Rivoluzionare il trattamento attraverso le vie molecolari
Negli ultimi anni, la comprensione delle vie molecolari coinvolte nelle malattie autoimmuni è avanzata significativamente, portando a opzioni di trattamento innovative per il disturbo renale immunomediato. Agenti come rituximab e avacopan sono stati approvati per il trattamento di queste condizioni, sebbene lo sviluppo del trattamento delle malattie renali sia ancora in ritardo rispetto ad altri disturbi autoimmuni[1][3]. La scoperta del ruolo del sistema del complemento e del recettore C5a 1 (C5aR1) in condizioni come la vasculite associata ad anticorpi anti-citoplasma dei neutrofili (AAV) ha aperto nuove strade per le terapie mirate[3].
Terapie immunomodulatorie promettenti
Recenti ricerche hanno evidenziato promettenti terapie immunomodulatorie per il disturbo renale immunomediato. Queste terapie sono in fase di sperimentazione clinica, concentrandosi su vie specifiche che potrebbero essere oggetto di intervento in futuro[1]. L’uso di nanoanticorpi, che sono anticorpi a dominio singolo derivati da anticorpi a catena pesante dei camelidi, rappresenta una nuova classe promettente e altamente specifica di farmaci biologici per il trattamento delle malattie renali autoimmuni[2].
Terapie mirate e studi clinici
Con l’aumento della nostra comprensione della patogenesi della malattia, nuove terapie mirate vengono sviluppate e sperimentate. Queste terapie mirano a minimizzare l’interruzione del sistema immunitario pur trattando efficacemente la malattia. Per esempio, le terapie che prendono di mira la via co-stimolatoria CD40/CD40L sono attualmente in fase di sperimentazione nella nefrite lupica (LN) e nella nefropatia da immunoglobulina A (IgAN)[3]. Inoltre, vari target delle cellule B sono oggetto di studio, inclusi CD20, CD19, e la neutralizzazione di BAFF e APRIL, che vengono esplorati in condizioni come LN, nefropatia membranosa (MN), IgAN e AAV[3].
Comprendere l’immunopatogenesi
La categorizzazione della glomerulonefrite (GN) basata sull’immunopatogenesi piuttosto che sui pattern istopatologici è cruciale per un trattamento efficace. La GN può essere classificata in cinque categorie: correlata all’infezione, autoimmune, alloimmune, autoinfiammatoria e GN correlata alla gammopatia monoclonale. Ogni categoria richiede approcci di trattamento specifici, come il controllo dell’infezione per la GN correlata all’infezione e la soppressione dell’immunità adattativa per la GN autoimmune[4].
Terapie innovative in sviluppo
La ricerca sulla via IL-23/IL-17 l’ha identificata come un driver chiave del disturbo renale immunomediato. Prendere di mira questa via potrebbe portare allo sviluppo di terapie più efficaci e sicure. I modelli preclinici hanno dimostrato che il blocco degli effetti a valle della segnalazione della citochina IL-23 può creare un microambiente immunoregolatorio nel rene, trattando efficacemente la malattia renale autoimmune[5].