L’iperkaliemia, caratterizzata da livelli elevati di potassio nel sangue, rappresenta una seria preoccupazione per i pazienti con malattia renale cronica. Attualmente sono in corso 5 studi clinici che valutano nuovi approcci terapeutici per gestire questa condizione, dalla popolazione pediatrica ai pazienti adulti con diverse fasi di insufficienza renale.
Studi clinici sull’iperkaliemia: nuove terapie per controllare i livelli di potassio
L’iperkaliemia è una condizione medica in cui si verifica un accumulo eccessivo di potassio nel sangue. Il potassio è un minerale essenziale che regola le funzioni nervose e muscolari, incluso il battito cardiaco. Quando i livelli di potassio diventano troppo elevati, possono disturbare l’attività elettrica del cuore, causando potenzialmente ritmi cardiaci irregolari. Questa condizione si sviluppa frequentemente in pazienti con disfunzione renale, poiché i reni non riescono più a eliminare efficacemente il potassio in eccesso dall’organismo.
Attualmente sono disponibili 5 studi clinici che valutano diverse strategie terapeutiche per gestire l’iperkaliemia in varie popolazioni di pazienti. Questi studi stanno testando sia nuovi farmaci sia combinazioni di trattamenti esistenti per offrire migliori opzioni ai pazienti che convivono con questa condizione.
Panoramica degli studi clinici in corso
Studio sulla sicurezza ed efficacia del sodio zirconio ciclosilicato per bambini con livelli elevati di potassio
Localizzazione: Germania, Polonia, Romania, Spagna
Questo studio clinico si concentra sulla valutazione del sodio zirconio ciclosilicato (SZC), noto anche con il nome commerciale Lokelma, nella popolazione pediatrica. Si tratta di uno studio innovativo poiché valuta questa terapia specificamente nei bambini, dalla nascita fino ai 18 anni di età, che necessitano di trattamento per l’iperkaliemia.
Lo studio è strutturato in diverse fasi. Durante la fase di correzione, l’obiettivo principale è raggiungere livelli normali di potassio nel sangue (normokaliemia) entro 3 giorni dall’inizio del trattamento. Successivamente, nella fase di mantenimento di 28 giorni, lo scopo è mantenere questi livelli normali nei bambini che hanno già raggiunto la normokaliemia. Esiste anche una fase opzionale di mantenimento a lungo termine per quei pazienti che potrebbero beneficiare di un trattamento prolungato.
Il farmaco viene somministrato come sospensione orale (polvere da sciogliere in acqua) con dosaggi variabili a seconda delle necessità del paziente. Durante tutto lo studio, i livelli di potassio e altri parametri di salute vengono monitorati regolarmente attraverso esami del sangue. Il periodo di trattamento può durare fino a 26 settimane.
Possono partecipare bambini dalla nascita fino ai 18 anni che necessitano di trattamento per l’iperkaliemia. I bambini di età pari o superiore a 2 anni devono necessitare di trattamento a lungo termine, mentre quelli di età inferiore possono necessitare di trattamento sia a breve sia a lungo termine.
Studio sul sodio zirconio ciclosilicato per pazienti con malattia renale cronica in stadio 3b e 4 per consentire un maggiore consumo di frutta e verdura nella dieta
Localizzazione: Paesi Bassi
Questo studio presenta un approccio innovativo alla gestione dell’iperkaliemia nei pazienti con malattia renale cronica (MRC) in stadio 3b e 4. L’obiettivo non è solo controllare i livelli di potassio, ma permettere ai pazienti di seguire una dieta più ricca di potassio, includendo maggiori quantità di frutta e verdura, che sono generalmente limitate in questi pazienti.
Lo studio valuta se il sodio zirconio ciclosilicato, utilizzato come trattamento di “salvataggio” quando necessario, può prevenire aumenti inaccettabili dei livelli di potassio nel sangue quando i pazienti seguono una dieta arricchita di questo minerale. I partecipanti seguiranno una dieta ricca di potassio per sei settimane, durante le quali verranno monitorati vari parametri di salute.
Il farmaco è disponibile in due dosaggi: 10 g e 5 g, sempre come polvere per sospensione orale. Durante lo studio vengono valutati non solo i livelli di potassio, ma anche la pressione sanguigna, la funzione renale (attraverso la misurazione dell’albuminuria nelle 24 ore e l’escrezione urinaria di potassio e sodio), il bicarbonato plasmatico e la qualità di vita dei pazienti.
Possono partecipare adulti di età pari o superiore a 18 anni con MRC in stadio 3b-4, il che significa che la loro funzione renale (eGFR) è compresa tra 15 e 44 ml/min/1,73m². I partecipanti devono inoltre essere già in trattamento con inibitori del sistema renina-angiotensina-aldosterone (RAAS), farmaci utilizzati per controllare la pressione sanguigna e proteggere la funzione renale.
Studio sul sodio zirconio ciclosilicato confrontato con la terapia standard per la gestione di livelli elevati di potassio nel sangue in pazienti con malattia renale cronica
Localizzazione: Spagna
Questo studio clinico randomizzato confronta direttamente l’efficacia del sodio zirconio ciclosilicato (Lokelma) con le terapie standard attualmente utilizzate per gestire l’iperkaliemia nei pazienti con malattia renale cronica. Si tratta di uno studio importante perché fornisce un confronto diretto con le pratiche cliniche esistenti.
I pazienti vengono assegnati casualmente a ricevere Lokelma (fino a 10 grammi al giorno) oppure a continuare con la terapia standard per 60 giorni. L’obiettivo principale è valutare quanti pazienti in ciascun gruppo raggiungono livelli normali di potassio nel sangue (inferiori a 5,5 mEq/L) durante un periodo di 90 giorni.
Per partecipare allo studio, i pazienti devono avere livelli di potassio nel sangue tra 5,5-6,5 mEq/L alla prima visita di selezione e tra 5,0-6,5 mEq/L alla visita di randomizzazione. Devono inoltre avere malattia renale cronica (non in dialisi) con funzione renale ridotta o leggermente ridotta con proteine nelle urine.
Un aspetto importante dello studio è che i partecipanti devono essere in trattamento standard per l’insufficienza cardiaca, inclusi farmaci specifici come gli inibitori del RAAS e/o gli antagonisti dei recettori mineralcorticoidi (MRA), a dosi stabili da almeno 4 settimane. Questi farmaci sono essenziali per proteggere cuore e reni, ma possono causare un aumento dei livelli di potassio, rendendo ancora più importante trovare soluzioni efficaci per gestire l’iperkaliemia senza dover interrompere questi trattamenti benefici.
Studio su insulina aspart, salbutamolo e glucosio per il trattamento dell’iperkaliemia acuta nei pazienti del pronto soccorso
Localizzazione: Francia
Questo studio affronta una situazione di emergenza: l’iperkaliemia acuta che si presenta nei dipartimenti di emergenza. A differenza degli altri studi che si concentrano sulla gestione cronica della condizione, questo studio valuta trattamenti per ridurre rapidamente i livelli di potassio in situazioni acute.
Lo studio confronta tre diversi approcci terapeutici: un’infusione endovenosa di insulina e destrosio (un tipo di zucchero), salbutamolo nebulizzato (inalato), e una combinazione di entrambi. L’obiettivo principale è determinare quale trattamento sia più efficace nel ridurre i livelli di potassio nel sangue entro 60 minuti.
I farmaci utilizzati includono NovoRapid e Humalog (entrambe forme di insulina ad azione rapida), salbutamolo in due diverse formulazioni (SALBUTAMOL ARROW e SALBUTAMOL VIATRIS), e glucosio. Il salbutamolo, normalmente utilizzato per trattare problemi respiratori come l’asma, agisce stimolando i recettori beta-2 adrenergici, che aiutano a spostare il potassio all’interno delle cellule, riducendo così i livelli nel sangue.
Durante lo studio, i livelli di potassio nel sangue vengono misurati a 60 minuti, 180 minuti e 24 ore dopo l’inizio del trattamento. Vengono inoltre monitorati attentamente eventuali effetti collaterali, disturbi del ritmo cardiaco o altri eventi cardiovascolari. Possono partecipare pazienti di età superiore ai 18 anni ammessi al pronto soccorso con livelli di potassio nel sangue pari o superiori a 5,5 mmol/L.
Studio su patiromer e placebo per la gestione dell’iperkaliemia in pazienti non dializzati con malattia renale cronica in stadio IIIB-V
Localizzazione: Italia
Questo studio valuta l’efficacia del patiromer (nome commerciale Veltassa) in pazienti con malattia renale cronica avanzata (stadi IIIB-V) che non sono in dialisi. Si tratta di uno studio in doppio cieco controllato con placebo, il che significa che né i pazienti né i ricercatori sanno chi sta ricevendo il farmaco attivo o il placebo durante lo studio.
L’obiettivo principale è valutare se il patiromer può aiutare i pazienti a continuare la loro terapia con inibitori del RAAS senza necessità di interromperla o ridurne la dose a causa di livelli elevati di potassio. Gli inibitori del RAAS (che includono ACE-inibitori, ARB e antagonisti dell’aldosterone come spironolattone e finerenone) sono farmaci fondamentali per proteggere i reni e il cuore, ma possono causare un aumento del potassio nel sangue.
Il patiromer viene somministrato come polvere da sciogliere in acqua (dosaggio di 8,4 g) e funziona legandosi al potassio nel tratto digestivo, impedendone l’assorbimento nel flusso sanguigno. I partecipanti ricevono visite di follow-up regolari per monitorare i livelli di potassio e altri marcatori di salute.
Per partecipare, i pazienti devono avere più di 18 anni, una velocità di filtrazione glomerulare (GFR) inferiore a 45 ml/min/1,73m² (indicativa di MRC in stadio 3b-5), e livelli di potassio superiori a 5,0 mEq/L in almeno due valutazioni a distanza di una settimana, nonostante la consulenza dietetica e altri trattamenti. I livelli di magnesio nel sangue devono essere nella norma. Lo studio si concluderà a giugno 2025.
Riepilogo e osservazioni importanti
Gli studi clinici attualmente in corso sull’iperkaliemia riflettono un approccio multiforme alla gestione di questa condizione complessa. Una delle osservazioni più significative è che sono disponibili opzioni terapeutiche per diverse popolazioni di pazienti, dai bambini agli adulti con vari gradi di compromissione renale.
Il sodio zirconio ciclosilicato emerge come protagonista in tre dei cinque studi, dimostrando il crescente interesse della comunità scientifica per questo farmaco. Particolarmente innovativo è lo studio pediatrico, che cerca di colmare un importante vuoto terapeutico nella gestione dell’iperkaliemia nei bambini. Lo studio olandese introduce inoltre un concetto rivoluzionario: non limitarsi a controllare i livelli di potassio, ma permettere ai pazienti di migliorare la qualità della loro dieta includendo più frutta e verdura.
Un tema ricorrente in questi studi è la preoccupazione per la continuità della terapia con inibitori del RAAS. Questi farmaci sono essenziali per proteggere reni e cuore, ma spesso devono essere interrotti o ridotti a causa dell’iperkaliemia che possono causare. Gli studi su patiromer e sodio zirconio ciclosilicato mirano specificamente a risolvere questo problema, permettendo ai pazienti di mantenere le terapie protettive essenziali.
Lo studio francese sul trattamento dell’iperkaliemia acuta affronta una necessità clinica urgente: trovare il trattamento più efficace e rapido per le emergenze. Il confronto tra insulina/destrosio, salbutamolo e la loro combinazione fornirà informazioni preziose per guidare la pratica clinica nei dipartimenti di emergenza.
È importante notare che tutti questi studi mantengono un rigoroso approccio scientifico, con criteri di inclusione ed esclusione ben definiti, monitoraggio regolare dei parametri clinici e attenzione particolare alla sicurezza dei pazienti. I pazienti interessati a partecipare dovrebbero discutere con i propri medici per valutare l’idoneità e comprendere appieno i potenziali benefici e rischi della partecipazione.














