Farmaci per l’anemia a cellule falciformi
L’anemia a cellule falciformi è una condizione che dura tutta la vita e richiede una gestione completa per alleviare i sintomi e prevenire le complicanze. Sono disponibili diversi farmaci per gestire efficacemente la malattia. L’idrossiurea è un trattamento consolidato che riduce la frequenza delle crisi dolorose e la necessità di trasfusioni di sangue, anche se può aumentare il rischio di infezioni e non è raccomandato durante la gravidanza[1]. La L-glutammina è un altro farmaco approvato per individui di età pari o superiore a 5 anni, che aiuta a ridurre i ricoveri ospedalieri e le crisi dolorose[2]. Il crizanlizumab-tmca, somministrato per via endovenosa, viene utilizzato per diminuire la frequenza delle crisi vaso-occlusive nei pazienti di età pari o superiore a 16 anni[3]. Il voxelotor è un trattamento per bambini di età pari o superiore a 4 anni che previene la falcizzazione dei globuli rossi, migliorando così il flusso sanguigno e riducendo il rischio di anemia[3].
Trasfusioni di sangue
Le trasfusioni di sangue sono una componente critica nella gestione dell’anemia a cellule falciformi, utilizzate per trattare e prevenire complicanze come l’ictus e l’anemia grave. Le trasfusioni regolari possono aiutare ad aumentare il numero di globuli rossi sani e sono particolarmente benefiche per i bambini per prevenire gli ictus[7]. Tuttavia, le trasfusioni frequenti possono portare a un sovraccarico di ferro, che richiede un trattamento aggiuntivo con terapia chelante[4].
Trapianti di cellule staminali
Il trapianto di cellule staminali è l’unica cura conosciuta per l’anemia a cellule falciformi, anche se è associato a rischi significativi, inclusa la morte. Questa procedura è generalmente riservata ai bambini con sintomi gravi che non hanno risposto ad altri trattamenti[4]. Il trapianto prevede la sostituzione del midollo osseo del paziente con cellule staminali sane da un donatore compatibile, spesso un fratello[8].
Terapie geniche
I recenti progressi nella terapia genica offrono nuovi trattamenti promettenti per l’anemia a cellule falciformi. La FDA ha approvato due terapie geniche, Casgevy e Lyfgenia, per pazienti di età pari o superiore a 12 anni. Queste terapie prevedono la modifica delle cellule staminali del sangue del paziente per correggere il gene falciforme, fornendo una potenziale cura[6]. Questi trattamenti vengono somministrati come infusione una tantum e rappresentano un significativo avanzamento nella gestione dell’anemia a cellule falciformi[5].
Gestione del dolore
La gestione del dolore è un aspetto cruciale del trattamento dell’anemia a cellule falciformi. Gli oppioidi, come la morfina, sono comunemente usati per controllare il dolore severo durante le crisi[7]. Per il dolore cronico, sono raccomandate preparazioni orali di morfina a lunga durata d’azione, acetaminofene e FANS[7]. Inoltre, il trattamento quotidiano con antibiotici come la penicillina aiuta a ridurre il rischio di infezioni gravi, che sono comuni nei pazienti con anemia a cellule falciformi[2].
Cure preventive
Le cure preventive sono essenziali per gestire efficacemente l’anemia a cellule falciformi. Questo include controlli regolari con operatori sanitari specializzati in anemia a cellule falciformi, vaccinazioni e antibiotici profilattici per prevenire le infezioni[7]. Lo screening neonatale e l’educazione dei genitori hanno significativamente ridotto la morbilità e la mortalità legate alle infezioni[7].