Il carcinoma del timo è una forma rara e aggressiva di tumore che origina dal timo, una piccola ghiandola situata nel torace superiore. Attualmente sono in corso studi clinici che valutano nuove combinazioni di farmaci immunoterapici e terapie mirate per pazienti con questa malattia avanzata.
Studi clinici in corso sul carcinoma del timo
Il carcinoma del timo rappresenta una sfida terapeutica significativa, poiché le opzioni di trattamento standard sono limitate, specialmente per i pazienti con malattia avanzata o resistente. Gli studi clinici in corso stanno esplorando approcci innovativi per migliorare le prospettive di questi pazienti. Attualmente sono disponibili 2 studi clinici attivi per questa patologia nel database.
Studi clinici disponibili per il carcinoma del timo
Studio su pembrolizumab e lenvatinib per pazienti con carcinoma del timo e timoma B3 precedentemente trattati
Questo studio è condotto in Francia, Italia e Spagna.
Questo studio clinico si concentra sulla valutazione dell’efficacia e della sicurezza di una combinazione terapeutica per pazienti affetti da carcinoma del timo e da un sottotipo chiamato timoma B3. Si tratta di tumori rari che si sviluppano nel timo, un piccolo organo situato nella parte superiore del torace. Il trattamento oggetto di studio include due farmaci: pembrolizumab (conosciuto anche con il nome in codice MK-3475) e lenvatinib (nome in codice MK-7902). Il pembrolizumab viene somministrato tramite infusione, cioè viene iniettato direttamente nel flusso sanguigno attraverso una vena, mentre il lenvatinib viene assunto per via orale in forma di capsule.
Lo scopo di questo studio è valutare quanto funzioni bene questa combinazione di farmaci in pazienti che hanno già ricevuto altri trattamenti per il loro tumore. Lo studio analizzerà per quanto tempo i pazienti possono vivere senza che la loro malattia peggiori nell’arco di cinque mesi. I partecipanti riceveranno il trattamento per un periodo massimo di 24 mesi e la loro salute sarà monitorata regolarmente per valutare gli effetti del trattamento ed eventuali effetti collaterali.
Criteri di inclusione principali:
- Diagnosi di timoma B3 o carcinoma del timo recidivato o ricorrente che non può essere trattato chirurgicamente o con radioterapia a scopo curativo
- Età minima di 18 anni
- Trattamento precedente con almeno una linea di chemioterapia a base di platino per malattia avanzata
- Test negativo per miastenia gravis mediante test degli anticorpi del recettore dell’acetilcolina
- Performance status ECOG di 0-1 (completamente attivo o con alcuni sintomi ma in grado di svolgere lavoro leggero)
- Aspettativa di vita di almeno 3 mesi
- Progressione della malattia secondo i criteri RECIST 1.1 durante o dopo la terapia precedente
- Malattia misurabile secondo i criteri RECIST 1.1
- Funzione adeguata del midollo osseo e degli organi
Farmaci in studio: Il pembrolizumab è un’immunoterapia che aiuta il sistema immunitario a combattere le cellule tumorali. Funziona bloccando una proteina specifica chiamata PD-1 sulla superficie delle cellule immunitarie, permettendo al sistema immunitario di riconoscere e attaccare più efficacemente le cellule tumorali. Il lenvatinib appartiene a un gruppo di farmaci chiamati inibitori della tirosin chinasi. Blocca determinate proteine di cui le cellule tumorali hanno bisogno per crescere e diffondersi, in particolare quelle che promuovono la crescita dei vasi sanguigni nei tumori.
Studio sulla sicurezza ed efficacia di domvanalimab e zimberelimab per adulti con tumori rari avanzati resistenti al trattamento standard
Questo studio è condotto in Francia.
Questo studio clinico si concentra sugli effetti di una nuova combinazione terapeutica per pazienti con forme avanzate di cinque tumori rari, tra cui il carcinoma del timo e i timomi B3. Il trattamento oggetto di studio è una combinazione di due farmaci: domvanalimab (noto anche come AB154) e zimberelimab (denominato AB122). Questi farmaci sono progettati per lavorare insieme per aiutare il sistema immunitario a combattere il cancro in modo più efficace.
Lo scopo dello studio è valutare quanto funzioni bene questa combinazione terapeutica in pazienti i cui tumori sono progrediti o sono diventati resistenti dopo almeno un trattamento standard. I pazienti riceveranno il trattamento tramite infusione endovenosa, il che significa che il farmaco viene somministrato direttamente in vena. Lo studio durerà per un periodo fino a 24 settimane, durante il quale l’efficacia e la sicurezza del trattamento saranno attentamente monitorate. I pazienti saranno raggruppati in diverse coorti in base al loro tipo specifico di tumore e lo studio valuterà vari risultati, come il tasso di progressione del cancro e la sopravvivenza complessiva.
Criteri di inclusione principali:
- Presenza di uno dei cinque tumori rari specificati, inclusi timomi B3 e carcinoma del timo
- Tumore avanzato o metastatico che ha mostrato progressione o resistenza dopo almeno un precedente trattamento standard
- Età minima di 18 anni
- Aspettativa di vita di almeno 16 settimane
- Performance status di 0 o 1 sulla scala ECOG (Eastern Cooperative Oncology Group)
- Disponibilità a fornire un campione di tessuto tumorale
- Funzione adeguata del midollo osseo
- Funzione renale adeguata, misurata da una clearance della creatinina di almeno 30 ml/min
- Livelli specifici di funzionalità epatica, inclusi bilirubina sierica e enzimi epatici (AST/ALT)
- Consenso all’uso di contraccezione altamente efficace per uomini e donne in età fertile
- Affiliazione al sistema di previdenza sociale francese
Farmaci in studio: Il domvanalimab è un tipo di farmaco noto come anticorpo. Funziona aiutando il sistema immunitario del corpo a riconoscere e attaccare le cellule tumorali. Bloccando proteine specifiche che aiutano le cellule tumorali a nascondersi dal sistema immunitario, il domvanalimab mira a potenziare la capacità naturale del corpo di combattere il cancro. Lo zimberelimab è un altro farmaco anticorpale progettato per potenziare la risposta del sistema immunitario contro le cellule tumorali. Prende di mira e blocca una proteina che di solito aiuta le cellule tumorali a eludere il sistema immunitario, permettendo così al sistema immunitario di rilevare e distruggere meglio le cellule tumorali.
Il carcinoma del timo: comprensione della malattia
Il carcinoma del timo è un tipo raro di tumore che origina nella ghiandola del timo, situata nel torace superiore. A differenza dei timomi, i carcinomi del timo sono più aggressivi e possono diffondersi ad altre parti del corpo. La malattia spesso inizia con la formazione di un tumore nel timo, che può crescere e invadere i tessuti vicini. Man mano che il cancro progredisce, può metastatizzare a organi distanti, inclusi polmoni e fegato. I sintomi possono includere dolore toracico, tosse e difficoltà respiratorie dovute alla pressione del tumore sulle strutture vicine.
Il timoma B3 è un sottotipo di timoma, un tumore che origina dalle cellule epiteliali della ghiandola del timo. Questo tipo di timoma è caratterizzato da una miscela di linfociti e cellule epiteliali, con la componente epiteliale più prominente. I timomi B3 sono generalmente considerati più aggressivi rispetto ad altri tipi di timomi, con un potenziale più elevato di invasione locale e recidiva. La malattia inizia tipicamente con la formazione di una massa nel timo, che può causare sintomi come dolore toracico, tosse e respiro corto.
Riepilogo degli studi clinici
Attualmente sono disponibili 2 studi clinici attivi per il carcinoma del timo, entrambi focalizzati su approcci immunoterapici innovativi per pazienti con malattia avanzata o precedentemente trattata. Gli studi rappresentano un’importante opportunità per i pazienti che hanno esaurito le opzioni terapeutiche standard.
Entrambi gli studi utilizzano combinazioni di farmaci immunoterapici che mirano a potenziare la risposta del sistema immunitario contro il tumore. Il primo studio combina pembrolizumab con lenvatinib ed è disponibile in tre paesi europei (Francia, Italia e Spagna), mentre il secondo studio valuta domvanalimab e zimberelimab ed è condotto in Francia.
Un aspetto importante da notare è che entrambi gli studi richiedono che i pazienti abbiano ricevuto almeno un trattamento precedente, indicando che questi protocolli sono destinati a pazienti con malattia recidivata o resistente. I criteri di inclusione sono abbastanza specifici e richiedono una funzione adeguata degli organi e un buono stato di performance generale.
La durata dei trattamenti varia tra i due studi: lo studio con pembrolizumab e lenvatinib prevede un trattamento fino a 24 mesi, mentre lo studio con domvanalimab e zimberelimab ha una durata di valutazione di 24 settimane. Entrambi gli studi prevedono un attento monitoraggio della sicurezza e dell’efficacia del trattamento attraverso visite regolari e valutazioni radiologiche.
Per i pazienti interessati a partecipare a uno di questi studi, è fondamentale discutere con il proprio oncologo di riferimento per valutare l’idoneità e comprendere i potenziali benefici e rischi associati alla partecipazione a una sperimentazione clinica.












