Approccio multispecialistico nella gestione della miocardite
La gestione della miocardite acuta, un’infiammazione del muscolo cardiaco, richiede spesso il contributo di varie specialità mediche come cardiologia, malattie infettive, reumatologia, immunologia e medicina respiratoria. Questo approccio collaborativo è fondamentale per determinare la causa sottostante e indirizzare il trattamento appropriato. Quando viene identificata una causa specifica, il trattamento è mirato alla condizione sottostante. Ad esempio, gli agenti anti-infettivi vengono utilizzati per le infezioni trattabili, mentre i corticosteroidi o altri immunosoppressori vengono impiegati nelle malattie immuno-mediate. Le prove più forti per l’uso della terapia immunosoppressiva esistono nei casi di sarcoidosi cardiaca, miocardite a cellule giganti e malattie reumatiche autoimmuni[1].
Assistenza di supporto e gestione delle complicanze
In molti casi, la causa esatta della miocardite non viene identificata, o è di origine virale, per la quale potrebbe non essere necessario un trattamento specifico. In tali scenari, il trattamento è principalmente di supporto, concentrandosi sulla gestione delle complicanze come aritmie o insufficienza cardiaca. I casi gravi potrebbero richiedere il ricovero in un’unità di terapia intensiva (UTI) per un supporto più intensivo[1]. La terapia di supporto per i sintomi dell’insufficienza cardiaca acuta include l’uso di diuretici, nitroglicerina, nitroprussiato e inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE)[2].
Ruolo della terapia immunosoppressiva
Ci sono prove emergenti che suggeriscono potenziali benefici della terapia immunosoppressiva selettiva nei pazienti con miocardite cronica. Tuttavia, questo approccio non è ancora di routine e richiede un’attenta discussione tra un team multidisciplinare prima dell’inizio. In rari casi, l’immunosoppressione empirica può essere considerata per pazienti criticamente malati che non possono sottoporsi a biopsia endomiocardica, specialmente quando si sospetta una miocardite a cellule giganti[1]. È importante notare che l’immunosoppressione non ha dimostrato di alterare la storia naturale della miocardite infettiva[2].
Supporto meccanico e interventi avanzati
I pazienti con compromissione emodinamica significativa o miocardite fulminante potrebbero richiedere supporto inotropo e, in alcuni casi, dispositivi di supporto circolatorio meccanico temporaneo come l’ossigenazione extracorporea a membrana veno-arteriosa (VA-ECMO) e pompe ematiche rotanti. Potrebbe essere necessaria una revisione precoce in UTI e il ricovero per trattamento inotropo farmacologico e/o anti-aritmico o supporto meccanico. Nei casi in cui i pazienti non si stabilizzano con queste misure, possono essere considerati il trapianto cardiaco o l’impianto di dispositivi di assistenza ventricolare sinistra[1]. La miocardite ha una bassa soglia per il supporto ventilatorio e circolatorio a causa della sua natura rapidamente progressiva[2].
Gestione a lungo termine e prognosi
Il trattamento a lungo termine della miocardite segue un regime simile a quello dell’insufficienza cardiaca cronica, includendo l’uso di ACE inibitori, beta bloccanti e antagonisti del recettore dell’aldosterone. I pazienti con miocardite fulminante che sopravvivono alla fase acuta spesso recuperano la funzione basale[3]. Tuttavia, l’infiammazione cronica continua può portare a cardiomiopatia dilatativa e successiva insufficienza cardiaca, che richiede una gestione continua[2].
Farmaci e procedure
Possono essere prescritti farmaci che alleviano il dolore e riducono l’infiammazione, come la colchicina, i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e l’aspirina, anche se i FANS sono generalmente evitati nella miocardite a causa dei potenziali rischi. I corticosteroidi possono essere utilizzati per trattare la miocardite causata da malattie autoimmuni. L’immunoglobulina endovenosa (IVIG) può aiutare a controllare la risposta immunitaria e infiammatoria dell’organismo. Nei casi in cui la miocardite porta a insufficienza cardiaca o aritmie, i trattamenti possono includere pacemaker, defibrillatori cardioverter impiantabili (ICD) o dispositivi di assistenza ventricolare sinistra (LVAD)[4].