Opzioni chirurgiche per il tumore delle vie biliari
Il trattamento principale per il tumore delle vie biliari, noto anche come colangiocarcinoma, è la chirurgia, che offre l’unica possibilità realistica di cura se il tumore è resecabile—ovvero può essere completamente rimosso. Le procedure chirurgiche variano in base alla posizione e all’estensione del tumore. Ad esempio, una colecistectomia prevede la rimozione della cistifellea, mentre una procedura di Whipple (pancreaticoduodenectomia) rimuove la cistifellea, i dotti biliari, i dotti pancreatici, parte del pancreas e il duodeno, tipicamente utilizzata per il colangiocarcinoma distale[1][6]. Nei casi in cui il tumore è localizzato, la resezione chirurgica completa con margini negativi è cruciale per una potenziale cura[4].
Terapie adiuvanti e neoadiuvanti
Dopo l’intervento chirurgico, la terapia adiuvante—che include chemioterapia e/o radioterapia—può essere somministrata per ridurre il rischio di recidiva del tumore. I farmaci chemioterapici comuni utilizzati in questo contesto includono gemcitabina e capecitabina[1][6]. In alcuni casi, la terapia neoadiuvante viene utilizzata prima dell’intervento chirurgico per ridurre il tumore, facilitandone la rimozione[2]. Questo approccio è particolarmente considerato per i tumori borderline resecabili[2].
Gestione del tumore delle vie biliari non resecabile
Per i tumori delle vie biliari non resecabili, che non possono essere completamente rimossi chirurgicamente, il trattamento si concentra sul controllo della crescita del tumore e sull’alleviamento dei sintomi. Le cure palliative sono parte integrante della gestione di questi casi, mirando a migliorare la qualità della vita[2][4]. Le terapie sistemiche, come la combinazione di gemcitabina-cisplatino con durvalumab o pembrolizumab, hanno mostrato tassi di sopravvivenza migliorati nei casi avanzati[5].
Terapia mirata e immunoterapia
La terapia mirata e l’immunoterapia stanno emergendo come opzioni di trattamento significative per il tumore delle vie biliari. Queste terapie si concentrano su specifiche mutazioni genetiche all’interno delle cellule tumorali. Per esempio, i pazienti con malattia FGFR2 fusion-positiva possono beneficiare degli inibitori FGFR2 come il pemigatinib[5]. L’immunoterapia, che aiuta il sistema immunitario a combattere il cancro, viene anche integrata nei regimi di trattamento, in particolare per i casi avanzati o metastatici[1][5].
Progressi nella radioterapia
La radioterapia, utilizzando raggi x ad alta energia o altri tipi di radiazioni, viene impiegata per uccidere le cellule tumorali o prevenirne la crescita. Tecniche come la radioterapia a intensità modulata (IMRT) e la radioterapia stereotassica corporea (SBRT) sono utilizzate per somministrare dosi precise al tumore minimizzando i danni ai tessuti circostanti[7]. Questi progressi hanno migliorato il controllo del tumore e i tassi di sopravvivenza per i pazienti che non possono sottoporsi a chirurgia[7].
Studi clinici e direzioni future
La partecipazione a studi clinici è incoraggiata per i pazienti con tumore delle vie biliari, poiché questi studi offrono accesso a trattamenti e terapie all’avanguardia. Gli studi stanno esplorando nuove combinazioni di farmaci, terapie mirate e tecniche innovative di radiazione[3][7]. Il profiling genomico è anche raccomandato per identificare mutazioni azionabili che possono guidare strategie di trattamento personalizzate[5].