi ischemia e ictus.
Riepilogo
Attualmente è disponibile uno studio clinico sulla sindrome della vasoplegia che rappresenta un’importante opportunità per i pazienti che devono sottoporsi a cardiochirurgia con circolazione extracorporea e presentano multipli fattori di rischio per insufficienza renale acuta. Lo studio, condotto in Francia, mira a determinare quale farmaco vasopressore, tra vasopressina e noradrenalina, sia più efficace nel prevenire complicanze renali e ridurre la mortalità in questa popolazione di pazienti ad alto rischio.
L’importanza di questo studio risiede nel fatto che la sindrome della vasoplegia può portare a gravi conseguenze, tra cui insufficienza renale acuta, complicanze cardiache, digestive e cerebrali. Trovare la strategia farmacologica ottimale per gestire la pressione arteriosa in questi pazienti potrebbe migliorare significativamente gli esiti clinici e ridurre i costi sanitari associati a degenze prolungate e trattamenti di complicanze.
I pazienti interessati a partecipare a questo studio dovrebbero soddisfare criteri specifici, inclusa la necessità di un intervento di cardiochirurgia programmato con circolazione extracorporea e la presenza di almeno tre fattori di rischio per insufficienza renale acuta. È essenziale che i pazienti discutano con il proprio team medico l’idoneità e i potenziali benefici e rischi della partecipazione allo studio.











