Comprendere l’endoarterectomia carotidea
L’endoarterectomia carotidea è una procedura chirurgica volta a rimuovere la placca dall’arteria carotide per prevenire l’ictus. Questa procedura prevede un’incisione nel collo per accedere all’arteria e rimuovere i depositi di grasso che causano il restringimento. L’incisione viene poi chiusa con punti di sutura o una patch. Questo metodo è spesso raccomandato per casi gravi di ostruzione, dove l’arteria è ristretta del 70%-99%[3]. La procedura viene eseguita da un neurochirurgo o un chirurgo vascolare ed è considerata il gold standard per il trattamento invasivo della stenosi della arteria carotide[5].
Angioplastica carotidea e stenting
L’angioplastica carotidea e lo stenting sono un’alternativa meno invasiva all’endoarterectomia. Questa procedura prevede l’utilizzo di un catetere per aprire l’arteria ostruita e ripristinare il normale flusso sanguigno. Una piccola spirale metallica, nota come stent, viene posizionata per mantenere l’arteria aperta e impedirne il collasso. Questo metodo è solitamente riservato ai casi di ostruzione più grave ed è considerato una valida alternativa per i pazienti ad alto rischio chirurgico[4]. I risultati dell’angioplastica e dello stenting sono simili a quelli dell’endoarterectomia carotidea nella riduzione del rischio di ictus[5].
Criteri per l’intervento chirurgico
L’intervento chirurgico è generalmente raccomandato per i pazienti con stenosi carotidea grave, in particolare quando l’ostruzione è almeno dell’80% o superiore[4]. La decisione di procedere con l’intervento si basa sulla gravità della stenosi e sul fatto che stia causando sintomi come ictus o attacco ischemico transitorio (TIA). Per i pazienti sintomatici, l’intervento è efficace nel prevenire futuri eventi ischemici, a condizione che il rischio perioperatorio di ictus e morte non sia superiore al 6%[2]. Nei pazienti asintomatici, il beneficio dell’intervento si mantiene solo quando i rischi perioperatori sono inferiori al 3%[2].
Importanza del trattamento tempestivo
Il trattamento tempestivo della stenosi carotidea è cruciale, specialmente dopo un TIA. Il rischio di ictus ipsilaterale è significativamente più alto nelle prime settimane dopo un TIA, rendendo essenziale un intervento chirurgico urgente per massimizzare i benefici[3]. Il National Institute for Health and Care Excellence (NICE) raccomanda che le persone che hanno avuto un ictus o TIA e hanno una stenosi da moderata a grave debbano sottoporsi a endoarterectomia carotidea entro due settimane dall’insorgenza dei sintomi[3].
Bilanciamento di rischi e benefici
Non ogni caso di stenosi carotidea richiede un trattamento chirurgico o interventistico, poiché queste procedure comportano rischi intrinseci. I chirurghi raccomandano queste procedure solo quando i rischi di stenosi grave e potenziale ictus superano i rischi dell’intervento[1]. Per i pazienti con un’aspettativa di vita inferiore a cinque anni, la modesta riduzione del rischio offerta dall’intervento potrebbe non essere vantaggiosa[2].