Resezione chirurgica: il cardine del trattamento
I sarcomi retroperitoneali (RPS) sono un tipo raro di cancro, che rappresenta solo l’1% di tutte le neoplasie maligne negli adulti. Il trattamento primario e più efficace per l’RPS è la resezione chirurgica, che prevede la rimozione del tumore. Questo approccio è considerato l’unico trattamento potenzialmente curativo per l’RPS[1]. Il gruppo italiano dei sarcomi ha stabilito una tecnica standardizzata nota come resezione estesa en-bloc, che prevede la rimozione del tumore insieme a tutti gli organi adiacenti, mostrando un significativo miglioramento nel controllo locale[1].
Il ruolo della radioterapia
Mentre la chirurgia rimane il pilastro del trattamento, la radioterapia (RT) viene esplorata come terapia aggiuntiva per diminuire il rischio di recidiva locale, specialmente nei pazienti con margini chirurgici positivi o tumori ad alto grado[1]. Nuove opzioni di RT, come la radioterapia ipofrazionata e la brachiterapia a basso dosaggio (LDR) unidirezionale, sono in fase di studio per migliorare il controllo locale e ridurre i tempi di trattamento[3]. Tecniche avanzate come la radioterapia con fasci di protoni permettono di somministrare dosi più elevate di radiazioni al tumore, riducendo la possibilità di recidiva locale[6].
Terapie combinate per risultati migliori
La combinazione di radioterapia preoperatoria con fasci di protoni e resezione chirurgica aggressiva ha mostrato risultati promettenti, con una significativa riduzione dei tassi di recidiva locale rispetto alla sola chirurgia[6]. Uno studio clinico ha dimostrato che questa combinazione è sicura e ben tollerata, offrendo una potenziale migliore possibilità di cura[6]. Inoltre, la radiazione neoadiuvante combinata con l’inibitore dell’enzima MDM2 AMG-232 è in fase di studio per migliorare la risposta del tumore alla terapia[3].
Terapia sistemica: sfide attuali
Attualmente non esiste una terapia sistemica standard per l’RPS, compresa l’immunoterapia. Il ruolo della terapia sistemica rimane largamente dettato dal consenso degli esperti e dagli studi clinici[1]. La chemioterapia può essere considerata in alcuni casi per garantire il miglior risultato possibile e qualità della vita[4].
L’importanza delle cure specializzate
A causa della complessità e delle sfide associate al trattamento dell’RPS, si raccomanda che il trattamento sia fornito in centri terziari specializzati nel trattamento dei sarcomi con alto volume di casi. Questi centri offrono un team di cura multidisciplinare e aderiscono rigorosamente alle linee guida della pratica clinica, garantendo i migliori risultati possibili per i pazienti[1].