Lo studio riguarda linfertilità, una condizione in cui le coppie hanno difficoltà a concepire un bambino. Il trattamento in esame utilizza una sostanza chiamata cpFT trifluoroacetate, che viene aggiunta al mezzo di coltura degli ovociti e degli embrioni prima della fecondazione in vitro tramite una tecnica chiamata ICSI (Iniezione Intracitoplasmatica di Spermatozoi). L’obiettivo principale dello studio è dimostrare che l’uso di cpFT può migliorare il tasso di nascite vive dopo il primo trasferimento embrionale in donne di età inferiore ai 37 anni.
Durante lo studio, le coppie che necessitano di riproduzione assistita e che sono idonee per la ICSI parteciperanno al trattamento. Il cpFT sarà aggiunto al mezzo di coltura per un massimo di sei giorni, ma non sarà mai somministrato direttamente ai pazienti. Lo studio prevede di monitorare diversi aspetti del processo di fecondazione e sviluppo embrionale, come il numero di ovociti maturi, la qualità degli embrioni e il tasso di successo delle gravidanze. L’obiettivo finale è aumentare il numero di bambini nati vivi dopo il trattamento.











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