Indice dei Contenuti
- Cosa sono le Cellule Mononucleate Autologhe Derivate dal Sangue del Cordone Ombelicale?
- Condizione Medica: Encefalopatia Ipossico-Ischemica Neonatale
- Dettagli del Trattamento
- Criteri di Idoneità
- Obiettivi dello Studio
- Misure di Sicurezza ed Efficacia
Cosa sono le Cellule Mononucleate Autologhe Derivate dal Sangue del Cordone Ombelicale?
Le cellule mononucleate autologhe derivate dal sangue del cordone ombelicale sono un tipo di terapia cellulare ottenuta dal sangue del cordone ombelicale del neonato stesso. Queste cellule, note anche come “Hau-UCB-mnc” o “Cellule mononucleate autologhe derivate dal sangue del cordone ombelicale umano”, sono oggetto di studio come potenziale trattamento per alcune condizioni neonatali[1].
Questo trattamento rientra nella categoria delle terapie avanzate, in particolare della terapia cellulare. Le cellule vengono raccolte dal sangue del cordone ombelicale dello stesso neonato che riceverà il trattamento, motivo per cui viene definito “autologo” (che significa proveniente da se stessi)[1].
Condizione Medica: Encefalopatia Ipossico-Ischemica Neonatale
La principale condizione medica oggetto di studio per questo trattamento è l’encefalopatia ipossico-ischemica neonatale (EII). Si tratta di una grave condizione che si verifica quando il cervello di un neonato non riceve abbastanza ossigeno o flusso sanguigno intorno al momento della nascita[1].
L’EII può portare a danni cerebrali e causare problemi neurologici a lungo termine. Attualmente, uno dei principali trattamenti per l’EII è l’ipotermia terapeutica (raffreddamento della temperatura corporea del neonato), ma i ricercatori stanno esplorando se la terapia cellulare possa fornire benefici aggiuntivi[1].
Dettagli del Trattamento
Il trattamento prevede la preparazione di una sospensione delle cellule del sangue del cordone ombelicale per l’infusione endovenosa. Il dosaggio viene calcolato in base al peso del neonato, con un obiettivo di 50 milioni di cellule per chilogrammo di peso corporeo[1].
I dettagli chiave del trattamento includono:
- Forma: Sospensione per infusione endovenosa (EV)
- Via di somministrazione: Uso endovenoso
- Dose giornaliera massima: 500 milioni di unità formanti colonie per grammo (UFC/g)
- Dose totale massima: 100 milioni di UFC/g
- Periodo massimo di trattamento: 3 giorni
Criteri di Idoneità
Non tutti i neonati con EII saranno idonei per questo trattamento sperimentale. Lo studio ha criteri specifici di inclusione ed esclusione[1]:
Criteri di Inclusione:
- Segni di encefalopatia entro 6 ore dalla nascita (classificazione di Sarnat e Sarnat, punteggio ≥ 2)
- Elettroencefalogramma (EEG) o EEG ad ampiezza integrata (aEEG) anormale entro 6 ore dalla nascita
- Sottoposto a ipotermia terapeutica
- Assenza di infezione materna da HIV, HTLV 1 o 2, virus dell’epatite B o C
- Sierologia materna negativa per la sifilide
- Consenso scritto dei genitori
Criteri di Esclusione:
- Gravi anomalie congenite, incluse gravi malattie metaboliche
- Grave infezione materno-fetale responsabile della carenza di ossigeno
- Trauma cranico che causa emorragia intracranica
- Grave restrizione della crescita intrauterina (peso alla nascita < 1800g)
- Neonato la cui morte è prevedibile a breve termine
- Rifiuto dei genitori
- Neonato nato in circostanze specifiche (dettagli non forniti)
- Impossibilità di raccogliere il sangue del cordone ombelicale
Obiettivi dello Studio
Gli obiettivi principali dell’attuale ricerca su questo trattamento sono[1]:
- Obiettivo primario: Testare la sicurezza e la fattibilità dell’uso di cellule staminali autologhe del sangue del cordone ombelicale come trattamento curativo per l’encefalopatia ipossico-ischemica neonatale.
- Obiettivi secondari:
- Valutare l’efficacia di questo trattamento nella prevenzione delle complicanze neurologiche
- Determinare il momento ottimale per la somministrazione della preparazione cellulare
Misure di Sicurezza ed Efficacia
I ricercatori monitoreranno attentamente diversi aspetti per garantire la sicurezza del trattamento e valutarne i potenziali benefici[1]:
- Sicurezza: Registreranno eventuali eventi avversi clinici o paraclinici durante il follow-up a breve e lungo termine del bambino che potrebbero essere attribuiti al trattamento cellulare.
- Fattibilità: Lo studio misurerà la percentuale di bambini per i quali la procedura di terapia cellulare potrebbe essere completata secondo i criteri di qualità richiesti.
- Efficacia preliminare: I ricercatori valuteranno la funzione dello sviluppo neurologico dei bambini trattati fino a 2 anni di età per vedere se ci sono miglioramenti rispetto alle cure standard.
È importante notare che questo è uno studio clinico di Fase II, il che significa che è ancora nelle prime fasi della ricerca. Saranno necessari ulteriori studi per comprendere appieno la sicurezza e l’efficacia di questo trattamento prima che possa diventare ampiamente disponibile[1].











