La psilocibina rappresenta un nuovo approccio terapeutico sperimentale per i pazienti affetti da crisi convulsive psicogene non epilettiche (CNEP). Attualmente è in corso uno studio clinico in Francia che valuta come questa sostanza psicoattiva possa influenzare l’attività cerebrale e il controllo cognitivo in questi pazienti.
Studi clinici sulle crisi convulsive psicogene
Le crisi convulsive psicogene non epilettiche (CNEP) sono episodi che assomigliano alle crisi epilettiche ma non sono causati da alterazioni dell’attività elettrica cerebrale. Queste crisi sono spesso associate a fattori psicologici come stress o traumi. Durante un episodio, una persona può manifestare convulsioni, perdita di coscienza o altri sintomi simili alle crisi epilettiche, ma senza mostrare anomalie all’elettroencefalogramma (EEG). La diagnosi può essere complessa proprio perché i sintomi imitano quelli dell’epilessia. Comprendere e affrontare i problemi psicologici sottostanti è fondamentale per la gestione di questa condizione.
Attualmente nel database sono disponibili 1 studio clinico per le crisi convulsive psicogene, e in questo articolo viene presentato in dettaglio.
Studio clinico disponibile
Studio sugli effetti della psilocibina per pazienti con crisi psicogene non epilettiche (PNES)
Localizzazione: Francia
Questo studio clinico si concentra sull’analisi degli effetti di un trattamento per persone che soffrono di crisi psicogene non epilettiche (CNEP). Il trattamento oggetto di studio consiste in una singola dose di psilocibina, una sostanza che viene esplorata per i suoi potenziali effetti sul cervello.
L’obiettivo della ricerca è comprendere come una singola dose di psilocibina influenzi l’attività cerebrale correlata al controllo cognitivo, ovvero la capacità del cervello di gestire pensieri e azioni, nei pazienti con CNEP. Questo verrà valutato utilizzando la risonanza magnetica (RM), una tecnica che consente ai ricercatori di visualizzare immagini dettagliate del cervello. I partecipanti eseguiranno un compito emotivo noto come test Go-No Go, che aiuta a misurare il controllo cognitivo, prima e dopo la somministrazione della psilocibina.
Criteri di inclusione principali:
- Il paziente deve presentare uno stato d’animo stabile, determinato attraverso un questionario specifico chiamato MINI
- Diagnosi confermata di crisi psicogene non epilettiche (CNEP) tramite video-EEG, con condizione presente da più di 3 mesi secondo i criteri del DSM-5
- Risonanza magnetica cerebrale normale durante la valutazione iniziale
- Età compresa tra 18 e 60 anni
- Capacità di interrompere il trattamento antidepressivo per due settimane (o cinque settimane per la fluoxetina) prima della somministrazione della psilocibina
- Buona salute fisica senza condizioni mediche instabili (problemi cardiaci, epilessia, problemi ormonali gravi, glaucoma)
- Disponibilità per il follow-up di 6 mesi
Criteri di esclusione principali:
- Appartenenza a popolazioni vulnerabili
- Presenza di condizioni mediche instabili o gravi
Fasi dello studio:
Durante lo studio, i partecipanti riceveranno una singola dose di psilocibina in forma di capsula. L’attività cerebrale verrà monitorata prima e dopo il trattamento mediante risonanze magnetiche funzionali. Tre giorni prima della somministrazione (D-3), verrà eseguita una RM funzionale per valutare l’attività delle regioni cerebrali associate al controllo cognitivo durante il test emotivo Go-No Go. Verranno inoltre misurate la frequenza delle crisi nei tre mesi precedenti e valutati i sintomi dissociativi.
Il giorno della somministrazione (D0), verrà assunta una singola dose orale di psilocibina in capsula. Cinque giorni dopo (D+5), tutte le valutazioni iniziali verranno ripetute per misurare i cambiamenti nell’attività cerebrale e nei sintomi. Seguiranno valutazioni di follow-up a un mese (M1) e tre mesi (M3) dopo la somministrazione, per monitorare la frequenza delle crisi e altri sintomi correlati nel tempo.
Farmaco sperimentale:
La psilocibina è una sostanza che viene studiata per i suoi potenziali effetti sul cervello, in particolare su come potrebbe influenzare il controllo cognitivo. Nello studio, i ricercatori sono interessati a comprendere come una singola dose di psilocibina influenzi l’attività cerebrale nei pazienti con CNEP. La psilocibina viene somministrata per via orale, tipicamente in forma di capsule. A livello molecolare, agisce interagendo con i recettori della serotonina nel cervello, il che può alterare la percezione e l’umore. È classificata come composto psichedelico ed è oggetto di ricerca per i suoi potenziali benefici terapeutici in diverse condizioni di salute mentale.
Riepilogo
Attualmente esiste un solo studio clinico registrato per le crisi convulsive psicogene, che rappresenta un approccio innovativo nell’esplorazione di nuove opzioni terapeutiche per questa condizione complessa. Lo studio francese sulla psilocibina è particolarmente interessante perché utilizza tecniche avanzate di neuroimaging per comprendere i meccanismi cerebrali sottostanti e come questa sostanza psicoattiva possa influenzare il controllo cognitivo ed emotivo.
La ricerca si distingue per il suo approccio multimodale, combinando risonanza magnetica funzionale, test cognitivi e valutazioni cliniche longitudinali. L’uso della psilocibina, una sostanza che agisce sui recettori serotoninergici cerebrali, rappresenta un’area emergente nella ricerca psichiatrica e neurologica.
È importante sottolineare che questo studio richiede criteri di selezione rigorosi, inclusa la necessità di una diagnosi confermata tramite video-EEG, l’assenza di condizioni mediche instabili e la disponibilità a interrompere temporaneamente i trattamenti antidepressivi. Il follow-up prolungato di sei mesi permetterà di valutare gli effetti a lungo termine del trattamento sulla frequenza delle crisi e sui sintomi associati.
I pazienti interessati a partecipare a questo studio dovrebbero consultare il proprio medico per valutare l’idoneità e discutere i potenziali benefici e rischi della partecipazione alla ricerca clinica.











