Le fratture del collo del femore rappresentano una delle lesioni più comuni negli anziani e richiedono interventi chirurgici urgenti. Attualmente sono in corso 2 studi clinici che stanno valutando nuove strategie per la gestione del dolore in questi pazienti, con l’obiettivo di migliorare il recupero postoperatorio e ridurre le complicanze.
Studi clinici in corso sulla frattura del collo del femore
La frattura del collo del femore è una lesione grave che colpisce principalmente la popolazione anziana e richiede un trattamento chirurgico tempestivo. La gestione efficace del dolore durante e dopo l’intervento chirurgico è fondamentale per favorire una rapida mobilizzazione e un recupero ottimale. Gli studi clinici attualmente in corso stanno esplorando diverse strategie farmacologiche per migliorare il controllo del dolore in questi pazienti vulnerabili.
Di seguito sono presentati in dettaglio i 2 studi clinici attualmente disponibili per questa patologia:
Studi clinici disponibili
Studio sul metadone e placebo per il sollievo dal dolore in pazienti anziani con fratture dell’anca
Localizzazione: Danimarca
Questo studio clinico si concentra sugli effetti del metadone in pazienti che hanno subito una frattura dell’anca. Lo studio, noto come trial MetaHip, mira a comprendere come una singola dose di metadone, somministrata durante l’intervento chirurgico, si confronti con un placebo nella gestione del dolore per questi pazienti.
I partecipanti allo studio riceveranno metadone o placebo per via endovenosa, il che significa che il farmaco viene somministrato direttamente in vena. Lo studio osserverà vari aspetti del recupero, tra cui:
- Il fabbisogno di farmaci analgesici aggiuntivi
- La capacità di stare in piedi e muoversi
- Eventuali effetti collaterali come nausea o stipsi
- I livelli di dolore a riposo e durante il movimento
- Il tempo necessario per le dimissioni ospedaliere
- L’eventuale comparsa di delirio postoperatorio
Criteri di inclusione: Possono partecipare pazienti di età pari o superiore a 60 anni, di entrambi i sessi, con diagnosi di frattura acuta dell’anca (verificatasi meno di 24 ore prima e confermata da radiografie al pronto soccorso). Le tipologie di fratture incluse sono: fratture del collo del femore, fratture pertrocanteriche e fratture sottotrocanteriche.
Criteri di esclusione: Non possono partecipare pazienti che non si sottopongono a intervento chirurgico per frattura dell’anca, pazienti al di fuori della fascia di età specificata, pazienti appartenenti a popolazioni vulnerabili e pazienti che non soddisfano altri criteri di salute specifici stabiliti dallo studio.
Il metadone funziona legandosi ai recettori oppioidi nel cervello, alterando la percezione del dolore. Lo studio dovrebbe concludersi entro il 30 aprile 2025. I ricercatori sperano di raccogliere informazioni preziose che potrebbero migliorare le strategie di gestione del dolore per i pazienti anziani sottoposti a chirurgia per frattura dell’anca.
Studio sulla morfina intratecale per il sollievo dal dolore in pazienti con fratture dell’anca sottoposti a intervento chirurgico
Localizzazione: Repubblica Ceca
Questo studio clinico si concentra su pazienti con frattura del femore prossimale e sta valutando l’uso della morfina intratecale, cioè iniettata nello spazio intorno al midollo spinale, per verificare se fornisca un sollievo dal dolore migliore rispetto ad altri metodi di somministrazione degli analgesici.
I partecipanti saranno assegnati casualmente a ricevere la morfina intratecale o il trattamento standard per il dolore. Lo studio monitorerà diversi aspetti del controllo del dolore:
- Intensità del dolore a riposo e durante il movimento (misurata con scala VAS10, da 0 a 10)
- Tempo trascorso fino alla prima somministrazione di farmaci analgesici di soccorso
- Consumo totale di oppioidi e analgesici non oppioidi nelle 24 ore successive all’intervento
- Monitoraggio degli effetti collaterali come ipoventilazione, ipotensione, bradicardia, nausea, vomito e prurito
- Efficacia dei trattamenti per gli effetti collaterali
Criteri di inclusione: Possono partecipare pazienti di età compresa tra 18 e 64 anni, di entrambi i sessi, con frattura del femore prossimale, classificati come ASA I-III (che indica lo stato di salute generale del paziente), candidati a procedura in blocco subaracnoideo e che abbiano firmato il consenso informato.
Criteri di esclusione: Non possono partecipare pazienti al di fuori della fascia di età specificata, pazienti appartenenti a popolazioni vulnerabili che potrebbero non essere in grado di fornire un consenso informato, e pazienti che non soddisfano i criteri di genere dello studio.
La morfina agisce legandosi ai recettori oppioidi nel cervello e nel midollo spinale, riducendo la percezione del dolore. Questo studio mira a fornire informazioni preziose sull’efficacia della morfina intratecale come opzione per la gestione del dolore nei pazienti con fratture dell’anca sottoposti a intervento chirurgico.
Riepilogo
Gli studi clinici attualmente in corso sulle fratture del collo del femore si concentrano principalmente sul miglioramento della gestione del dolore perioperatorio. Entrambi gli studi valutano l’utilizzo di farmaci oppioidi – metadone e morfina – somministrati attraverso diverse vie di somministrazione (endovenosa e intratecale).
È interessante notare che i due studi si rivolgono a popolazioni di pazienti leggermente diverse: lo studio danese sul metadone si concentra specificamente su pazienti anziani (60 anni o più), mentre lo studio ceco sulla morfina intratecale include una fascia di età più ampia (18-64 anni). Questa differenza riflette probabilmente la diversa epidemiologia delle fratture dell’anca, che colpiscono prevalentemente la popolazione anziana.
Entrambi gli studi monitorano attentamente non solo l’efficacia analgesica, ma anche gli effetti collaterali comuni agli oppioidi, come nausea, vomito, stipsi e problemi respiratori. Questo approccio olistico è fondamentale per identificare strategie di gestione del dolore che siano non solo efficaci, ma anche sicure per questa popolazione vulnerabile.
I risultati di questi studi potrebbero avere un impatto significativo sulla pratica clinica quotidiana, fornendo evidenze scientifiche per ottimizzare i protocolli di gestione del dolore nei pazienti con fratture dell’anca. Un controllo del dolore migliore potrebbe infatti favorire una mobilizzazione precoce, ridurre le complicanze postoperatorie e migliorare complessivamente gli esiti funzionali e la qualità di vita dei pazienti.












