Tossicità da paracetamolo e il suo antidoto
Il paracetamolo, comunemente usato per il sollievo dal dolore, può causare gravi danni al fegato in caso di sovradosaggio. Ciò è dovuto alla formazione di un metabolita tossico chiamato N-acetil-p-benzochinoneimina (NAPQI), che causa necrosi epatica. L’antidoto per la tossicità da paracetamolo è la n-acetilcisteina (NAC), che reintegra il glutatione intracellulare, un antiossidante critico che aiuta a neutralizzare il NAPQI. Il trattamento con NAC è indicato se la concentrazione sierica temporizzata di paracetamolo è superiore alla linea di trattamento[1][2].
Trattamento dell’avvelenamento da organofosfati
L’avvelenamento da organofosfati, spesso derivante dall’esposizione ai pesticidi, richiede un intervento medico immediato. Vengono utilizzati tre farmaci chiave: atropina, che blocca l’eccesso di acetilcolina; pralidossima (PAM), che rigenera l’acetilcolinesterasi funzionale; e diazepam, usato per controllare le convulsioni, in particolare nei bambini[1][2].
Inversione del sovradosaggio di warfarin
Il warfarin, un comune anticoagulante, può causare gravi emorragie se sovradosato. Le opzioni di inversione includono vitamina K, plasma fresco congelato (FFP) e concentrato di complesso protrombinico (PCC). Questi agenti aiutano a ripristinare i fattori della coagulazione e mitigare i rischi di sanguinamento[1][2].
Gestione della tossicità da digossina
La tossicità da digossina, caratterizzata da aritmie potenzialmente letali o iperkaliemia, viene trattata con Fab anti-digossina. Questo antidoto si lega alla digossina, neutralizzandone gli effetti e prevenendo ulteriori complicazioni[1].
Avvelenamento da glicole etilenico e metanolo
Sia il glicole etilenico che il metanolo vengono metabolizzati in composti tossici dall’alcol deidrogenasi. Etanolo o fomepizolo possono essere somministrati poiché competono con l’enzima, riducendo la formazione di metaboliti nocivi[1].
Trattamento delle ustioni da acido fluoridrico
Le ustioni da acido fluoridrico richiedono un’immediata decontaminazione e trattamento con gel di gluconato di calcio topico al 2,5%, che viene applicato sull’area interessata per neutralizzare l’acido e prevenire ulteriori danni ai tessuti[1].
Gestione del sovradosaggio di isoniazide
Il sovradosaggio di isoniazide, un farmaco per la tubercolosi, può portare a convulsioni. L’antidoto è la piridossina IV, che aiuta a contrastare gli effetti tossici e ripristinare la normale funzione neurologica[1][2].
Sovradosaggio di antidepressivi triciclici (TCA)
Nei casi di sovradosaggio di TCA, caratterizzato da disritmie o ipotensione, viene somministrato bicarbonato di sodio per stabilizzare le condizioni del paziente e prevenire ulteriori complicazioni cardiache[1].
Sovradosaggio di calcio-antagonisti e beta-bloccanti
Il sovradosaggio di questi farmaci viene trattato con una combinazione di calcio, glucagone e terapia insulinica ad alte dosi per ripristinare la funzione cardiaca e migliorare gli esiti del paziente[1][3].
Trattamento della tossicità da metalli pesanti
L’avvelenamento da metalli pesanti viene affrontato con la terapia chelante. Per sintomi gravi come l’encefalopatia, il dimercaprolo viene utilizzato come agente di scelta, somministrato a dosaggi specifici per rimuovere efficacemente i metalli dal corpo[1].
Gestione del sovradosaggio di ferro
Il sovradosaggio grave di ferro viene trattato con deferoxamina IV, che si lega al ferro in eccesso, facilitandone l’escrezione e prevenendo ulteriore tossicità[1].
Trattamento della tossicità da cianuro
L’avvelenamento da cianuro richiede un intervento rapido con uno dei tre antidoti, il più comune è l’idrossicobalamina. Questo antidoto lega il cianuro per formare cianocobalamina (vitamina B12), che viene poi escreta in sicurezza dai reni[1].