La malattia acuta del trapianto contro l’ospite (aGVHD) che colpisce l’intestino è una complicanza grave che può verificarsi dopo un trapianto di cellule staminali. Attualmente sono in corso 3 studi clinici che valutano nuove opzioni terapeutiche per i pazienti affetti da questa condizione, con particolare attenzione a coloro che non rispondono ai trattamenti standard.
Studi Clinici in Corso sulla Malattia Acuta del Trapianto contro l’Ospite nell’Intestino
La malattia acuta del trapianto contro l’ospite (aGVHD) rappresenta una delle complicanze più serie dopo un trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche. Questa condizione si verifica quando le cellule immunitarie del donatore riconoscono i tessuti del ricevente come estranei e li attaccano. Quando la malattia colpisce il tratto gastrointestinale, può causare sintomi debilitanti come diarrea grave, dolore addominale e nausea.
Attualmente sono disponibili 3 studi clinici attivi che offrono nuove possibilità terapeutiche per i pazienti affetti da questa patologia. Questi studi rappresentano importanti opportunità per accedere a trattamenti innovativi, soprattutto per coloro che non hanno risposto adeguatamente alle terapie convenzionali.
Studi Clinici Disponibili
Studio su MaaT013 per il Trattamento della Malattia Acuta del Trapianto contro l’Ospite Gastrointestinale in Pazienti che Non Rispondono al Ruxolitinib
Questo studio si svolge in: Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Spagna
Questo studio clinico si concentra specificamente sul trattamento della malattia acuta del trapianto contro l’ospite che colpisce il tratto gastrointestinale in pazienti che non hanno risposto o non tollerano il ruxolitinib. Il trattamento sperimentale è MaaT013, una soluzione rettale contenente una miscela di batteri sani provenienti da donatori, nota come microbiota fecale allogenico.
L’obiettivo principale dello studio è valutare l’efficacia di MaaT013 nel ridurre i sintomi della aGVHD gastrointestinale. I partecipanti riceveranno il trattamento per un periodo di 28 giorni, durante il quale verranno monitorati attentamente. Le valutazioni della risposta al trattamento vengono effettuate a diversi intervalli temporali: al giorno 28, al giorno 56 e a tre mesi dall’inizio della terapia.
Criteri di inclusione principali:
- Età minima di 18 anni
- Aver ricevuto un trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche
- Presenza di un episodio acuto di GVHD che coinvolge il tratto gastrointestinale
- Resistenza ai corticosteroidi e resistenza o intolleranza al ruxolitinib
- Consenso informato firmato dal paziente o da un rappresentante legalmente autorizzato
MaaT013 viene somministrato per via rettale e agisce ripristinando l’equilibrio del microbiota intestinale, che si ritiene possa contribuire a modulare la risposta immunitaria e ridurre l’infiammazione. Lo studio valuta anche la sicurezza del trattamento, la sopravvivenza complessiva dei pazienti e il miglioramento della qualità di vita.
Studio sulla Sicurezza a Lungo Termine di Ruxolitinib, Panobinostat e Siremadlin per Pazienti che Continuano il Trattamento da Studi Precedenti
Questo studio si svolge in: Germania, Italia, Polonia, Svezia
Questo studio di estensione è stato progettato per valutare la sicurezza a lungo termine dei trattamenti con ruxolitinib, sia in monoterapia che in combinazione con altri farmaci come panobinostat, siremadlin (noto anche come HDM201) o rineterkib. Lo studio è riservato a pazienti che hanno già partecipato a precedenti ricerche cliniche con questi farmaci e che stanno traendo beneficio dal trattamento.
Il ruxolitinib è un farmaco utilizzato principalmente per trattare alcuni disturbi del sangue. In questo studio, l’obiettivo è raccogliere informazioni sulla sicurezza di questi trattamenti nel lungo periodo, monitorando la frequenza e la gravità di eventuali effetti collaterali o eventi avversi.
Criteri di inclusione principali:
- Essere attualmente arruolati in uno studio sponsorizzato da Novartis o Incyte
- Ricevere trattamento con ruxolitinib da solo o in combinazione con panobinostat, siremadlin o rineterkib
- Aver soddisfatto tutti i requisiti dello studio originale
- Trarre beneficio dal trattamento secondo il giudizio del ricercatore
- Lo studio accetta pazienti di entrambi i sessi e di diverse fasce d’età
Lo studio è condotto in modalità open-label, il che significa che sia i partecipanti che i ricercatori sono a conoscenza di quale trattamento viene somministrato. Tutti i farmaci vengono assunti per via orale. Lo studio si protrarrà fino al 16 settembre 2027, durante il quale verranno effettuate valutazioni regolari per determinare eventuali benefici clinici e monitorare la sicurezza.
Questo studio riguarda principalmente patologie come la leucemia mieloide cronica e il mieloma multiplo, ma è rilevante anche per le complicanze legate ai trapianti, inclusa la GVHD.
Confronto tra Tacrolimus da Solo versus Combinazione di Tacrolimus, Micofenolato Mofetile e Prednisone in Pazienti Anziani Trapiantati di Rene per Ridurre le Infezioni
Questo studio si svolge in: Paesi Bassi
Questo studio si concentra su pazienti anziani che hanno ricevuto un trapianto di rene. La ricerca esamina se un approccio terapeutico con un singolo farmaco (tacrolimus da solo) funzioni meglio rispetto al trattamento standard che combina tre farmaci diversi (tacrolimus, micofenolato mofetile e prednisone). L’obiettivo è determinare se l’uso di un minor numero di farmaci possa ridurre il rischio di infezioni e migliorare la qualità di vita nei riceventi anziani di trapianto.
Tutti i farmaci utilizzati in questo studio vengono assunti per via orale quotidianamente. Il tacrolimus è un farmaco immunosoppressore che aiuta a prevenire il rigetto del rene trapiantato sopprimendo il sistema immunitario. Il trattamento standard include due ulteriori farmaci immunosoppressori: il micofenolato mofetile, che aiuta anch’esso a prevenire il rigetto d’organo, e il prednisone, un farmaco steroideo che riduce l’infiammazione e sopprime il sistema immunitario.
Criteri di inclusione principali:
- Età di 60 anni o superiore
- Ricevere un trapianto di rene da donatore deceduto o vivente
- Assenza di anticorpi anti-HLA specifici del donatore al momento del trapianto
- Possibilità di partecipazione per pazienti con precedente trapianto di rene se soddisfano tutti gli altri criteri
- Capacità di comprendere e firmare un documento di consenso informato
Lo studio seguirà i partecipanti per tre anni dopo il trapianto di rene. Durante questo periodo, i ricercatori monitoreranno l’insorgenza di infezioni, la funzionalità del rene trapiantato e il benessere generale dei pazienti. Verranno eseguiti regolarmente esami medici per valutare il funzionamento del rene trapiantato e tracciare eventuali complicanze che potrebbero verificarsi.
Sebbene questo studio sia principalmente focalizzato sui trapianti renali, è rilevante anche per la gestione della GVHD in quanto esamina strategie di immunosoppressione che potrebbero ridurre le complicanze, incluse quelle gastrointestinali, nei pazienti trapiantati.
Sintesi e Osservazioni Importanti
Gli studi clinici attualmente disponibili per la malattia acuta del trapianto contro l’ospite nell’intestino offrono diverse opportunità terapeutiche, con particolare attenzione ai pazienti che non hanno risposto adeguatamente ai trattamenti standard.
Osservazioni chiave:
- Lo studio su MaaT013 rappresenta un approccio innovativo basato sul microbiota, specificamente progettato per i pazienti con aGVHD gastrointestinale resistente o intollerante al ruxolitinib. Questa terapia a base di microbiota fecale allogenico offre una nuova strategia terapeutica che agisce ripristinando l’equilibrio batterico intestinale.
- La disponibilità geografica degli studi è piuttosto ampia, con lo studio MaaT013 disponibile in diversi paesi europei tra cui l’Italia, offrendo maggiori possibilità di accesso ai pazienti.
- Gli studi sulla sicurezza a lungo termine, come quello su ruxolitinib e combinazioni, sono fondamentali per comprendere gli effetti prolungati delle terapie immunosoppressive e per ottimizzare i protocolli di trattamento.
- L’approccio di riduzione dell’immunosoppressione studiato nel trial sui trapianti renali potrebbe avere implicazioni importanti anche per la gestione della GVHD, suggerendo che strategie terapeutiche semplificate potrebbero ridurre le complicanze infettive mantenendo un’adeguata prevenzione del rigetto.
- È importante notare che i criteri di età variano tra gli studi: mentre lo studio MaaT013 richiede un’età minima di 18 anni, altri studi includono diverse fasce d’età, con particolare attenzione alla popolazione anziana nel trial sui trapianti renali (60 anni o più).
I pazienti interessati a partecipare a questi studi dovrebbero discutere con il proprio medico curante per valutare l’idoneità e comprendere i potenziali benefici e rischi associati alla partecipazione. La partecipazione a uno studio clinico può offrire accesso a terapie innovative che potrebbero non essere ancora disponibili attraverso i normali canali terapeutici.












