Il linfoma plasmablastico è una forma rara e aggressiva di linfoma non-Hodgkin che colpisce principalmente persone con sistema immunitario indebolito. Attualmente è in corso uno studio clinico in Italia che valuta una terapia combinata innovativa per i pazienti con malattia recidivante o refrattaria.
Studi clinici in corso sul linfoma plasmablastico
Il linfoma plasmablastico è una neoplasia ematologica rara e particolarmente aggressiva che rappresenta una sfida significativa per i medici e i pazienti. Questa forma di linfoma non-Hodgkin è caratterizzata dalla crescita rapida di cellule B anomale, un tipo di globuli bianchi, che possono formare tumori nei linfonodi e in altre parti del corpo. La malattia si manifesta più frequentemente in persone con sistema immunitario compromesso, in particolare nei pazienti affetti da HIV/AIDS.
Attualmente, nel sistema sono disponibili 1 studio clinico attivo per il linfoma plasmablastico. Questo studio rappresenta un’opportunità importante per i pazienti che hanno sperimentato una recidiva della malattia o che non hanno risposto ai trattamenti precedenti.
Studi clinici disponibili
Studio sugli effetti e la sicurezza di Daratumumab, Bortezomib e Desametasone per pazienti con linfoma plasmablastico recidivante o refrattario
Localizzazione: Italia
Questo studio clinico si concentra sul trattamento del linfoma plasmablastico, una forma di cancro particolarmente difficile da trattare, specialmente quando la malattia si ripresenta dopo il trattamento iniziale o non risponde alle terapie convenzionali. Lo studio valuta una combinazione di tre farmaci: Daratumumab, Bortezomib e Desametasone.
Farmaci studiati:
- Daratumumab – Un anticorpo monoclonale che viene somministrato tramite iniezione sottocutanea. Questo farmaco agisce come una terapia mirata, riconoscendo una proteina specifica sulla superficie delle cellule tumorali (CD38) e aiutando il sistema immunitario a identificare e distruggere queste cellule.
- Bortezomib – Un inibitore del proteasoma somministrato per via sottocutanea. Questo farmaco interferisce con la crescita delle cellule tumorali, bloccando il proteasoma, un complesso proteico essenziale per la sopravvivenza delle cellule cancerose, portando alla loro morte.
- Desametasone – Un corticosteroide assunto per via orale sotto forma di compresse. Questo farmaco riduce l’infiammazione e sopprime la risposta immunitaria, contribuendo a gestire i sintomi del cancro e potenziando l’efficacia degli altri trattamenti antitumorali.
Struttura dello studio:
Il trattamento è suddiviso in diverse fasi:
Fase di induzione: Inizialmente, i pazienti ricevono solo Daratumumab per valutare la risposta iniziale. Successivamente, viene somministrata la combinazione completa di Daratumumab, Bortezomib e Desametasone in cicli ripetuti. La risposta al trattamento viene valutata dopo i cicli 3, 6 e 9.
Fase di mantenimento: Dopo aver completato la fase di induzione, i pazienti continuano a ricevere Daratumumab per mantenere la risposta ottenuta. Vengono effettuate valutazioni dopo i cicli 12 e 15 per monitorare l’efficacia del trattamento di mantenimento.
Fine del trattamento: Al termine della fase di mantenimento, viene valutata la risposta complessiva al trattamento, inclusi i cambiamenti nella condizione della malattia e la durata della risposta.
Criteri di inclusione principali:
- Diagnosi confermata di linfoma plasmablastico con cellule tumorali che esprimono il marcatore CD38
- Età uguale o superiore a 18 anni
- Malattia recidivante o refrattaria dopo almeno un ciclo di chemioterapia standard, con o senza trapianto precedente di cellule staminali
- Performance status ECOG di 3 o inferiore (capacità di svolgere le attività quotidiane)
- Almeno un’area di malattia misurabile visibile agli esami di imaging
- Sia pazienti HIV-negativi che HIV-positivi possono partecipare, purché l’infezione da HIV sia controllata con trattamento continuo
- Per le donne in età fertile e gli uomini: impegno a utilizzare metodi contraccettivi efficaci durante lo studio e per diversi mesi dopo l’ultima dose del farmaco
Criteri di esclusione principali:
- Pazienti eleggibili per trapianto autologo o allogenico
- Pazienti che non hanno avuto una recidiva dopo un precedente trapianto autologo di cellule staminali
Lo studio mira a comprendere quanto efficacemente questi farmaci, usati in combinazione, possano controllare la malattia. I ricercatori monitoreranno attentamente come il cancro risponde al trattamento, per quanto tempo i pazienti rimangono liberi dalla progressione della malattia e i tassi di sopravvivenza complessiva. Lo studio esplorerà anche come il trattamento influenzi il sistema immunitario del corpo e altri fattori biologici.
Informazioni sulla malattia
Il linfoma plasmablastico è caratterizzato dalla crescita rapida di cellule B anomale che possono formare tumori nei linfonodi, ma anche in altre sedi come il midollo osseo, la pelle o la cavità orale. La malattia si manifesta più comunemente in individui con sistema immunitario indebolito, in particolare nei pazienti con HIV/AIDS.
Sintomi principali:
- Linfonodi ingrossati
- Febbre
- Sudorazioni notturne
- Perdita di peso involontaria
La progressione del linfoma plasmablastico può essere molto rapida, rendendo necessaria un’attenzione medica tempestiva. La natura aggressiva della malattia richiede approcci terapeutici innovativi, specialmente nei casi di recidiva o resistenza ai trattamenti convenzionali.
Riepilogo
Attualmente è disponibile uno studio clinico per il trattamento del linfoma plasmablastico recidivante o refrattario, condotto in Italia. Questo studio rappresenta un’opportunità importante per i pazienti che hanno esaurito le opzioni terapeutiche standard o la cui malattia si è ripresentata dopo il trattamento iniziale.
L’approccio innovativo dello studio combina tre farmaci con meccanismi d’azione complementari: Daratumumab, che sfrutta il sistema immunitario per attaccare le cellule tumorali; Bortezomib, che interferisce direttamente con la sopravvivenza delle cellule cancerose; e Desametasone, che riduce l’infiammazione e potenzia l’efficacia degli altri trattamenti.
È particolarmente significativo che lo studio includa sia pazienti HIV-negativi che HIV-positivi, riconoscendo che il linfoma plasmablastico colpisce frequentemente persone con sistema immunitario compromesso. Questo approccio inclusivo amplia le opportunità di trattamento per una popolazione di pazienti che spesso ha opzioni terapeutiche limitate.
I pazienti interessati a partecipare allo studio dovrebbero discutere con il proprio medico oncologo per verificare l’eleggibilità e comprendere i potenziali benefici e rischi associati alla partecipazione. La struttura dello studio, con fasi di induzione e mantenimento chiaramente definite, consente un monitoraggio accurato della risposta al trattamento e degli effetti a lungo termine.











