Il carcinoma epatocellulare è uno dei tumori del fegato più comuni. Attualmente sono in corso 67 studi clinici in tutto il mondo che valutano nuove terapie per questa malattia. In questo articolo presentiamo 10 studi selezionati che offrono ai pazienti l’opportunità di accedere a trattamenti innovativi.
Studi clinici in corso sul carcinoma epatocellulare: panoramica dei trattamenti disponibili
Il carcinoma epatocellulare (HCC) rappresenta una sfida importante nell’oncologia moderna. Fortunatamente, la ricerca medica continua a progredire, offrendo ai pazienti nuove opportunità terapeutiche attraverso studi clinici. Attualmente, 67 studi clinici stanno esplorando diverse strategie di trattamento per questa forma di tumore del fegato. Di seguito presentiamo una descrizione dettagliata di 10 studi selezionati, che includono immunoterapie, terapie mirate e approcci combinati innovativi.
Studi clinici disponibili per pazienti con carcinoma epatocellulare
Studio di Rilvegostomig con Bevacizumab e Tremelimumab come trattamento di prima linea per pazienti con cancro del fegato avanzato
Paesi: Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna
Questo studio si concentra su pazienti con carcinoma epatocellulare avanzato che non può essere rimosso chirurgicamente. La ricerca valuta diversi farmaci immunoterapici, tra cui rilvegostomig, bevacizumab e tremelimumab, che agiscono stimolando il sistema immunitario a combattere le cellule tumorali. L’obiettivo principale è determinare se la combinazione di rilvegostomig con tremelimumab e bevacizumab sia più efficace rispetto all’uso di atezolizumab con bevacizumab. I farmaci vengono somministrati per via endovenosa. I pazienti eleggibili devono avere un carcinoma epatocellulare in stadio BCLC B o C, con buona funzionalità epatica (classe Child-Pugh A) e almeno un tumore misurabile mediante scansioni. È essenziale che i pazienti non abbiano ricevuto precedentemente terapie sistemiche per il tumore avanzato.
Studio del vaccino peptidico DNAJB1-PRKACA per pazienti con carcinoma epatocellulare fibrolamellare e altri tumori con fusione oncogenica driver
Paese: Germania
Questo studio innovativo è dedicato al carcinoma epatocellulare fibrolamellare, una forma rara di tumore del fegato, e ad altri tumori che presentano una specifica alterazione genetica chiamata fusione DNAJB1-PRKACA. Il trattamento testato è un nuovo vaccino chiamato Fusion-VAC-XS15, progettato per aiutare il sistema immunitario a riconoscere e attaccare le cellule tumorali con questa caratteristica genetica. Il vaccino viene somministrato tramite iniezione sottocutanea. I pazienti idonei devono avere almeno 12 anni e aver raggiunto la remissione completa attraverso chirurgia, radioterapia o altri trattamenti. Lo studio valuterà la capacità del vaccino di stimolare una risposta immunitaria, la sua sicurezza e l’efficacia preliminare. Alcuni pazienti potrebbero ricevere dosi di richiamo per mantenere la risposta immunitaria nel tempo.
Studio di INCB099280 per pazienti con tumori solidi avanzati che non hanno ricevuto immunoterapia
Paesi: Grecia, Ungheria, Romania
Questo studio clinico valuta l’efficacia di INCB099280, un farmaco sperimentale, in pazienti con tumori solidi avanzati o recidivanti che non hanno mai ricevuto immunoterapia. Il farmaco viene somministrato per via orale sotto forma di compresse rivestite, a dosaggi di 400 mg, 600 mg o 800 mg due volte al giorno. Il periodo di trattamento può durare fino a 24 settimane. I pazienti eleggibili devono avere almeno 18 anni, un’aspettativa di vita superiore a 3 mesi, una malattia misurabile secondo i criteri RECIST v1.1 e un punteggio ECOG di 0 o 1 (fino a 2 per colite ulcerosa). Lo studio monitora attentamente gli effetti collaterali e valuta la capacità del farmaco di ridurre o arrestare la crescita tumorale, oltre a misurare la durata degli effetti positivi e l’impatto sulla sopravvivenza complessiva.
Studio di Durvalumab, Tremelimumab e Lenvatinib con TACE per pazienti con cancro del fegato (carcinoma epatocellulare)
Paesi: Belgio, Francia, Germania, Italia, Portogallo, Spagna
Questo studio si concentra sul carcinoma epatocellulare locoregionale, esplorando l’efficacia di una combinazione di trattamenti rispetto alla procedura standard TACE (chemioembolizzazione transarteriosa). I trattamenti testati includono durvalumab, tremelimumab e lenvatinib. Durvalumab e tremelimumab sono immunoterapie che aiutano il sistema immunitario a individuare e attaccare le cellule tumorali, mentre lenvatinib è un farmaco mirato che rallenta la crescita delle cellule cancerose. I pazienti eleggibili devono avere un carcinoma epatocellulare locoregionale non trattabile con chirurgia curativa, trapianto o ablazione, ma trattabile con TACE. È necessario avere una buona funzionalità epatica (Child-Pugh classe A) e un performance status ECOG di 0 o 1. La malattia deve essere misurabile secondo i criteri mRECIST e non deve esserci evidenza di malattia extraepatica.
Studio sull’efficacia di Durvalumab e Bevacizumab per pazienti con cancro del fegato ad alto rischio di recidiva dopo chirurgia o ablazione
Paesi: Austria, Francia, Germania, Italia, Polonia
Questo studio è progettato per pazienti che hanno già completato con successo un trattamento per rimuovere o distruggere il carcinoma epatocellulare, come la chirurgia o l’ablazione. L’obiettivo principale è valutare se durvalumab, da solo o in combinazione con bevacizumab, possa prevenire la recidiva del tumore. Entrambi i farmaci vengono somministrati per via endovenosa. I partecipanti vengono assegnati casualmente a ricevere il farmaco o un placebo per un periodo fino a 12 mesi. I criteri di inclusione richiedono una diagnosi confermata di carcinoma epatocellulare, completamento di una terapia curativa (resezione o ablazione), e conferma dello stato di assenza di malattia mediante imaging entro 28 giorni dalla randomizzazione. I pazienti devono avere un performance status ECOG 0-1 e un punteggio Child-Pugh di 5 o 6. Lo studio monitorerà la sopravvivenza libera da recidiva, la sopravvivenza complessiva e il tempo alla recidiva.
Studio sulla sicurezza e gli effetti di Relatlimab e Nivolumab per pazienti con tumori solidi avanzati
Paesi: Austria, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Spagna
Questo studio valuta la sicurezza e l’efficacia di Relatlimab e Nivolumab in pazienti con tumori solidi avanzati. Entrambi i farmaci sono immunoterapie somministrate per via endovenosa che aiutano il sistema immunitario a combattere il cancro. Lo studio esplora diverse combinazioni e dosaggi: nivolumab 240 mg con relatlimab 80 mg ogni due settimane, oppure nivolumab 480 mg con relatlimab 160 mg ogni quattro settimane. I pazienti eleggibili includono quelli con vari tipi di tumori (cervicale, ovarico, vescicale, colorettale, testa-collo, gastrico, epatico) che non hanno ricevuto immunoterapia, pazienti con melanoma al primo trattamento, e pazienti con carcinoma a cellule renali. È richiesto un performance status ECOG 0-2 e almeno una lesione misurabile. Lo studio continuerà fino al 2026 e valuterà la tollerabilità, gli effetti collaterali e l’efficacia preliminare dei trattamenti.
Studio comparativo di Toripalimab e Lenvatinib con placebo e Lenvatinib come trattamento di prima linea in pazienti con cancro del fegato avanzato
Paesi: Italia, Polonia
Questo studio confronta l’efficacia della combinazione di Toripalimab e Lenvatinib rispetto a placebo e Lenvatinib come prima opzione terapeutica per il carcinoma epatocellulare avanzato. Toripalimab è un anticorpo monoclonale che stimola il sistema immunitario, mentre lenvatinib è un farmaco orale in capsule che rallenta la crescita delle cellule tumorali. I pazienti eleggibili devono avere tra 18 e 75 anni, una diagnosi confermata di carcinoma epatocellulare in stadio intermedio o avanzato non idoneo a chirurgia o trattamenti locali, e non devono aver ricevuto terapie sistemiche precedenti. È necessario avere almeno un tumore misurabile, una classe Child-Pugh A o B, un performance status ECOG 0-1 e un’aspettativa di vita di almeno 12 settimane. I pazienti con infezione da epatite B devono assumere terapia antivirale. Lo studio valuterà la sopravvivenza complessiva come endpoint primario.
Studio sull’imaging PET con F-18 PSMA-11 per il cancro del fegato nei pazienti per valutare la sopravvivenza
Paese: Belgio
Questo studio utilizza una tecnica di imaging innovativa chiamata F-18 PSMA-11 PET/CT per l’imaging e la stadiazione del carcinoma epatocellulare. Lo scopo è determinare quanto accuratamente questo metodo di imaging possa identificare e stadiare il tumore del fegato rispetto ad altre tecniche come F-18 FDG PET/CT e F-18 Colina PET/CT. I partecipanti ricevono un’iniezione di una soluzione contenente [18F]PSMA-11, che aiuta a evidenziare le cellule tumorali durante il processo di imaging. Le immagini vengono acquisite 60-90 minuti dopo l’iniezione. I pazienti eleggibili devono avere almeno 18 anni e una nuova diagnosi di carcinoma epatocellulare ad alto rischio di metastasi (con invasione della vena porta o tumore primario superiore a 5 cm) oppure una diagnosi nota che richiede ristadiazione. È necessario aver eseguito o pianificato scansioni F-18 FDG PET/CT e F-18 Colina PET/CT entro 4 settimane. Lo studio seguirà i partecipanti per due anni.
Studio di Ezurpimtrostat con Atezolizumab e Bevacizumab per pazienti con cancro del fegato non resecabile
Paese: Francia
Questo studio testa una nuova combinazione di trattamento che include Ezurpimtrostat, un inibitore dell’autofagia, insieme a Atezolizumab e Bevacizumab, che rappresentano il trattamento standard per il carcinoma epatocellulare non resecabile. L’autofagia è un processo cellulare che può aiutare le cellule tumorali a sopravvivere, e inibirlo potrebbe migliorare i risultati del trattamento. Atezolizumab e bevacizumab vengono somministrati per via endovenosa, mentre ezurpimtrostat viene assunto per via orale in capsule. I pazienti eleggibili devono avere almeno 18 anni, un’aspettativa di vita di almeno 12 settimane, una diagnosi confermata di carcinoma epatocellulare non resecabile o metastatico, stato BCLC C, nessuna terapia sistemica precedente, tumore che interessa meno del 50% del fegato, punteggio Child-Pugh A e performance status ECOG 0 o 1. Lo studio confronterà l’efficacia di questa nuova combinazione rispetto al trattamento standard valutando la sopravvivenza libera da progressione.
Studio sui benefici del trattamento con lenvatinib in pazienti con carcinoma epatocellulare non resecabile in lista d’attesa per trapianto di fegato dopo insuccesso della terapia TACE
Paese: Francia
Questo studio esamina l’efficacia di lenvatinib, un farmaco orale assunto in capsule, in pazienti che sono in attesa di trapianto di fegato e il cui trattamento precedente con TACE (chemioembolizzazione transarteriosa) non ha avuto completo successo. L’obiettivo è determinare quanti pazienti che assumono lenvatinib possono procedere con successo al trapianto di fegato. Il farmaco è progettato per controllare il tumore mentre i pazienti attendono l’intervento chirurgico. I pazienti eleggibili devono avere almeno 18 anni, carcinoma epatocellulare non resecabile, essere registrati nella lista nazionale per il trapianto di fegato, aver ricevuto due trattamenti TACE senza risposta completa, non essere idonei all’ablazione percutanea, e avere un punteggio AFP iniziale di 2 o inferiore. È necessaria una funzionalità epatica, renale e midollare adeguata, e un intervallo QT/QTc inferiore a 480 ms. Lo studio continuerà fino ad agosto 2028.
Sintesi e considerazioni importanti
Gli studi clinici presentati rappresentano diverse strategie terapeutiche per il carcinoma epatocellulare, riflettendo la complessità di questa malattia e la necessità di approcci personalizzati. Emergono diverse tendenze importanti:
- Immunoterapia combinata: Molti studi valutano combinazioni di immunoterapie (durvalumab, tremelimumab, nivolumab, relatlimab, toripalimab) con farmaci anti-angiogenici (bevacizumab, lenvatinib), suggerendo che l’approccio combinato potrebbe offrire risultati superiori rispetto alle monoterapie.
- Trattamento adiuvante: Alcuni studi si concentrano sulla prevenzione delle recidive dopo chirurgia o ablazione, un aspetto cruciale per migliorare la sopravvivenza a lungo termine dei pazienti.
- Approcci innovativi: La ricerca include strategie completamente nuove come i vaccini peptidici per tumori con specifiche alterazioni genetiche e gli inibitori dell’autofagia.
- Tecniche diagnostiche avanzate: L’uso di nuove tecniche di imaging come F-18 PSMA-11 PET/CT potrebbe migliorare la stadiazione e il monitoraggio della malattia.
- Pazienti in attesa di trapianto: Alcuni studi si dedicano specificamente a mantenere sotto controllo la malattia nei pazienti in lista d’attesa per trapianto di fegato, un gruppo con esigenze particolari.
È importante sottolineare che la partecipazione a uno studio clinico richiede il rispetto di specifici criteri di inclusione ed esclusione. I pazienti interessati dovrebbero discutere con il proprio oncologo se uno di questi studi potrebbe essere appropriato per la loro situazione. Gli studi clinici offrono accesso a trattamenti innovativi e contribuiscono al progresso della ricerca medica, ma comportano anche possibili rischi che devono essere attentamente valutati.
La disponibilità di 67 studi clinici in corso sul carcinoma epatocellulare dimostra l’impegno della comunità scientifica nel migliorare le opzioni terapeutiche per questa malattia. I 10 studi presentati in questo articolo rappresentano una selezione di approcci diversificati che potrebbero potenzialmente cambiare il panorama terapeutico del carcinoma epatocellulare nei prossimi anni.












