L’ipofosfatasia è una malattia genetica rara che colpisce lo sviluppo di ossa e denti. Attualmente sono in corso 4 studi clinici che valutano nuove opzioni terapeutiche per bambini, adolescenti e adulti affetti da questa condizione. Questi studi si concentrano principalmente sul farmaco sperimentale ALXN1850 e su terapie immunosoppressive per migliorare l’efficacia dei trattamenti esistenti.
Studi Clinici in Corso sull’Ipofosfatasia
L’ipofosfatasia (HPP) è una malattia genetica rara che compromette la mineralizzazione ossea e lo sviluppo dentale. È causata da mutazioni nel gene ALPL, responsabile della produzione dell’enzima fosfatasi alcalina, essenziale per la mineralizzazione delle ossa. I sintomi variano ampiamente in base all’età di insorgenza e alla gravità della condizione, spaziando da problemi dentali lievi a gravi deformità scheletriche, fratture frequenti e difficoltà respiratorie.
Attualmente sono disponibili 4 studi clinici che offrono nuove opportunità terapeutiche per pazienti con ipofosfatasia. Questi studi valutano trattamenti innovativi e strategie per migliorare la gestione di questa condizione complessa.
Studi Clinici Disponibili
Studio su ALXN1850 e Asfotase Alfa per Bambini di Età Compresa tra 2 e 12 Anni con Ipofosfatasia Precedentemente Trattati con Asfotase Alfa
Localizzazione: Francia, Germania, Italia
Questo studio clinico confronta due trattamenti per bambini di età compresa tra 2 e 12 anni che sono già stati trattati per l’ipofosfatasia. Il nuovo farmaco sperimentale ALXN1850 viene comparato con il trattamento esistente Asfotase Alfa (commercializzato come Strensiq). Entrambi i farmaci vengono somministrati tramite iniezione sottocutanea.
Lo scopo principale dello studio è valutare la sicurezza e la tollerabilità di ALXN1850 rispetto ad Asfotase Alfa. I partecipanti vengono assegnati casualmente a uno dei due trattamenti e monitorati nel tempo per osservare eventuali effetti collaterali e l’impatto sulla loro condizione di salute generale e sulla qualità della vita.
Criteri di inclusione principali: I bambini devono avere tra 2 e 12 anni, una diagnosi documentata di HPP, cartilagini di accrescimento ancora aperte (visibili alla radiografia), trovarsi allo stadio puberale Tanner 2 o inferiore, ed essere stati trattati con asfotase alfa alla dose di 6 mg/kg a settimana per almeno 6 mesi prima dell’inizio dello studio.
Criteri di esclusione: Non possono partecipare bambini che non sono stati precedentemente trattati con asfotase alfa, che hanno altre condizioni mediche interferenti, che non possono seguire le procedure dello studio, che partecipano ad altri studi clinici, che hanno avuto reazioni allergiche gravi a farmaci, o per cui i medici ritengono la partecipazione non sicura.
Studio su ALXN1850 per Adolescenti e Adulti con Ipofosfatasia Mai Trattati Precedentemente con Asfotase Alfa
Localizzazione: Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Polonia, Slovacchia, Spagna
Questo studio valuta l’efficacia di ALXN1850, una terapia enzimatica sostitutiva, in adolescenti e adulti con ipofosfatasia che non hanno mai ricevuto trattamento con Asfotase Alfa. Lo studio confronta ALXN1850 con un placebo per determinare quanto efficacemente il farmaco migliori la funzionalità fisica nei pazienti.
I partecipanti ricevono iniezioni sottocutanee di ALXN1850 o placebo e vengono monitorati attraverso visite cliniche regolari. Lo studio include test di funzionalità fisica come il test del cammino dei 6 minuti, che misura la distanza percorsa in sei minuti, oltre ad altri test funzionali come il test sit-to-stand di 30 secondi e il test Timed Up-and-Go.
Criteri di inclusione principali: I partecipanti devono avere almeno 12 anni, una diagnosi documentata di HPP, presentare alterazioni genetiche nel gene ALPL o livelli elevati di PLP, avere un’attività di fosfatasi alcalina (ALP) nel sangue al di sotto della norma, e dimostrare una ridotta capacità di camminare (distanza inferiore all’85% del previsto) in due test del cammino dei 6 minuti. Un criterio importante è che i partecipanti non siano disposti o in grado di ricevere asfotase alfa per qualsiasi motivo.
Studio su ALXN1850 per Bambini di Età Compresa tra 2 e 12 Anni con Ipofosfatasia che Non Hanno Mai Ricevuto Trattamento con Asfotase Alfa
Localizzazione: Belgio, Finlandia, Francia, Italia, Polonia, Romania, Spagna, Svezia
Questo studio clinico valuta l’efficacia di ALXN1850 nel migliorare la salute ossea in bambini tra i 2 e i 12 anni che non sono mai stati trattati con asfotase alfa. Il farmaco viene confrontato con un placebo e somministrato tramite iniezioni sottocutanee.
Lo studio si concentra principalmente sul miglioramento della salute ossea, valutato attraverso radiografie e il punteggio di gravità del rachitismo (RSS). I bambini ricevono controlli regolari per monitorare i progressi e qualsiasi cambiamento nella loro condizione. Lo studio valuta anche test di performance fisica e misure di qualità della vita.
Criteri di inclusione principali: I bambini devono avere tra 2 e 12 anni, una diagnosi documentata di HPP, segni radiografici di rachitismo correlato all’HPP con un punteggio RSS minimo di 1,0, livelli di fosfatasi alcalina nel sangue al di sotto della norma, alterazioni genetiche nel gene ALPL o livelli elevati di PLP, e trovarsi allo stadio puberale Tanner 2 o inferiore.
Criteri di esclusione: Non possono partecipare bambini precedentemente trattati con asfotase alfa, fuori dalla fascia d’età specificata, con altre condizioni mediche interferenti, incapaci di seguire le procedure dello studio, o che stanno partecipando ad altri studi clinici.
Studio su Terapie Immunosoppressive con Asfotase Alfa per Pazienti con Ipofosfatasia che Sperimentano Ridotta Efficacia del Trattamento
Localizzazione: Francia
Questo studio si concentra su pazienti che hanno sviluppato una risposta immunitaria che riduce l’efficacia del loro trattamento con Asfotase Alfa (STRENSIQ®). Lo studio esplora l’uso di terapie immunosoppressive per aiutare a ripristinare l’efficacia del trattamento.
I partecipanti ricevono terapie immunosoppressive che aiutano a ridurre l’attività del sistema immunitario, permettendo ad Asfotase Alfa di funzionare più efficacemente. Le terapie utilizzate includono farmaci come Rituximab, Bortezomib e Metotressato Disodico, somministrati per via endovenosa o orale. Lo studio monitora i livelli di anticorpi anti-farmaco (ADA) e anticorpi neutralizzanti (NAb), oltre al miglioramento dei sintomi del rachitismo.
Criteri di inclusione principali: I partecipanti devono avere un’età compresa tra 2 e 18 anni con cartilagini di accrescimento ancora aperte, aver sperimentato un ritorno o peggioramento dei sintomi del rachitismo per almeno 3 mesi nonostante il trattamento continuo con asfotase alfa (dopo almeno 6 mesi di uso inizialmente efficace), e presentare anticorpi anti-farmaco. La presenza sia di evidenze cliniche che di problemi immuno-correlati deve essere confermata dal Comitato di Monitoraggio del Trattamento.
Criteri di esclusione: Non possono partecipare pazienti senza ipofosfatasia, che non stanno sperimentando una perdita di efficacia immuno-mediata del trattamento, o che non sono idonei per terapie immunosoppressive.
Riepilogo
Gli studi clinici attualmente disponibili per l’ipofosfatasia rappresentano un importante passo avanti nella ricerca di trattamenti più efficaci per questa malattia rara. La maggior parte degli studi si concentra sul nuovo farmaco sperimentale ALXN1850, una terapia enzimatica sostitutiva che viene confrontata con il trattamento esistente Asfotase Alfa o con placebo in diverse fasce d’età.
Un aspetto significativo è che gli studi coprono l’intero spettro dei pazienti con ipofosfatasia, dai bambini piccoli agli adulti, e si rivolgono sia a pazienti mai trattati precedentemente sia a quelli già in terapia. Particolarmente innovativo è lo studio sulle terapie immunosoppressive, che affronta una sfida importante: alcuni pazienti sviluppano anticorpi che riducono l’efficacia del trattamento con Asfotase Alfa nel tempo.
La disponibilità di questi studi in diversi paesi europei, inclusa l’Italia, offre opportunità più ampie di accesso alla ricerca clinica per i pazienti italiani affetti da questa condizione rara. I partecipanti a questi studi contribuiscono significativamente alla comprensione della malattia e allo sviluppo di opzioni terapeutiche migliori per il futuro.
I pazienti interessati a partecipare a uno di questi studi dovrebbero consultare il proprio medico specialista per valutare l’idoneità e discutere i potenziali benefici e rischi della partecipazione.











