Il linfoma non-Hodgkin recidivante è una condizione in cui il tumore del sistema linfatico ritorna dopo il trattamento iniziale o non risponde alle terapie standard. Attualmente sono in corso studi clinici per valutare nuovi trattamenti che possano migliorare le possibilità di recupero per questi pazienti.
Studi clinici in corso sul linfoma non-Hodgkin recidivante
Il linfoma non-Hodgkin recidivante rappresenta una sfida importante nella pratica oncologica. Quando il tumore ritorna dopo il trattamento o non risponde alle terapie iniziali, i pazienti necessitano di nuove opzioni terapeutiche. Attualmente sono disponibili 3 studi clinici che stanno testando approcci innovativi per affrontare questa condizione. Questi studi valutano l’efficacia e la sicurezza di nuovi farmaci e terapie cellulari, offrendo speranza ai pazienti con forme aggressive o resistenti della malattia.
Panoramica degli studi clinici disponibili
Gli studi clinici attualmente in corso si concentrano su diverse strategie terapeutiche. Alcuni valutano nuovi farmaci sperimentali che agiscono su specifici bersagli molecolari nelle cellule tumorali, mentre altri testano terapie cellulari avanzate che utilizzano il sistema immunitario del paziente per combattere il cancro. Questi studi rappresentano la frontiera della ricerca oncologica e potrebbero portare a miglioramenti significativi nel trattamento del linfoma non-Hodgkin recidivante.
Dettagli degli studi clinici
Studio su BMS-986458 e Rituximab per pazienti con linfoma non-Hodgkin recidivante o refrattario
Localizzazione: Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna
Questo studio clinico si concentra sul trattamento del linfoma non-Hodgkin recidivante o refrattario utilizzando un nuovo farmaco sperimentale chiamato BMS-986458, sia da solo che in combinazione con rituximab. Il BMS-986458 è un farmaco innovativo noto come degradatore diretto del ligando BCL6, che agisce su specifiche vie molecolari coinvolte nella crescita e sopravvivenza delle cellule tumorali.
Lo studio include pazienti con diversi sottotipi di linfoma, tra cui il linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) e il linfoma follicolare (FL). I partecipanti devono aver ricevuto almeno due trattamenti precedenti che potrebbero includere combinazioni di rituximab, antracicline, agenti alchilanti e steroidi.
Criteri di inclusione principali:
- Età pari o superiore a 18 anni
- Diagnosi confermata di linfoma non-Hodgkin recidivante o refrattario
- Almeno due trattamenti precedenti per DLBCL de novo e FL 3b
- Malattia misurabile con almeno un’area superiore a 1,5 cm visibile mediante TC o risonanza magnetica
- Adesione a un piano di prevenzione della gravidanza
Il trattamento prevede la somministrazione di BMS-986458 in forma di compresse per via orale, mentre il rituximab viene somministrato per via endovenosa. Lo studio valuterà la sicurezza, la tollerabilità e l’efficacia del trattamento, monitorando attentamente eventuali effetti collaterali. I ricercatori analizzeranno anche il tasso di risposta globale e la sopravvivenza libera da progressione. Lo studio è previsto fino ad ottobre 2028.
Studio su Axicabtagene Ciloleucel per pazienti con recidiva tardiva di linfoma diffuso a grandi cellule B
Localizzazione: Spagna
Questo studio innovativo valuta l’efficacia dell’Axicabtagene Ciloleucel, una terapia cellulare CAR T-cell, per il trattamento del linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL) in pazienti con recidiva tardiva, ovvero quando la malattia ritorna tra uno e cinque anni dopo il trattamento iniziale.
La terapia CAR T-cell è un approccio rivoluzionario che utilizza i linfociti T del paziente stesso, modificati geneticamente per riconoscere e attaccare le cellule tumorali in modo più efficace. Prima di ricevere l’Axicabtagene Ciloleucel, i pazienti vengono trattati con una breve chemioterapia preparatoria che include ciclofosfamide e fludarabina, per creare un ambiente favorevole all’azione delle cellule T modificate.
Criteri di inclusione principali:
- Età superiore a 18 anni
- Diagnosi confermata di DLBCL aggressivo, linfoma B ad alto grado o linfoma follicolare grado 3B
- Trattamento di prima linea con anticorpo monoclonale anti-CD20 e chemioterapia CHOP o simile
- Recidiva della malattia tra 12 mesi e 5 anni dopo la fine del primo trattamento
- Performance status di 0, 1 o 2
- Funzione cardiaca con frazione di eiezione di almeno 45%
- Livello di ossigeno basale di almeno 92% respirando aria ambiente
Il processo di trattamento inizia con una procedura chiamata leucaferesi, durante la quale vengono raccolti i globuli bianchi del paziente. Queste cellule vengono poi modificate in laboratorio e reinfuse nel paziente. Durante e dopo il trattamento, i pazienti vengono monitorati attentamente per valutare la risposta alla terapia e gestire eventuali effetti collaterali. Lo studio include un follow-up a lungo termine fino a cinque anni per valutare la durata della risposta e la qualità della vita. Il trial proseguirà fino al 2031.
Studio di MEN1703 e Glofitamab per pazienti con linfoma non-Hodgkin a cellule B aggressivo recidivante o refrattario
Localizzazione: Francia, Polonia, Spagna
Questo studio clinico esamina l’efficacia di MEN1703, un farmaco sperimentale, utilizzato sia da solo che in combinazione con glofitamab, per il trattamento del linfoma non-Hodgkin a cellule B aggressivo recidivante o refrattario. Il glofitamab è un anticorpo bispecifico progettato per aiutare il sistema immunitario a identificare e distruggere le cellule tumorali.
Lo studio è suddiviso in diverse fasi. Inizialmente viene valutata la sicurezza e tollerabilità di MEN1703 da solo e in combinazione con glofitamab. Successivamente, l’attenzione si concentra sull’efficacia di questi trattamenti nel combattere il linfoma. I pazienti vengono assegnati a uno dei due gruppi: il primo gruppo riceve la combinazione di MEN1703 e glofitamab, mentre il secondo gruppo riceve solo MEN1703.
Criteri di inclusione principali:
- Età di almeno 18 anni
- Aspettativa di vita di almeno 12 settimane
- Performance status ECOG di 0, 1 o 2
- Diagnosi confermata di linfoma non-Hodgkin a cellule B aggressivo, inclusi DLBCL e linfoma B indolente trasformato
- Malattia recidivante o refrattaria dopo almeno 2 linee precedenti di trattamento sistemico
- Almeno un sito di malattia misurabile mediante TC o PET-TC
- Funzione adeguata di organi vitali (fegato, reni, cuore)
- Conta ematica adeguata con conta linfocitaria inferiore a 5,0 x 10⁹/L
Il MEN1703 viene somministrato per via orale in forma di capsule, mentre il glofitamab viene somministrato per infusione endovenosa. Durante lo studio, i pazienti vengono sottoposti a monitoraggio regolare attraverso esami del sangue e valutazioni cliniche per valutare la sicurezza ed efficacia del trattamento. Lo studio mira a fornire informazioni preziose sui potenziali benefici e rischi di questi trattamenti per i pazienti con questa forma difficile di linfoma. Il reclutamento è iniziato alla fine del 2024 e lo studio proseguirà fino alla fine del 2026.
Considerazioni finali
Gli studi clinici in corso per il linfoma non-Hodgkin recidivante rappresentano importanti opportunità per i pazienti che non hanno risposto ai trattamenti standard. Questi trial valutano approcci terapeutici innovativi che includono nuovi farmaci molecolari mirati, terapie cellulari avanzate e combinazioni strategiche di farmaci.
È importante sottolineare che tutti questi studi richiedono criteri specifici di eleggibilità, tra cui l’età minima di 18 anni, una funzione adeguata degli organi vitali e la conferma della diagnosi di linfoma recidivante o refrattario. La maggior parte degli studi richiede che i pazienti abbiano ricevuto almeno due linee di trattamento precedenti.
I pazienti interessati a partecipare a uno di questi studi dovrebbero consultare il proprio oncologo per valutare l’idoneità e discutere i potenziali benefici e rischi. La partecipazione a uno studio clinico può offrire accesso a trattamenti innovativi che potrebbero non essere ancora disponibili nella pratica clinica standard, contribuendo al contempo al progresso della ricerca medica per le future generazioni di pazienti.
Gli studi si svolgono in diversi paesi europei, tra cui Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi e Polonia, offrendo ai pazienti europei l’opportunità di accedere a queste terapie sperimentali all’avanguardia.











