Indice dei Contenuti
- Cos’è il Glenzocimab?
- Come Funziona il Glenzocimab?
- Quali Condizioni Tratta il Glenzocimab?
- Studi Clinici Attuali
- Come Viene Somministrato il Glenzocimab?
- Potenziali Benefici del Glenzocimab
- Profilo di Sicurezza
Cos’è il Glenzocimab?
Il Glenzocimab, noto anche come ACT017, è un nuovo farmaco in fase di sviluppo per il trattamento dell’ictus ischemico acuto e altre condizioni[1]. Si tratta di un tipo di farmaco chiamato anticorpo monoclonale, ovvero una proteina prodotta in laboratorio progettata per colpire specifiche cellule o proteine nel corpo[2].
Come Funziona il Glenzocimab?
Il Glenzocimab agisce prendendo di mira una specifica proteina sulla superficie delle piastrine del sangue chiamata glicoproteina VI (GPVI). La GPVI svolge un ruolo cruciale nell’attivazione delle piastrine e nella formazione di coaguli di sangue. Bloccando la GPVI, il glenzocimab mira a prevenire un’eccessiva coagulazione del sangue senza aumentare significativamente il rischio di sanguinamento[1].
Nel contesto dell’ictus, il glenzocimab è progettato per:
- Ridurre la trombosi microvascolare a valle (DMT), ovvero la formazione di piccoli coaguli di sangue nei vasi sanguigni minuscoli
- Diminuire la crescita della lesione ischemica (area di danno cerebrale dovuta alla mancanza di flusso sanguigno)
- Abbassare il rischio di trasformazione emorragica (sanguinamento nel tessuto cerebrale danneggiato)
- Ridurre l’edema vasogenico (gonfiore nel cervello dovuto a vasi sanguigni che perdono)
Quali Condizioni Tratta il Glenzocimab?
Il Glenzocimab è principalmente studiato per il trattamento di:
- Ictus Ischemico Acuto: Questo è il tipo più comune di ictus, causato da un coagulo di sangue che blocca il flusso sanguigno in una parte del cervello[1][2][4]
- Sindrome da Distress Respiratorio Acuto (ARDS) correlata a SARS-CoV-2: Una grave condizione polmonare che può verificarsi nei pazienti COVID-19[3]
Studi Clinici Attuali
Diversi studi clinici sono attualmente in corso per valutare l’efficacia e la sicurezza del glenzocimab:
- ACTISAVE: Uno studio internazionale su larga scala che testa il glenzocimab in pazienti con ictus ischemico acuto che hanno ricevuto trattamenti standard come la trombolisi (farmaci per sciogliere i coaguli) e/o la trombectomia (rimozione meccanica del coagulo)[4]
- Studio GREEN: Valuta il glenzocimab in pazienti con ictus sottoposti a terapia endovascolare (una procedura per rimuovere i coaguli di sangue dalle arterie cerebrali)[2]
- Uno studio per pazienti con ictus ischemico acuto e core ischemico esteso (danno cerebrale esteso)[1]
- Una sperimentazione per pazienti COVID-19 con ARDS[3]
Come Viene Somministrato il Glenzocimab?
Il Glenzocimab viene somministrato come infusione endovenosa (IV). Nella maggior parte degli studi, la dose tipica è di 1000 mg, somministrata nell’arco di 6 ore. L’infusione di solito inizia con un bolo (iniezione rapida) di 15 minuti di 1/4 della dose, seguito da un’infusione più lenta dei restanti 3/4 per 5 ore e 45 minuti[1][2][4].
Potenziali Benefici del Glenzocimab
I primi studi suggeriscono che il glenzocimab potrebbe offrire diversi benefici:
- Miglioramento degli esiti funzionali dopo l’ictus
- Riduzione del rischio di emorragia intracranica sintomatica (sanguinamento nel cervello)
- Tassi di mortalità più bassi, soprattutto nei pazienti con ictus grave
- Potenziale per migliorare l’efficacia dei trattamenti attuali per l’ictus
Profilo di Sicurezza
Gli studi iniziali suggeriscono che il glenzocimab potrebbe avere un profilo di sicurezza favorevole:
- Sembra avere un rischio minimo di causare sanguinamenti eccessivi
- Le persone con una carenza della proteina GPVI (che il glenzocimab prende di mira) tipicamente non hanno un aumento del rischio di sanguinamento
- I primi trial hanno mostrato dati di sicurezza promettenti, inclusi tassi ridotti di emorragia cerebrale sintomatica rispetto al placebo











