La candida sistemica è un’infezione fungina grave che può diffondersi attraverso il sangue e colpire vari organi. Attualmente sono in corso 4 studi clinici che valutano nuovi approcci terapeutici per questa condizione potenzialmente pericolosa per la vita, confrontando farmaci innovativi con trattamenti standard e studiando combinazioni terapeutiche ottimali per i pazienti critici.
Studi clinici in corso sulla candida sistemica
La candida sistemica, nota anche come candidemia o candidosi invasiva, rappresenta una delle infezioni fungine più gravi che possono colpire l’organismo umano. Questa condizione si verifica quando il fungo Candida, normalmente presente sulla pelle e nelle mucose, entra nel flusso sanguigno e si diffonde a vari organi come cuore, cervello, occhi e ossa. I pazienti con sistema immunitario indebolito, quelli ricoverati in terapia intensiva o sottoposti a procedure mediche invasive sono particolarmente vulnerabili a questa infezione.
Attualmente sono disponibili 4 studi clinici che stanno valutando nuove strategie terapeutiche per combattere questa grave infezione. Questi studi si concentrano sia sullo sviluppo di nuovi farmaci antifungini sia sull’ottimizzazione dei protocolli di trattamento esistenti, con l’obiettivo di migliorare i risultati clinici e ridurre la mortalità associata a questa condizione.
Panoramica degli studi disponibili
Studio sui livelli di Rezafungin nei pazienti critici con candidosi invasiva sottoposti a ECMO o RRT
Localizzazione: Austria
Questo studio si concentra su una situazione clinica particolarmente complessa: i pazienti critici ricoverati in terapia intensiva che necessitano di supporto vitale avanzato come l’ECMO (ossigenazione extracorporea a membrana) o la terapia di sostituzione renale (RRT). L’obiettivo principale è valutare come il farmaco antifungino Rezafungin si comporta nell’organismo di questi pazienti gravemente compromessi.
Il Rezafungin appartiene alla classe degli echinocandine, farmaci che agiscono bloccando la sintesi di un componente fondamentale della parete cellulare dei funghi, portando alla loro morte. Ciò che rende questo studio particolarmente importante è che i dispositivi medici come l’ECMO e la RRT possono alterare significativamente i livelli dei farmaci nel sangue, rendendo necessario comprendere se i dosaggi standard siano adeguati in queste situazioni critiche.
I pazienti partecipanti riceveranno Rezafungin per via endovenosa alla dose di 200 mg. Durante lo studio verranno effettuati prelievi di sangue regolari per misurare i livelli del farmaco e valutare come fattori quali il peso corporeo, il sesso e altri trattamenti concomitanti possano influenzare la concentrazione del medicinale. Lo studio monitora anche attentamente eventuali effetti collaterali e la risposta clinica all’infezione.
Criteri di inclusione: possono partecipare pazienti di almeno 18 anni ricoverati in terapia intensiva che stanno ricevendo supporto ECMO (con o senza RRT) e che necessitano di trattamento con Rezafungin per candidosi invasiva. È richiesto il consenso informato scritto, che può essere ottenuto dopo il recupero della coscienza nei pazienti inizialmente incoscienti.
Criteri di esclusione: non possono partecipare pazienti che non presentano candidosi invasiva, che non ricevono ECMO o che non sono in condizioni critiche. È necessario rientrare nella fascia di età specificata.
Studio sull’efficacia e la sicurezza di Fosmanogepix confrontato con Caspofungin e Fluconazolo per adulti con candidemia o candidosi invasiva
Localizzazione: Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Grecia, Italia, Spagna
Questo importante studio multicentrico confronta un nuovo approccio terapeutico con il trattamento standard per la candidemia e la candidosi invasiva. Il farmaco sperimentale Fosmanogepix viene somministrato inizialmente per via endovenosa e successivamente per via orale, e viene confrontato con la terapia standard che consiste in Caspofungin endovenoso seguito da Fluconazolo orale.
Il Fosmanogepix rappresenta una nuova classe di farmaci antifungini che agisce inibendo un enzima specifico essenziale per la sopravvivenza e la crescita delle cellule fungine. Questo meccanismo d’azione innovativo potrebbe offrire vantaggi rispetto ai trattamenti esistenti, soprattutto in termini di efficacia contro ceppi fungini resistenti.
I partecipanti allo studio vengono assegnati casualmente a uno dei due gruppi di trattamento. Il primo gruppo riceve Fosmanogepix, mentre il secondo riceve la terapia standard con Caspofungin seguito da Fluconazolo. Durante tutto lo studio, i pazienti vengono monitorati attentamente attraverso esami del sangue, valutazioni cliniche e test diagnostici per verificare la risposta al trattamento e identificare eventuali effetti collaterali.
Criteri di inclusione: possono partecipare adulti di almeno 18 anni (o l’età minima richiesta per il consenso nel paese specifico) che abbiano firmato il consenso informato. I pazienti devono avere una diagnosi di candidemia e/o candidosi invasiva confermata entro le 96 ore precedenti la randomizzazione, con test positivo per lieviti o Candida nel sangue o in un sito normalmente sterile, o risultato positivo da un test diagnostico rapido. Devono inoltre presentare segni clinici come febbre, ipotermia, ipotensione, tachipnea, tachicardia o segni locali di infezione.
Criteri di esclusione: non possono partecipare pazienti con allergia nota ai farmaci dello studio, coloro che stanno già partecipando ad altri studi clinici, donne in gravidanza o allattamento, pazienti con storia di abuso di sostanze o condizioni mediche gravi che potrebbero interferire con lo studio, o che hanno ricevuto recentemente farmaci che potrebbero interagire con i medicinali dello studio.
Studio di confronto tra Ibrexafungerp e Fluconazolo per il trattamento di candidemia o candidosi invasiva nei pazienti
Localizzazione: Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Grecia, Italia, Spagna
Questo studio clinico valuta l’efficacia di un nuovo regime terapeutico che utilizza Ibrexafungerp (conosciuto anche con il codice SCY-078), un innovativo farmaco antifungino somministrato per via orale dopo una fase iniziale di trattamento endovenoso con echinocandine.
L’Ibrexafungerp appartiene a una nuova classe di antifungini chiamati triterpenoidi, che agiscono inibendo la sintesi della beta-glucana, un componente essenziale della parete cellulare fungina. Ciò che rende questo farmaco particolarmente interessante è la sua somministrazione orale, che può permettere ai pazienti di continuare il trattamento fuori dall’ambiente ospedaliero, migliorando potenzialmente la qualità della vita.
Lo studio confronta due strategie terapeutiche: entrambe iniziano con echinocandine per via endovenosa, ma poi divergono con la somministrazione orale di Ibrexafungerp nel gruppo sperimentale e Fluconazolo nel gruppo di controllo. I pazienti vengono seguiti per un periodo fino a sei mesi, durante il quale vengono effettuate valutazioni regolari per monitorare l’efficacia del trattamento, la risoluzione dell’infezione e eventuali effetti collaterali.
Criteri di inclusione: devono partecipare adulti di almeno 18 anni con diagnosi confermata di candidemia o candidosi invasiva. La diagnosi deve essere basata su evidenza di Candida nel sangue o in un campione di tessuto da un sito normalmente sterile, prelevato entro 4 giorni dall’inizio del trattamento con echinocandine endovenose. I pazienti devono inoltre presentare segni e sintomi correlati come febbre superiore a 38°C, ipotensione o segni di infiammazione.
Criteri di esclusione: non possono partecipare pazienti con allergia nota ai farmaci dello studio, storia di malattie epatiche, coloro che assumono farmaci che potrebbero interferire con i medicinali dello studio, donne in gravidanza o allattamento, individui con sistema immunitario gravemente compromesso, partecipanti ad altri studi clinici negli ultimi 30 giorni, persone con storia di abuso di alcol o droghe, pazienti con gravi problemi cardiaci o renali, o coloro che hanno subito interventi chirurgici recenti o programmati.
Studio sulla sicurezza ed efficacia dell’interferone gamma-1b ricombinante combinato con la terapia standard per pazienti con candidemia
Localizzazione: Germania, Grecia, Paesi Bassi, Romania
Questo studio rappresenta un approccio innovativo al trattamento della candidemia, combinando la terapia antifungina standard con un immunomodulatore chiamato interferone gamma-1b ricombinante. A differenza degli altri studi che testano nuovi farmaci antifungini, questo protocollo mira a potenziare la risposta immunitaria naturale dell’organismo contro l’infezione.
L’interferone gamma-1b ricombinante è una versione prodotta in laboratorio di una proteina naturale che svolge un ruolo cruciale nell’attivazione del sistema immunitario. Quando somministrato per via sottocutanea (sotto la pelle) alla dose massima di 50 microgrammi per metro quadrato di superficie corporea, questo farmaco stimola specifiche cellule immunitarie e promuove la produzione di proteine che aiutano a combattere le infezioni fungine.
Il razionale di questo approccio è particolarmente interessante: molti pazienti con candidemia hanno un sistema immunitario compromesso, e rafforzare le difese naturali dell’organismo potrebbe accelerare l’eliminazione dell’infezione dal sangue. Durante lo studio, i ricercatori monitorano attentamente quanto velocemente l’infezione viene eliminata dal sangue, misurando il tempo necessario per ottenere una coltura ematica negativa entro i primi 7 giorni di trattamento.
I pazienti partecipanti ricevono sia la terapia antifungina standard (che può includere farmaci come fluconazolo, echinocandine o amfotericina B) sia l’interferone gamma-1b ricombinante. Il trattamento può durare fino a 2 mesi, con valutazioni di follow-up programmate alla fine del trattamento, dopo 14 giorni e dopo 28 giorni per monitorare il progresso del recupero.
Criteri di inclusione: possono partecipare adulti di età compresa tra 18 e 75 anni che abbiano almeno un test del sangue positivo per Candida nelle ultime 120 ore. I pazienti devono presentare segni di infezione come febbre superiore a 37,8°C, ipotensione o segni di infiammazione visibili. Le donne in età fertile devono utilizzare metodi contraccettivi di barriera e sottoporsi a un test di gravidanza. È richiesto il consenso informato firmato dal paziente o da un rappresentante legale.
Criteri di esclusione: non possono partecipare persone di età inferiore a 18 anni o superiore a 75 anni, donne in gravidanza o allattamento, pazienti con allergia nota all’interferone gamma, malattie autoimmuni attive o croniche, grave disfunzione epatica o renale (compresa la necessità di dialisi), partecipazione ad altri studi clinici, condizioni pericolose per la vita che richiedono terapia intensiva, neutropenia grave (conta dei globuli bianchi inferiore a 500 cellule/μL), tumori attivi in trattamento chemioterapico, storia di trapianto d’organo, gravi patologie cardiache, infezione da HIV o altre gravi immunodeficienze, impossibilità di fornire consenso informato, storia di convulsioni o gravi disturbi neurologici.
Sintesi e considerazioni finali
Gli studi clinici attualmente in corso sulla candida sistemica rappresentano un’importante opportunità per migliorare le opzioni terapeutiche disponibili per questa grave infezione. Emergono diverse tendenze significative dall’analisi di questi protocolli di ricerca:
Diversificazione degli approcci terapeutici: mentre tre studi si concentrano su nuovi farmaci antifungini (Rezafungin, Fosmanogepix e Ibrexafungerp), uno studio esplora un approccio completamente diverso utilizzando un immunomodulatore per potenziare la risposta immunitaria naturale. Questa diversità riflette la complessità del trattamento della candida sistemica e la necessità di strategie multiple.
Attenzione alle popolazioni vulnerabili: lo studio sul Rezafungin si concentra specificamente sui pazienti critici in terapia intensiva che necessitano di supporto vitale avanzato, una popolazione particolarmente difficile da trattare e storicamente poco rappresentata negli studi clinici. Questo riconoscimento delle esigenze specifiche dei pazienti più gravi è fondamentale per sviluppare protocolli terapeutici efficaci.
Transizione verso la terapia orale: diversi studi (Fosmanogepix, Ibrexafungerp) includono la possibilità di passare dalla somministrazione endovenosa a quella orale. Questa strategia potrebbe ridurre significativamente i tempi di ospedalizzazione e migliorare la qualità della vita dei pazienti, pur mantenendo l’efficacia terapeutica.
Copertura geografica estesa: gli studi coinvolgono numerosi paesi europei, garantendo che i risultati siano applicabili a popolazioni diverse e che un numero maggiore di pazienti possa potenzialmente beneficiare di questi nuovi trattamenti sperimentali.
Per i pazienti affetti da candida sistemica, questi studi rappresentano una speranza concreta di miglioramento nelle opzioni terapeutiche. Chi fosse interessato a partecipare dovrebbe discutere con il proprio medico curante la possibilità di arruolamento, valutando attentamente i criteri di inclusione ed esclusione e considerando i potenziali benefici e rischi della partecipazione.











