La diagnostica della febbre dengue combina valutazione clinica, analisi della storia dei viaggi e test di laboratorio specializzati per identificare con precisione questa infezione virale trasmessa dalle zanzare che colpisce milioni di persone in tutto il mondo ogni anno.
Introduzione: Chi Dovrebbe Sottoporsi alla Diagnostica e Quando
Chiunque sviluppi febbre accompagnata da sintomi simil-influenzali dopo aver visitato o vissuto in regioni tropicali e subtropicali dovrebbe considerare di sottoporsi a test diagnostici per la febbre dengue. Queste regioni includono parti dell’America Centrale e del Sud, Africa, Asia, le isole del Pacifico e alcune zone degli Stati Uniti come Porto Rico, le Isole Vergini americane, Florida, Hawaii, Texas, Arizona e California.[1][2]
La diagnostica della febbre dengue è particolarmente importante per le persone che sviluppano sintomi entro due settimane dal ritorno da aree dove la malattia è comune. I sintomi tipicamente compaiono tra quattro e dieci giorni dopo essere stati punti da una zanzara infetta, anche se questa finestra temporale può variare da tre a quattordici giorni a seconda dell’individuo.[3][4]
Se si manifesta una febbre alta improvvisa che raggiunge i 40°C combinata con forte mal di testa, dolore dietro agli occhi, dolori muscolari e articolari, nausea, vomito, ghiandole gonfie o un’eruzione cutanea, è consigliabile consultare tempestivamente un medico. Quando si visita il dottore, è importante descrivere in dettaglio qualsiasi viaggio internazionale recente, includendo i paesi specifici visitati e le date del viaggio, così come qualsiasi possibile esposizione alle zanzare.[10][2]
I bambini e gli anziani sono a maggior rischio di sviluppare complicazioni gravi dall’infezione da dengue, rendendo la diagnosi precoce particolarmente cruciale per queste fasce d’età. Inoltre, le persone che sono state precedentemente infettate con un tipo di virus dengue e poi vengono infettate con un ceppo diverso sono a maggior rischio di sviluppare dengue grave, una condizione pericolosa per la vita nota anche come febbre emorragica dengue o sindrome da shock dengue.[2][5]
Metodi Diagnostici
Diagnosticare la febbre dengue può essere complicato perché i suoi segni e sintomi assomigliano molto a quelli di molte altre malattie, tra cui malaria, chikungunya, virus Zika, influenza, febbre tifoide e leptospirosi. Questa somiglianza significa che gli operatori sanitari devono affidarsi a una combinazione di valutazione clinica e conferma di laboratorio per fare una diagnosi accurata.[10][5]
Valutazione Clinica e Storia dei Viaggi
Il processo diagnostico inizia con una valutazione clinica approfondita. Il medico farà domande dettagliate sui sintomi, su quando sono iniziati e sulla loro gravità. Presterà particolare attenzione alle caratteristiche tipiche della dengue, come febbre alta, mal di testa intenso, forte dolore dietro agli occhi (dolore retro-oculare) e il caratteristico dolore muscolare e articolare che ha fatto guadagnare alla dengue il soprannome di “febbre spaccaossa”.[6]
La storia dei viaggi costituisce una parte critica della valutazione diagnostica. Il medico curante deve sapere se si è recentemente viaggiato o si vive in un’area dove la dengue è endemica (il che significa che la malattia è costantemente presente in quella zona geografica). Vorrà conoscere i luoghi specifici visitati, la durata del soggiorno e se si sono subite punture di zanzara durante quel periodo. Queste informazioni aiutano a restringere la probabilità di infezione da dengue rispetto ad altre possibili cause dei sintomi.[10][4]
Test di Laboratorio
Gli esami del sangue sono essenziali per confermare una diagnosi di dengue. La diagnostica di laboratorio e i test rapidi sono strumenti critici per il controllo e la gestione della dengue, anche se esistono significative differenze globali nelle capacità di laboratorio che possono presentare sfide in alcune regioni.[3][11]
Esistono diversi tipi di esami del sangue utilizzati per rilevare l’infezione da dengue. La scelta del test dipende da quanto tempo si manifestano i sintomi, poiché test diversi funzionano meglio in fasi diverse della malattia. La diagnosi di solito comporta l’identificazione degli antigeni virali (sostanze che innescano una risposta immunitaria) utilizzando diverse tecniche di laboratorio.[6]
Un test comune è il test dell’antigene NS1, che può rilevare una proteina specifica prodotta dal virus dengue nelle fasi iniziali dell’infezione. Questo test è particolarmente utile durante i primi giorni di malattia quando il virus si sta replicando attivamente nel corpo. Un altro approccio è il test della reazione a catena della polimerasi (PCR), che cerca il materiale genetico (RNA) del virus dengue stesso. La PCR è altamente sensibile e può identificare quale dei quattro tipi di virus dengue sta causando l’infezione.[5][12]
Per le infezioni presenti da più tempo, i test anticorpali diventano più utili. Questi test cercano gli anticorpi IgM e gli anticorpi IgG che il sistema immunitario produce in risposta al virus dengue. Gli anticorpi IgM compaiono per primi, tipicamente entro pochi giorni dall’inizio dei sintomi, mentre gli anticorpi IgG si sviluppano più tardi e possono indicare sia un’infezione attuale che un’esposizione passata alla dengue.[5]
Test di Monitoraggio Aggiuntivi
Oltre a confermare la presenza del virus dengue, gli operatori sanitari spesso prescrivono esami del sangue aggiuntivi per monitorare le condizioni del paziente e osservare eventuali segni di dengue grave. Questi includono test per misurare la conta piastrinica (il numero di cellule che formano coaguli nel sangue) e il livello di ematocrito (la proporzione di globuli rossi nel sangue).[12]
Se si ha una febbre dengue confermata o sospetta, il medico può raccomandare che la conta piastrinica e l’ematocrito vengano misurati quotidianamente a partire dal terzo giorno di malattia fino a uno o due giorni dopo che la febbre è scomparsa. Quando la dengue progredisce verso la sua forma grave, i vasi sanguigni possono danneggiarsi e perdere liquidi, causando un calo delle piastrine e un aumento dell’ematocrito man mano che il sangue diventa più concentrato. Monitorare questi valori aiuta i medici a identificare i pazienti che stanno sviluppando complicazioni e necessitano di osservazione più attenta o ricovero ospedaliero.[15]
I segni clinici di disidratazione guidano anche la necessità di monitoraggio diagnostico. Se si sviluppano sintomi come battito cardiaco accelerato (tachicardia), tempo prolungato per il ritorno del colore della pelle dopo essere stata premuta (tempo di riempimento capillare prolungato), pelle fredda o chiazzata, polso debole, cambiamenti dello stato mentale, ridotta produzione di urina, aumento dell’ematocrito, differenza ridotta tra pressione arteriosa sistolica e diastolica (pressione del polso ridotta) o pressione sanguigna bassa (ipotensione), il medico vorrà probabilmente test più frequenti e possibilmente il ricovero ospedaliero per la somministrazione di fluidi per via endovenosa.[15]
Distinguere la Dengue da Altre Malattie
Poiché i sintomi della dengue si sovrappongono significativamente con altre malattie tropicali e infezioni virali comuni, i medici devono considerare attentamente altre possibili diagnosi. La presenza di un’eruzione cutanea, che spesso compare pochi giorni dopo l’inizio della febbre, può aiutare a distinguere la dengue da alcune altre condizioni. L’eruzione nella dengue tipicamente appare come piccole macchie rosse e può essere accompagnata da prurito.[1][5]
Nelle aree dove si verificano più malattie trasmesse da zanzare, i medici potrebbero dover testare diverse condizioni simultaneamente. Per esempio, le zanzare Aedes che trasmettono la dengue possono anche diffondere il virus Zika e il virus chikungunya. La malaria, che è trasmessa da specie diverse di zanzare, produce schemi febbrili simili e deve essere esclusa nelle regioni dove entrambe le malattie esistono.[10]
Diagnostica per la Qualificazione agli Studi Clinici
Sebbene le fonti fornite contengano informazioni approfondite sui sintomi della febbre dengue, la trasmissione e i metodi diagnostici generali, non includono dettagli specifici sui test diagnostici o i criteri utilizzati per qualificare i pazienti all’arruolamento negli studi clinici. I protocolli degli studi clinici tipicamente richiedono una diagnosi di laboratorio confermata dell’infezione da dengue, ma i metodi di test esatti e i criteri di ammissibilità variano a seconda dello studio di ricerca specifico e dei suoi obiettivi.










